giovedì 17 marzo 2011

art. 21, libertà di parola o pretestuosità editoriale?



Tematiche relative all'unità di o dei popoli, libertà, meritocrazia, incastonati tra spazi televisivi pubblicitari, piuttosto che chiarire e sviluppare concetti, vanificano quanto di interessante è stato detto e fatto contestualmente ai singoli temi. Ed è quello che è successo nella trasmissione odierna di “articolo 21! condotta e ideata dal bravo Lino Polimeni. Lui, Lino, senz'altro dirà che purtroppo è la dura legge delle tv commerciali, che hanno bisogno degli sponsor altrimenti non possono andare in onda. E siamo alle solite cantilene! Allora che facesse trasmissioni leggere, sketch, così da potere sfumare sui titoli di coda chiunque e non chiedere la conclusione a un ospite e lasciare il discorso appeso, in questo caso è successo al preside del liceo classico Galluppi di Catanzaro recatosi negli studi di telespaziocalabria con una rappresentanza di studenti dalle idee chiare; ragazzi preparati, che hanno esposto alcuni concetti sul risorgimento italiano in maniera chiara e convinta. Ma che sono stati soverchiati dalla mole enorme di pubblicità. Peccato, si sarebbe potuto apprezzare meglio questi ragazzi catanzaresi, attenti e documentati, che con intelligenza hanno saputo contestualizzare i fatti storici accennati, mentre in alcune zone italiane qualcuno rivendica l'indipendenza dall'Italia per puro egoismo.

Certo, è uno schiaffo alla preparazione di questi ragazzi ma anche di quanti come loro si documentano e si preparano ad affrontare la vita se pensiamo agli inserimenti nepotistici o amicali dei vari “trota” e veline selezionate per costruire la nuova classe dirigente politica italiana, basata, appunto, più sull'avvenenza fisica piuttosto che sulla preparazione e sulla sensibilità connaturata alla cosa pubblica, al bene comune dei popoli, se si pensa agli Stati Uniti d'Europa!

Ecco, a questo punto è opportuno ricordare che le linee guida della tv commerciale hanno influito parecchio sulla formazione delle coscienze di molti teledipendenti. ed è ricorrente la colpevolezza del modello mediatico in questione se oggi viviamo nell'imbarbarimento educativo e culturale. In sintesi: è sembrata una lunga fiera di prodotti commerciali dai risvolti economici piuttosto che l'esaltazione dell'articolo 21, proiettato nel tema principale del giorno, ovvero i 150 anni dell'unità d'Italia. Questione di tempi televisivi?

sicurezza del nucleare impossibile con le attuali tecniche



Numeri. Numeri uno dietro l'altro quantificano i morti e i dispersi nell'area giapponese del disastro atomico. Il popolo nipponico vive per la seconda volta il dramma delle radiazioni nucleari. La prima volta ad opera dell'America con la bomba su Hiroshima per piegare l'eroica resistenza dei giapponesi in guerra e adesso a causa degli eventi naturali e dalla poco appropriata manutenzione agli impianti vecchi di quarant'anni. Comunque la si ponga, il nucleare è una tecnica che non garantisce certezze per quanto concerne la salute pubblica e ambientale. Quando l'atomo trattato sfugge alla superbia dell'uomo causa danni inimmaginabili e alcuni si protraggono nel tempo, alterando geneticamente gli organismi viventi.
Il problema non è: “nucleare sì o no!” e neanche è pensabile schierarsi in campi contrari dove solitamente vince il più forte. Logica vorrebbe che si sviluppasse una strategia tecnologicamente sicura e che i ricercatori la garantiscano. Se ciò, ancora non è possibile, meglio soprassedere e impegnare le forze su sistemi di approvvigionamento energetico alternativo e sicuro che non contamini neanche in caso di calamità naturali o incidenti l'uomo e l'ambiente.

L'appello ai rappresentanti della politica è che si facciano garanti delle perplessità di quanti reagiscono emotivamente ma principalmente diano risposte serie alle certezze degli studiosi e di quanti seguono le vicende sull'energia nucleare con serietà. Anche perché le radiazioni non si fermano ai confini geografici ma invadono anche coloro che non hanno mai voluto gli impianti perché poco sicuri.

mercoledì 16 marzo 2011

notizie contraddittorie dalla Libia martoriata



(ANSA) - BENGASI, 16 MAR - Tutto sara' finito in 48 ore?
'Troppi bugiardi parlano in tv, la minaccia di Saif Al Islam e' solo propaganda', ha detto il rappresentante del consiglio transitorio libico di Bengasi. 'Le truppe lealiste non sono in grado di prendere la citta'', ha aggiunto. Anche oggi la citta' libica di Ajdabiya, a ovest di Bengasi, 'e' stata pesantemente bombardata dalle forze di Gheddafi, ma non ci sono stati scontri sul terreno'. Lo ha detto all'ANSA una fonte della 'Rivoluzione del 17 febbraio'.

stop al genocidio in Libia


Gheddafi padre e figlio si concedono alle telecamere per insultare gli insorti; rivolgono all'opinione pubblica libica e internazionale parole di fuoco.
Arroganti, sicuri, sentono e lasciano intendere di essere i padroni della Libia.
Non hanno remore, scherniscono coloro che ritengono nemici e lasciano trasparire tutta la loro rabbia.
Altezzosi, chiamano sorci, drogati e traditori i connazionali insorti. Non c'è bisogno di psicologi o strateghi per capire che i Gheddafi non avranno nessuna pietà nel caso dovessero riprendere il potere.

Sempre davanti alle telecamere, i Gheddafi lanciano accuse agli europei, e quasi con disprezzo dicono che se non ci fosse il petrolio le nazioni europee non si sarebbero interessati al problema.

Le notizie escono dal suolo libico e arrivano agli osservatori esterni frammentarie. Non si capisce bene se gli insorti resistono o se le forze di Gheddafi hanno riconquistato i pozzi di petrolio e le città che erano in mano ai rivoltosi. Una cosa è certa: la sanguinaria reazione del rais; i bombardamenti sulla popolazione armata di niente continuano. Il genocidio non cessa!

E nel frattempo una miriade di profughi nordafricani approdano sulle coste italiane su barconi che galleggiano per scommessa.
Arrivano disidratati, alcuni muoiono durante la traversata; filmano coi telefonini il viaggio della speranza e urlano di gioia quando toccano terra.

I centri d'accoglienza ospitano numeri imponenti in spazi non idonei e Stefania Craxi, sottosegretario agli affari esteri, pensa di utilizzare un'area militare in disuso per allestire una tendopoli fino a quando non cessa l'emergenza profughi.

Non sappiamo se i Gheddafi riusciranno a mantenere il controllo della Libia e neanche se gli oppositori saranno democraticamente migliori.
Auspichiamo, piuttosto, la fine immediata di una guerra fratricida assurda e non ammissibile per quanti credono nei sacri valori della vita.

energia nucleare, lavoro, ambiente, famiglia, disoccupazione, cultura, problemi da risolvere



L'eccessivo frastuono mediatico altera le percezioni e diseduca ulteriormente le masse incolte.
In Italia, benché si pensi di avere debellato l'ignoranza con la scolarizzazione obbligatoria, di fatto vi è una larga fetta sociale di sottobosco incolto che si ciba dei sentito dire, dei pettegolezzi e dalle liti in TV.

I professionisti delle notizie, condizionati dagli ascolti e dagli editori, inseguono e costruiscono eventi mediatici; imboccano i teleutenti con idiozie. Sono pochissimi i giornalisti che impegnano forze intellettive in reportage costruttivi. Comunque la si pensi c'è sempre qualcuno che si sente offeso o toccato personalmente dalle indagini che inducono a migliorare la società civile. Destra o sinistra non fa differenza.

Gli schieramenti politici nascono contro qualcuno o qualcosa, difficilmente, allo stato attuale, se non modificano gli assetti mentali, si può ipotizzare un'unità d'intenti per uscire dalle crisi istituzionali, sociali, economici, produttive.
Il gioco delle parti incita gli animi; fomenta lo scontro sociale. E mentre la classe dirigente che pensa solo ai profitti stringe alleanze forti laddove c'è da guadagnare, rottama i lavoratori diventati ormai una palla al piede, un peso morto da eliminare.

Non si spiega altrimenti la follia del governo italiano e dei suoi interlocutori più accreditati di volere continuare nel programma sul nucleare senza avere trovato soluzioni adeguate ai tanti problemi di sicurezza che condizionano quanti sono contrari all'energia nucleare, rafforzati nel contrastare la metodica atomica, purtroppo, dai tantissimi danni che il sistema ha provocato.

E non si spiega neanche come mai in una situazione contingente, che vede la disoccupazione salire a livelli numerici sempre più esponenziali, ci possa essere una fabbrica che assume(?) o crea indotto per circa 200 operai nel segmento automobilistico per macchine lussuose. … Pardon, questo si capisce e si spiega col fatto che la ricchezza è stata ridistribuita in maniera elitaria: da una parte i furbi, i ricchi che diventano sempre più ricchi affamando e diseducando le masse, buttando loro qualche briciola e continuando a dividerle ideologicamente; a proposito in merito, il professore Giuliano Ferrara è salito in cattedra e sulla piattaforma rotante, prima di scomparire nella penombra ha tuonato contro quei bigotti che hanno contestato Ruy davanti la discoteca pugliese che, tra l'altro, non ha venduto neanche un biglietto e non ha pagato i 5000 euro alla Ruby. Il buon Giuliano ha persino citato passi del vangelo inerenti l'episodio di “scagli la prima pietra”. Insomma ha tuonato contro quanti, spinti da moralismi o incazzature varie scaturite dall'insopportabile odore di fogna che svolazza nell'area italica, non vogliono più sottostare alla sottocultura imperante dei tromboni che assediano i mezzi di comunicazione di massa, giornali, televisioni e in alcuni spazi internet.

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