giovedì 14 gennaio 2021

l'attesa

Lo sguardo si perde oltre i vetri. In lontananza la vecchia antenna rai posizionata sul monte di Tiriolo e più in là la vasta distesa di pale eoliche. 

Il silenzio è interrotto dai rumori elettronici di qualche gioco. Qualche ragazzo starà impegnando l'attesa? Il suono è insistente. Sembra di essere in una vecchia sala giochi o in qualche bar al tempo in cui spopolavano i flipper.

Ding diring driiing troc troc tring.... . È insopportabile! automaticamente lo sguardo va alla fonte del rumore:

Chi sta giocando non è un adolescente ma una signora adulta! Qualcuno fa notare che hanno inventato anche gli auricolari oltre al telefono. Ma la signora imperterrita prosegue a giocare. Smette solo per prendere parte alla discussione:

C'è quello quello molto importante come si chiama mi sfugge quello che ha fatto le inchieste vai e notta... wainot. Si guaienotta -ripete sornione il signore col pancione- why not!

la signora del videogoco sembra trovare grande motivazione e s'intromette decisa nella discussione:

Quello che mò è sindaco di Napoli. De magistris! Suggerisce qualcuno. Sì sì proprio lui che pare si voglia candidare. Mò finisce il secondo mandato a Napoli e quindi è libero. Sì è già stato fatto fuori un prima volta qui a Catanzaro mò vedrai che sarà la seconda volta. No no lui non si fa fottere di nuovo. È un uomo di legge! E saprà fare pulizia insieme a Gratteri.

L'attesa è lunga. Nel corridoio trasformato per esigenza in sala d'attesa i pazienti iniziano a scambiare sensazioni e previsioni in base alle rispettive conoscenze e aspettative di soluzione della questione “regionali”. Nomi, liste e propensioni di voto. Poi, confessano i loro peccati inerenti lo stato di salute che li ha costretti là. Le confessioni pubbliche diventano catartiche e leniscono, almeno per il momento, dolori e pene. Parlano dello stile di vita. In pochi ammettono le proprie colpe. Gli abusi di gola e gli alimentinno che li ha aiutati a cadere ed essere vittime delle patologie genetiche silenti.

Non fanno mea culpa. No! la colpa è sempre di qualcosa altro o di qualcun altro se si trovano in quella situazione di declino fisico. “la mamma che li vezzeggia o li ha vezzeggiati; le frittelle a cui non puoi dire no! I dolci; le torte delle ricorrenze che tanto arrivano una sola volta l'anno e così via”.

Sarà l'età, il cibo, i veleni usati nell'agricoltura, le plastiche, le multinazionali che intrigano e pensano solo a fare profitti?, che li ha portati lì e a fare lunghe file davanti agli sportelli della sanità pubblica e ai medici specialisti? Bha?

Dalle pecche personali a quelle della sanità pubblica il passo è breve! Siamo all'impietosa analisi populista (questa volta è d'obbligo) che si arena sull'annoso problema in cui versa la società e, quindi, alla crisi dei valori della politica e, guarda caso, riguardano solo ed esclusivamente gli altri; quelli che governano! Quelli che gestiscono il potere; la sanità e le sorti delle persone...



mercoledì 13 gennaio 2021

il gioco delle tre carte

Ma che vuole sto tizio?

Che ci sia una pandemia ben più pericolosa del covid a minare le teste di certa gente avida? Personaggi aridi di cuore ma con menti finissime per tutelare interessi privati; gente che vuole piegare la politica a suo piacimento sfruttando gli uffici della democrazia?

Dopo Trump ecco l'azzeccagarbugli italiano, il toscanaccio a cui piace spararle grosse pur di portare acqua al suo mulino. Eppure è stato, nostro malgrado, segretario di un partito che ha distrutto dall'interno, una sorta di punteruolo rosso, e grazie sempre all'incarico di segretario di partito, presidente del consiglio.

Il suo modo di giocare sporco è noto. Dopo avere detto “stai sereno” ha defenestrato senza ritegno Enrico Letta! E ora, col suo piccolissimo potere riposto in due gatte osa ricattare il Governo Conte e sottomettere gli Italiani!

Alla luce di quanto sta accadendo anche da noi ci vorrebbe una riforma o semplicemente l'inserimento dei giusti requisiti per quanti intendono “scendere in campo!” perché non è un campo da coltivare per uso domestico e privato. In una democrazia è previsto il confronto! E non è detto che il confronto e le intenzioni di un arrampicatore e saltimbanco siano armoniosamente corrette e in sintonia con gli interessi nazionali.

In certi casi ci vorrebbe un tso immediato. Laddove risulta impossibile certificare la sana e robusta costituzione psicofisica dei candidati alla gestione della cosa pubblica una volta che questi hanno raggiunto e afferrato il potere.

Un semplice e chiaro certificato medico che dichiari l'assenza di malattie mentali e la messa in dimora di quanti manifestano tardivamente tali disturbi che nuocciono al benessere della collettività. Una sorta di 25°emendamento all'americana o una semplice atto di sfiducia immediato per chi non è degno di sedere e rappresentare in Parlamento le sorti della Nazione.


domenica 10 gennaio 2021

Avevamo i capelli lunghi e indossavamo l'eschimo

Ricordo con un pizzico di nostalgia gli anni giovanili. Erano anni di passione politica e impegno sociale. Le lotte sindacali avevano un senso d'appartenenza come aveva senso schierarsi e condividere le idee politiche. Erano anni emotivamente coinvolgenti. E pur senza tessere di partito ci si incontrava nelle ferventi assemblee aperte al confronto dei simpatizzanti.

Il partito comunista di allora cresceva giovani e li preparava a essere futura classe dirigente. Si discuteva di pluralità democratica nei posti di lavoro e per le piazze. E le manifestazioni di solidarietà erano frequenti e d'interesse collettivo.


Non ho mai voluto tessere di partito ma mi sentivo vicino anzi sentivo che il mio posto era tra le fila della democrazia liberale definita di sinistra. E sì, le definizioni...


il pci d'allora esprimeva la sua linea attraverso Enrico Berlinguer. E annoverava tra le sue fila intellettuali come Stefano Rodotà. E operai. Studenti.

Ricordo l'elezione del prof Stefano Rodotà come indipendente nelle liste del pci. … e come gli iscritti enfatizzavano la candidatura casa per casa. Sì, allora il contatto c'era.

E poi c'erano i ragazzi. I giovani allevati a pane e politica. Giovani intellettuali impegnati che sapevano essere trainanti. Ho ancora i brividi nella schiena quando penso ai cortei, agli slogan s, alle intenzioni, alla voglia di cambiamenti. A quando si gridava “la fantasia al potere”.

Ma non era, per alcuni, solo passione politica pura e fine a sé. C'erano anche allora gli arrampicatori sociali (e non è populismo! ma analisi, fredda analisi basata sui risvolti che hanno portato conseguenza funeste). Le mele marce ci sono state e, ci saranno! sta a noi saperle individuare e isolarle.

Ferite che bruciano ancora. Lenite dall'impegno dei numerosi passionari che hanno dato gratuiti e a volte gravosi contributi al movimento per la crescita democratica e intellettiva degli ultimi.

Gli esempi ultimi non sono dei più edificanti. I cavalli di razza si vedono nel lungo termine. Molti “compagni” hanno sbagliato e continuano a farlo.

Boriosi. Cavalcano la tigre del malcontento. Si fregiano coi vecchi e smunti abiti e inneggiando alle storiche icone morte e sepolte.

Ricordo anche di un militante che ha fatto la trafila e da iscritto fu designato a condurre le sorti del partito nella moribonda Calabria. Ma non fu compreso. I tempi erano inadatti per le aperture mentali del compromesso storico. Un uomo che, sembra un assurdo, non navigava nell'oro e non si è arricchito con la politica.

Erano gli anni dei Franco Politano, Quirino Ledda, Enzo Ciconte, ma anche dei Guido Rhodio, Pierino Amato, Marcello Furriolo, Leopoldo Chieffallo, Cesare Mulè e prima ancora Elio Tiriolo, Ernesto Pucci … .

E poi, al seguito, gli arrivisti; arrampicatori e funamboli pronti a saltare da un carro all'altro dimenticando i valori sani del servizio che porta all'impegno in politica.

L'imperativo categorico consisteva nel prestare attenzione verso i bisogni degli ultimi e tentare di sollevare dalle miserie quanti soffrivano l'emarginazione delle povertà culturali e materiali.

Oggi Povertà aggravate dai bisogni che mettono l'uno contro l'altro. Che fanno vedere nemici dappertutto! Che fanno erigere muri alimentati dalla diffidenza urlata dai trascinatori, e proprio in questi giorni abbiamo assistito al peggio, frutto della stupidità da parte di quell'orda barbarica in cerca di un capo assoluto.  

sabato 9 gennaio 2021

Catanzaro il Presepe di via Magenta

La periferia, sia essa di città o nazioni, è sempre problematica. Le occasioni per essere e sentirsi lontani dai sistemi centrali decisionali del potere e quindi dalle attenzioni mediatiche ma prima ancora sociali e strutturali non mancano mai. Del degrado che regna sovrano inutile parlarne. Puntiamo invece le attenzioni laddove c'è positività e grazie alla passione di pochi si riesce ancora a far rivivere il clima del S. Natale. 

Attraverso le tradizioni e mettendole in atto con scenografie che fanno parte del bagaglio culturale cristiano anche quest'anno le luci della Natività ricordano il lieto Evento nel quartiere Corvo in Catanzaro.



È pura passione devozionale che mette insieme alcune persone. E li fa operare da professionisti per realizzare il presepe entro i confini del complesso condominiale “calabria” in via Magenta.

Iniziano a lavorare mesi prima del lieto evento. e ancora col caldo della bella stagione, ognuno, in base alle competenze adeguate, stila un programma e, poi insieme, lo rendono operativo: disegnano, tagliano sagome e le dipingono. Comprano il legname utile e quant'altro serve per costruire la stalla e assemblare case. il progetto plastico prende forma:

Il risultato finale è gradevole. Bello! “ è bello o presepe---Te piace o' presebbio... Nennillo ...” (il tormentone è d'obbligo e risuona nella testa): 

davanti alla Natività la magia del Natale riverbera nella mente la scena più significativa della creatività che il grande drammaturgo Eduardo De Filippo mise in scena per la prima volta nel 1931”

Ma non siamo in casa Cupiello.

Ci troviamo nell'estrema periferia a sud di Catanzaro e non c'è la regia del prestigioso Eduardo de Filippo ma la passione di tre persone, forse quattro: Mario Muccari, Tonino Sanfili e Carmela Bonati per la parte decorativa e artistica.

Grazie alla abnegazione di queste persone anche quest'anno se pur gravido di tristi eventi si è potuta respirare l'aria delle tradizioni cristiane.

venerdì 8 gennaio 2021

a te che sei parte di me

A tavola non si invecchia mai.


Da noi non è un motto ma uno stile di vita che apprendiamo fin dalla nascita. Il primo pensiero per ogni mamma calabrese e del sud in genere consiste nell'alimentare i propri figli. E più il cibo è abbondante e buono e meglio si soddisfa la propria gratificazione. Sì, avete capito bene: la propria, quella materna. Perché le mamme e in seguito le nonne conferiscono al buon cibo un'infinita quantità d'amore.

È naturale sentirsi chiedere dalle mamme e nonne: “come stai, hai mangiato, vuoi mangiare qualcosa?” anche in età adulta. A me è capitato spesso! e non solo da parte diretta di madre o padre.

M, nello specifico, Appena varcata la soglia di casa lo sguardo di mamma indagava il mio volto. Valutava, come facevano un tempo gli estimatori delle fiere di bestiame, peso forma e buona salute anche se non ci vedevamo che da poche ore. Il distacco ombelicale, per i genitori non è mai reciso del tutto. E i figli sono sempre da  comprendere e proteggere.

E poi arrivano i nipoti e l'amore assume forme ancora più mature  e permissive.

Superato il compito dell'educatrice e dell'educatore, i genitori, nella terza età, trasferiscono affetto e comprensione maggiori nei figli e nipoti.

I nonni comprendono di più o tornano bambini ormai privi del fardello di preoccupazioni imposti dal sistema educativo e comportamentale?

Affettuosamente, e mi vedo anch'io in questi atteggiamenti, giustifichiamo alcuni comportamenti dei nipoti che non avremmo consentito ai nostri figli, loro genitori.

La vita prosegue.

La discendenza non è un semplice atto ereditario formato di cromosomi e alchimie chimiche. Non è somiglianza genetica. Appartenenza morbosa. La rinascita è comprensione del miracolo. Opportunità di crescita. Opportunità di sbagliare. Amare. Sbattere la faccia contro le cattiverie e ripartire.

La vita è questa! E chi ama ne è consapevole. Nulla sfugge allo sguardo indagatore genitoriale. Figuriamoci a quello dei nonni che, nonostante l'età comporti acciacchi vari e qualche velo di cataratta, è sempre vigile. L'empatia è istantanea nei confronti dei cuccioli in fasce che lanciano i primi vagiti e rallegrano le case. L'affetto calmo e sereno dei nonni è una grazia per il benessere psicofisico dei piccoli pargoli.

Benvenuta nuova vita!


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