sabato 20 maggio 2017

Proiezioni

Davanti alle nascite, qualsiasi tipo di nascita, si sogna e si spera sempre in positivo.


Quando nasce una nuova vita si proietta su di essa anche parte del riscatto dei propri sogni.

La nascita è, per alcuni, una rivincita nei confronti delle sconfitte subite.
Mentre, per altri,
Davanti ai primi vagiti, ma anche nella fase embrionale, il pensiero augurale comune, il più sentito, rimanda alla salute fisica e mentale del nascituro, futura entità, prolungamento ed espressione dell'essere supremo.
Che nasca e cresca sano!, è in un secondo tempo che i congiunti auspicano la realizzazione materiale dei sogni.
È così che, i desideri, di chi genera la vita e di chi la riceve, si fondono.
Il pensiero positivo cresce fino a quando non si avvera nei successi individuali e si fortificano in società o si frantuma sul muro indolente eretto dalla cattiveria dei nemici.

Si veste l'ovulo di carisma e materia già prima della fecondazione, la formazione è importante.
L'abito non fa il monaco ma aiuta nel palesare una identità. Ed è per questo che tu, amico mio, devi sapere fronteggiare i nemici.
È bene quindi addobbarsi con corazza e scudi se vuoi arginare il fango deleterio delle malelingue. Degli invidiosi che non avendo altro materiale di confronto se non il fango, lo buttano su di te per annientarti.
I serpenti si annidano ovunque. Vestiti di bontà carpiscono la buonafede dei puri d'animo e girano a proprio favore il vento infido della delazione.

Lo scopo?, mi chiedi? Il ventaglio è ampio.
Può essere per interesse. Per eliminare un geniale concorrente o diabolica, sadica, ignorante cattiveria amplificata dall'invidia. Uno status comune nella gente che misura l'altrui status coi paraocchi e secondo una misera considerazione della bellezza che s'inebria nelle altitudini mentali dei puri di spirito.
 

venerdì 19 maggio 2017

Aria nuova? Stop alle poltrone

Non è necessario prendere l'aereo o fare molti km per capire che esiste la civiltà; basta poco per entrare nel mondo ordinato dai criteri che determinano le giuste attenzioni civiche, cioè, quelle azioni che rientrano nell'ordinaria amministrazione di sindaco e consiglieri per garantire decoro agli spazi urbani, salute pubblica e vivibilità ai cittadini.

Basta solamente percorrere 2km per sentirsi parte integrante della civiltà organizzata.

La storia si ripete immutabile.
Immutabile come le stagioni, Catanzaro sfoggia i suoi look. Vestiti nuovi. Eleganti per il centro e per il quartiere marinaro. E qualche rattoppo nelle periferie dimenticate.

Il quartiere marinaro, bello, lindo e vivibile, è all'attenzione degli amministratori e nelle logiche commerciali che guardano al sistema turistico come possibile fonte di ricchezza. Ed è giusto!

Il centro, va be', è quello che è. E il corvo? L'aranceto? Pistoia?
Fare due passi a piedi è bello, sì! Ma devi avere una certa agilità e propensione alla gimcana. Saltare cespugli. Stare attenti alle bisce. Ai topi e ai gatti. E anche alla cacca dei cani, specialmente a quella microscopica.

E poi, la segnaletica, orizzontale e verticale...

In questo clima si svolge la corsa ai posti che per cinque anni garantiscono un sussidio economico.
E ancora qualcuno ha il coraggio di parlare di populismo o peggio, si riempie la bocca con la parola cultura.

Eppure, tornando ai quartieri dimenticati, Corvo, Aranceto e anche Pistoia, hanno ospitato, negli anni, a partire dai rispettivi insediamenti urbani, diversi esponenti politici con differenti colori e cariche. Il risultato è sotto gli occhi di tutti.
Serve ancora esprimere gratuite e disinteressate opinioni se queste creano solo inimicizie piuttosto che leali confronti?

Assuefazione da teatro: Toghe Rosso Sangue al Teatro Grandinetti (Lamezia Terme, Cz)

Francesco Polizzi, Emanuela Valiante, Diego Migeni, Sebastiano Gavasso .


18 Maggio, Lamezia Terme (Cz) ore 20.30 , Teatro Grandinetti.

“La vita e la morte dei magistrati italiani assassinati nel nome della giustizia”.
Toghe Rosso Sangue nasce dalla voglia di ricordare, “fare memoria” e fare teatro su una parte della storia italiana che spesso viene messa da parte per verità scomode sulla storia della mafia italiana. La scena ricalca gli ultimi 25 anni di storia,dal 1969 al 1994.

Storia che vede protagonisti 27 magistrati tutti colpevoli di servire lo stato, vittime volutamente cancellate dalla memoria collettiva.
Per molti magistrati, l’esercizio delle loro funzioni ha significato lo scippo sia del loro impegno quanto la loro cancellazione dal processo di “rivoluzione” della Repubblica Italiana.
Così, la morte della giustizia e la giustizia nella morte tracciano una linea rossa, rosso sangue, che crea un blocco nella storia dell’Italia.
Dagli errori giudiziari verso il singolo cittadino ai processi sommari dei Nuclei Armati Rivoluzionari, dal Padrino di Coppola e Brando alla Magliana di Placido e Scamarcio, dalle micce corte di Prima Linea a Via D’Amelio,dalla terra di Calabria alle vendette delle ‘ndrine, dalle stragi di Stato allo stato di scomparso di Adinolfi.

Da qui il progetto Toghe Rosso Sangue: la storia che si fa teatro.
Quattro voci che senza alcuna valutazione politica nonché senza condanne, fermamente inviano un omaggio a uomini morti nell’espletamento del proprio dovere.

Uno spettacolo di Francesco Marino 
scritto da Giacomo Carbone 
ispirato da Paride Leporace
 con Francesco Polizzi, Emanuela Valiante, Diego Migeni, Sebastiano Gavasso 
con il patrocinio dell’ANM – Associazione Nazionale Magistrati.


Senza ombra di dubbio è stato uno spettacolo che ho avuto il piacere e la passione di guardare.
Attori di spiccato prestigio e talento di cui mi sono totalmente assuefatta nell’interpretazione autentica.
Forse, noi giovani siamo troppo poco coinvolti nel teatro oggi, ma stimo fortemente che recandosi si possa  comprenderne a pieno il valore, accrescendo la voglia nel prenderne parte.
Un testo teatrale che, per le tematiche trattate e per il mio innegabile interesse, mi ha appassionato molto e, aggiungerei ancor più avvalorato dalla presenza e coinvolgente azione degli attori.
E’ stato in tutto e per tutto uno Spettacolo che mi sarebbe dispiaciuto farmi raccontare.
Credo altresì che i quattro attori in scena non avrebbero potuto rapire l’attenzione meglio di come abbiano fatto.
Il mio ringraziamento particolare va ai “fantastici quattro” attori e a chi ha voluto portare qui cotanta bellezza.

martedì 16 maggio 2017

Alla Ubik "Una vita per tre".

A caldo, il ragazzo mi ha fatto una buonissima impressione. Non è da tutti esprimere e scrivere con una certa maturità storie esistenziali nell'era dei social media fuorvianti presi ad esempio dai guardoni cangianti che li popolano.
Ha soli 21 anni ma ha concetti profondi che sa esplicitare con semplicità e passione inusuali per i giovanissimi che liberano scempiaggini sul web.


Nel dialogo col libraio della Ubik, Nunzio Belcaro, viene fuori un ritratto sorprendente.
Fabrizio Massimilla è al suo primo libro, un romanzo, “Una vita per tre”.
Ancora non l'ho letto ma mi riprometto di leggerlo al più presto, tanto mi ha colpito la proprietà di linguaggio e i valori etici che ha esternato durante la conversazione in libreria.

Lo scritto stampato dalla casa editrice “la città del sole” è, e lo è senza ombre di dubbi, quell'ancora salvifica che mette in moto e fa comunicare le menti distanti, sa, da quanto ho udito durante la presentazione, dialogare, annullare le distanze anagrafiche, culturali e sociali, in sintesi, sa trovare affinità elettive e collegarle idealmente.

Vista la pochezza di pensiero dominante, non sembrerebbe essere il frutto del lavoro intellettuale di un ventenne. Ma lo è!

È un ragazzo da seguire.
Proporre all'attenzione non del nostro piccolo mondo catanzarese che sarebbe riduttivo nella quotidianità cittadina amorfa, in cui, anni addietro, dei ragazzi, messosi in politica con la passione tipica dell'età, si sono persi per strada, hanno e abbiamo perso tutti, quasi fossero stati contagiati da un virus letale.
Genuinità. Purezza del servizio, enfatizzato durante la campagna elettorale, sembra essersi dissolto lungo i corridoi di palazzo de Nobili.
Un virus, per chi guarda da fuori, che assomma partigianerie limitanti e cecità intellettive; piaggerie selettive deleterie per la Politica e per la città che aveva creduto nella genuinità delle nuove leve.

Mancanze –di coraggio.


E’ come se tu scappassi avanti a me
Mentre un ladro di futuro, belle speranze
E nuovi orizzonti mi strappasse di dosso la borsa
Che insieme li contiene e li protegge.
Perché lo permetti?
Dovresti volerli proteggere anche tu.
Ho già un figlio fatto di sogni e polvere d’oro
Che mi cresce dentro, più comunemente lo chiamano
Futuro.
E io non lascerò che nessuno ne provochi l’avaria.
Io voglio farlo decollare.
Coraggio, questo gigante che t'abbandonò.
Ci vuole coraggio!

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