venerdì 18 novembre 2011

rifiuti: sono di Venezia i vertici dell'azienda inquisita in Calabria

Si dice che gl'imprenditori non investono in Calabria per paura della 'ndrangheta. Si dice anche che i calabresi siano tutti malandrini e qualche noto giovane scrittore rafforza la dose descrivendo cassetti pieni di pistole piuttosto che forchette nell'incipit di un fatto di cronaca accaduto in un paesino dell'entroterra calabrese per futili motivi; gli stessi motivi che armano la mano degli iracondi in ogni angolo del mondo.

Eppure, nonostante la realtà smentiscaquesti luoghi comuni propagandati dai media, nulla cambia nelle mentalità e nelle azioni della classe dirigente locale e nazionale.
Di fatto l'assedio dei luoghi di potere continua ad essere guidato dai soliti faccendieri, in politica, nella cultura e negli affari. Come spiegare altrimenti lo scandalo dei rifiuti che vede indagati e incarcerati i vertici della società che gestiva l'impianto di gestione situato in località Alli? Undici persone coinvolte! Con a capo "il re della mondezza" Stefano Gavioli, amministratore di diverse società che gestiva fino a ieri decine di discariche in tutta la penisola, tra Veneto, Calabria, Sardegna, Campania, Emilia Romagna, Puglia e anche quella dell'Aquila, incassando milioni e milioni di euro senza mai pagare un euro di tasse. Non mancano gli esponenti della politica come l'attuale assessore regionale all'ambiente, già ex sub commissario, Francesco Pugliano e il commissario straordinario per l'emergenza ex generale Melandri per il quale la Procura della Repubblica ha chiesto l'interdizione dalla carica.
Insomma è una cordata di manager che scende dal nord, quello buono che fatica, enfatizzato da Calderoli & C. a fare man bassa delle risorse economiche calabresi senza dare in cambio quanto dovuto in termini di tasse e, peggio, strumenti efficaci per la tutela dell'ambiente e dei cittadini che, per sommo dispiacere del noto giovane scrittore, non hanno i cassetti pieni di pistole al posto delle forchette. 

mercoledì 16 novembre 2011

il bacio dei patriarchi nella campagna benetton

Il bacio dei patriarchi.

Shoccare per vendere! Questo è il filo conduttore della macchina pubblicitaria del terzo millennio. Un filo che apre senza ombra di dubbio visibilità mediatica e attenzioni morbose a qualsiasi prodotto.
Ieri una ragazzina di 24 anni, affermata pornodiva americana, rompe gli indugi, qualora ne avesse avuti, e dopo essere stata protagonista infoiata d'innumerevoli film hard dice di volersi cimentare in tivù con un programma per bambini e raccontare fiabe.

Oggi la Benetton lancia una campagna ambigua, quasi un ossimoro che ha per titolo “contro l'odio”. Fotografie ritoccate impietosamente che oltre a offendere il comune senso del pudore mortificano le intelligenze di tutti e rischiano di scatenare azioni legali da parte degli interessati, inconsapevoli attori di una burla senza tempo, ritratti in pose sconce mentre si baciano in bocca. È chiaramente una provocazione!, ma c'è davvero bisogno di simili provocazioni per attrarre l'attenzione della gente su argomenti così delicati come l'amore universale? Oppure è una misera messinscena per guadagnare soldi dissacrando senza scrupoli religioni attraverso il coinvolgimento delle alte cariche religiose, o la politica e gli statisti?, personalità senz'altro colmi d'amore per l'altro, i diversi, i deboli, che mai si sognerebbero di manifestare con atteggiamenti simili il non-odio perché convinti della vacuità del messaggio! (sarebbe bastato vedere i personaggi tendere le mani, ma probabilmente nessuno si sarebbe interessato al caso, non ci sarebbe stato rumore e la campagna non avrebbe avuto successo.)

lunedì 14 novembre 2011

è tempo di fare silenzio!

Mentre il prof. Mario Monti infittisce gli incontri e pare abbaia allargato anche ai politici la rappresentanza del nuovo governo, i partiti per bocca dei loro massimi esponenti iniziano a giocare impavidamente al politichese. Cicchitto dice la sua versione dei fatti sul nuovo esecutivo e sulle azioni da intraprendere; Bossi riprende a farneticare e riapre al parlamento del nord; lo spread risale e il listino milanese mette a segno un +5%.

Nel caos generato dalla classe politica arraffona e inconcludente, la figura carismatica del Presidente Giorgio Napolitano si leva alta e invita tutti alla coesione per traghettare il Paese fuori dalle sacche di povertà che questa classe dirigente inetta ha causato. Purtroppo, secondo le notizie diramate dai mass media, pare che ancora molti falsi condottieri continuino a cimentarsi nei giochetti di potere per arraffare qualche voto nel tentativo di riacciuffare gli scontenti anche a costo di sfasciare il lavoro del Presidente Napolitano e di Monti.

È chiaro! I fantocci della politica non vogliono perdere la faccia ed essere scalzati da un governo tecnico composto da professionisti seri ( ma a proposito: chi paga le new entry? Fino ad ora si è detto che si deve dare un taglio alla spesa della politica ma se le notizie sono vere ci saranno 12 esperti esterni a comporre il nuovo governo. E se il Prof. Monti facesse la cresta a tutti i parlamentari e senatori per recuperare le mensilità dei nuovi ministri prestati alla politica temporaneamente?).

Adesso è tempo di fare silenzio! Aspettare che il nuovo esecutivo esponga il piano anticrisi così come se lo aspettano i cittadini perbene che pensano al plurale, quindi ai più deboli e ai meno abbienti e non a tutelare e rafforzare gli interessi delle lobby.

venerdì 11 novembre 2011

Empatia

È un pungiglione
che penetra il bossolo della solitudine,
il tuo sorriso!
La tua parola è musica lieve
che bussa dolcemente,
si fa spazio,
libera mente e corpo.
Con Te
nuovi Universi.
Nuove terre da coltivare.

Con Te
Nuovi pascoli d'amore
lo spazio del mondo
ormai purificato.
Con Te!
nell'era dell'Acquario.

davvero è tutta colpa di Berlusconi?

Dopo il voto sulla manovra economica che ha indotto Berlusconi a salire le scale del Quirinale e promettere le dimissioni, niente è cambiato di fatto in Italia. La classe politica che ha mal governato e ingrossato nel tempo il debito pubblico continua a gestire il potere, alzare la voce e imporre decisioni settarie. L'opinione pubblica mondiale guarda incredula all'affaire Italia, alla sua classe dirigente e si chiede come mai i cittadini ancora sopportano simili azioni.
dal canto suo, l'Economist britannico pubblica in copertina una stampa impietosa da festino romano (tema ampiamente sviluppato nei baccanali dai pittori del barocco) per significare disappunto e humour tra classicismo pittorico e contemporaneità dei costumi, elementi che hanno trascinato Berlusconi lungo la via del declino.
Ma davvero è tutta colpa di Berlusconi e del suo stile di vita? Sia ben chiaro: certamente un leader deve essere più attento all'immagine pubblica, essere Guida indiscussa ed esempio per tutti. ...e se mister B fosse solo la punta di un iceberg semisommerso che non naviga a vista ma segue rotte prestabilite?

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