lunedì 7 giugno 2021

Diaspora dei calabresi e del sud

Benvenuta signora! Questa è la sua camera. Venga. La aiuto io, lasci qui i bagagli.


No, non è l'arrivo e la relativa accoglienza in un luogo di villeggiatura. E non è neppure un albergo a 5 stelle. È un luogo di cura. Un ospedale d'eccellenza dove i dialetti si sommano. E le cadenze linguistiche non ti fanno sentire fuori luogo. È un pezzo di sud trapiantato al nord. È un'isola dove si pratica l'accoglienza e il rispetto per le persone sofferenti. È una terra che fa germogliare le eccellenze. Dà loro delle opportunità. E guarda caso molti professori vengono proprio dal profondo sud d'Italia dove ancora, purtroppo, tutto il settore del comparto sanità piange lacrime amare.


Avrei preferito conoscere questa realtà, diventata un vanto per la ricerca scientifica ma anche per gli interventi di routine eseguiti egregiamente, in altro modo. Come pure le strutture che ruotano attorno ad essa mi sarebbe piaciuto conoscerle e ammirarle con altro animo. Purtroppo è andata così. Il fato ha deliberato questo percorso! (o l'uomo?).


E a causa delle famigerate fughe dalla sanità, di certa sanità autoreferenziale, che qualcuno la definisce malapolitica che produce malasanità, che mi trovo a fare la conoscenza di persone preparatissime.

È doloroso ammetterlo! Sono nomi dalle origini semantiche ben radicate in una parte di terra Brutia. Nomi noti.


Cervelli in fuga?




giovedì 27 maggio 2021

se l'imprenditore non fa i soldi è colpa dei vagabondi col reddito di cittadinanza

È tutta colpa del reddito di cittadinanza?


Leggo che alcuni imprenditori si trovano in difficoltà ulteriori dopo le restrizioni pandemiche per colpa dei redditi di cittadinanza erogati dallo Stato ai disoccupati e privi di reddito. I predatori lamentano di non trovare personale qualificato per le proprie im-prese.

Già, personale qualificato che preferisce oziare anziché andare a lavorare!

Affermazione che lascia esterrefatti.

Cerchiamo allora di fare le pulci alla notizia:

primo punto, quanto offrono ai lavoratori qualificati per garantire gratificazione, crescita e empatia nell'azienda? E per quante ore di lavoro?

Secondo punto: gl'impresari garantiscono dignità salariale e lavorativa ai dipendenti?

Terzo punto: va be' lasciamo stare. Sarebbe lungo enumerare le pecche di certa classe imprenditoriale. Con ciò, ovviamente non si vuole accusare l'imprenditoria sana calabrese che è una enorme fetta. Si vuole semplicemente rammentare a quanti cavalcano l'onda emotiva del malcontento sociale, quindi, giornalisti d'assalto, politici di bassissima cultura, predatori e arraffoni che per guadagnare sulla pelle della gente è disposta a vendere l'anima al diavolo. E gli esempi drammatici consequenziali all'ingordigia umana non mancano.

Personalmente penso che un giovane, una giovane altamente o mediamente qualificata ma anche alla prima esperienza lavorativa trovi piacere nel lavoro! Perché lavorare è confrontarsi, trovare nuovi stimoli, socializzare, crescere!

Quindi, prima di inondare le piazze mediatiche dei social di stronzate simili e magari caldeggiarle, ragioniamo! Chiunque in casa o tra i parenti e conoscenti ha qualcuno in cerca di occupazione e magari anche senza il vituperato reddito di cittadinanza. Allora? Vogliamo davvero avvalorare simili fandonie?

ps. ma poi, i giovani, dove vanno a spendere il reddito di cittadinanza?


mercoledì 26 maggio 2021

Indolenza e superficialità nei rapporti umani, fenomeno in crescita

Ce n'è per tutti.

Le tre signore fresche di trucco e parrucco con le rose di S. Rita in mano parlano all'uscita della chiesa. Conoscendo i fatti del comprensorio s'intuisce chi è nelle mire delle tre giudicanti.

La mimica facciale cambia repentinamente. Sdegno. Ipocrita comprensione. Livore per come sono andate le cose e probabile risvolto se. Il se, non dubitativo ma perentorio secondo loro, apre ogni frase. E dall'esterno, pur disconoscendo le reali condizioni dei singoli malcapitati e inconsapevoli inquisiti, sentenziano sulla vita e sulle relazioni tra consanguinei. Eppure, visto che si tratta di donne credenti appena uscite da una funzione religiosa, dovrebbero attenersi ai dettami del vangelo e non giudicare!

L'esperienza accumulata nel tempo fatta di errori e di qualche verità induce a riflettere. Non sempre ciò che brilla è oro! E, restando in tema di saggezza antica, i guai della pignatta li conosce solo il mestolo che gira dentro.

Certo dall'esterno è semplice dare responsi tanto finito il dialogo si ritorna a casa propria e chi vive certe realtà fatte di malattie e ostacoli oggettivi che fanno del disagio sociale un problema del singolo che è alle prese del caso umano specifico e le questioni burocratiche che sembrano studiate apposta per peggiorarne le situazioni rimangono fuori dalla porta d'ingresso. Le acque stagnanti delle comari rimangono tali mentre fuori gli altri lottano e muoiono.

martedì 25 maggio 2021

Ezio Bosso esempio di vita e colonna sonora infinita

A volte sembra che la natura si voglia divertire o forse vuole dare un insegnamento?

Nell'era delle apparenze, del culto del corpo e della esposizione estetica ritoccata ecco che arriva l'imprevisto destabilizzante: la bellezza imprigionata nella gabbia malata e deformata che riporta gli esseri a pensare alla spiritualità. Alla bellezza!


Ezio Bosso

Il volto sorridente, incurante del morbo che gli sta consumando il fisico, chino sullo strumento musicale, il pianoforte divenuta sua naturale propaggine corporea, appendice che gli consente di astrarsi, dimenticare il dolore e da cui trarre nuova forza per consentire alle mani anchilosate dal morbo devastante di elevare l'animo e volare sopra le miserie terrene, è incoraggiante!

L'osservo. E il suo sorriso, la sua umiltà. Il suo pensiero semplice privo di inutili sovrastrutture riemerge. Sembra di risentirlo. La sua voce incerta. Le parole biascicate faticosamente mentre i muscoli del volto si torcono nell'accompagnarle. E le mani fasciate da tutori per potere suonare fino all'ultimo istante... Un uomo che ha trovato nella musica il suo motivo di vita!

Sapeva di non avere una vita lunga. Ne era cosciente! E non lo lasciò trasparire. anzi era sempre pronto all'autoironia. 

Non lasciava trasparire sofferenze o volontà di presuntuosa vanagloria neppure dopo il successo e le numerose testimonianze di stima. Anzi rammentava pubblicamente di essere un figlio di proletari e che mai avrebbe supposto di potere arrivare fin dove la sorte lo ha fatto arrivare. Essere un musicista apprezzato e osannato da un pubblico di estimatori non l'ha mandato fuori di testa. Avrà forse anche sognato in cuor suo di suonare e dirigere un'orchestra. Non leggeva lo spartito. Portava la musica in sé e mandava baci ai maestri quando eseguivano impeccabili le partiture.

Era cosciente degli ostacoli e delle difficoltà insormontabili poste dalla vita ma lui componeva e suonava sempre;  a lui bastava la musica. Si cibava. Se n'è nutrito fino all'ultimo istante fin tanto che è stato possibile e l'ha lasciata in dono.

Questo è Ezio Bosso! un essere che ha fatto del suo mondo poesia.


lunedì 24 maggio 2021

A come Arte, a come Amore

Alcuni eventi mondiali sono più grandi di noi. È difficile potere affermare verità incontestabili. Ma laddove spuntano le armi a far valere le ragioni di un qualche popolo, meglio dire, di qualche despota, si può affermare senza ombre di dubbi che lì vi è un errore.

La guerra non ha mai messo in salvo le anime. Ha saccheggiato o distrutto beni inestimabili ritenuti patrimonio dell'umanità e roba effimera per la quale spesso si lotta col sangue agli occhi, accecati da teorie, parole e visioni, utilitaristiche.

I focolai violenti decimano vittime inconsapevoli. Gli innumerevoli bersagli definiti strategici nascondono spesso mire espansionistiche.

Non c'è bisogno di essere degli storici per valutare correttamente gli assalti mascherati da ipotetiche quanto assurde teorie religiose o nazionalistiche.

La violenza non paga. Forse nell'immediato produce favori politici per chi provoca i conflitti tra gli animi facinorosi degli ortodossi ma l'eliminazione violenta di bambini e inermi dei campi opposti non giustifica le mire espansionistiche.

Ora, tirare in ballo pure il lavoro degli artisti e gli artisti stessi, il loro modo di essere e di vivere un dato periodo storico risulta un ossimoro pilotato.

Convintamente affermo che l'arte nell'accezione ampia e alta del termine debba essere tenuta fuori dai dogmi imposti dalle parti che governano la materia umana.

La bellezza musicata, dipinta, danzata, interpretata è al di sopra delle miserie.
L'espressione più alta del pensiero e del lavoro sublime esternato attraverso le azioni e i saperi artistici È sintesi dell'amore Universale.

marc chagall, crocefissione bianca, 1938


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