lunedì 20 dicembre 2021

Che tempo, che tempi in rai

 

Fabio e i no vax.

Potrebbe sembrare l'inizio di una fiaba che narra di un bambino autoritario oppure curioso che si pone il dilemma di chi sono o cosa sono le persone definite no vax ma...

il Fabio in questione è un noto conduttore televisivo che occupa da decenni le reti televisive del servizio pubblico italiano, la RAI.

Com'è noto tutti i residenti in Italia che detengono un televisore sono obbligati a pagare un canone allo Stato e per questo è detta tv di Stato che in teoria dovrebbe fare un servizio pubblico e quindi dare voce e spazio ai cittadini.

Lottizzazioni a parte e linee politiche delle reti RAI che impongono tematiche da sviluppare e irradiare scientificamente, l'esternazione di Fazio in risposta alle battute sagaci di Michele Serra è decisamente fuori luogo e priva di ogni ancoraggio ai dettami democratici della Costituzione cui dovrebbe rifarsi l'informazione pubblica.

Fabio Fazio ritiene di non dovere mai invitare alla “sua” trasmissione i no vax motivando la sua ferma decisione con un esempio ancora peggiore: “è come invitare chi è a favore delle droghe e io sono contrario...”.

Mediocre! Concetto effimero che lascia l'amaro in bocca a quanti pensano che le barriere mentali si possono aprire, creare varchi e annullare col dialogo e la condivisione della conoscenza.

Rispetto alla storica “Non è mai troppo tardi”, Decisamente è fuori tempo, che tempo che fa.

domenica 19 dicembre 2021

Il S. Natale visto dai ragazzi del quartiere Corvo

Gli echi del Natale nelle periferie.


Quartiere Corvo, Catanzaro. -presepe realizzato dal gruppo agesci scout cz10°
-

Arrivano ovunque gli echi delle notizie urlate o sussurrate dai tantissimi opinionisti accreditati e non.

A tenere banco in queste ore è la notizia che riguarda gli aumenti delle pensioni. Quasi tutti se ne fanno vanto tranne che due sigle sindacali: cigil e uil hanno fatto mobilitare gli iscritti ritenendo iniqui e inadeguati gli aumenti realmente toccati ai pensionati che percepiscono pensioni basse mentre la cisl li ritiene equi.


La nostra opinione vale a modificare gli effetti?

Sicuramente no! Ma la diciamo lo stesso:


Aumentare di pochissimi euro le pensioni minime non cambia la vita a quanti riescono a sopravvivere nella giungla consumistica tra bollette, fitti, condomini e spesa quotidiana. Tanto per capirci: da 400 passano a 403€ circa!

Gli aumenti sono inversamente proporzionali alle esigenze delle persone ma “adeguate” al tenore di vita e ai “gradini pensionistici” delle pensioni erogate, insomma chi percepisce pensioni più alte ha un aumento medio di 20/30 euro al mese contro i 2,3,4 euro dei pensionati a basso reddito. Ecco, quei trenta euro in più senz'altro farebbero la differenza nelle mani degli ultimi.

E poi c'è l'altra notizia.

Quella che ci assilla da diverso, Troppo tempo!

Il virus pandemico covid-19 e le sue innumerevoli ossessive terrorizzanti mutazioni.

Questo il clima del S. Natale 2021.


Catanzaro, gruppo scout Agesci, c/o chiesa Santa Famiglia, Corvo


I ragazzi che ho incontrato stamattina non sembrano porsi il problema della pensione, semmai è una realtà dei genitori o dei nonni. Ma sono coscienti dei drammi sociali e delle povertà indotte da un sistema consumistico poco accorto e che sembra lontanissimo dalle reali esigenze dei singoli e dalle famiglie che popolano l'enorme emisfero chiamato "stato sociale" debole.

Giovani coscienti della pericolosità del virus che marchia a fuoco questi tempi e semina lutti in ogni parte del mondo. Giovani che in cuor loro cercano di esorcizzarlo in base alle rispettive possibilità d'azione.

Imbacuccati e sorridenti costruiscono le capanne nell'aiuola difronte alla chiesa del quartiere corvo in Catanzaro. Il villaggio globale che dovrebbe ospitare il presepe vivente questa sera visto che ieri è stato annullato dall'improvvisa burrasca.

Sono i ragazzi del gruppo scout che, insieme a quelli del comitato di quartiere, rinnovano le tradizioni della Natività. E nell'occasione fanno una raccolta fondi per i bambini poveri.


mercoledì 15 dicembre 2021

Lotta di classe e narrazione artistica

Bozzetti giovanili.

In una cartella nascosta, tra altri faldoni allineati in uno dei ripiani dello studio, stamane, ho rinvenuto dei cimeli di archeologia grafica risalenti, appunto, all'età dei, quasi, primi amori e convincimenti politici sbocciati tra i banchi di scuola e fortificati nell'ambiente di lavoro.

Erano gli anni delle lotte ideologiche. L'età in cui si crede nella bontà dei propri convincimenti e nel lavoro di proselitismo che invade ogni settore. Anche la pittura ne era contaminata. Le raffigurazioni, per certa critica, doveva essere descrittiva, narrante di lotte per l'emancipazione dalla schiavitù del lavoro alienante etc etc.

-"lotta di classe" archivio M. Iannino-

Chi non ha voluto, almeno per un attimo, pensato e sperato di cambiare il mondo? Impegnarsi per dare voce ai deboli e lavorare per costruire una società più giusta?

Oggi, davanti all'implosione dei valori sociali, (vedi lavoratori cococo, socialmente utili, rider e tutti gli sfruttati in genere che pur di campare accettano di tutto) quanti abbiamo pensato di “cambiare il mondo” dovremmo soffermarci seriamente sul fallimento di quelle che sono state le linee guida del mancato cambiamento e, più che noi, quanti hanno partecipato ai giochi di "governo e di potere" recitare un profondissimo mea culpa. Fare ammenda degli errori incontestabili e provare a iniziare il rinnovamento da noi stessi.

Cambiare noi stessi: 

Lasciando la libertà di sbagliare affinché dall'errore individuale nasca l'emancipazione collettiva desiderata.



domenica 12 dicembre 2021

Nuove povertà, ataviche esigenze

 

Arriva trafelato, si guarda attorno e si dirige verso gli scaffali del pane. È un po' nervoso l'uomo. Indossa un giubbotto nero, cappello con visiera. Occhiali. Mascherina come d'ordinanza. Anche Catanzaro ha l'obbligo d'indossare gli ausili profilattici contro il covid.

Statura media. Non grasso, anzi. L'uomo tasta il pane mentre si guarda attorno con circospezione. Fa degli strani gesti. Poi lascia la posizione senza nulla in mano e si avvicina al bancone degli affettati. Guarda fugacemente attorno, quasi con sguardo assente e con la mente altrove, senza prendere il numero elimina code e va via.

La cerniera della tasca sinistra del giubbotto è chiusa; gonfia e con tracce di farina attorno desta sospetti.

L'uomo, visibilmente nervoso, esce dal negozio senza comprare nulla. Più in là, fermo all'angolo della strada, abbassa la cerniera della tasca, tira fuori un panino, lo odora e con lo sguardo rivolto al cielo dà un morso.

"coll. privata, archivio M.Iannino"


sabato 11 dicembre 2021

Povertà

 

Manca l'acqua!

È domenica ma il supermercato vicino casa è ancora aperto. Cinque minuti e sono lì. Tra gli espositori una donna di mezza età osserva la merce esposta. Legge le indicazioni. Confronta il peso e mette nel carrello quella che costa di meno.

Il carrello della donna è semivuoto: biscotti per la prima colazione, direbbe qualcuno, anche perché c'è un bric di latte da litro tra le poche mercanzie che non si vedono tra gli spot in tv e nemmeno tra i consueti costosi spazi pubblicitari dei mass-media. Una bottiglia in plastica verde contenente detersivo multiuso. Una confezione di pasta e qualche merendina.

Il discount è semivuoto. Non c'è fila alle casse. La signora mette la spesa sul nastro. Il commesso passa il codice dei prodotti sullo schermo e: sono 7€ e50 signora. Lei porge la carta prepagata ma il sistema non l'accatta: transazione fallita! Signora non ricorda il pin? Chiede il commesso. vuole riprovare?

La carta non ha credito.

E mò come faccio? Mi serve sta roba! … non ho soldi con me … senta posso lasciare qui la spesa? Arrivo un attimo a casa e torno subito, tanto abito qua vicino. Sì signora non si preoccupi. Intanto la poggi lì. Lascio il suo scontrino in sospeso altrimenti mi blocca la cassa.

Ha mani ruvide e unghie rotte la signora; mani screpolate messe a dura prova dall'inflessibile lavoro domestico! Non un filo di trucco sul volto emaciato.

È una donna che si dà da fare. Una donna che forse sbriga anche qualche lavoretto in nero per potere arrotondare il tanto criticato “reddito di cittadinanza”. Una donna che forse va a fare servizi domestici o che lava le scale per 5€ l'ora.

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