lunedì 12 ottobre 2020

A proposito dell'obbligo di indossare la mascherina

La scimmia mascherata.


 

È un nuovo essere che si aggira da qualche mese per le strade. Da nord a sud, est e ovest questo strano ma simpatico animale sembra abbia attratto gli interessi del mondo scientifico e politico di ogni paese.

Somiglia vagamente all'homo erectus ma non sapiens un beneamato caxxo e si affida ai sapienti. A tutti quei sapientoni che gli impongono di scagliarsi contro chi non accetta per motivi intrinseci di indossare la mascherina. Alcuni non la possono indossare per lunghi periodi per motivi di salute e ora, dopo la corsa in spiaggia dell'unico essere vivente che stava lì a fare il pieno di iodio, sole e mare, tutti elementi indicati e suggeriti fortemente dai salutisti, ecco l'ultima imposizione; mascherina anche a casa!


Ridicolo!

Non si sta indicando un percorso serio e accettabile scientificamente dalle scimmie sapiens, che anche se primati un minimo di pensiero logico lo macinano, ma si spara a caso a chi terrorizza di più e meglio giovani e vecchi rincitrulliti che sentono il dovere di rimproverare i malcapitati che incontrano.


E che dire poi delle multe salate? I trasgressori saranno multati da 400 a 1000€ e poco interessa alle forze dell'ordine se sono sprovvisti perché lo stato di salute precario non consente l'uso della mascherina mentre passeggiano in luoghi semideserti.

La legge non ammette ignoranza! O porti appresso un certificato medico che giustifichi l'esonero ad indossare la mascherina oppure inizi una fase coercitiva alla libertà.


No! decisamente non è ammissibile! In uno Stato di diritto e dopo decenni di crescita sociale non si può imporre l'uso di uno strumento che chiamarlo placebo è riduttivo.


Mascherine di ogni forgia e fattura decorati coi simboli nazionali e o appartenenze sportive, personalizzate con nomi e disegni sono diventati di fatto un enorme business privo di ogni minimo riscontro scientifico serio.

Mascherine prive di filtri che lascino espellere l'anidride carbonica prodotta dal nostro organismo e che ossigenano i polmoni in modi approrpiati.

sabato 26 settembre 2020

Tra Spoon River e Tirripitirri

 Affinità

Cosa c'è in comune tra due personaggi nati, uno in America e l'altro in Italia, nel 1860 anno più anno meno?

 



Nella seconda metà dell'ottocento accaddero avvenimenti che segnarono e modificarono i destini del mondo. Tra guerre devastanti e guerre silenti nascevano grandi talenti che hanno reso catartica l'azione violenta dell'uomo.


In Europa il fermento creativo rivoluzionò i modelli creativi accademici ossequiosi col potere costituito e autoreferenziali fortificati delle categorie d'appartenenza. Molti artisti furono costretti a fuggire perché perseguitati dai sistemi totalitari ancorati alle dottrine ideologiche che non lasciavano spazi alle forme del libero pensiero espresso in pittura, musica e teatro.


Il sogno americano divenne realtà. E molti trovarono accoglienza. Altri, nativi d'America, furono messi al bando dai concittadini per avere osato descriverne le debolezze se pur in chiave poetica.

Edgar Lee Masters è uno degli esuli in patria, auto-condannatosi per avere scritto degli epitaffi sui concittadini rompendo quella cortina di perbenismo imposta per l'ultima dimora.


Masters, avvocato e poeta, (1869-1948), condannato dalla società per avere osato denunciare le incongruenze dei defunti nel suo Spoon River tradotto da Fernanda Pivano, musicato da Ermanno Olmi, cantato da De Andrè e apprezzato dai lettori di mezzo mondo si riscatta nel nuovo secolo con l'edizione originale del 1915 e si fortifica tra i lettori italiani nel 1943. così molti apprendono del microcosmo di Lewistown e Pittsburg nell'Illinois.


In Italia, nel sud d'Italia, precisamente in Catanzaro, guerre intestine a parte, un giovane, G. Patari (1866-1948), scriveva in vernacolo catanzarese e descriveva poeticamente i vizi e le virtù del microcosmo racchiuso sui tre colli protetto dalle mura di Carlo V che si estendevano dal castello omonimo fino a bellavista fuori le porta (fhora e porthu).


Non c'è stato l'incontro con poeti maledetti e o cantautori dotati di sensibilità estreme ma fu apprezzato dai contemporanei che lo proposero come insegnante nel locale liceo Galluppi. Questo percorso lo tenne fuori dall'attività forense (anche lui come Masters era avvocato) e gli diede l'opportunità di esprimere versi a volte caustici, satirici, impietosi nei confronti di una società appariscente e voltafaccia. Giornalista satirico seppe osservare ben i costumi e trascriverli senza farsi nemici come si evince ne: “I trafacceri” (i voltafaccia):


I (davanti)


Ca comu hjiu ppe ma veniti a st'ura?...

Mamma, cchi onori, prestu, favuriti...

permettiti ma furnu sta custura...

E a gnura Grazza comu sta? Diciti...

(…)


Gesù, v'azati? E chi fu, ndo Mbicè?

Assettativi... (Ro' porta 'na tazza),

ma vi pigghjati nu pocu e cafè...

(…)


II (darretu)


Duv'esta cchi bottija menzijornu... E fannu a st'ura visit a li genti... Certi persuni, Rò, perdiru u scornu... tantu da fama mi sbattunu i denti... Guarda tu, nci volia s'atru talornu...(...) mi dissa ca a mugghiera esta malata ccha chi nci manca a chiddha sgaddoffata? (…)


Atteggiamenti e costumi in cui ci ritroviamo tutti, chi più chi meno, ma imputiamo sempre agli altri. Forse per questo motivo ridiamo... o forse no?


lunedì 21 settembre 2020

Catanzaro, pensieri vaganti

Vorrei, lo vorrei davvero con tutto me stesso. Vorrei essere convinto di trovarmi difronte a un'operazione culturale degna di nota. Pienamente convinto di osservare installazioni propositive ma rimane qualche dubbio nonostante l'impatto emotivo che alcuni pupazzi di plastica disseminati per la città di Catanzaro possano essere considerati elementi principali e indispensabili dell'arte contemporanea.


La cronaca della storia dell'arte ci ha insegnato a guardare ogni forma espressiva scaturita dal fare umano con estrema sensibilità e approcciare probabili risvolti intellettuali contestualizzando il tutto con le problematiche contingenti.


Ci hanno detto e insegnato che il territorio della cultura è situato in luoghi sublimi dell'intelletto e che la fantasia sovverte il potere precostituito, annulla il peso della materia, la dipendenza dalla quotidianità, in sintesi squinterna il lessico logico conosciuto, l'ovvio, come dice il saggio, per aprire a nuove visioni temporali, ampliare lo scibile, spingere la mente oltre gli schemi tecnicisti. Essere, insomma, in perenne ricerca non dei mercanti ma di anime mai sazie di conoscenza. Non affinità elettive perché sarebbe semplice infondere amore per l'arte nei terreni fertili ma andare alla ricerca di quella enorme moltitudine imprigionata nel quotidiano alle prese coi problemi spiccioli. Gente senza lavoro. Genitori alle prese coi problemi della scuola o del nido. Braccianti sfruttati. Studenti e laureati stretti nella morsa delle nuove forme di lavoro che devono accontentarsi del precariato sfruttato.


Gente in ansia che ha dimenticato il piacere dell'attimo fuggente racchiuso in un sorriso, in un abbraccio, non dico cosmico che sarebbe eccessivo, normale come tra amici donato senza secondi fini.


Eppure, a proposito di amicizia, in Catanzaro e nella Calabria di artisti e creativi in generale ce ne sono in abbondanza. Perché ricorrere sempre ai cliché costruiti fuori regione?

Abbiamo terreni fertili! In tutti i campi. Basta cercare con onestà intellettuale e purezza d'intenti.


Personalmente opero e quindi conosco molti creativi, grafici, pittori, scultori, scrittori, curatori e critici. Intellettuali seri. Persone che non chiedono vetrine o luci sfavillanti. Creativi che lavorano convintamente per proporre ricerche e offrire nuovi mondi anche a chi è ai margini culturali imposti dal sistema commerciale e o museale che a volte scade in perniciose retoriche di maniera o segue le mode del momento.



venerdì 18 settembre 2020

Giocattoli di plastica, arte o bluff?

È una craccata pazzesca! Direbbe un vecchio amico amante dell'Arte, quella seria che fa riflettere!



Invece sembra essere difronte ad una misera operazione di marketing ammantata da buoni propositi edulcorati coi temi cari agli ambientalisti. Gli animali rigorosamente riprodotti in materiale plastico sono la brutta copia degli splendidi esemplari che popolano ambiente e natura.


Ambiente e natura messi a dura prova dall'ingordigia umana, mai sazia.

Animali a cui noi diamo meriti e demeriti. Animali, esseri viventi che si accontentano di poco. Prede e predatori a seconda dei casi per vivere o sopravvivere senza conti in banca.


Poi è facile condire con metafore e retoriche l'origine e la fine cui siamo costretti a subire perché schiavi della monetizzazione imperante. Eppure sidicono lontani dal sistema economico del mercato dell'arte questi giovani manipolatori e scissionisti della materia prima dei loro prodotti: l'oro nero!


Il petrolio.

Cracking deriva dall'inglese e sta a significare la scissione, ovvero il procedimento con cui si ricava la plastica che diviene materia prima degli stampi.


Qualcuno azzarda e accosta il movimento a correnti artistiche come “dada” e “pop art” per la esteriorità dissacrante delle installazioni disseminate in città.

Ma non è così.


È un gioco. Un gioco che costa caro. Non so ancora a chi. Ma qualcuno, stando ai prezzi su ebay, deve pur pagare, salvo che non abbia ottenuto un comodato d'uso da ricambiare sempre nei canali giusti.

venerdì 11 settembre 2020

Anziani analfabeti digitali alle prese con lo spid

E poi 'nci vò u spid! Ormai simu tutti dicitali. Puru ppe' l'inps nci vò u spid.


Chi cazzu è su spid?


U spid è na chiava chi ti fa trasiri dintra u situ de l'inps e si non hai chissu 'on poi vidira nenta!


È difficile essere vecchi se non sei al passo coi tempi. Nell'era del digitale siamo una password, un pin e adesso una identità digitale. E 'ste cose costano!


Per un pensionato che deve fare i conti coi centesimi anche rinnovare la carta d'identità è un costo. Una spesa superflua che rimandi di mese in mese. Ma l'identità digitale, quella, non la puoi rinviare all'infinito. Dal primo di ottobre per potere accedere al sito dell'inps serve essere schedati digitalmente in una banca dati che rilascia il fatidico SPID, il Sistema Pubblico di Identità Digitale, è la soluzione che ti permette di accedere ai servizi online della Pubblica Amministrazione e dei soggetti privati aderenti con un'unica Identità Digitale (username e password) utilizzabile da computer, tablet e smartphone.


Gli Identity Provider (come dicono i più colti) forniscono diverse modalità di registrazione gratuitamente o a pagamento e i rispettivi SPID hanno diversi livelli di sicurezza. Ovviamente i più sofisticati non sono gratuiti.


L'App PosteID con CIE e Passaporto è gratuita. Dicono. Però la modalità di richiesta on line è talmente complicata che, superati tutti i passaggi, non accetta la carta d'identità digitale appena rinnovata al costo di quasi 15€ e quindi passa automaticamente a pagamento.


Insomma essere anziani nel tempo della banda larga che non tutti si possono permettere e neanche possedere internet e diavolerie varie per accedervi è inibente.

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