domenica 14 marzo 2010
la politica dei venditori di prodotti aziendali
L’attacco costante agli organismi di garanzia democratica di uno Stato mina la crescita dei cittadini.
I cittadini, per opportunismo, ignoranza o fiducia incondizionata verso un leader tendono a schierarsi e giustificare le azioni dell’agitatore di tessere vicino al loro modello di vita; nonostante gli effetti deleteri testimoniati dalla storia e sebbene, la storia stessa, sia scritta dai vincitori che spesso ne sublimano gli eventi, mondandola da crimini di guerra e motivi sociali che l’hanno provocata, flussi e riflussi storici si ripropongono costantemente a riprova della stupidità del “popolo”!
L’individuo, gettato nell’agorà, diventa un peso politico specifico privo di raziocinio! Il cittadino inizia a essere tale nell’attimo in cui è libero di esternare il proprio convincimento politico ed è tenuto in considerazione dai gestori temporanei della cosa pubblica che prestano la loro opera di co. co. pro tempore tra gli scranni di Montecitorio. Ma non è così, lo sappiamo bene tutti! E tutti siamo coscienti che l’agone politico è spesso strumentale, però non facciamo nulla per riparare davvero l’incongruenza democratica, anzi, in molti casi il silenzio diventa assenso, connivenza!
Il gruppo di potere si appropria del Paese! L’allegra combriccola, facendosi forte dei voti raccolti condiziona anche quella parte di popolo che gli ha dato l’ok alla scalata; vanifica i dissidi interni, accusa indistintamente chiunque non approva il comportamento del governo ed elimina gli spazi del dibattito democratico nei palinsesti.
Ecco!, il volto del tiranno si manifesta così!
È inutile cercare di addolcire la pillola: gli abusi di potere, se pur compiuti con le migliori intenzioni, anziché migliorare, danneggiano lo stato di diritto dei cittadini e provocano scompensi irreversibili nelle menti dei singoli non avvezzi agli stratagemmi dei venditori di piazza.
sabato 13 marzo 2010
privacy e intercettazioni ambientali
Privacy… cos’è la privacy oggi?
Siamo tutti controllati speciali, 24ore su 24 la nostra esistenza lascia segni indelebili. Il nostro passaggio è costantemente monitorato dalle tessere fedeltà, dai supermercati al benzinaio; come pure in banca; per strada e nei luoghi dotati di sistemi di videosorveglianza: incroci, piazze, ritrovi a rischio, monumenti ecc. senza dimenticare il personal computer, la navigazione in internet e il telefonino.
Bèh, potremmo convenire che non c’è nulla di male! Se qualcuno ha paura di essere controllato può fare a meno di tutte le comodità tecnologiche, può strasene rintanato in casa o fare l’eremita in qualche località sperduta. È una questione di scelta! D'altronde, perché avere il terrore di far conoscere agli altri i propri movimenti o le scelte ideologiche?
Il problema sorge quando lo strumento tracciante è usato per scopi non ortodossi. Quando serve a schiavizzare, condizionare, ricattare, manipolare la libertà altrui; insomma a vanificare il libero arbitrio. Delinquere!
Altrimenti, le intercettazioni ambientali diventano un ottimo strumento per la legalità che aiuta a prevenire il crimine, recuperare risorse accaparrate indebitamente da loschi figuri, fare luce su fatti criminosi! Arricchimenti, traffici illeciti!
Anche “le iene” e “striscia la notizia”, se pur spettacolarizzando gli eventi per far presa sul grande pubblico, usano videoregistrazioni non autorizzate per sbugiardare millantatori; personaggi infami che sfruttano debolezze, sogni, necessità ma anche l’ignoranza della massa!
Ecco, persino note trasmissioni televisive devono il loro successo alla puntuale denuncia, resa possibile grazie alle intercettazioni ambientali.
giovedì 11 marzo 2010
Ambiguità dei politici, disgusto!
Mi ero ripromesso di non cadere nella trappola e di non scrivere più nulla in merito alla questione politica italiana, tanto è inutile: i despoti continuano a ignorare i suggerimenti che, spassionatamente, arrivano dai cittadini onesti. Cittadini che vorrebbero contribuire alla crescita culturale del Paese ma che si vedono tarpare le ali dall’arroganza del potere.
Come si può stare zitti e non urlare il disgusto che cresce dentro ognuno di noi, attimo dopo attimo, in relazione ai fattacci perpetrati dai potenti signori egocentrici e autoreferenziali che spadroneggiando usano un intero Paese come se fosse una cosetta da niente? un giocattolo personale?
E mentre loro giocano a fare gli statisti c'è chi soffre la fame in un clima assurdo, deprimente. In pochi anni sono riusciti a vanificare le poche conquiste sociali e culturali, magari discutibili, sicuramente migliorabili, che i lavoratori, la piccola borghesia e le piccole e medie imprese avevano raggiunto con i governi precedenti. Oggi, siamo miseramente davanti un quadro sociale e politico desolante:
La destra continua imperterrita a decretare leggi per una persona che dovrebbe vergognarsi perché ha gettato nel ridicolo una Nazione intera con le sue esternazioni fuori luogo e per gli atteggiamenti inusuali adottati nei confronti di alte personalità istituzionali.
La sinistra risponde debolmente all’arroganza di chi è momentaneamente chiamato a “governare” dirigere uno Stato! In ossequio alle leggi democratiche.
Una sinistra succube, che ha la sua voce ferma e decisa in Di Pietro ma che rischia una Caporetto per l’eccessiva enfasi adottata dall’ex magistrato proteso a contestare le iniquità dei decreti voluti arrogantemente dal governo in carica.
Eppure un tempo bastava poco per far cadere un governo. Persino un Capo di Stato si è dovuto dimettere!
Come mai ora non si riesce a tamponare il male che questi signori stanno operando nel tessuto sociale, in primis attraverso il cattivo esempio morale denunciato dagli scandali di cui i giornali sono pieni?
Personalmente sono disgustato!
Spero che i Cittadini si sveglino dal torpore e diano una salutare sterzata alla macchina democratica nelle imminenti elezioni.
mercoledì 10 marzo 2010
verso le regionali del 2010, consapevolmente!
Non credo di essere il solo a non avere capito la strategia dei dirigenti nazionali dei partiti interessati alla competizione politica delle regioni d’Italia.
La querelle politica vede interessate le realtà locali, figure conosciute, concittadini, conoscenti, parenti e amici che conoscono benissimo le problematiche inerenti al territorio. Conoscono le persone perbene e le malavitose; gli imprenditori seri e i farabutti. In poche parole, sono parte integrante del tessuto sociale nostrano. Quindi, basta fare 2+2 per capire se il risultato è 4 oppure un numero approssimativo.
A dire il vero, da diversi anni i personaggi sono sempre gli stessi ma nulla cambia in concreto nella società calabrese e italiana.
Unico dato certo, nello spettacolo della politica, sono i continui litigi con relativo contorno melmoso condito di malcostume giornalistico.
A sentirli hanno tutti ragione. Urlano insulti e impongono leggi estranei al volere politico di un’enorme maggioranza di cittadini; gridano episodi personali per annichilire il nemico, toccando indegnamente la sfera privata. Affari, amori leciti e no; incontri sessuali prezzolati; insomma il peggio della turpitudine. D'altronde, gli agitatori di tessere sono dei maestri nel depistare l’opinione pubblica: si scopre uno scandalo e ne inventano un altro più accattivante per stuzzicare le fantasie morbose e catalizzare l’interesse della maggioranza acefala su questioni effimere.
La mancanza di rispetto dei fomentatori verso i cittadini è palese! Per averne contezza è sufficiente rivisitare le notizie degli ultimi anni e confrontare le proposte elettoralistiche con la realtà odierna; analizzare se le promesse sono state davvero mantenute; se sono state debellate almeno alcune incongruenze sociali e se le politiche nazionali seguono davvero il solco democratico auspicato dalla Carta Costituzionale e, quindi, in sintonia con le esigenze delle famiglie e dei cittadini.
Riprendendo il discorso sulla politica locale, al di là dei rapporti interpersonali che possono essere positivi o negativi, umanamente consequenziali alla vicinanza ideologica o amicale, è opportuno, specialmente qui, in virtù della conoscenza diretta e immediata, valutare concretamente le azioni dei candidati e sapere discernere la propaganda vaporosa dai progetti attuati e attuabili.
martedì 9 marzo 2010
manipolazione genetica o procreazione naturale?
La nascita è il minimo comune denominatore biologico che accomuna esseri umani, animali, vegetali e persino minerali nell’attimo della loro alterazione formale o biologica.
All’inizio, la vita è una sorta di pasta informe che assume segni e peculiarità nel tempo, fino a disegnare fattezze consone al modello corporeo conosciuto. Insomma, qualsiasi forma di vita, nel nascere si manifesta come una sorta di semilavorato che prende sembianze ben definite nel tempo, in ossequio al suo dna.
Non basta nascere, dunque, per avere un corpo, un’origine, intesa come posizione sociale o geografica; è necessario costruire, conformare all'idea di corpo quel processo genetico conosciuto cui, infine s’impone un nome ben definito.
Nei vari linguaggi conosciuti dall’uomo, l’origine della vita risiede nella “madre”. Madre intesa come natura, prodiga nell’elargire una moltitudine di frutti.
Donna, madre di famiglia, incline ad accudire i figli, educarli, anche se non necessariamente o espressamente biologica.
Niente e nessuno è solo un corpo venuto al mondo per caso. Ogni cosa ha un’origine, un iter e un epilogo. Un’entità sociale che interagisce, si ammala; e da ammalati ci si rende conto di non essere soli. Si volge lo sguardo al cielo e s’indirizzano parole accorate alla mamma; insomma si penetra quel campo invisibile che trascende la materia; si dialoga con i cari estinti, con le Grandi Anime che abbiamo conosciuto in vita. Con la Mamma di tutti: Natuzza.
Natuzza, donna umile, mamma che piangeva di gioia quando era al cospetto della Mamma Celeste e di suo Figlio.
Natuzza, tratto d’unione tra individuo e società con i cenacoli di preghiera; presenza fisica intesa come sinonimo di esigenza materiale e spirituale per quanti hanno avuto la fortuna di conoscerla.
Antropologicamente, l’idea di “corpo vitale” trascende e plasma gli individui in carne ed ossa secondo canoni prestabiliti. Tutto il processo riproduttivo verte su forme di controllo antiche, comprendenti preparazione, semina e cura delle colture vegetali e animali.
Oggi, il modello di bellezza impone canoni visivi differenti dal passato.
Dall’imposizione della bellezza alla riproduzione, dal vigore al pudore, dalla salute al look. Insomma, modificazioni strutturali del corpo, basate su leggi estetiche non scritte ma che trovano riscontri apprezzabili nell’altro sesso. E se in passato alla parola “uomo” si associava un corpo mortale e anima immortale, quindi concetto trascendente a immagine e somiglianza di Dio, la filosofia di vita contemporanea ha segnato il trionfo dell’immanenza, la morte di Dio e dell'anima.
Oggi il mistero del corpo, della vita stessa è pura scienza, codice genetico. Medici e scienziati sono i nuovi sacerdoti che determinano la nuova realtà vitale, interpretano i codici del Dna e li modificano secondo un modello biologico di perfettibilità. Creano il granoturco e la patata trans genici, dimenticando gli effetti che il consumo di carni adulterate conosciute col termine “mucca pazza” hanno prodotto sull’uomo.
interpretazione creativa del vivere
Libera interpretazione poetica del vivere terreno
L’uomo, giacché immagine, quasi fedele, dell’Essere Supremo, tenta di eguagliare le gesta del Creatore. Alcuni si sentono talmente grandi da voler sottomettere il mondo intero, altri includono l’universo mentre una piccola parte si accontenta di dialogare con Lui.
I pochi uomini che si raccolgono in meditazione riescono a volare alto; veleggiare sopra le meschinità, le tracotanti beghe e le irresponsabili decisioni assunte da emeriti strunz. Strunz dalle gesta platealmente sconsiderate che riescono con estrema naturalezza a deturpare presente e futuro ambientale, economico e sociale d’intere nazioni.
Sulla terra ferma siamo concretamente avvezzi a celebrare ricorrenze, fare proposte d’intenti; raccogliere fondi per gli struzzi in via d’estinzione e nel frattempo comprare mitragliette per il tiro al bersaglio sui bambini del terzo, quarto e quinto mondo. Insomma, siamo orgogliosamente padroni di calpestare allegramente la dignità altrui!
E sì; l’uomo terreno interpreta creativamente le regole comunitarie e le modifica secondo il proprio esclusivo interesse. E se il risultato finale non collima con il resto della plebe pazienza! Come disse il marchese del Grillo: mi dispiace ma io so io e voi non siete un cazzo!
lunedì 8 marzo 2010
Sognatori, poeti, liberi pensatori, artisti: categorie estinte?
Libera interpretazione poetica del vivere terreno
L’uomo, giacché immagine, quasi fedele, dell’Essere Supremo, tenta di eguagliare le gesta del Creatore. Alcuni si sentono talmente grandi da voler sottomettere il mondo intero, altri includono l’universo mentre una piccola parte si accontenta di dialogare con Lui.
I pochi uomini che si raccolgono in meditazione riescono a volare alto; veleggiare sopra le meschinità, le tracotanti beghe e le irresponsabili decisioni assunte da emeriti strunz. Strunz dalle gesta platealmente sconsiderate che riescono con estrema naturalezza a deturpare presente e futuro ambientale, economico e sociale d’intere nazioni.
Sulla terra ferma siamo concretamente avvezzi a celebrare ricorrenze, fare proposte d’intenti; raccogliere fondi per gli struzzi in via d’estinzione e nel frattempo comprare mitragliette per il tiro al bersaglio sui bambini del terzo, quarto e quinto mondo. Insomma, siamo orgogliosamente padroni di calpestare allegramente la dignità altrui!
E sì; l’uomo terreno interpreta creativamente le regole comunitarie e le modifica secondo il proprio esclusivo interesse. E se il risultato finale non collima con il resto della plebe pazienza! Come disse il marchese del Grillo: mi dispiace ma io so io e voi non siete un cazzo!
domenica 7 marzo 2010
effetti collaterali del decreto interpretativo
Il decreto legge interpretativo, varato dal governo per sopperire al pasticcio combinato dai dirigenti del pdl delle regioni Lazio e Lombardia esprime l’ennesima azione unilaterale atta a salvaguardare, per certi aspetti, la libertà d’espressione degli elettori che si riconoscono nelle linee guida del partito di governo e l’arroganza del potere di chi impone pezze giustificative in tempi e metodi inopportuni.
Gli effetti collaterali, riscontrabili a pelle nell’opinione pubblica, evidenziano un generico allontanamento dei cittadini dalla politica, demotivati da assenza di dialogo e democrazia, coinvolgimento reale nella soluzione dei problemi e, ancor di più, scoraggiati dalla gestione dilettantesca e vessatoria che rende insopportabile persino la visione di parolai tronfi e demagoghi nei mass media.
Decreto inopportuno, quindi, ma che evita una competizione elettorale priva di concorrenti dal sapore dittatoriale. È inimmaginabile, in Italia, gareggiare da soli; un monologo; sarebbe come giocare a palla col muro. Decidere da soli quando iniziare e finire il gioco… (?)
La democrazia è tale se vi sono molteplici correnti di pensiero. Per cui, da una parte può essere ritenuta giusta e saggia la decisione del Presidente della Repubblica Italiana Giorgio Napoletano di apporre la firma al decreto e dall’altra rimane ferma la considerazione che diventa diseducativo cambiare le regole del gioco mentre la partita è in atto e peggio ancora imporle.
Se fosse stata una decisione corale, frutto di un’intesa democratica, non avrebbe dato adito a schieramenti, più o meno condivisibili.
sabato 6 marzo 2010
io dissento! e tu?
Io Dissento! E tu?
Nel bel Paese si ride ancora, in barba alle tempeste meteorologiche politiche e giudiziarie cadute negli ultimi tempi sui cittadini che, esterrefatti, subiscono nonostante il loro conclamato dissenso esternato con contestazioni di piazza dai movimenti spontanei e l’analisi di artisti e intellettuali che disapprovano il criterio “creativo” gestionale delle leggi dello Stato, rivedute e corrette di volta in volta dalla classe politica italiana.
Premesso che le leggi sono scritte dagli uomini e quindi soggette a modifiche migliorative al passo coi tempi, i legiferatori, con l’ormai consueto ricorso urgente ai decreti legge tampone, sembrano ignorare l’elemento principe delle libertà consistenti nel rispetto delle altrui libertà e dei criteri democratici in atto nella Repubblica Italiana.
Le parti litigano senza esclusioni di colpi. I ministri incitano la piazza e l’opposizione sfrutta l’onda anomala della cattiva gestione per gonfiare demagogicamente i fatti, ma c’è da dire che, in quanto a populismo, nessuna delle componenti politiche scherza. Il popolo è tirato in ballo spesso! Ma questo benedetto popolo è davvero così determinato e vicino al pensiero degli agitatori di tessere?
giovedì 4 marzo 2010
competizioni politiche: ingenuità o furbe strategie?
Mi viene in mente quando da ragazzi si giocava a pallone per strada o nei campetti di periferia per impegnare i pomeriggi d’estate. Si formavano le squadre e col benestare del proprietario del pallone si batteva il calcio d’inizio. Ognuno di noi si appropriava del nome del proprio idolo: Baggio, Buffon, Cannavaro, Del Piero… si giocava con impegno e passione fino a quando il ragazzone grande e grosso non perdeva in maniera clamorosa. A quel punto, forte della prestanza fisica, si proclamava arbitro indiscusso e si assegnava rigori da centrocampo, fermava il gioco quando gli avversari si trovavano sottoporta e annullava goal finché non portava l’esito della partita a suo favore.
L’orgoglio e la presunzione inducevano il ragazzone prepotente a gonfiare i muscoli e a prendere con la forza un risultato immeritato.
Ecco, la partita politica che il centrodestra sta giocando ci somiglia molto, anche se lascia spazio a dubbi e perplessità:
1. possibile che una formazione politica come quella del PdL, che ha al suo interno gente competente e che fa attività politica e sindacale da una vita sia sprovveduta fino a dimenticare di corredare le liste con contrassegni e firme secondo le leggi vigenti?
2. com’è pensabile che gl’incaricati del partito delle libertà, ben conoscendo le regole e gli orari di chiusura degli uffici, possano pensare di lasciare tranquillamente le stanze istituzionali preposte all’accettazione delle liste e dei relativi candidati alla presidenza per andare a mangiare un panino e pretendere di rientrare oltre l’orario stabilito dalla legge elettorale?
3. forse sono invasi da demenza senile?
4. oppure sono pervasi dai superpoteri?
5. o semplicemente si sono resi conto di avere esagerato con l’uso arrogante del potere e sono consapevoli di perdere la partita?
6. e, da buoni strateghi, per evitare di perdere la faccia davanti ad una solenne bocciatura popolare hanno creato un polverino mediatico, esportabile ovunque, anche nella nebbiosa Lombardia…
Le perplessità esposte non giustificano in ogni modo la strategia politica della sinistra che, in molti casi, è sembrata impacciata e poco attenta ai proclami ritenuti di sinistra come la tutela del lavoro delle classi meno abbienti, l’equità fiscale, l’emancipazione sociale dei deboli e tutte le belle parole di prammatica che spiattellano nei dibattiti pubblici.
Ancora, purtroppo, la classe politica non ha voluto cogliere l’umore degli uomini e delle donne che vivono in Italia; non si sono resi conto che è finito il tempo dei bei proclami! A questi devono seguire i fatti! Fatti non eclatanti ma semplici e seri nel pieno rispetto delle dignità sociali che vivono nel nostro Paese!
Ecco, per rimanere in tema con l’introduzione calcistica, ci si è trovati a sperare nel compagno di squadra con le spalle grosse ma, che purtroppo, rimane a guardare in silenzio.
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