mercoledì 30 agosto 2017

Un bravo odontoiatra

Dal dentista.



Ho sempre avuto dei denti sani. Li ho curati. Lavati. Massaggiati. Filo interdentale. Dentifricio al fluoro come prescrivono i dentisti. Ma, ahimè, è arrivato il mio turno di fare l'incontro ravvicinato con “l'odiato nemico”.
Sulla poltrona del dentista non è piacevole stare. Al solo vedere i ferri del mestiere allineati davanti a te che, inerme, aspetti con la bocca aperta, una certa ansia lentamente si fa spazio tra il dolore dentale e il cervello vigile che, tuo malgrado, amplifica rumori e sensazioni. Sarà colpa dell'ambiente? Dei tanti luoghi comuni che accompagnano la figura e la professione?
Non è il momento di disquisire sul sesso degli angeli, questo. Ma porre rimedio al dolore! Che mai avrei immaginato così insopportabile. 

martedì 29 agosto 2017

Pittura di strada a Catanzaro, funzione e ricerca


Tra le tante virtù delle città di provincia, un tarlo instancabile lavora quieto e contamina le menti deboli:
L'invidia e la presunzione sono alcune delle costanti che fanno storcere il muso ad ogni minimo mutamento in positivo dello status dei giovani e dei meno giovani delle periferie urbane.
Nel commercio, nella musica o la letteratura, il teatro, in arte e nella cultura in generale, c'è sempre qualcuno pronto a minimizzare o gettare nel mondezzaio il lavoro di ricerca e la personalità altrui.

Raramente, invece, ci si imbatte nella sana critica costruttiva che, forse per questo, è fraintesa ed erroneamente contestualizzata e valutata come negazione e morte dei nascenti progetti.

Nell'analisi propositiva di chi si aspetta con coerenza intellettuale il salto qualitativo degli attori principali posti ad esempio c'è, per forza di cose, il suggerimento implicito a non accontentarsi e andare oltre il già detto e visto. non è, quindi, un tarpare le ali.bensì uno sprono!

Da qualche tempo, in Catanzaro, pare vi siano nuovi fermenti culturali.
Un'organizzazione di volontari amanti dell'arte di strada si sta impegnando per riqualificare gli angoli degradati della città decorandoli e abbellendoli con pittura descrittiva alla maniera dei murales carica di significati politici e sociali analoga a quella in voga negli anni '70/80 ma anche con graffiti di varia estrazione.

Davanti a tanto entusiasmo giovanile non si può che rimanere colpiti favorevolmente! Essere dalla parte della creatività! E, sempre, dei ragazzi che si inorgogliscono nel vedere il proprio lavoro esposto pubblicamente per le vie della città.
Il frutto dell'inpegno descrittivo diventa messaggio visivo contaminato dai proselitismi ideologici che accompagnano i rispettivi pensieri dei neofiti esploratori del mondo.
C'è, nel progetto di questi giovani, una nota di orgoglio. E anche la “presunzione” di fare della strada un laboratorio di ricerca artistica. Bene! il mio invito è di non demordere!

Da quanto ho visto, purtroppo, di ricerca artistica o segnica ce n'è ben poca. Alcuni si rifanno alla fumettistica e altri al segno stilizzato e impersonale che uniforma moltissimi writer's di tutto il mondo. E qualche installazione pop.
Non intendo, con questo, minimizzare l'encomio che porgo convintamente ai giovani “scrittori” dei rinati muri contaminati dalle vaste scale cromatiche. Anzi colgo l'occasione per esprimere la mia personale speranza insieme all'auguro di vederli proporre veramente, senza struggersi nella ricerca più del dovuto ma vivendola come puro gioco creativo, lavori personalissimi di linguaggi visivi carichi di pathos, non per elargire, appunto, “leziose lezioni di pittura, figurazioni e graffi inusuali” ma, per dirla alla Emile Zola, primo estimatore lungimirante degli impressionisti, constatare la forza creativa e leggere il cuore e la carne nelle opere delle nuove generazioni.

Buon lavoro ragazzi!

lunedì 28 agosto 2017

Via le monetine, anzi no, restano lo impone l'UE

Decreto monetine da uno e due centesimi, tempo perso in commissione Bilancio!


Menomale che c'è l'Unione Europea che di tanto in tanto tutela i consumatori. Se l'UE non avesse bloccato l'emendamento “Boccadutri”,, quello delle monetine da 1 e 2 cent, nel 2018 queste non sarebbero state coniate con relativo conseguente adeguamento dei prezzi al multiplo di 5 più vicino.
Cioè non ci sarebbe stato più il giochetto delle 9,99€, specchietto x le allodole da una parte e incentivo dall'altra ma la cifra pari a 10€.



Il codacons aveva detto di no alla norma che elimina le monetine ma la commissione bilancio della camera aveva tirato diritto per la sua strada motivando la decisione con l'eccessivo costo per coniare le fastidiose monetine.

Il governo è costretto a fare retromarcia. Le monetine da 1 e 2 cent rimangono. Solo l'UE può decidere sulla circolazione.

Ma la logica dei politici è satellitare. Eppure sarebbe bastato ragionare serenamente sul quesito e dire: siamo in Europa, facciamo parte del sistema economico-monetario? Chi lo governa? Siamo ancora Stato Sovrano, possiamo legiferare su questa materia?

Va be', siamo tutti d'accordo: è una scocciatura girare con 'ste monetine in tasca ma sono sempre l'unità di misura dell'€. Stessa cosa vale per il dollaro americano. Ma a loro non è venuto in mente nulla del genere.

Tutto tempo perso!

Cervelli in ferie

È tempo di bilanci o della caccia alle mosche perché fastidiose?

L'estate sta finendo, cantavano i Righeira.
Anche per chi non è mai iniziata, l'estate è ai titoli di coda. Ridicolo se pensiamo a quante speranze leghiamo questo periodo dell'anno. È come la fine e l'inizio di ogni anno. Di quando auguriamo ogni bene per noi e i nostri cari. Accorgendoci, però, che il giorno seguente è uguale agli altri giorni. Niente è cambiato.

Col caldo, dicono gli esperti, gli ormoni si risvegliano dal letargo invernale e sia l'uomo che la donna vanno in cerca di avventure quando non hanno la mente ingombrata da problemi ben più gravi e seri o alterata da droghe.
La violenza del branco avvenuta a Rimini è una delle tantissime conseguenze addebitabili all'emarginazione culturale e sociale. Ma non è questo il momento per tentare un'analisi sociologica. Ci sono già gli scienziati della comunicazione impegnati a tenere banco nelle tv.

Ritengo che solo il buonsenso e una sana propensione al dialogo potrebbero alleviare alcune delle problematiche sociali.

Non v'è dubbio! I problemi attuali sono molteplici: fame, povertà vecchie e nuove; calamità; indolenza e insipienza delle classi dirigenti e degli organi che determinano le tendenze sociali guardando al proprio ombelico o all'immediato rendimento economico non migliorano i rapporti col diverso.

Emarginazioni sociali e culturali sono alibi ben sostenuti alla pari dei carrozzoni dell'antimafia parolaia. Seminari, salottini mediatici in prima e primissima serata acchiappano le menti deboli costretta a rimanere in casa e trovare compagnia nei talk show di pessima qualità culturale e morale.

La politica sembra essere lontana dai veri problemi che affliggono la gente comune.
Pensioni d'oro e stipendi che potrebbero sfamare interi paesi rimangono diritti acquisiti e perciò intoccabili.
La cecità dei sistemi capitalistici, meglio, la stupidità dei pochi e potenti ricchi amplifica gli egoismi e alimenta beceri populismi, consolidando, così, le povertà lasciando nella sfera delle condizioni sociali irreversibili i deboli e gli emarginati privati di ogni rappresentanza.

La guerra tra poveri è servita. … babbo caccia via queste mosche che non mi fanno dormire, mi fanno arrabbiare, com'è profondo il mare... cantava e ammoniva satiricamente l'indimenticabile Lucio Dalla

domenica 27 agosto 2017

Piccolo mondo antico

L'invito.

(...)
Su dai fatti vedere. M'invita con voce gioviale Pino. Lo so fa caldo ma qui in montagna si sta bene e poi con la trasversale delle serre si arriva in pochissimo tempo. Venti minuti al massimo. Ti aspetto e sei mio ospite. Ceniamo insieme questa sera.
D'accordo. A stasera.

È seduto nel patio insieme ad un altro signore il mio ospite. Parlano mentre sorseggiano qualcosa nei bicchieri di vetro. Mi dirigo verso di loro e noto che mi guarda con occhi interrogativi.
È trascorso molto tempo. Circa vent'anni se non di più. È chiaro; non mi riconosce nell'immediatezza. Qualche attimo di titubanza e mi viene incontro:

Oh, carissimo. Scusa. Esclama Pino salutandomi con trasporto. Siediti. Prendi qualcosa? È stato difficile trovarmi?

Questo è un mio carissimo, vecchio amico. Stasera è mio ospite! Cena con me.

Mi raccomando. - dice rivolgendosi al gestore del B&B. Un antipastino come al solito, casareccio. Olive, melanzane, zucchine e salame nostrale. Il vino. E la minestra, quella che mi fai solitamente, come si faceva un tempo.

Allora. Torniamo a noi. Mi dice mentre si accomiata dall'ospite e dà gli ultimi suggerimenti al colono che ha in uso gratuito la proprietà.
Vieni, ti faccio vedere la mia casa di campagna. Il mio rifugio estivo. Entra! Io sto qua. È la vecchia casa dei contadini che ho adattato alle mie esigenze. La mia l'ho trasformata in casa d'accoglienza. Le camere le ho dedicate ai miei.

L'antico casolare immerso tra i castagni mi affascina. È un'oasi di pace. Lo sguardo vaga sereno tra il verde cangiante della macchia mediterranea accarezzata dal sole pomeridiano fino all'orizzonte, dove si stagliano le montagne delle serre calabresi. Il verde e l'azzurro predominano nell'ambiente esterno mentre l'ossigeno dell'aria penetra fin dentro le mura e corrobora.

Ecco; questo è il mio tavolo da lavoro. Siediti! -Mi fa accomodare sulla sedia impagliata e si avvicina alla finestra. Tira la tenda-. Che spettacolo! La veduta sul bosco è semplicemente incantevole! Una favola a portata di mano! L'ampio tavolo è invaso da libri in pile ordinate e da fogli con appunti. Sulle pareti, tra la libreria che ne occupa quasi l'intero spazio, le foto dei genitori e le sue in compagnia di studiosi e ricercatori noti nel mondo scientifico e accademico completano l'arredamento.

Usciamo all'aperto. La tenuta è un laboratorio per le nuove generazioni che hanno vissuto solo la città. Un pezzetto di mondo antico da far conoscere.
Lontano dal frastuono tecnologico. Lontano dal rumore dei motori. Nell'assoluto silenzio, intervallato dal cinguettio degli uccelli e dal fruscio delle foglie mosse da un lieve venticello, giunge gradevole il salto dell'acqua che va a rimpinguare l'antico abbeveratoio fino ad adagiarsi quietamente nel laghetto delle papere, a valle.

Il piccolo mondo antico sta tutto lì. Nell'appezzamento di terra tra i boschi delle preserre calabresi. In cui si coltiva frutta autoctona, si cucinano i prodotti dell'orto e si servono le carni allevate in loco.

A pochi metri della casa padronale adibita a b&b, saliti pochi gradini, in un corpo staccato in pietra si contano pochi tavoli, un bel camino e, in fondo, la cucina.

Sono tornati dopo vent'anni dalla Germania, -mi fa sapere Pino gettando uno sguardo oltre il vetro che separa la sala dalla cucina in cui una coppia di mezza età traffica tra i fornelli- sono bravi e ottimi lavoratori. Ho concesso loro in forma gratuita la tenuta. Conoscono il tedesco e per l'inglese intervengo io.

La cena frugale sprigiona i sapori della terra. Nei piatti che precedono la minestra, c'è il giusto apporto calorico dalle tipiche caratteristiche qualità organolettiche locali: Una fetta di mozzarella tutto latte; tre olive nere; una fetta di zucchina grigliata; una fettina di capocollo e una di salame; una ricottina; un po' di funghi sottolio; ortaggi in salamoia; e in tavola una brocca d'acqua fresca della sorgente, una bottiglia di vino e del buon pane casareccio. La minestra vegetale, servita in ciotole di terracotta, è un'armonia per il palato: zucchine, carote, cime e fiori di zucca, sedano e aromi.
La coppia di emigranti è davvero brava. Marito e moglie conoscono le ricette calabresi e preparano i piatti secondo la tradizione.
Come si usava fare un tempo... tra i contadini della Calabria, rapporti umani inclusi.

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