sabato 13 giugno 2020

Autoscatto

Pudore. Riservatezza. Umiltà!


Sono concetti penalizzanti nelle piazze mediatiche dei social.
Nelle piazza virtuali si fa auto promozione. Si cercano consensi immediati.
E chi rema controcorrente all'infuori dei canoni precostituiti dalle piattaforme telematiche è isolato e ignorato dal branco ( nel senso buono) e posto ai margini.

I post servono per vendere bene la propria merce. Che sia un prodotto commerciale o culturale non fa differenza. L'importante è che sia ben esposta. Magari vendendo fumo.
Non contano le vere intenzioni del singolo che si affaccia e offre il proprio sentire. L'etica. La cultura. L'empatia lungimirante e inclusiva. La serietà cognitiva. La conoscenza acquisita con determinazione perché ritenuta un valore aggiunto all'essere presente nella società.
No! si deve sapere vendere. Avere una buona dose di paraculagine nel vantarsi facendo finta di arrossire. Facendo finta di lavorare per il prossimo. Strumentalizzando i fatti del momento.

La socialità È appagante?.

La consapevolezza di rendere pubblica la mercanzia enfatizzata in proprio e con l'aiuto dei seguaci, amici reali o virtuali che frequentano assiduamente i forum è sempre meglio che, come si diceva un tempo per onorare le buone maniere, fare del bene o lavorare con serietà senza vantarsi e prescindendo dall'eco fuorviate della piazza per avere compiuto buone azioni nel silenzio, paga e appaga di più.

Non si può essere invisibili!

Oggi, nell'era del web, se non stai su una qualche piattaforma sociale non esisti.
Non esiste il tuo lavoro. Non esiste il tuo pensiero. Il tuo modo di vedere il mondo e rispondere alle storture sociali è irrilevante.

Fino a quando la morbosità dell'apparire condizionerà la vera essenza della vita?

Fino a quale punto siamo ancora disposti a metterci nella vetrina ossequiosa, servile, condizionante dei media senza imporre distingui netti tra l'essere e l'avere?


martedì 9 giugno 2020

Covid 19, opportunità da prendere al volo

Porte sbattute in faccia. Muri di gomma innalzati come per incanto alle spalle dopo essere usciti da riunioni che si pensava fossero organizzate all'insegna della bellezza e della socialità.
Quella bellezza mistica mondata dalla materia venale che muove le menti e silenzia gli eserciti assoldati dai gruppi di potere e, di conseguenza, dai mass-media; insomma la bellezza universale che solo l'Arte, e a volte la buona politica, sa esprimere nelle sue innumerevoli forme socializzanti.

Cultura; arte e politica. Discipline che avrebbero dovuto essere grimaldelli, input inizialtico per il momento catartico includente che guarda con attenzione agli ultimi e alla costruzione di un mondo migliore. Invece no!

Insomma l'unità d'intenti propositivi del bello che ha rivoluzionato e alimentato le menti, emancipato i costumi, scandagliato la visione col frutto dell'umano ingegno fino alle radici non sembra scalfire le teste coriacee votate al consenso politico e personale neanche davanti a epidemie che mettono a rischio la vita delle persone più deboli e emarginate.

Le vittime sacrificali cadute in concomitanza al contagio del virus della pandemia sono state le persone affette da patologie croniche: spesso anziani, cardipatici e immunodepressi.

Avevamo creduto, (fino a prova contraria che puntuale è arrivata e, purtroppo, per loro, gli sciacalli, vecchie e nuove conoscenze politiche; affaristi arraffoni che non si sono lasciati influenzare dall'empatia ma perennemente contaminati dall'avidità e dagli affari hanno fiutato le opportunità sonanti che il covid-19 prometteva e si sono mossi!, gli sciacalli votati al profitto personale si sono mossi con circospezione, hanno ceduto quote, pagato % e affiliato parenti. Hanno sorvolato la paura della pandemia e alimentato il terrore.) avevamo creduto, noi poveri imbecilli creduloni che il dramma sociale avesse migliorato le coscienze e fosse riuscita a rendere meno utilitaristica l'azione dei predatori d'impresa; invece no!

Le cronache testimoniano il contrario di ciò che ci saremmo aspettati dopo il periodo luttuoso sofferto e enfatizzato eccessivamente, in certi momenti, che ha visto alcune aree geografiche colpite come una piaga nefasta sottolineata dai cortei di bare erranti in cerca di riposo eterno in cimiteri extracomunali, fosse comuni e, case di riposo tramutatesi in lazzaretti. Un evento che ha risparmiato poche realtà sociali.

Siamo stati testimoni di un evento improvviso e tremendo che ha stravolto luoghi e persone, che ha mietuto vittime e cambiato radicalmente le abitudini sociali di tutti indistintamente ma che ha lasciato incontaminati altri luogi e persone. Le teorie sono diverse. Come poteva essere il contrario? Qualcuno asserisce per genetica ambientale, sta di fatto che chissà per quale ignoto motivo non tutta la popolazione ha sofferto grandi e sconvolgenti mutazioni.

Ciò nonostante il protocollo rimane uguale per tutti: distanziamento sociale; mascherine, sanificazioni a tappeto e tuca tuca. Sì, per salutarsi non vale più la stretta di mano, l'abbraccio e il bacio (il terrore corre sul filo sottile e impercettibile delle goccioline trasportate dall'alito) perciò siamo costretti per protocollo governativo a toccarci col gomito o col piede o col più serio e elegante inchino. Sayonara...

sabato 30 maggio 2020

Pittura, che passione!

Chi non ha problemi economici deve aiutare gli artisti meno fortunati!


Questa considerazione mi è rimasta impressa e riaffiora spesso nelle mie riflessioni.
Ricordo che stavamo scendendo a fare due passi sul corso. E nei pressi del tribunale, sul marciapiede, un ragazzo abbozzava un'icona.

I gessetti sparsi nell'area delimitata e riquadrata erano stati scelti con cura. E la pezza che il madonnaro usava per sfumare i colori testimoniava una lunga esperienza.

L'amanuense copiava l'immagine sacra e la riproduceva maniacalmente ingrandita senza badare ai passanti e a quanti si fermavano ad osservarlo.
Anche noi ci fermammo. E pur conoscendo la tecnica osservammo, attratti da quel fare antico, l'autore della storica opera al lavoro.

Diecimilalire scivolarono su un angolo del riquadro. mentre una voce sussurrava: chi è più fortunato deve aiutare l'arte e gli artisti in difficoltà e chi divulga il bello.

venerdì 29 maggio 2020

Aspetti dell'ovvio al tempo del covid19

Gli esperti dicono che il virus covid-19 ha perso carica, è mutato e si è indebolito. Non è micidiale come nella fase 1. Ancora non sanno darci spiegazioni in merito e perché abbia attenuato la carica mortale. Al momento sembra essersi ridotto il tasso di mortalità dei contaggiati e del contaggio a quasi un semplice raffreddore stagionale. Così dicono!

Suppongono, sempre gli esperti, che la mutazione sia dovuta al caldo e all'uso delle mascherine. Boh...
Non so a voi ma a me succede sempre, dopo avere indossato la mascherina intonsa nella confezione sanificata, altrimenti non mi è consentito usare alcune esigenze sociali per approvvigionamenti, che si irriti la gola. Il fastidioso effetto mi perseguita per un bel po' di tempo.

Intanto i dirigenti nazionali e locali pensano a come rilanciare l'economia e a mantenere alto l'allarme contro il nuovo flagello.

Le notizie si rincorrono. Da ogni angolo del mondo arrivano notiziari più o meno allarmanti. Quasi tutte le notizie hanno un minimo di catastrofismo, altrimenti non tengono desta l'attenzione degli utenti.
Dalla euforica versione trumpiana contro i nemici cinesi, associata alla misura che anticipa di voler adottare nei confronti della piattaforma social di twitter colpevole di avere censurato alcuni suoi messaggi, un po' eccessivi nella forma secondo i dettami sociali, questa la motivazione di twitter, e spostando l'attenzione qui da noi, in Europa, la strategia non si discosta affatto.
Per tenere desta l'attenzione del branco c'è bisogno di un nemico. Un nemico da dare in pasto all'opinione pubblica: virus o persone; razze e metodi di combattimento: terrorismi da riscaldare!, psicologici, inventati, manipolati!

Sembra che la pandemia e le relative disfunzioni create dagli eventi connessi, in cui, l'uomo, col suo pensiero alimentato dall'ego e la sua brama di possesso che lo rende in assoluto artefice di ogni sfacelo sociale, non sia bastato.
I gruppi d potere hanno cancellato le paure e le logiche spartitorie che hanno messo la sanità pubblica in ginocchio. Non parlano più di welfare. Di giustizia sociale. Di esigenze sociali che accomunano tutti.
Loro, i saggi, conoscono e comprendono i meccanismi del gregge; sanno come pilotarlo. Come rabbonirlo. Tenerlo caldo. Con la paura dell'uomo nero, del babbauh.

giovedì 28 maggio 2020

Catanzaro stormo tricolore anticipa esibizione per evitare affollamenti

L'appuntamento è per le 10 e 15 al S. Giovanni. Le frecce tricolore lasceranno la scia nel cielo di Catanzaro. Verde. Bianco. Rosso. È un'esperienza da non perdere!

I bambini delle scuole elementari si sono dati appuntamento e insieme alla loro maestra hanno colto l'occasione per salutarsi. Tutti rigorosamente con la mascherina aspettano lo stormo dell'aeronautica italiana invano.

Sono le 10 e venti. Le nuvole rimangono del loro colore naturale. Gonfie. Trasportate dal vento. Minaciosamente grigie con sprazzi di bianco pallido nascondono il sole e promettono pioggia.
Il vociare gioioso dei ragazzi vivacizzano la piazza. La statua del cavatore è lì, pietrificata nell'azione di scalfire le rocce, l'uomo impassibile tende i muscoli incurante del traffico e della gente in attesa. Qualcuno scatta foto.
Arrivano le notizie. Non è uno scherzo! L'aeronautica fa sapere di avere anticipato l'esibizione alle nove per evitare assembrameenti, (che brutta parola) in altri momenti avremmo detto civile concentramento o riunione di persone per un evento a sfondo sociale. Ma adesso il contatto umano fa paura. Il virus fa paura. La propaganda e quanto si è divulgato fa paura.
Pazienza.
Sarà per un'altra volta...

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