venerdì 10 aprile 2020

Nazionalismi e rancori in die welt verso gli italiani

Nell'ottobre del 2016, per i tipi di Mondadori libri, vedeva la luce “Padrini e padroni” di Gratteri e Nicaso.
Il libro è un documento storico e traccia, ad iniziare dal terremoto che devastò Calabria e Sicilia nel 1908, il lungo e incessante cammino delle organizzazioni malavitose interessate ai fondi statali e comunitari destinati alla ricostruzione dei Reggio Calabria e Messina.

Le altre tappe con medesime azioni della 'ndrangheta attraverso prestanome, collusi e personaggi delle istituzioni compiacenti, li riviviamo nel 2009 con il terremoto dell'Aquila, in Abruzzo.
Nel 2012 in Emilia Romagna.
Nella tratta della tav Torino- Chivasso.

Insomma il Bel Paese, da nord a sud, vive momenti oscuri.
Tra corruzione, infiltrazione criminale nelle istituzioni, legami coi poteri forti occulti, logge deviate segrete e non, la geografia criminale tracciata dal procuratore Gratteri e dallo storico Nicaso non dà un bel quadretto all'Italia e svilisce anche le persone perbene.

I lupi si avventano famelici sulle attività dove fiutano guadagni esorbitanti. Nello sport con partite truccate e scommesse clandestine. Nelle slot machine e negli appalti pubblici. E, ovviamente nella sanità! Ma, l'incompiuta per eccellenza è l'autostrada del sole. Da Salerno in giù i lavori non finiscono mai. L'opera iniziata nel 1966 non è mai ultimata.

Un quadro disarmante! non c'è che dire.

Sarà che anche il cronista di “Die welt”, autore delle pesanti accuse nei confronti dell'Italia, avrà letto il libro di Gratteri e Nicaso?

Se è così sono giustificati in parte dalla loro ignoranza funzionale giacché non conoscono fino in fondo gli italiani onesti che sono una grandissima maggioranza.

Oppure, potrebbe trattarsi di becero livore nazionalista?
Comunque stiano le cose alla base della notizia c'è tanta superficialità e disinformazione che in momenti come questi fanno male all'Europa intera. E dimostrano di non avere fiducia nelle istituzioni sane del Paese.

Europa che per restare unita e lavorare per il bene comune di tutte le bandiere aderenti al concetto di unità europea deve necessariamente dimostrare solidarietà e magnanimità verso i popoli più esposti alla pandemia e alle lobby di mercato economico.

La giustizia, nei vari gradi e corpi, farà il resto! Vigilerà, insieme alla politica sana, affinché i fondi vadano nelle direzioni giuste.

giovedì 9 aprile 2020

Supporto Quarantena corona virus: Psicologi a disposizione in Catanzaro

Anche gli psicologi scendono in campo per dare una mano a quanti necessitano di un supporto per andare avanti e superare gli ostacoli della quarantena.
Inutile nasconderlo. L'isolamento in alcuni soggetti gioca brutti scherzi. Il nervosismo latente si palesa anche durante le attese davanti ai supermercati e nei luoghi dove si rende necessario andare per espletare alcune emergenze contemplate nel dpcm emanato dal governo.

Oggi mi è arrivata una nota del dottor Domenico D'Elia, stimato e attento psicologo e psicoterapeuta. Il quale dà la sua disponibilità a quanti necessitano di un supporto nell'area di Catanzaro gratuitamente.

gli orari di disponibilità del dr Domenico D'Elia sono i seguenti: dal lunedì al venerdì dalle ore 10.00 alle 12.00. per contatto telefonare al 3519238103




Eccellenze di Calabria al servizio della scienza

Coronavirus, Luigi Camporota, il medico italiano, catanzarese di nascita, saltato agli onori della cronaca perché sta curando il premier inglese Boris Johnson è stato uno studente modello.

Ricordato come uno dei migliori studenti, nessuno si meraviglia del fatto che nella metropoli britannica sia apprezzato per i suoi studi clinici al punto da avere in cura l'uomo più potente del Regno Unito.

Il "Times", ricorda Pino Nisticò, ex presidente della Regione Calabria oltre che farmacologo di fama internazionale, in passato docente a Catanzaro e profondo conoscitore degli ambienti londinesi, definisce Camporota "un'eccellenza nel campo della terapia intensiva e della cura delle malattie respiratorie".

Nisticò dirigeva la scuola di specializzazione in malattie dell'apparato respiratorio dove si formò Camporota.

Terminati gli studi a Catanzaro, nel 1995, il giovane medico calabrese fu inviato oltre Manica da uno dei suoi docenti, il prof. Mino Pelaja, altro catanzarese considerato fra più grandi specialisti di malattie respiratorie, per un dottorato all'università di Southampton.

Camporota, che è stato anche allievo del prof. Serafino Marsico, uno dei fondatori dell'Università Magna Grecia di Catanzaro, lavora nella comunità scientifica inglese presso il Dipartimento di terapia intensiva per adulti del Guy's-St Thomas Institute di Londra.

La cosiddetta 'scuola catanzarese' di Medicina - dice con orgoglio Nisticò, amico e collaboratore di Rita Levi Montalcini - ha espresso grandi genialità e scienziati che si sono fatti notare in ogni parte del mondo”. Per citarne alcuni, l'attuale rettore dell'Università catanzarese, Giovambattista De Sarro, che ha lavorato all'Institute of Psychiatry di Londra, ed Enzo Libri, direttore della farmacologia clinica dell'Imperial College della stessa città, calabrese di Lamezia Terme (Catanzaro), nonché il reggino Enzo Mollace che ha lavorato a sua volta con un Nobel, John Vane, e con il farmacologo Salvador Moncada che scopriì la prostaciclina e il nitrossido, "la molecola della vita".

Insomma c'è da essere orgogliosi! Le intelligenze in Calabria ci sono!

Vediamo un po' da vicino da dove proviene il medico che ha in cura Boris Johnson:
Luigi Camporota, 50 anni, è ricordato piacevolmente in Calabria. Le sue origini, l'abbiamo già detto, sono catanzaresi e con esattezza ha vissuto in “via Buccarelli”, dove è nato, fino a quando l’università di medicina dipendeva da Reggio Calabria.

Camporota, oggi, insegna anche al King’s College di Londra e proprio la settimana scorsa aveva tenuto un video-seminario sulla ventilazione polmonare in collaborazione con la European Society of Intensive medicine in cui spiegava che non c’è una tecnica predefinita per la ventilazione polmonare e che ogni caso clinico implica un trattamento diverso:

Una delle cose che stiamo notando è che è molto difficile distinguere tra i pazienti che rispondono bene alle cure e continuano a migliorare da quelli che rispondono bene o discretamente e poi, all’improvviso, vedono la loro salute deteriorarsi sensibilmente.”
In questo caso”, continua il prof. Camporota, “l’aggravamento improvviso delle condizioni di salute del paziente affetto da coronavirus possono durare dai 5 ai 7 giorni. In tale circostanza, possono subentrare gravi infiammazioni, con il livello dei linfociti che schizza, la comparsa di febbre e dunque la necessità di supporto meccanico a vari organi del paziente”. Secondo Camporota, la maggior parte dei ricoverati in terapia intensiva al Thomas Hospital di Londra è di mezza età, proprio come il premier Johnson.

Camporota sottolinea inoltre come “questa non sia una malattia da cui si può guarire in qualche giorno” una volta costretti al ricorso della terapia intensiva. Dunque Johnson sarà indisponibile come minimo per qualche settimana. E per il premier purtroppo l’intubazione e il supporto del ventilatore non è escluso nelle prossime ore. “In alcuni dei pazienti”, precisa Camporota, “c’è discrepanza tra come si sentono e quale invece sia la loro reale condizione. A volte, anche se sembra stiano bene da evitare il ricorso al ventilatore, in realtà sarebbe consigliato una intubazione più tempestiva”.

Abitare un'idea

Abitare un'idea necessita forza di volontà, ragionamento e passione.

Jan Dubuffet ne ebbe e lo dimostrò nel perseguire le sue convinzioni in merito all'arte. E per continuare nella sua ricerca convintamente abbandonò di fare arte in prima persona e dedicò tempo agli emarginati, agli esclusi della società rinchiusi nei manicomi o posti ai margini per la loro cultura e censo.


Raccolse numerosissime opere tra disegni e pitture. Diede ascolto alle persone e alle loro intime emozioni. Gli artisti atipici, etichettati nell'ormai nota e consacrata “scuola dell'arte brutta” rozza e priva di canoni estetici derivanti dalla concezione accademica del “bello” assoluto, furono un altro punto di rottura nella storia dell'arte istituzionale e commerciale.

L'arte brut continuò a fare proseliti
In architettura, secondo la treccani, il termine è applicato a un particolare uso del cemento armato (béton brut) riscontrabile in opere quali l’Unità di abitazione di Marsiglia (1948-54) di Le Corbusier. Una ripresa del termine e della sua peculiarità si diffonde in Gran Bretagna (new brutalism) nel corso degli anni 1960 e 1970. Precursori e teorici di quest’ultima tendenza sono A. e P. Smithson (scuola superiore di Hunstanton 1951-54), orientati, oltre che a una rivalutazione delle istanze funzionali e strutturali, a conferire nuovi significati formali ai materiali, deliberatamente esibiti.




Negli anni Sessanta e Settanta il disegno minimalista, in architettura, si innesta con prepotenza nel cuore di tutte le città del pianeta, o quasi.
Catanzaro è una di queste. E la costruzione della cooperativa “cassa edile” è la struttura abitativa brutalista per eccellenza. La sua struttura è semplice. Quasi spartana e il colore iniziale del cemento a faccia vista sembra cozzare con i fabbricati contigui.

La filosofia costruttiva iniziale avrebbe voluto il manufatto trascurato negli aspetti esteriori.


Sporco e pioggia. Queste le prerogative ideali dei fautori del brutalismo architettonico.
Sferzato dalle intemperie, il cemento, di un grigio povero, quindi, segnato e vissuto dal tempo e privo di tutti quei piacevoli dettagli che rendono l’architettura antica a misura d’uomo e perciò accettabile visivamente, non ebbe estimatori a flotte.


Il calcestruzzo brutalista, oggi, e gli elementi modulari minimal in cemento e ferro, sono preferiti per adempiere alle funzioni strutturali pratiche come le infrastrutture stradali, centri commerciali e negozi oppure scuole e edifici universitari, famosi sono i cubi (minimalisti, essenziali nella loro forma geometrica, privi di cemento faccia vista visibili ma estremamente funzionali e connessi coi camminamenti aerei in ferro alveolare) dell'Università della Calabria in Rende, cs.


Nel 1980 i moduli prefabbricati dei pannelli in calcestruzzo sigillarono il palazzo, a completamento delle singole strutture abitative degli appartamenti della cooperativa cassa edile in Catanzaro, nel quartiere corvo.


L'ospedale; il cremlino; e tanti altri nomignoli furono appioppati al palazzo sempre con una nota di disapprovazione estetica.
La forma, secondo il concetto estetico comune, prevaleva e prevale ancora, sulla sostanza.

Io sono orgoglioso di abitare un'idea minimalista che guarda al sodo da quel lontano 1980 ma con una particolare attenzione alle contaminazioni cromatiche tese a sottolineare linee e volumi senza alterarne la filosofia iniziale.


mercoledì 8 aprile 2020

Operatori del s.s.n. lavoratori o eroi?

Lavoratori abbandonati a sé stessi non eroi! Questa è la dizione giusta. 

Non sono eroi i lavoratori del comparto sanità. Eroi si è per altre azioni. Azioni in cui si rischia la vita per empatia e non per esigenze contigue createsi per inadempienza o dabbenaggine. E qui siamo davanti alla punta nascosta dell'iceberg formatasi egli anni dalle decisioni sbagliate della politica manovrata dalle lobby di potere.

Che poi i lavoratori attuano, deontologicamente, con rigore e serietà le giuste prassi per portare a termine nel modo più congruo le ore di lavoro in sintonia alle mansioni di ognuno, questo è gioco forza. Lo dimostrano le immagini della oss della casa di cura colpita dal virus e dalle sue parole rotte dal pianto.

Assurdo. Inumano chiedere di più al personale medico sanitario di tutta Italia. Mancano gli ausili? Che questo episodio rimanga tale! Appunto, un episodi sporadico.

 I dirigenti politici e amministrativi devono farne ammenda e programmare misure idonee affinché non accada mai più. Perché è vomitevole vedere mascherine fai da te assemblate coi salva-slip delle donne. O ipotetici e improbabili caschi dal riciclo di bidoni di plastica . Va bene che siamo un popolo di creativi ma quando necessita un ausilio serio specialmente in ambito sanitario che salva la vita non si può e non si deve delegare alla creatività dei singoli operatori sanitari.

Non eroi ma lavoratori costretti a espletare le proprie mansioni con ausili improvvisati. E per questo è da premiare l'appassionata propensione al lavoro svolto cui sono chiamati a espletare nonostante tutto.


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