domenica 25 aprile 2010

sanità e centri d'eccellenza in Calabria tra inchieste e decisioni politiche

Sulla sanità italiana si è detto e saputo di tutto. Scandali, giri di affari non tanto leciti, clientele, escort e regali a dirigenti manager e politici. Anche la Calabria non è rimasta indenne dal malcostume nazionale e di ciò ha dato puntuale testimonianza Riccardo Jacona con un’inchiesta giornalistica sulla sanità condotta da nord a sud dell’Italia. L’inchiesta ha evidenziato l’anomalia degli investimenti pubblici che, anziché essere impegnati per migliorare il servizio sanitario nazionale, sono stati dirottati per creare false eccellenze e corpose clientele. In Calabria, l’inchiesta di Jacona ha evidenziato, tra l’altro, il caso della “fondazione Tommaso campanella” nata sotto la giunta Chiaravalloti e allocata presso la neonata università catanzarese Magna Graecia. Le notizie divulgate con dovizia di particolari, testimonianze e interviste a politici locali e alti dirigenti della “fondazione”, hanno suscitato indignazione tra i cittadini per il modo distorto, palesemente clientelare e inadeguato, non per niente in linea con le intenzioni statutarie scientifiche pomposamente dichiarate.

Dopo questa tempesta, senza entrare nel merito giudiziario o politico, -chi non conosce i fatti può documentarsi, in internet esiste una letteratura dettagliata- il comune buon senso avrebbe optato per un chiarimento civile dello stato dell’arte e i dirigenti politici si sarebbero dovuti interrogare sull’alta professionalità del direttore, sulle sue titubanze e sulla certezza cognitiva circa la presenza dei “topini” nei laboratori di ricerca che fino a quel momento non erano stati usati come cavie neanche per la cura di un banale raffreddore.
Insomma, ci si aspettava chiarezza! Coraggio civico e epurazione, vista la documentata insipienza sbandierata ai quattro venti, ma nulla! Tutto sotto silenzio fino a qualche giorno addietro, quando una decisone “politica?” accorpa il reparto “Carlo De Lellis” ubicato nella zona nord di Catanzaro nel rione Pontepiccolo, precisamente nella struttura dell’ex ospedale Ciaccio, alla “Tommaso Campanella” presso l’università “Magna Graecia” di Catanzaro nell’agro di Germaneto.

sabato 24 aprile 2010

la magia dei colori, omaggio alle mamme



La magia dei colori: alchimie cromatiche per un futuro migliore.

Le novità inattese ma anche quelle prevedibili se vissute con armonia e gioia, assaporate senza sentirsi addosso il peso oppressivo delle attese personali o altrui, oltre a suscitare stupore, inducono attori e spettatori a osare di più e quest’osare conduce i giocatori, grandi o piccoli che siano, alla ricerca.
Una ricerca ludica fine a se stessa, almeno all’inizio dei “giochi creativi” che contempla sperimentazioni, osservazioni riflessive e studi.
L’azione culturale, condotta negli spazi creativi della parrocchia di Squillace lido, ha dato i suoi frutti e l’esposizione delle “magie cromatiche” aperta al pubblico dall’otto maggio in poi, che i partecipanti hanno voluto dedicare alla mamma terrena Natuzza Evolo, la mistica di Paravati, in rappresentanza di tutte, in quanto umile e compassionevole espressione pro-creativa per antonomasia e da lei risalire alla Madre Celeste, è la testimonianza di un percorso educativo comune.

L’occasione della ricorrenza mariana diventa un pretesto per riflettere su temi spesso ritenuti demodé.
La riflessione corale ha indotto a tradurre, attraverso la magia dei colori e dei segni grafici, i sentimenti che la figura materna sprigiona nelle culture dei popoli. E nell’accezione più ampia del termine, l’atto procreativo, nell’assumere valenze universali conduce l’analisi a logiche conseguenze riscontrabili nei mondi animale e vegetale con i relativi cicli vitali, senza il quale, l’uomo non potrebbe esistere.

Questi semplici concetti hanno dato l'input iniziale per la costruzione espositiva, aperta al pubblico nei locali della parrocchia S. Nicola in Squillace lido, in cui sono visibili i sentimenti espressi poeticamente in occasione della ricorrenza dedicata all’essere Madre, non tanto per favorire la mercificazione feticistica di effimeri prodotti ma, per analizzare assieme una figura dispensatrice di vita; protettiva, a volte iperprotettiva, magari assillante, comunque presente nella formazione e nella crescita armonica dei figli e di conseguenza della società.

Lo studio delle tecniche pittoriche è secondario se paragonato all’atto iniziale. Vale a dire: quella spinta naturale che induce i bambini a gesticolare, segnare con grafie incerte lo spazio davanti a loro e narrare. Il dialogo fantasioso dei bambini è puro, e poiché privo delle sovrastrutture mentali degli adulti, esprime nella totale libertà il pensiero infantile con naturalezza, allo stesso modo di come sugge il latte dal seno materno, gattona, si alza e fa i primi instabili passi per correre non appena acquista sicurezza e fiducia in sé.
Ecco, questo, in sintesi, può essere paragonato al percorso di chi vuole capire e adottare la pittura come linguaggio per esternare concetti e visioni poetiche.

Spesso i bambini, ma ancor più gli adulti, quando sono condizionati da esplicite richieste, se non possiedono la totale padronanza delle tecniche pittoriche, rifiutano di “giocare” col mezzo espressivo della figurazione perché non lo ritengono più un’attività ludica ma l’esplicitazione visiva di concetti altrui.
La prova da superare, perché di questo si tratta per il bambino, lo mette in ansia e la paura di sicuri insuccessi, e di essere deriso perché ha disatteso le intenzioni degli altri piuttosto che appagare il suo bisogno di dialogo giocoso, lo inibisce. Se a questo fattore si associano le fobie trasmesse dalla famiglia e dalla società per quanto concerne i concetti di pulizia e di bello, il quadro della diseducazione nei confronti della più alta attività umana è completo.
Per riavviare i partecipanti alla creatività ludica e renderli parte attiva, nei laboratori creativi, gli spazi e gli oggetti sono messi a completa disposizione dei fruitori. Qui, i partecipanti al gioco, sono tutti attori comprimari; liberi dall’assillo della proprietà in quanto il concetto di mio, tuo, suo è inesistente, giocano e sperimentano nuance a più mani. Interiorizzano il concetto di gioco trasmesso dalla magia dei colori e nella commistione del segno come estrinsecazione esistenziale dell’io allo scopo di fortificare l’autostima e per scrollare dalla mente l’assillo deviante del “bel” prodotto finito. E non solo! Lo spazio è personalizzato da quanti lo frequentano. Piccole impronte decorano le pareti; marchiano e delimitano il territorio, dialogano tra di loro, si sovrappongono, interagiscono negli spazi mentali di adulti e bambini e accolgono in un abbraccio corale quanti osano percorrere i sensibili sentieri poetici dell’anima e ritornare bambini.

(Mario Iannino)

venerdì 23 aprile 2010

Fini smaschera le false libertà del pdl

Fini ha tolto la maschera dell’amore al pdl.

È chiara la dipendenza psicologica dell’intera assemblea pdl nei confronti di Berlusconi. Un Berlusconi furente che non tentenna un attimo nell’invitare Fini a dimettersi da Presidente della Camera dei Deputati perché contrariato dal suo comportamento politico istituzionale. Fini, dal canto suo, ha fatto il punto della situazione; ha ricordato il programma del pdl agli elettori, le cose rimaste in sospeso e le leggi ingarbugliate volute con forza dalla leadership del partito della libertà.
Fatti noti. Divulgati e trasmessi dai mass media con dovizia di particolari che evidenziano l’assenza totale di un interesse comune nazionale. Non c’è che dire: i nodi vengono al pettine, alla fine; e nell’assemblea pdl si è incocciati in nodi grossi: l’assenza della democrazia; la dittatura del capo e la dipendenza psicologica del popolo delle libertà soggiogato dal carisma egocentrico di uno dei cofondatori che non ammette rivali o competitori fuori dalle righe tracciate da lui.
Deludono i personaggi noti che hanno recitato la parte dei “portatori d’amore”. I falsi profeti di pace non hanno colto la lungimiranza politica di Fini e non hanno saputo e voluto intendere i chiari messaggi della gente. Ma il Presidente della Camera Fini col suo scatto ha ridato orgoglio ai cittadini onesti che ancora, nonostante tutto, ripongono la fiducia nelle Istituzioni dello Stato Italiano. Finalmente si torna alla Politica! Quella vera!

giovedì 22 aprile 2010

dipendenze intellettuali e visioni metropolitane


Schiavitù, dipendenze intellettuali e visioni metropolitane.

La ricerca esasperata dell’eterna giovinezza, oggi possibile grazie alla chirurgia plastica, associa, al potere estetico emanato da un corpo ben modellato, la tesaurizzazione di affetti, voluttà e denaro.
La diseducazione intellettuale rende apprezzabile un bel corpo e la maggior parte degli uomini intolleranti verso il “brutto” che, tradotto nella quotidianità, in estrema sintesi significa: uomo e donna dotati di un appeal comune che non vogliono sottostare alle mode estetiche del silicone e che non frequentano necessariamente beauty farm sono emarginati dalla società con estrema leggerezza. La bellezza oggi ha canoni ben definiti quantificabili in centimetri, chilogrammi e silhouette.
L’industria estetica trascina le menti nel vortice della visione patinata e allontana dalla realtà quanto più gente possibile. D'altronde, in tv sono banditi i non belli. Sembra che il modello di uomo e donna comuni siano estinti nei palinsesti. Anche la vecchiaia è un elemento da esorcizzare, lo ha fatto persino uno spot pubblicitario di una ben nota bevanda. E qualche direttore di giornale ha sostituito le ormai attempate giornaliste con delle avvenenti ragazze, qualcun altro ha mandato in pensione le signorine buonasera. Insomma, il culto del corpo è d’obbligo! Anche per essere candidate o candidati in politica si deve possedere un bell’aspetto… il cervello? Bèh quello non si vede subito ...e comunque è secondario se non inutile o dannoso del tutto.

mercoledì 21 aprile 2010

3,4,5 maggio a Catanzaro, quinta conferenza nazionale delle bonifiche


Lunedì 3 maggio, presso il teatro politeama di Catanzaro, il presidente dell’urbi Calabria, Grazioso Manno, aprirà i lavori della quinta conferenza organizzativa dell’associazione nazionale delle bonifiche e delle irrigazioni.

“Celebreremo la giornata con fatti concreti !” Così il presidente Grazioso Manno annuncia i tre giorni di lavori che vedranno impegnati gli oltre 400 dirigenti nazionali dell’Anbi, acronimo di “Associazione nazionale delle bonifiche e delle irrigazioni”; in Calabria, nel villaggio porto roca di Squillace lido nei giorni 3, 4 e 5 maggio, per la Conferenza organizzativa nazionale dei Consorzi di Bonifica per discutere e valutare strategie concrete per mettere in sicurezza il territorio e far decollare le eccellenze produttive legate al territorio regionale, dal turismo all’agricoltura.
“Il 3, 4 e 5 maggio avremo l’onore e l’onere di ospitare 400 dirigenti, provenienti da tutta Italia, che si confronteranno sui modelli organizzativi necessari per affrontare le complicate sfide della difesa del suolo e la gestione delle acque. Tre l’altro, temiamo che la scelta di lanciare, ancora una volta, proposte concrete per la tutela del territorio nazionale dalla Calabria, si giustifichi, anche, dalla oggettiva presa di coscienza che nonostante tutti i 409 Comuni calabresi siano stati classificati a rischio idrogeologico dal Ministero dell’Ambiente e dall’Unione delle Province Italiane già nel 2003, ancora poco sia stato fatto. Crediamo che questa situazione emblematica, e non esclusiva, della nostra regione possa e debba essere interpretata come una opportunità per l’intero Paese; crediamo che l’agricoltura ed il turismo calabresi, eccezionali, se non esclusive infrastrutture produttive, possano e debbano decollare solo attraverso coerenti scelte di politiche attive di tutela del territorio. Sono state queste convinzioni che ci hanno permesso di avviare e concludere una fase di autoriduzione dei costi di gestione dei Consorzi calabresi che abbiamo sempre considerato un “semplice” ed indispensabile presupposto per una legittima proposta dell’attuazione di un serio piano di messa in sicurezza della Calabria e di una gestione oculata delle acque. Crediamo che sia stato particolarmente significativo che questo processo di autoriforma si sia consumato con e grazie alle due ultime giunte regionali guidate dal centrodestra, prima, e dal centrosinistra, poi”. “Siamo certi - ha concluso il presidente dell’Urbi calabrese, Manno - che, con e grazie a questa Giunta appena insediata, si possa e si debba avviare e concludere la conseguente fase operativa di un cambiamento di cultura gestionale che sarebbe, una volta per tutte, veramente emblematico: è questo il migliore degli auguri possibili che sentiamo di rivolgere a tutti i calabresi per tramite del presidente Scopelliti e di tutti i neo-consiglieri ed assessori regionali”.

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