martedì 10 dicembre 2013

Marpioni in rete

Più che saggezza, 

Presunzione e arroganza navigano nel web.

Internet ha insegnato ad essere diretti. Bandire le parole e i concetti elaborati nei post. Essere chiari e elementari; velocissimi!, anche a scapito delle regole grammaticali imparate a scuola.

Ci tento! Ed espongo qualche considerazione che per alcuni avrà l'effetto di un pugno nello stomaco (sempre ché si riconoscano) ma per questo ci vuole un minimo di modestia e acume, “saper leggere tra le “rughe” dei pensieri esposti, spogliarsi delle convinzioni che hanno fortificato l'ego e aprire alle possibilità del non detto. E per altri la possibilità di tacciare me di presunzione.

La supponenza è spesso la dimostrazione esatta, piuttosto che la fotografia sociale, della dose di ignoranza che s'impasta con rabbia e si spamma in rete. (che domina tutti e trova il suo momento di massimo splendore nei social network).

Per piacere agli altri ed essere subissati di “like” si cavalca l'emotività. Si schiacciano bottoni di contatti che potrebbero e si spera essere favorevoli alle nostre aspettative. Magari si scrive un bel AHAHAHAH seguito dalla faccina ammiccante anche quando non c'è niente di simpatico.

Questo ha fatto scappare chi potrebbe dire cose interessanti.
Così facendo, i social network, sono diventati terra di conquista di mediocri fake, che pur esibendo la vera identità, adoperano le opportune strategie dei subdoli marpioni paraculo.

lunedì 9 dicembre 2013

l'incognita Renzi

Su quasi tre milioni di elettori alle primarie del pd Renzi ha ottenuto il 68%; Cuperlo 18%; Civati 14%.


Appunto, suffragi per designare il segretario nazionale del Partito Democratico.

È logico chiedersi cosa c'entravano i non iscritti in questa selezione elettorale?
Tra l'altro, quando mai si è visto che per esprimere un parere è necessario pagare?
Sono stati loro a bombardarci, a rompere e insistere con la necessità della partecipazione democratica!

Altra cosa sarebbe stata se la cittadinanza tutta avrebbe dovuto esprimere una preferenza per il Presidente del Consiglio.

Di sicuro Renzi Civati e Cuperlo hanno rimpinguato le casse del partito democratico: tutti e tre valgono all'incirca, euro in più euro in meno, 6,7milioni; che entrano nelle casse del PD.

Polemica a parte, prendiamo per buono l'evento.
Renzi, inutile negarlo, buca lo schermo. È un ottimo comunicatore. Adesso, vediamo cosa e quante delle promesse fatte riuscirà a concretizzare.
Sempre Renzi afferma “basta con le correnti, i privilegi e le carriere politiche e sindacali! La prima corrente a non esistere più da questo momento è la renziana.”. mah! 

... e col governo, come la metti?

Buon lavoro Matteo!

domenica 8 dicembre 2013

Il cemento della 'ndrangheta

UN GIORNO MI FARAI UNA GRANDE CHIESA 

Così disse la Madonna, durante una visione, a mamma Natuzza.



Costruire una chiesa o una casa religiosa, una visione di Natuzza Evolo suggeritale dalla Madonna e impiegare persone del luogo che secondo alcune indiscrezioni sono stati indicati da qualcuno in odore di 'ndrangheta è una cosa brutta? È peccato?
Oppure è una semplice notizia giornalistica da prendere così, senza tante preoccupazioni e lasciare che la costruzione dell'opera faccia il suo corso?

La notizia ha fatto clamore. Ha avuto il suo bell'effetto. Ma se si valuta benevolmente nel suo insieme si arriva a concludere che non c'è lo zampino del diavolo.

La sintesi dei fatti, (a disposizione in ogni momento nel web, sugli organi di stampa e altre fonti istituzionali giacché l'indagine non ha più i vincoli della segretezza) è questa:

Dopo che la Regione Calabria diede il via libera ai cantieri di ampliamento della struttura e assicurando un finanziamento erogato in base al progressivo avanzamento dei lavori ci fu una regolare gara d’appalto a cui parteciparono cinque imprese. Si aggiudicò l’appalto, per un importo di 780mila euro, l’impresa Mirarchi Antonio e fratelli di Davoli, un paese nella provincia di Catanzaro.
I lavori iniziarono in agosto e nel mese di giugno il direttore della “fondazione cuore immacolato di maria rifugio delle anime”, sacerdote Michele Cordiano, ebbe la visita di un signore che gli suggerì di concedere un appalto, qualora ci fosse stata necessità di calcestruzzo, ad una ditta di Limbadi.

“Effettivamente la ditta Mirarchi Antonio e fratelli una volta vinto l’appalto, su mia indicazione – affermò il sacerdote – si è rivolta alla ditta indicata da Pantaleone Mancuso la quale ha fornito tutto il calcestruzzo impiegato nella costruzione dell’opera. Dopo il primo incontro con Mancuso non ho ricevuto più sue visite. Nella scelta di assecondare il suggerimento di Pantaleone Mancuso ho inteso anche garantire quella che io consideravo una ‘tutela ambientale’ al fine del raggiungimento dello scopo finale nella realizzazione dell’opera. Pertanto appariva superfluo un confronto con altre proposte di fornitura di calcestruzzo”.

E qui casca l'asino, caro don Michele!

Quando i mass media parlano di cosche mafiose, di malaffare, di 'ndrangheta, nella mente s'innesca automaticamente il dualismo tra cos'è bene e cos'è male.

Certo, se ci fosse stato un riscontro con altri fornitori ed eventualmente giustificare con preventivi alla mano che la ditta di Limbadi ha fatto l'offerta migliore i fedeli che inviano le offerte per realizzare il sogno di Mamma Natuzza avrebbero appreso la notizia con un altro stato d'animo.
Magari avrebbero messo tra i “peccati veniali” questa sua decisione, presa,  senz'altro, a fin di bene.

sabato 7 dicembre 2013

Mandela è morto, W Mandela!

Apartheid, contro gli opportunismi 

Come si fa a rimanere indifferenti davanti a una valanga di lacrime?
"Apartheid" gentile concessione M. Iannino


I due mondi, reale e virtuale, fanno a gara a chi esprime meglio concetti strappalacrime.

Nei social network, dolore e rimpianto per la scomparsa di Nelson Mandela hanno sfumature cromatiche che rasentano la poesia; semplici commenti e fine prosa inondano pagine di post nelle forme più disparate.

C'è chi se la prende con la classe politica che non manda nessuno ai funerali dell'avvocato che si scontrò contro il potere economico dei bianchi in sudafrica e per questo assaggiò il carcere ma gli valse anche il nobel.

C'è chi ricorda che le sue gesta hanno ispirato e ispirarono artisti della musica e delle arti visive; registi, cantanti, pittori. Ma anche associazioni e fondazioni.

Inevitabilmente, come accade nelle società retta dal capitalismo, la sua immagine è veicolo per racimolare consensi e, i suoi pensieri, fondi che non guastano mai, anzi aiutano a tenere alta la tensione e la possibilità di fare opere di beneficenza. A proposito dei fondi, secondo quanto pubblicato dai media, pare che siano iniziate le lotte tra gli eredi per chi deve guidare e gestire il ricco patrimoni lasciato dall'eroe dell'apartheid. Non sono mancate le denunce degli eredi ai giornali che hanno pubblicato la notizia.

E domani? Passata la sbornia emotiva quanti docenti che oggi postano commoventi frasi ricorderanno ai loro allievi la figura e il pensiero di Nelson Mandela?

Ricordiamoci che è morto in tarda età e che le sue azioni le sue parole contro la tirannia egoistica dei bianchi, e non solo dei bianchi, sono risuonate anche da noi negli anni settanta e hanno rubato la scena alla politica asservita al malcostume almeno tra i giovani.

In estrema sintesi, il fiume di esternazioni lacrimevoli che ci stanno inondando somigliano alle dichiarazioni d'intenti dei politici che giurano di voler cambiare il mondo e che si mettono in campo non per curare i propri interessi ma per ingaggiare battaglie e guerre contro i cattivi e a favore del popolo.

Purtroppo, la vita continua. E come dice il saggio: un papa muore e un altro arriva. Ma la maggior parte degli uomini sono ben invischiati nella materia e ci sguazzano benissimo...


venerdì 6 dicembre 2013

Mandela, esempio da seguire

R.I.P. Madiba, ora tocca a noi agire sulle idee. 


Il mondo piange Madiba, io no! Io sono grata al mondo per aver donato a noi Nelson Mandela.

Il suo pensiero vive e migliora le menti, nonostante le ingiustizie dei forti sui deboli che continuano a governare la terra.

Mandela, come Gandhi ha tracciato la strada della libertà per i diseredati, gli oppressi, gli ultimi.

Oggi, dopo una lunga agonia, il suo corpo ha cessato di respirare. Si è arreso all'inevitabile. Ma mai si è arreso alla tirannia degli uomini.

A divulgare la sua lotta contro l'apartheid, la sua stoica determinazione, se pur in carcere e farlo conoscere ai giovani, alcune firme del rock che presero parte al “Free Nelson Mandela” e al mitico festival “artist united against apartheid” organizzato da Steve Van Zandt, fido amico del Boss a Sun City nel cuore del potere bianco sudafricano.

Bono. Lou Reed. Springsteen. Bob Dylan. Alcuni dei menestrelli rock che hanno cantato “Mandela” in quanto icona di “fratello e o sorella soggiogati” per la libertà del il pensiero di Mandiba.

Ma, anche una canzone per nulla pensata con le stesse intenzioni, “I Want to Break Free”dei Queen (contestati, perché andarono a suonare in Sudafrica in quegli anni e non con gli stessi intenti di Van Zandt e soci) è stata adottata e divenne l'inno dell'Anc, il partito di Mandela.

Ecco, sì, mi pace pensare che le sue sofferenze siano servite a qualcosa. E che il suo pensiero continui a vivere e che arrivi a governare la terra.

Ciao Madiba. Un bacio.
R.I.P. Nonno Nelson, ORA TOCCA A NOI TENTARE DI CAMBIARE LE MENTI.

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