mercoledì 1 giugno 2011

accoglienza in Calabria, tenuta calivello

Le grandi occasioni creano sempre emozioni discordanti, vuoi perché costretti a orari e etichette particolari che certamente non sono osservati nella quotidianità ma anche per i fattori insiti della cerimonia in questione.
Matrimoni, comunioni, cresime, battesimi, compleanni, dottorati, congressi, se non saputi organizzare si trasformano in momenti di torture per gli ospiti perché spesso manca la cultura dell’accoglienza anche laddove si pensa, vista la location, che ci sia.
L’accoglienza e il menù sono i cavalli vincenti dei siti di ristoro e accoglienza aperti al pubblico, siano essi resort, B&B, spa, alberghi o semplici trattorie.
Certo, a nessuno piace aspettare nel parcheggio col sole che cala a picco davanti ai cancelli chiusi di un noto complesso turistico sol perché in anticipo rispetto l’ora prestabilita. E neanche pranzare con il rumore della musica e il brusio dei commensali costretti a gareggiare con la voce della band.
Per questi motivi gl’inviti a eventi grandiosi come matrimoni e simili mettono ansia in chi li programma e angoscia negli ospiti.

Finalmente, ecco che l'acume di una perspicace cerimoniera conduce i suoi ospiti, e io tra loro, in un posticino dove tutte queste anomalie sono state debellate grazie al garbo e alla cultura della titolare: Giovanna. Una donna fine e sensibile da sembrare fuori tempo in virtù della sua cultura in netto contrasto con il modello dominante degli avventurieri dell’imprenditoria operanti nei settori dell’accoglienza.
È un posticino appena fuori di Catanzaro, subito dopo la galleria del Sansinato, immerso nel verde e domina l’ingresso della città capoluogo di regione.
Gli arredi, suggerii dal gusto e dalla sensibilità della padrona di casa mettono subito a proprio agio gli ospiti, che, liberi di passeggiare nel verde ben curato o sorseggiare un drink seduti sui vimini dei gazebo, attendono in completo relax il banchetto o si attardano dopo nell’attesa di un buon caffè.
Finalmente un posto davvero accogliente che fa onore alle bellezze della Calabria.

Nella brossura si legge:

La Tenuta Calivello, appena fuori Catanzaro, con il suo antico casale posto al centro della proprietà della famiglia Mazza-Sanseverino, rappresenta una sorpresa inaspettata che emerge tra gli ulivi e gli alberi da frutto, dominando la vallata circostante e scoprendo alla vista un panorama insolito e suggestivo.

Ancor di più lascia senza fiato l'incantevole raffinatezza del casale, recentemente restaurato, con la sua intensa ed insolita bellezza, con le sue linee forti ed essenziali, guardiano silenzioso di una storia senza tempo.

La baronessa Mazza, padrona di casa, insieme ai suoi figli Francesca, Giovanna e Carlo ha fortemente voluto il restauro di questo incantevole luogo.

Nel rispetto dello stile dell'antica struttura si è ridato vita a quanto di caratteristico era rimasto. Ciò che invece mancava è stato sapientemente scelto tra oggetti di antiquariato risalenti al periodo della struttura.

Grazie a questi accorgimenti, entrando oggi all'interno di questo casale si ha la sensazione di fare un balzo indietro nel tempo.

Ed è vero!

lunedì 30 maggio 2011

Berlusconi perde! ora deve decidere che fare

Berlusconi aveva chiesto un verdetto agli elettori e loro hanno risposto facendo capire senza tentennamenti cosa vogliono dalla politica.
Secondo il modello politico attuale che divide in destra e sinistra gli schieramenti di governo e in risposta al “referendum” lanciato dal Presidente del Consiglio Silvio Berlusconi gli elettori si sono schierati e hanno detto basta al pensiero dominante perché non ha saputo risolvere i problemi reali dei cittadini.
Purtroppo per l’ennesima volta i politici di mestiere hanno fatto passerella e ripetuto il ruolo delle parti senza arrossire. Ancora una volta hanno fatto gli gnorri e espresso il loro pensiero senza curarsi seriamente dell’esito appena uscito dalle urne.
Ancora si gioca tra destra sinistra e un terzo polo ballerino che si schiera una volta a destra e una a sinistra. Senza parlare di Giuliano Ferrara che in maniche di camicia e grosse bretellone rosse ha dispensato preziosi suggerimenti al suo amico Silvio che senz’altro disattenderà o accoglierà come il fumo della sigaretta che bretelle rosse ha acceso al termine del suo trattato strategico di altra politica.

Ma davvero è difficile da decifrare il quasi plebiscito di De Magistris a Napoli, la vittoria di Pisapia a Milano, Zedda a Cagliari, Consolini a Trieste, Vallone a Crotone…
Da nord a sud i cittadini non si sono schierati a destra o sinistra perché estremisti o terroristi e neanche giustizialisti nei confronti di questo o quel personaggio. I cittadini hanno indicato col voto il malessere che deriva dal modello politico in atto con l’unica possibilità democratica a loro favore e in buona sostanza hanno gridato un accorato no ai personaggi insulsi della politica e dell’imprenditoria italiana.
Adesso è il momento della dignità! È il momento degli uomini politici che hanno sbagliato di riabilitare i lati oscuri dei rispettivi mandati e lavorare per i cittadini e non per il “popolo” di questo o quell’altro schieramento.

Se così non è allora Berlusconi deve prendere atto della risposta che gli elettori, specie quelli di Milano, hanno dato ai suoi proclami e lasciare con dignità la guida del Consiglio; o quantomeno cambiare rotta alla sua strategia politica e magari cambiare anche qualche cattivo consigliere.

sabato 28 maggio 2011

statua Wojtyla: abbraccio e accoglienza minimalista

aore12
la statua di Karol Wojtyla davanti la stazione termini di Roma

“Il mondo non è stato creato una sola volta, ma tutte le volte che è sopraggiunto un artista originale…”
Apro con la citazione di Robert Montesquiou, poeta contemporaneo e sostenitore dei primi Impressionisti francesi, ma avrei potuto aprire anche con Zola o con i più recenti Edgar Wind, Argan, o molto più semplicemente con Dubuffet e la poetica dell’arte grezza o art brut da lui elevata a linguaggio poetico a sostegno ideale dell'opera minimalista che condensa in una sintesi elementare concreta il gesto del Papa Karol Wojtyla posta davanti la stazione Termini di Roma.
Il materiale non manca! E le citazioni a sostegno della validità dei linguaggi artistici contemporanei sono innumerevoli.
Ma non è di questo che intendo parlare, bensì dell’intromissione gratuita dei superbi ignoranti che hanno elargito pensieri e consentito alla faziosità politica di certi personaggi d’invadere campi a loro ostici.

Passi per la gente comune, oberata da problemi materiali impellenti, e di quella fetta videota indottrinata dai programmi spazzatura, ma la polemica sterile innescata da persone che dovrebbero essere guida e faro nell’oscurità mentale contemporanea è disarmante!

Assurdo proporre sondaggi popolari ai romani o annunciare modifiche per lasciare la statua di Papa Karol Wojtyla davanti la stazione Termini di Roma!
Ancora più assurdo quanto detto da Casini: “la statua va rimossa, non fa onore alla città!” o il sottosegretario Giro: “…è un’opera brutta, togliamola subito da lì!”.

Le esternazioni, e ancor peggio, le imposizioni categoriche tese a far rimuovere il frutto del lavoro intellettuale e artistico dell’uomo dimostrano la pochezza di pensiero imperante che contagia tutti noi.

Sarebbe opportuno approfondire, prima di esternare sentimenti personali fuorvianti, in virtù di quanto divulgato dai media, il significato di lavoro intellettuale, se pur minimalista, nell’arte. Contravvenire alle leggi effimere del bello assoluto, o di quanto è affine al modello personale di bellezza. Osare! E contrapporre alla realtà fatta di “bellezze ideali” convenzionali classiche la poesia della semplicità di cui l’opera di Karol Wojtyla è pregnante.

Bene ha fatto Umberto Broccoli, in qualità di soprintendente capitolino, ad istruire la pratica e far sì che i visitatori e passeggeri che arrivano alla stazione Termini possano essere accolti e godere dell’opera minimalista di Oliviero Rinaldi raffigurante il gesto benevolo di Papa Karol Wojtyla.

venerdì 27 maggio 2011

siamo tutti indignati!

Volto teso. Mani che stringono lo schienale della sedia. Sguardo fisso nel vuoto. Insomma è l’atteggiamento tipico di chi sta soffrendo una gran pena come la perdita del lavoro in un momento della vita delicato per l’età avanzata e per l’insicurezza economica che la perdita introduce nella famiglia. Oppure esprime chiaramente l’angoscia della precarietà e dello sfruttamento dei bisognosi attraverso i contratti a progetto frutto di una mente evoluta solo dal punto di vista finanziario ma non sociale.

Le masturbazioni mentali degli strateghi della finanza pubblica e privata si sono dimostrati scorretti e vessatori per la stragrande maggior parte delle persone. In Italia come in Spagna le indignazioni assalgono le coscienze per la sperequazione sociale che questi meccanismi meschini e ciechi hanno prodotto specie nelle nuove generazioni.

È ora di reagire! L’uomo indignato rompe gl’indugi. Scansa qualche sedia e si avvicina al presidente degli Stati Uniti d’America.
Vuoi vedere che gli espone i problemi dei giovani precari, dei vecchi che hanno perso il lavoro per colpa delle multinazionali?
Niente di tutto questo! L’uomo in questione è Silvio Berlusconi, attuale presidente del Consiglio della Repubblica italiana. Uomo che si è fatto dal nulla, ha creato imperi economici, società editrici e tiene in mano buona parte dei mezzi di comunicazione di massa. Insomma, un uomo che dà lavoro ma che non è tagliato per gestire il bene comune della collettività italiana.
Infatti la richiesta d’aiuto rivolta ad Obama è di schierarsi contro i magistrati di sinistra, gli stessi che indagano su di lui e che fino ad ora non sono riusciti a portare a termine nessun processo per i fatti che tutti conosciamo.

giovedì 26 maggio 2011

tutela delle opere intellettuali: prodotto©

aore12
m. iannino, 2011, prodotto©

Sono fermamente convinto che l’arte in generale non appartenga a nessuno, neanche a chi la produce, giacché, frutto consequenziale di stati mentali evoluti, apporta cultura all’umanità tutta. Quindi, tesoro e ricchezza intellettuale dell’umanità!

Il prodotto© invece è sostenuto dalla logica mercantile degli apparati economici finanziari tesaurizzanti. Insomma di quella categoria che condensa e attua il sistema privatistico; il “mio assoluto” salvo quando il prodotto non è ceduto dietro una congrua fonte di ricchezza materiale; soldi o beni materiali ritenuti vantaggiosi per chi li detiene.

Da ciò l’utilità dei marchi apposti a tutela dell’opera “culturale” spesso scadente o mero risultato di artigianalità e tecnica.
Molti sono le opere cosiddette “artistiche” e moltissimi gli “artisti” pompati da lobby di potere economico.

La fiera della vanità espone sui mass media il peggio della sottocultura imperante. Per sovvertire la tendenza involutiva non basta leggere libri, spesso scadenti ma propagandati come opere somme, visitare musei o ascoltare i guru della comunicazione!
Per cambiare rotta è sufficiente spegnere i canali pilotati dall’informazione. Rimanere in silenzio e ascoltare la voce del cuore. Quella vocina, per intenderci, che ha trasformato Pinocchio da burattino in bambino.

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