giovedì 10 marzo 2016

Storie e leggende dal sapore antico

Amuleti e credenze nella cultura arcaica contadina



maschera apotropaica
(studio del M° M. Iannino)


L'anziana pacchiana sbiascica parole incomprensibili mentre segna la fronte della giovane che sbadiglia.

Va va fhora e sta' casa uocchjiu malignu! Lavati lavati a fhaccia cu acqua e sala e sta sempa cu a malizia eccussì u maluocchjiu 'on ti pigghjia e quandu ti sienti muscia vieni ccà eccussì ti sduocchjiu ca si duormi 'docchjiata è pijeju.
Che ha detto? Mi traduci per favore?
Ha detto:
“vai fuori da questa casa occhio invidioso e maligno. Lavati la faccia con acqua e sale e stai sempre allerta così contrasti le energie negative degli invidiosi...”.

Sì sì ma non è ca l'uocchjiu è sulu de' mmbidja po' essera puru d'ammiraziona. Spiega l'anziana sciamana.
La donna, ricca di antica saggezza contadina, pur non parlando l'italiano interagisce e mi confida la sua esperienza di pratica esorcista che mescola preghiere e amuleti contro il malocchio e per schiacciare le negatività dei maligni.

sabato 5 marzo 2016

Il fascino dell'argilla

Maschere apotropaiche, folklore e tradizione popolare calabrese nelle ceramiche di Tina e Mimmo Tripodi


Ti ho mandato l'invito su Face l'hai visto? No! Di che si tratta? Questa sera ci sarà una dimostrazione di ceramica. Ti aspetto! Mi raccomando non mancare.
A che ora? Dalle 16e30 fino alle 19. non so se ce la faccio a venire. Ho dei piccoli impicci da sbrigare. Però se faccio in tempo vengo volentieri.
16,35. Catanzaro Lido.
Appena cinque minuti di ritardo. Parcheggio la macchina e entro nella galleria sulle cui pareti rosse sono in bella mostra le tipiche maschere apotropaiche del tirreno reggino.

La platea è composta da persone adulte e da una bambina, è proprio la bimba di otto anni a catturare la mia attenzione: è attentissima, pende dalle labbra della signora Tina Patamia, moglie del maestro ceramista Mimmo Tripodi, entrambi presenti in galleria per l'evento organizzato da Antonella Gentile.

le card, specchietti per le allodole

Le multicard.
Siamo pieni di carte d'acquisti. Abbiamo quella dei supermercati alimentari: conad, sidis, auchan, carrefur e a momenti persino quella dei cinesi pur di risparmiare qualcosa negli acquisti dei generi di prima necessità.

Anche il telefonino e la televisione sono ormai divenuti generi di prima necessità. Lo certifica il governo con l'obbligo del canone rai nella bolletta telefonica. Che poi non sarebbe stato più corretto per lo Stato e quindi per noi, visto che si tratta di una tassa pubblica che incide sul bilancio pubblico, farsi dare dall'enel i nomi degli utenti con contratti residenziali piuttosto che regalare soldi per la gestione e la riscossione del canone all'enel?
Non divaghiamo. Il telefonino la televisione e anche il computer, dicevamo, sono entrati nel paniere dei bisogni. I venditori lo hanno capito e quindi hanno associato una card da dare ai clienti.

venerdì 4 marzo 2016

Compagni di viaggio

Trovarsi nei luoghi dell'infanzia è sempre e per chiunque, credo, un turbinio di ricordi legati ai posti e alle persone che lì sono vissute. Le relazioni personali, spesso sono saldate e rese forti da semplici avvenimenti: un litigio da ragazzini per la squadra del cuore o per qualche bella ragazza compagna di scuola, un giro con la bicicletta presa in affitto per qualche ora dal calzolaio di “Madonna dei Coeli”, la colletta di poche lire e poi tutti dal tabaccaio per comprare le sigarette sfuse, gli immancabili tassativi giochi che anticipavano il Natale già da ottobre. La sigaretta fumata di nascosto e le mentine di liquirizia nello scatolino di latta rotondo per rinfrescare la bocca prima di entrare in casa.
Ecco, trovarsi in centro e al nord della città i ricordi riemergono con una certa facilità perché sono i luoghi della mia infanzia e giovinezza.

Oggi piove. Per entrare dal cancello devo chiudere l'ombrello prima di fare i pochi gradini che mi separano dal portone. Il pulsante del citofono è instabile. Lo premo con attenzione. Una finestra scorre lateralmente. E lui. Pino. Mi saluta allegro come sempre.
Salgo le scale della palazzina fino al primo piano. Niente è cambiato!

Pino Pingitore

Pino Pingitore è impegnato al computer: sta organizzando le immagini per il suo sito web. Come al solito parliamo di arte. I tuffi nel nostro comune passato sono frequenti.
Le partite a stoppa da cinquelire, le risate e le immancabili incursioni della signora Ortensia che chiedeva se servisse qualcosa con quel suo accento singolare, tipico di Spezzano della Sila, e la reazione scherzosa di Pino che la imitava simpaticamente creando un'atmosfera di ilare serenità.
Erano gli anni della scuola media. Delle sigarette sfuse che ci facevano sentire maggiorenni e della conta delle lire per investirle tutte nell'acquisto delle bionde, cosicché nella bustina di carta biancastra coabitavano le “nazionali, le esportazioni senza filtro, le alfa”.

giovedì 3 marzo 2016

Le nomine di Oliverio

Pacenza, finirà anche questo ciclo politico calabrese.

Leggo che Mario Oliverio in una ristretta politica ha nominato l'ex consigliere e deputato ds Pacenza suo vice nelle riunioni dove non può esserci con un gettone onnicomprensivo delle sole spese documentate non superiore ai 2500,00€. e fin qui nulla di strano se non fosse per le altre cariche, che sempre Oliverio, ha conferito a esterni.

Insomma la calabria è governata non dalla politica, bella o brutta che sia ma, comunque eletta dai pochi che si sono recati alle urne, ma, si diceva, dai nominati da O.G.M. (acronimo che sta per Oliverio Gerardo Mario).
Ora, due sono le cose che ci resta da pensare:
  1. che il presidente è l'unico eletto onesto e che risponde a modo suo ai calabresi
  2. che i consiglieri non sono all'altezza, sempre per OGM (politica e/o morale)
  3. toh! Anzi tre, ma sarebbero ancora di più se spulciassimo tra i tanti se e ma che condiziona alleanze e inciuci vari, che abbia trattenuti parecchi consiglieri ad accettare il ruolo di assessore dopo la modifica dello statuto regionale voluto da Oliverio? (ricordate? Chi assumeva la nomina di assessore avrebbe dovuto dimettersi da consigliere e siccome la nomina la fa il presidente la può anche ritirare in qualsiasi momento. Ergo, se non mi piaci te ne vai a casa...

mah! Povera Calabria e poveri noi che abbiamo dato l'ultima speranza e fiducia a chi prometteva di risvoltare il sistema come un calzino e che invece vive blindato insieme ai suoi più intimi collaboratori.

comunque Pacenza, come diciamo in Calabria, Finirà anche questo, speriamo bene.

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