lunedì 29 marzo 2021

Pasqua blindata, che fantasia!

Ci risiamo. Divieti e limitazioni alle libertà individuali per decreto.

E mentre in Olanda si stanno sperimentando “assembramenti scientifici” per comprendere come il virus si propaga nelle occasioni che da noi sono vietati ci prepariamo all'ennesimo blocco delle attività socializzanti e dei rapporti umani tra consanguinei e persone che in altri momenti coabitano.




Chissà perché molte piccole ma rilevanti sfumature sfuggono a quella miriade di tecnici e scienziati che affiancano i politici e li aiutano a prendere decisioni.

Tra le misure restrittive, coi relativi cambi di colore delle regioni e dei territori contagiati o a rischio individuati dalle amministrazioni locali, inizia a fare presa l'obbligo del vaccino; ed è allo studio persino la carta d'identità vaccinale. Misure discutibili in un più ampio dibattito o spazio dedicato alla razionale valutazione degli effetti delle misure ritenute “salvavita” che alzano una barriera protettiva.

Analoga considerazione va fatta per gli spostamenti in automobile. Cioè 2 persone adulte x macchina salvo i minori.

E qui il ridicolo è assicurato! Vediamo un po':

in una famiglia composta da 4 o 5 conviventi tutti maggiorenni che pranzano insieme, fanno colazione, VIVONO!, assembrati 24h, sono obbligati per decreto di spostarsi due alla volta se intendono fare visita ai parenti.

Pasqua e casi particolari a parte, l'assurdo che deve vivere e affrontare una famiglia che sta insieme sempre per abbracciare i congiunti, è fuori da ogni logica scientifica!, imporre tre o quattro viaggi per trasbordare da una casa all'altra l'intero nucleo familiare è a dir poco ridicolo!

Ovviamente adottando tutte le precauzioni suggerite dalle buone abitudini igieniche.

domenica 28 marzo 2021

Passione di Gesù Cristo, oggi

Oggi, domenica delle palme, chi professa la parola di Gesù, quindi chi crede in Lui e nei suoi insegnamenti commemora il Suo sacrificio. Difficile comprendere il significato del Sacrificio estremo per noi che siamo impastati di materia e ci cibiamo di effimere sensazioni di benessere.



Le Sacre Scritture riportano la cronaca di una morte cruenta; bestiale, ai giorni nostri assurda dal punto di vista umano. Impensabile ma fino a un certo punto e preferiamo ignorare le efferatezze di alcuni regimi lontani dal nostro modello di vita. Noi che viviamo in Stati democratici al riparo da certe pratiche delinquenziali, noi che abbiamo la fortuna di essere nati in democrazie che difendono i diritti fondamentali dell'uomo inorridiamo al pensiero della tortura e della pena di morte.

I vangeli testimoniano e fanno il punto sull'insegnamento di Cristo, sottolineano i valori predicati e tenuti da Gesù in vita.

La morte in croce a quei tempi era consuetudine e la barbarie mentale dell'epoca trasformava la tragedia in baldoria e permetteva, anzi, diventava occasione di festa, evento mondano da non perdere, perché assistere alle sofferenze dell'altro e prenderne parte aveva il sapore amaro della rivalsa per gli stenti che gravavano su tutti. Ubriacarsi di sangue, sudore e polvere. Una catarsi!

Sinonimo di bestialità primordiale, le pene inflitte anche dai convitati al festino blasfemo non significavano far perdere la dignità all'essere umano punito con l'estrema azione per i crimini commessi. Era un atto di giustizialismo estremo!

Briganti e assassini condannati alla morte in croce erano oggetto della rabbia della plebe, subissati da insulti e sputi, lanci di pietre e, immediatamente dopo la sentenza dei giudici, dai soldati che portavano i delinquenti al calvario; fustigatori e popolani inveivano e sfogavano ogni sorta di violenza sui malcapitati lungo tutto il tragitto.

Impensabile quindi la rappresentazione iconica di un Uomo sereno, dal volto sofferente, sì, ma privo di ecchimosi, ferite, tumefazioni e alterazioni inflitte con bestialità.

Torture che alcuni regimi praticano ancora oggi non vistosamente ma al riparo da occhi e orecchi indiscreti.

L'Icona Cristiana, è il Simbolo universale delle contraddizioni, delle sopraffazioni, delle cadute e della Rinascita possibile solo attraverso la forza dell'amore.


sabato 27 marzo 2021

Vita all'aria aperta, vita in campagna

C'era una volta.



C'era una volta. Iniziano sempre così le favole per bambini. Oggi però voglio raccontarvi una storia contemporanea, anzi più che una storia una realtà, un modello di vita che si vive nelle campagne calabresi e non solo calabresi.

Insomma uno spaccato di vita che la sorte regala ancora a pochi fortunati e sono altrettanto poche le persone che l'apprezzano per quel ch'è: una fortuna! Specialmente nell'era del virus che costringe in casa gli abitanti delle città e dei paesi.

Lontano dalle ansie e dall'inquinamento cittadino. Tra il silenzio interrotto dai cinguettii e dal vento che trasporta odori della natura. Il gorgoglio dell'acqua cristallina è una nenia che muta quando incontra e accarezza gli ostacoli. L'alveo del fiume in questo periodo è quasi asciutto. Ma, nonostante l'acqua bassa a ogni passo gli zoccoli dell'asino s'inabissano. L'uomo che cammina al suo fianco ha stivali alti fino al ginocchio e non alza completamente i piedi. Il suo passo è lento, forse accarezza il fondale con le grosse suole per evitare rovinosi inciampi.

E, in una delle ceste legate sui fianchi del somaro, un bimbo, o forse una bimba?, non so, dal bel visino sfoggia un sorriso da fare invidia. Lunghi riccioli biondi incorniciano il viso. E anche se cadono davanti agli occhi non molla la presa. È eccitato, visibilmente felice per quella passeggiata; altro che giro alle giostre. Le sue manine serrano il bordo della cesta che si muove al ritmo del ciuco.

E mentre noi siamo costretti, diseducati, prigionieri delle comodità, o attratti dalla moda del momento dal suv per viaggiare in città e, mai per esplorare la natura il suo fuoristrada ha un cuore che batte al ritmo della vita e lo trasporta nel tour più accattivante: da casa ai campi e viceversa finché il sole splende.

venerdì 26 marzo 2021

Le tempeste si superano insieme

Il brusio iniziale è diventato rumore assordante. La deflagrazione è un fenomeno costante che si ripete ogni attimo. I giornalisti martellano incessantemente noi malcapitati che sediamo difronte a uno schermo qualsiasi. Le notizie, che rasentano la disinformazione di massa, colpiscono e minano dalle fondamenta l'equilibrio mentale dei più esposti e propensi a credere a quanto è vomitato nelle pubbliche piazze.

Numeri di contagiati, morti, discutibili quantità di vaccini gettati sul mercato sanitario in fretta e false notizie di contagiati da personale sanitario no vax. Sarà tutto vero o è un sogno dal quale non ci sveglieremo?

Sembra impossibile eppure è trascorso un anno dalla scoperta del virus. E nel balletto della politica sbandierato dalla notizia che conta si cantano le lodi delle imprese spocchiose di chi alza sempre la posta pur di remare contro per guadagnarsi il primo posto sotto l'occhio di bue dei talk show.

Sembra di assistere ad una gara di tango appassionato tra personaggi sfuocati a braccetto con affari multinazionali, imprenditori, predatori senza scrupoli e lobby che hanno trasformato la Salute Pubblica in un enorme incommensurabile affare.

Le ASP sono aziende di diritto pubblico e dovrebbero garantire l'erogazione dei servizi sanitari ai cittadini. Ma chiunque abbia avuto necessità del servizio pubblico sanitario capisce bene di cosa parliamo. Inutile sparare sulla croce rossa!

Inutile elencare le difficoltà degli ammalati spesso dovuti a burocrazie cangianti e all'assenza di dialogo tra gli uffici e enti. Pare che l'anagrafe intelligente strutturata dai codici che schedano i cittadini fin dalla nascita abbia delle falle e se a queste sommiamo l'indolenza di certi burocrati, la furbizia che aguzza l'ingegno di un certo strato sociale messo alla fame per rimanere nello stato di necessità perenne, allora diventa comprensibile il modello di vita a cui siamo costretti.

Dalle catastrofi ambientali, tra terremoti e tsunami, siccità, malattie e ricerca, la storia si ripete e si fa più cruenta di volta in volta. I dirigenti messi a governare gli eventi, forgiati dalle esperienze regresse, indossano maschere di circostanza e dopo il primo accorato dolore tornano ad accontentare le cordate che li ha messi lì.

il caos in cui regnano malaffare e necessità indotte continua a riformulare nuove dipendenze. Sono poche le persone buone che svolgono il dovere come una missione e servono con decisa devozione la società. Son quelli che sanno chiedere scusa per gli errori commessi o indotti e chiedono scusa anche per i collaboratori che non hanno saputo rimediare ai bisogni comunitari.

Le tempeste si superano insieme! Possibilmente lavorando in silenzio. Seriamente!

giovedì 25 marzo 2021

Ritratti, artigianalità creativa e pittura

La prima cosa che si chiede ad un pittore è: “mi fai un ritratto? Oppure: sarei felice se facessi un ritratto a mia madre... mia moglie, figlio o figlia, marito e persino amanti”.

Spesso si fraintende la funzione del pittore che, a differenza del fotografo, prima di mettersi a fare un “”ritratto” deve conoscere nell'intimo il soggetto da raffigurare- che il più delle volte lascia delusi quanti pensano ad una riproduzione “iperrealista”. Ovvero una copia sublimata del soggetto dalla maestria del pennello e del colore del pittore.








Fare il pittore è sì conoscenza delle tecniche!, che sono strumenti del mestiere al pari dei pennelli delle spatole dei colori e di tutta una serie di aggeggi auto-prodotti. Essere creativi significa pesare e pensare ciò che si intende proporre, possibilmente con piglio e carattere unico, con personalità!

Lo ripeto da sempre! Ma ogni volta che incontro qualcuno e mi fa la solita richiesta del “ritratto” mi tocca ripetere la tiritera. A prescindere dal fatto che non sono un ritrattista e non amo cimentarmi con la figurazione se non per mero passatempo che diventa esercizio per opportune citazioni allorché sono impossibilitato a eseguire lavori più consoni alla mia propensione creativa.

Fare un ritratto significa scavare nel profondo; cogliere la personalità; scoprire e mettere a nudo l'anima. Insomma prima di pensare alla superficie, l'artista, deve conoscere il soggetto, captarne sensazioni e umori.







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