venerdì 2 luglio 2021

Salvare la Terra costa meno della ricerca di nuovi mondi

Il mio nome è Alieu, ho 26 anni e vengo dal Gambia. La mia è una famiglia che non sta né bene né male. Mio padre è un agricoltore e ha due mogli. Io sono figlio della prima moglie e ho 8 fratelli. Poi ho altri sette fratelli della seconda moglie di mio padre.

Il mio sogno era di venire in Italia e studiare medicina. Per questo a 18 anni ho intrapreso il viaggio. Devo dire che sono stato fortunato! Ho incontrato persone buone che mi hanno aiutato in cambio di lavoro e mi hanno fatto arrivare in Libia. In Libia si sta bene. Con 5€ campi dignitosamente e puoi permetterti una macchina e la benzina. Entrare in Libia è facile. Uscirne è difficile! E una volta lì tornare indietro è impossibile. Rischi la vita sotto i proiettili dei soldati bambini a guardia dei confini. E se sono qui intero con tutti gli arti a posto e non sono deformato è una fortuna!

Questo mi confida Alì. E il tuo sogno? Gli chiedo. Difficile realizzarlo, in Italia devi studiare bene la lingua. (…).

parlami del tuo viaggio; sono vere tutte le storie che si sentono? Come sei arrivato in Libia?

La Libia è così: ( )! una volta dentro puoi andare solo in avanti, dice mentre abbozza un disegno elementare che nella sua semplicità dà il senso della coercizione personale una volta dentro l'area geografica dilaniata da guerre e interessi tribali. Come ti dicevo entri ma non puoi più tornare sui tuoi passi.


Avevo messo da parte queste informazioni fino a quando non ho sentito le parole di Gratteri in merito alla tratta degli esseri umani in Africa e al potere dei soldi sulle persone che governano Nazioni che si definiscono democratiche e evolute che hanno interessi in terra d'Africa.

Il racconto di Alieu è, se paragonato alle sofferenze dei migranti che riescono ad approdare in Italia, quasi una passeggiata. Lui non ha sofferto la traversata del deserto e non è stato nei centri d'accoglienza africani. Alì è sbarcato in Liguria con un biglietto pagato dal suo datore di lavoro e adesso fa l'aiuto cuoco in una struttura ricettiva milanese.

Ma come ti chiami Alì o Alieu? È lo stesso, risponde sorridente. Alì è più comune, è più facile.


Pensare che si spendono un sacco di energie per conquistare lo spazio allo scopo di insediare colonie su Marte o sulla luna e stiamo lasciando morire l'Africa.  😖

sabato 19 giugno 2021

Emanciparsi dalla retorica della cattiva politica, imperativo presente

Cos'è che manca al sud?

Quali sono i motivi del mancato decollo dei territori e delle sue genti? Perché le infrastrutture strappate e imposte da certa forma di pensiero politico alla programmazione centrale non hanno sortito gli effetti sperati?

Sono tantissimi gli interrogativi posti da chiunque si trovi al porto di Gioia Tauro o nella piana ex sir di Lametia Terme e altrettanto nei luoghi storici della Magna Graecia o sui crinali che si affacciano come logge sul blu cristallino del mare e sugli altipiani della Sila e dell'Aspromonte.

Gente e luoghi magnifici! Non c'è che dire!

Potenzialità inoppugnabili per tanti che, come me, hanno girato abbastanza l'Italia per lavoro o altro. Eppure ancora siamo fermi al palo. Moltissimi, rassegnati, sembrano aspettare il condottiero che faccia della Calabria e del sud in genere un polo d'eccellenza.

La storiella si ripete anche questa volta in occasione delle prossime elezioni regionali.

Il popolino è stupido!, sì è stupido se ancora dà adito e credito alle persone che aprono bocca e emettono fiato per liberare vecchi ritornelli pieni di promesse e retorica trite e ritrite.



La Calabria ha tutte le carte in regola grazie alla benevolenza della Natura che ha strutturato il territorio in modo invidiabile. L'orografia calabra suggerisce da sola quali peculiarità e quante opportunità d'azione possono essere attuate col minor sforzo e col massimo profitto.


Le intelligenze non mancano! Anzi le migliori menti le troviamo in prestigiosi atenei e strutture cliniche universitarie pubbliche e private sparse nel mondo.

Solita retorica! Dirà qualcuno. Intanto il sud rimane ai margini.

Sì può darsi. Però, invece di piangerci addosso abbiamo mai tentato veramente di cambiare? iniziando da noi stessi? Metterci la faccia e spendersi in prima persona senza aspettare l'eroe, il capopopolo straniero? Abbiamo mai meditato seriamente sule opportunità insite collegate ai tesori antichi e alla bellezza del territorio? Alle sue offerte turistiche? Alla potenzialità del buon concetto di governo del territorio e delle reali domande di partecipazione agli eventi non con l'orgoglio "d'appartenenza" tout court che è una mera strafottente posizione personale di supponenza ma con l'amore per la gente e per la terra che ha visto crescere tensioni e sogni?

Così guardo alla Calabria, al sud e all'Italia con la testa in Europa e nel mondo intero perché solo guardando le genti con purezza riusciremo a salvarci, insieme.

giovedì 17 giugno 2021

Il merlo, il leprotto e la lontra

Come nelle favole:

Letture della buonanotte per bambini.

Ormai non mi sorprendono più gli incontri ravvicinati. Sembra di essere nel giardino dell'Eden. Il silenzio è rotto dal canto degli uccelli. I merli modulano frequenze melodiose ininterrotte ma il loro canto muta all'arrivo di un intruso. Il maschio, ma le femmine non sono da meno, si catapulta nelle prossimità dell'invasore. Saltella aprendo le ali minaccioso. l'intruso scappa inseguito e sgridato proprio come fanno le mamme quando strigliano i bambini che l'hanno combinata grossa.

Più in là

Qualche leprottino solitario si avventura oltre il marciapiede in cerca di tenera erbetta. La trova. E se ne ciba ignaro dell'incombente pericolo. Dietro il tronco di un albero la lontra aspetta. È enorme. Simile a un topo gigante bagnato tiene d'occhio il pranzo. Non posso permetterglielo!

La palla di pelo è troppo carina! Non merita una fine precoce. Faccio rumore. La lontra alza il pelo bagnato. Tenta di mimetizzarsi inutilmente. Non oso avvicinarmi oltre. Aspetto. Confido nella fuga del piccolino e per evitare che prenda direzioni pericolose mi pongo a qualche metro dalla lontra che, imperterrita, rimane immobile.

I minuti passano. Il leprotto, sempre più intento a cibarsi, sembra avvicinarsi alla minaccia in agguato. Batto le mani e con quattro salti s'allontana. Per oggi ha raggiunto l'area franca e alla lontra non resta che gettarsi lentamente nel canale.




mercoledì 16 giugno 2021

Testimone del tempo

Il dolore, le pene degli altri non saranno mai compresi appieno da chi guarda, fino a che chiunque osservi non soffra le stesse difficoltà fisiche o psichiche del sofferente che ha difronte.

Il dolore ce l'ho io mica te!, per dirla con le parole di Vasco che sa farsi comprendere da una miriade di gente. L'uomo Vasco mente in musica e fa spettacolo spiluccando nell'intimo del suo quotidiano e diventa plurale visto che in tantissimi si rivedono nelle ballate rock del cantautore.

Nel tempo di una canzone si rivivono addii e ritorni. Speranze. Amori e stati d'animo.

Pezzi di vita comuni messi insieme a formare e ridefinire un puzzle corale.

D'altronde le emozioni non hanno nomi o nazionalità e neppure una epidermide dal colore ben definito.

Tutti, senza eccezione alcuna, abbiamo conosciuto il dolore. Che sia dettato dall'emotività o sia causato dalle malattie, superata la fase, rimane dentro di noi e, pronto a svegliarsi, riapre ferite nell'istante in cui interagisci con gli affanni altrui e li fai tuoi.

In queste settimane ho visto di tutto.

C'è chi prega e si rammarica per non avere avuto l'opportunità di conoscere Mamma Natuzza e che vorrebbe recuperare il tempo perso attraverso Fratel Cosimo a cui vorrebbe chiedere una preghiera speciale. Superare l'angoscia della morte supportata dagli Angeli che il Signore ha destinato sulla terra per alleviare il dolore dei deboli.

La voglia di misticismo è presente tra i sofferenti. E non penso sia dovuto solo all'esperienza incombente perché c'è anche chi impreca laicamente e non sa farsene una ragione ripetendo: perché proprio a me?

Come sembrano lontani da questi luoghi gli zoo mediatici di politici, giornalai, parolieri, ciarlatani e appariscenti veline, arrampicatori sociali e “uomini e donne che si son fatte da sé” tesi solo a far carriera e accumulare ricchezze materiali.

E poi ci sono altri grandi uomini che lavorano dietro le quinte affinché la scienza e la ricerca ottemperi al suo mandato etico.

Questa è un'altra realtà! Fatta di sofferenze. Animata da persone che guardano alla scienza medica e nell'intimo aspettano il miracolo della chirurgia. Non la chirurgia estetica, la funzionale! Quella che se saputa fare ridà nuovi progetti a chi si sottopone per la possibile qualità della vita offerta.

E forse, una nuova ottica ai familiari sottoposti al calvario della persona affetta da malanni e sofferenze.



Il leprotto saltella sicuro. Guarda la gente calpestare i prati e con due salti raggiunge la macchia mediterranea dell'aiuola centrale. Anche i merli dalla livrea nera e dal becco giallo saltellano spiccano un breve volo nell'oasi verde dell'ospedale d'eccellenza milanese e s'abbassano presso le piantine di fragole selvatiche.

In questi giorni ho avuto modo di esplorare mondi a me sconosciuti e devo affermare, per esperienza diretta, che l'Humanitas è un'eccellenza italiana della sanità

lunedì 14 giugno 2021

Lettera all'amore mai spento

Cammino a testa bassa, i ricordi di una vita affiorano lentamente. Prepotenti rievocano momenti lontani, giorni trascorsi spensieratamente. In quei giorni ogni progetto sembrava possibile. Eravamo ragazzi. Appassionati. Forti del nostro amore osavamo sfidare il mondo.

Nulla fermava la nostra fantasia! Sognavamo una famiglia, insieme. Tu facevi, seduti su una panchina dei giardini, un cerchio e lo trasformavi nel nostro bambino lentigginoso.

Oggi quei ragazzi sono diventati adulti e hanno realizzato parte dei progetti.

Immancabili, le pene che la vita riserva. Ma, complessivamente, a volere tirare le somme, possiamo dire che non è stato poi tanto male il comune cammino. Qualcuno parla di destino altri di karma.

Volendo dare per buone le teorie delle cause e degli effetti, cioè del karma, beh, per come ci è andata dobbiamo dedurre che ci siamo comportati bene nelle nostre vite passate visti gli effetti prodotti in questa.

Questo mi frulla in testa mentre cammino in tondo sul marciapiede dell'ospedale. Non so stare lontano da te. Anche se l'accesso non è ancora consentito, girovagando attorno al perimetro immagino di essere accanto a te.

Il telefono è un ottimo mezzo, ma adesso stai riposando sotto l'effetto della terapia del dolore ma ti mando mentalmente pensieri colmi d'amore, scusandomi per i momenti d'incomprensione. Mi manchi!

Una lacrima scende. E d'improvviso un'ombra anomala testimonia che siamo in sintonia: il sole proietta l'ombra sul marciapiede di una pianta rampicante sganciata dall'inferriata e disegna un cuore.

È un segno! Sì, è decisamente un segno benevolo  del dio sole che assicura tanta strada da fare ancora. Ti amo mia capricciosa e insopportabile metà. Torna presto. Forza! guarisci! 

T'aspetto; mi prenderò cura di te

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