venerdì 9 settembre 2016

Mors tua vita mea


La tua morte è la mia vita!

Sembra essere il pensiero imperante contemporaneo che domina tutti. Politici. Imprenditori. E gente comune. Il sociale non esiste. E quello che è mio non si tocca!

I confini territoriali sono ritenuti in assoluto off limits. Siano essi geografici o commerciali. Non possono sfuggire al controllo autoctono dei capi branco. Il territorio deve essere protetto da chiunque possa comprometterne la stabilità e la supremazia del capo.

È davvero misero colui o colei che alza scudi, muri fisici e barriere ideologiche all'imprevisto. Al nuovo. Alle nuove esigenze delle singole persone e dei popoli oppressi da fame e miseria.

Ho incontrato uomini e donne di diverse razze. Alcuni di questi, nobili nell'animo, portano con loro la propria cultura con estrema dignità. Propongono mercanzie o servigi accompagnandole col sorriso. E anche davanti ai ripetuti dinieghi continuano a mostrare solarità positiva.

Altri mendicano. Altri ancora infrangono le leggi. E c'è persino chi, i motivi li lasciamo dibattere agli studiosi scientifici che si interessano di comportamento e ai politici che dovrebbero evitarne i fenomeni, dissacra l'altro, violenta le donne e non accetta la cultura occidentale e i relativi progressi fatti nel porre la donna al centro della vita sociale. E festeggiarne opportunamente i ruoli di mamme e di lavoratrici instancabili.

giovedì 8 settembre 2016

Diversamente Uomini

Piove! Ancora la temperatura si mantiene moderatamente nei limiti estivi.
Mentre passo in macchina, direzione Marina di Catanzaro, vedo sul pavimento della pensilina tre persone stese a terra chiusi nei sacchi nonostante siano le 10 del mattino, mentre un'altra conserva il materasso incastrandolo tra le assi del tetto. Qualcun altro raccoglie le sue povere cose e li stiva nello zaino.
Sono tutti di colore!

E mentre cammino lentamente penso alla Gran Bretagna che dopo l'uscita dall'Unione Europea decide di gettare un casino di sterline per impedire ai profughi di entrare nel suo territorio frapponendo tra sé e loro un muro alto 4metri e lungo quel tanto che basta affinché nessuno entri senza permesso.

martedì 6 settembre 2016

Le Zagare: cortesia e professionalità

Lungo la vecchia strada per Squillace, a qualche centinaio di metri dal bivio degli svincoli aperti recentemente dall'anas che, finalmente, bypassano cruciali nodi di frenetica viabilità interna, superata qualche curva, sul lato sinistro della strada appare l'insegna del ristorante/pizzeria le Zagare.

Nella vallata che tende verso il mare scorre il torrente Alessi e sul declivio, tra qualche frammento dell'antico agrumeto, il ristorante Le Zagare.

Da tempo immemore noi calabresi siamo coscienti che la raccomandazione migliore quella che fa più effetto di ogni altra e che sta sopra le parti deriva dalla qualità del lavoro svolto.  Ed è su queste basi che nasce la volontà di scrivere della professionalità riscontrata nel ristorante Le Zagare.

I piatti tradizionali mantengono alta la definizione lessicale del termine. E la pizzeria, che prediligo, è da me sempre apprezzata.
Se dovessi consigliarne qualcuna?

La pizza bardascina, dalla sottile sfoglia ben dorata, con su mozzarella, pomodoro, formaggi e coperta da squisite fette sottili di capicollo locale.

Intelligenza artificiale nemicamica

LA DITTATURA DELL'INTELLIGENZA ARTIFICIALE FARA' SOCCOMBERE L'UOMO COMUNE E le sue abitudini, l'organizzazione sociale del lavoro e la relativa gratificazione che ne deriva?




Non resta che tornare alla coltivazione della terra se vogliamo sopravvivere e arginare l'avanzata irresistibile delle nuove tecnologie applicate al mondo del lavoro.
Questa sembra essere la soluzione al futuro per le nuove generazioni.
Secondo alcuni ricercatori scientifici in un futuro prossimo l'intelligenza artificiale ruberà moltissimi lavori all'uomo.

lunedì 5 settembre 2016

I senzatetto a Catanzaro Lido

DALL'AFRICA COME LE RONDINI


Nelle ore di punta entrare in Marina con la macchina significa affrontare stress inutili. 
E chi può farlo, Per evitare di mettere a dura prova il sistema nervoso e risparmiare anche l'automobile, quindi motore meccanica e carburante, lascia la macchina nei pressi della stazione e arriva in piazza a piedi.
Lo faccio anch'io.
Mentre costeggio la pensilina in legno adiacente l'aria del polifunzionale noto una cumulo di escrementi. Alzo lo sguardo e vedo il nido delle rondini incastonato tra una trave e le tavole del tetto.
E fin qui nulla di strano.

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