venerdì 13 ottobre 2017

Riace oggi da un'idea di Mimmo Lucano

Si fa presto a cadere.


Prima, portato agli onori dai mass-media, inserito tra i 50 uomini più potenti del mondo, Mimmo Lucano, sindaco di Riace, noto per avere ideato un modo semplice d'integrazione per i profughi, ispiratore di scritti a volte romanzati e analisi sociologiche, quindi, della fiction prodotta dalla Rai con Beppe Fiorello che gli fa da controfigura è indagato di truffa, concussione e abuso d'ufficio.

Non lo conosco di persona Mimmo Lucano. Conosco però il suo impegno e quanto ha fatto per i primi profughi curdi che si sono avvicinati alla costa jonica e al paese di Riace.

Riace, il paese dove sono stati trovati i bronzi, sotto la spinta di Mimmo, l'allora sindaco, ha accolto e dato un riparo a gente che veniva d'oltre mare. E questi, donne e uomini, si sono integrati. Hanno ripopolato il paese. Hanno creato famiglie e allevato bambini.
In pochi anni l'idea del neo sindaco di Riace è diventata una promessa d'integrazione europea.

"viaggio in calabria" courtesy m. iannino

Contrariamente a quanto sosteneva un certo governo e i relativi ministri fautori dei respingimenti in mare sulle coste calabresi avveniva il contrario. Non chiusura ma accoglienza!
Che fece dire al regista Wim Wenderse: “La vera utopia non e’ la caduta del muro, ma quello che è stato realizzato in alcun paesi della Calabria, Riace in testa’.
Wim Wenders parla davanti ai Nobel per la Pace a Berlino e il presidente della Regione Agazio Loiero, si emoziona: ‘Sentire Wenders, le sue parole sulla Calabria e sui paesi dell’accoglienza, Riace, Caulonia, Stignano e Badolato, e’ stata la cosa emotivamente piu’ bella che mi sia capitata da quando sono presidente’.

Nel caso di Riace e quindi di Domenico Lucano, l'Accoglienza non fu solo un dare ma anche un avere perché diede nuova vita ad un paesino destinato allo spopolamento.
Riace ritornò a vivere. Gli antichi mestieri ritornarono ad essere praticati.

Lucano è al suo terzo mandato di sindaco e non può essere rieletto. A votarlo sono stati i suoi compaesani non i migranti che hanno trovato casa lì, loro, non possono votare.

Ed ora il triste epilogo.

Stando alle notizie di dominio pubblico, questo sognatore dallo sguardo buono e dal sorriso mite, è circondato dalla stima e dall'affetto di quanti lo conoscono.
Nelle strade del paese gli si stringono attorno. Lo proteggono dalla cattiveria dei detrattori e lo supportano, elevandolo oltre la materiale ossessione dei fondi e dei progetti scritti dai e per i burocrati, dagli ipotetici o probabili errori.

Ha fatto e presentato progetti e attinto ai fondi comunitari europei per sostenere un idea d'integrazione razziale priva di fronzoli ideologici. Un'idea, credo, dettata dall'amore e fratellanza verso i deboli forse perché ancora vivida nei ricordi che ancora bruciano sulla pelle dei calabresi. Una storia che accomuna, analoga a quella dei migranti, fatta di fame. Fame e miseria che spingono a partire verso terre meno ostili. Rischiare. Affrontare il mare. L'ignoto e le sevizie dei mercanti di anime per tenere in vita e soddisfare un'esigenza inderogabile ché conservazione.
In una parola:
la sopravvivenza, in maniera estremamente cruda, condita quotidianamente dalla fame e dalle angherie dei despoti oltre che dalle avversità climatiche e territoriali, è peggio di una pandemia che spinge a sfidare il mondo intero pur di trovare un porto sicuro dove crescere i propri figli e invecchiare serenamente.


mercoledì 11 ottobre 2017

Diffidenza

Incomprensioni.

Da oltre dieci minuti a cadenza regolare un miagolio inconsueto mi spinge ad aprire la porta d'ingresso.

Un gatto, appollaiato in equilibrio precario sulla finestra delle scale, guarda giù. Quattro piani lo separano dal terreno e pochi passi da me. Potrebbe saltare verso l'interno, fare le scale e tornarsene in giardino ma non lo fa. È spaesato. Sembra che abbia perso l'orientamento.

Non si fa avvicinare.
Guarda me e il vuoto che sta dalla parte opposta e sembra preferirlo. È visibilmente nel panico.

Tento di tranquillizzarlo. Con voce calma, mentre tendo la mano come a porgergli un bocconcino, gli sussurro “Tieni muzt muzt”. Ma lui si agita. È troppo impaurito per fidarsi. Continua a miagolare terrorizzato.
Ogni mio tentativo risulta vano.
Muovo qualche passo.
Mi avvicino ancora. Lui si agita. Si gira verso l'esterno e vola giù dal quarto piano.
Nooo. Grido. Un brivido mi scorre lungo la schiena. Già me lo immagino fracassato sui gradini del portone.
Mi affaccio e, miracolo!, allora è vero che i gatti hanno nove vite, penso tra me, mentre lo vedo correre tra i cespugli dell'aiuola.
Gliene rimangono otto.

lunedì 9 ottobre 2017

Natuzza i carismi e l'aldilà

Natuzza, secondo me, è stata un gran mistero per quanti non credono nel sovrumano.
Nel trascendente!
Le persone razionali preferiscono avere a che fare con episodi tangibili e fatti concreti riscontrabili realmente e motivati scientificamente.
Ma i poteri della mente non sembrano essere appannaggio totale della scienza.
La creatività, ad esempio, si manifesta allorché la parte destra del cervello è libera; affrancata dalla logica e dal potere raziocinante, che risiede nella parte sinistra del cervello, trova soluzioni inaspettati a problemi difficili da districare seguendo filologie e teoremi scientifici.

La scienza stessa afferma che le potenzialità della mente umana non è completamente sfruttata e che le arti, la creatività, sfugge ai canoni comuni.

Si deve possedere una visione incontaminata, ingenua e pronta all'entusiasmo, essere aperti all'imprevisto e accettarlo per potere viaggiare nelle correnti mistiche che scorrono dentro e fuori di noi.
Natuzza questo lo sapeva! Li esercitava. E sorrideva. Lasciava che il tempo facesse il suo corso.
Probabilmente, nonostante dicesse sempre che il futuro è nelle mani del Signore, lei, era a conoscenza di moltissime cose a noi ignote. Aveva previsto la lite attuale? È irrilevante, lo so.
Ma
La natura umana è paradossalmente incongrua. E davanti ad avvenimenti destabilizzanti che riguardano la comunità in questione, indiscutibilmente dai nobili fini ma che ne minano i concetti prestabiliti dallo statuto, diventa legittima qualche riflessione. Quantomeno per capire se qualcuno ha abusato della buonafede dei devoti, se è uscito dal solco scavato dalle intenzioni cristiane che hanno edificato il tutto. È lecito conoscere la verità.

Non è, quindi, pura curiosità terrena e neanche un'effimera dannosa intromissione voyeuristica ma un'intima esigenza di chiarezza indagare quanto accaduto per comprendere e eventualmente tutelare in futuro da eventuali pecche la fondazione “Cuore Immacolato di Maria rifugio delle anime”.
Comprendere, anche, perché quello che stava bene prima (mi riferisco alla fondazione, alla stipula che ne regolamenta i fini associativi dell'enorme missione d'amore e alla firma apposta in segno d'approvazione dal vescovo di allora mons. Cortese) non va bene oggi.

Prendo atto delle esigenze della curia e della nota diramata dal rappresentante della fondazione. Saggio smussare gli angoli e dialogare per trovare un'intesa ma così facendo si pone qualche dubbio sulla lungimiranza mistica di Natuzza che, guidata dalla Madre Celeste, benedisse il tutto. Statuto compreso.

Mamma Natuzza, secondo me

Tra non molto si celebrerà la ricorrenza della morte di Natuzza Evolo di Paravati.

La signora Fortunata, conosciuta come Natuzza che è il diminutivo nell'idioma locale, era una donna dalle umili origini. Non andò a scuola e non sapeva leggere e scrivere. La madre la mandò a servizio nella casa dei Colloca fin dalla giovane età. Era lei che si prendeva cura dei fratelli e quando mendicava il pane faceva finta di mangiarlo ma in verità lo portava intero a casa per dividerlo coi fratellini. Fin da piccola ebbe gli angeli dei defunti affianco. Parlava con loro come se fossero persone in carne e ossa. Per questa sua stramberia fu attenzionata dai medici e fu persino internata in manicomio.
In seguito formò famiglia con un giovane del luogo. Ebbe figli e nipoti ma fu mamma per una folla oceanica.
Non fu lei a cercare la notorietà. Furono le parole dettate dalle entità, invisibili a noi comuni mortali, a portare al suo cospetto la fiumana inarrestabile che ancora oggi si reca a Paravati per pregare.
La fondazione voluta dalla Madonna, di cui Natuzza è stata il mezzo, è simile ad un faro per i cuori in tempesta che giungono da tutto il mondo e i cenacoli di preghiera sono positività che ne alimentano la fiamma.

Una storia di amore e dedizione verso il prossimo e a chi soffre, questa è, tutto sommato, la vita di Mamma Natuzza.

Certo quanto sta accadendo non ha niente di mistico e di sicuro non rientra nei programmi e nella volontà altruista dell'ispiratrice.
Fa male dentro l'anima!, la cronaca di questi giorni.

A me piace ricordare il suo sorriso sul volto sofferente degli ultimi giorni terreni. La fatica che faceva nel parlare e le scuse che biascicava a fatica congedandosi per dovere assumere l'ossigeno.
Umilmente stoica, mamma Natuzza.
non può, il suo essere, la sua vita che è stata d'esempio, essere ridotta ad una questione legale, o, peggio, sfociare in lite. La sua memoria appartiene a tutti e l'amore che ha sprigionato prescinde dalle regole terrene.

Lei veglia su di noi e sul mondo. Prega affinché i cuori e le teste divergenti diventino campi di gioco d'accoglienza, si liberino del male che giunge dall'ego, dalla presunzione d'onnipotenza e dal potere economico e politico fuorvianti.
Noi che siamo ancora qui a lottare, intenzionati a fare emergere dalla materia lo spirito e volare sulle ali del bene assoluto, assistiamo sbigottiti quanto inermi alla disputa.

venerdì 6 ottobre 2017

Catalogna, Inghilterra e Usa, che hanno in comune?

Nazionalismi.


La ricca Catalogna vuole il divorzio dalla madre Spagna ma vuole rimanere in Europa.
La potente Inghilterra, uscendo dall'EU, ha tentato di mantenere i benefici offerti dall'essere membro dell'Europa Unita ma pare che ci siano molti punti oscuri da rivedere.

L'America di Trump, guidata da teorie nazionaliste, vuole rivedere unilateralmente l'adesione all'ONU e i rapporti con i paesi che non consumano americano mentre all'interno del territorio a stelle e strisce vigono varie forme di pensieri “razziali” che determinano le teorie e le aspettative di vita.

In Italia forse siamo al fotofinish della tormentata storia politica dello jus soli. Anche da noi l'economia nazionale influisce sul welfare.

In sintesi, nessuno tocchi la mia proprietà. Il mio essere. La mia bandiera rivisitata e corretta dagli egoismi dettati dalla materia.

Dopo anni di crescita economica e culturale, sottacendo per il momento le ingiustizie pepretrate sui popoli deboli, l'attuale crisi economica scoperchia il vaso di Pandora e lascia liberi le contraddizioni tenute sotto pressione.

Non guardiamo ai grandi e non prendiamo esempio da loro. In questi ultimi tempi va di moda l'autodeterminazione e difendere anche ciò che si ritiene essere la ricchezza prodotta entro i limiti territoriali.
La storia serve a ben poco! D'altronde è scritta sempre dai vincitori. Perciò, abbattiamo le ovvietà, lasciamoci guidare dall'intelletto sano e dai pensieri che incitano alla comprensione e alla pace interiore.


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