martedì 10 agosto 2021

"Le montagne della Sila" tra riserva naturale e città.





Le montagne della Sila
, a cura di Ross Earney, Angelo Pascuzzi Simone Puleo, con Eugenio Attanasio (Cineteca della Calabria) , Carmelo Sanzi (Cultore della Sila),e Davide Scordato nel supporto e aiuto alla realizzazione del progetto.


Nel documentario emerge in incipit il nesso, le differenze, la discrepanza e il rapporto tra la riserva naturale della Sila e la caoticità della città (Londra).
Il rapporto tra ciò che l'individuo vuole (ossigeno, spazi vitali, quiete, escursioni) e  quello che vorrebbe accantonare (routine, stress, vita intensa e senza tempo della metropoli).


Emerge quindi l'ambito sensoriale e quasi meditativo, la sintonia con sé stessi; la stretta connessione tra uomo e natura.


Si rincorrono interviste, una dopo l'altra (Gregorio Ferrari, Carmelo Sanzi, Eugenio Attanasio, Lina Rotundo) in cui si dialoga circa le tematiche del rapporto economico-ambientale, la storia sul patrimonio boschivo di Taverna, la costruzione di villaggi e alberghi, la costruzione del paese come cinema, piscine, appartamenti.


Si fa strada su tutto l'importanza della tutela ambientale, non solo in quanto patrimonio paesaggistico ma patrimonio-salute-umanità.


In video vengono ripresi in volo di un drone Parco Nazionale della Sila, parco avventura Orme nel parco, laghi Ampollino e del Passante, monte Cupone.
Si discute sull'impatto turistico evitando danni all'ambiente cercando di preservarlo  e ci si domanda se rappresenti un'utopia.


In verità bisogna sviluppare l'arte del rispetto della natura che si rivela possibile cercando e trovando un equilibrio e un compromesso economico-ambientale a favore delle future generazioni, allo scopo di sferrare la tragedia climatica.


Il tutto coronato dal singolo che diventa molti in una organizzazione che si occupi del modo in cui l'ambiente viene trattato, ricercandone la preservazione, la difesa, la  protezione, la salvaguardia, la tutela.

giovedì 5 agosto 2021

chi dorme non piglia pesci

Ore 3e30. Il rumore sordo del cassonetto rompe il silenzio della notte. Anche stanotte è venuto a fare la spesa. Lo osservo dalla finestra:

è enorme! Lentamente abbatte e fa rotolare sull'asfalto il bidone dell'immondizia. A nulla valgono le catene messe a protezione dei contenitori dei rifiuti urbani.

Anche un gatto si avvicina. Non sembra spaventato. Si siede a debita distanza e attende. Il cinghiale afferra con le zanne e estrae le buste della spazzatura dal bidone. Rovista e se ne ciba. Poi passa al secondo. Non ancora sazio girovaga tra la sporcizia che ha disseminato. Intanto il gatto consuma gli avanzi. Qualche altro tonfo seguito dal sordo rumore del bidone vuoto ancorato al muro probabilmente segnala alla bestia la fine del banchetto.

Non c'è che dire: il cinghiale è un animale intelligente! Metodico e impavido. Si guarda attorno. Si sofferma nel lembo di terra tra il parcheggio e la strada. E lentamente s'incammina verso la campagna.

Anche stanotte l cinghialessa ha fatto il suo dovere nello svolgere il ruolo di animale selvatico alla ricerca di cibo per il sostentamento suo e della futura prole. Sì, perché dalla mole sembra essere incinta ...  



lunedì 2 agosto 2021

Arc de triomphe, impacchettamenti postumi

La domanda è: “a cosa serve la creatività, l'arte?”.

L'attività alta della creazione supportata dalla conoscenza e dalle tecniche di costruzione semantiche resa sublime dalla sensibilità degli artefici che nel rendere poetiche le bugie della visione aprono a nuovi orizzonti mentali può assoggettarsi o scendere a compromessi coi criteri mercantili che governano prepotentemente la quotidianità?

La schiavitù psicologica è la peggiore delle difficoltà. Difficoltà che immobilizza le libertà e rende schiavi. Schiavi spesso consapevoli della deriva a cui l'umanità è inesorabilmente destinata ad approdare.

Catastrofista? Può darsi.

Personalmente credo nella bellezza del pensiero puro.

L'idea generatrice di ogni forma artistica nasce spontanea. Sono le intenzioni effimere subalterne all'ego condizionato dalla mercificazione del prodotto artistico che lo fanno scadere a volgare prodotto commerciale. È nella mediocrità che risiede la ricerca spasmodica della notorietà della fama e della potenza, sentimento che domina i percorsi dei singoli nell'ormai dittatura dei mass-media divenuti specchio dell'essere bipolare di una società basata sul nulla.

Il pensiero critico è stato annichilito dalla superficialità dei costumi. Il singolo è fagocitato dal branco acefalo. Il pensiero vincente è quello nascosto dietro a migliaia di seguaci mai, voglio dargli una possibilità, e, aggiungo, spesso quasi mai nel pieno rispetto di quel fare empatico facilitante dei rapporti con gli altri diversi da noi.

E poi ci sono le grandi holding che determinano il valore e le strategie da adottare nella palude nascosta della cultura. Persone che non si muovono facilmente. Personaggi che antepongono per deformazione mentale il profitto utile all'accrescimento dell'impero economico d'appartenenza.

Ecco, questo mi è sovvenuto mentre leggevo dell'impacchettamento dell'Arco di Trionfo parigino a qualche anno dalla morte dei coniugi visionari degli occultamenti propositivi: Christo Vladimirov Javacheff (1935–2020) and Jeanne-Claude Denat de Guillebon (1935–2009).





domenica 25 luglio 2021

Cervelli perennemente in fuga

Il risveglio della natura. Il richiamo delle origini rinnegate.


Gli ormoni esplodono. E la voglia di agire impone azioni immediate. Non è solo il caldo estivo a sollecitare sogni e far sì che si realizzino le aspettative covate e coccolate in ognuno di noi nel limbo dei divieti e delle chiusure pandemiche.

I sogni se lasciati nei cassetti sedimentano e producono muffe. Grigie stratificazioni che oscillano verso l'oblìo e tacitano le tensioni giovanili. Sogni dimenticati ammantati dalla fuliggine del tempo avvolti tra la polvere dei rimpianti ingigantiti dai se, dai ma, e degli innumerevoli però messi a puntellare e giustificare senza poi tanta convinzione il mancato avverarsi che comunque, come spesso accade, impongono variabili indipendenti a volte stravolgenti per ciò che s'intende “il razionale fluire flusso della quotidiana esistenza”.

In sintesi i sogni nella maggior parte di casi sono considerati i maggiori nemici della creatività in una società improntata sulla pianificazione e l'abnorme “normalità” quotidiana dei consumi che sta consumando risorse materiali e peggio spirituali.

L'empatia è un optional.

Le azioni sono indirizzate alla tesaurizzazione. Il gesto spontaneo è bandito persino negli alti prati celesti della creatività artistica. E noi come tante pecore, chiedo scusa alle pecore che sono molto più accorte degli umani, inseguiamo quei miseri effimeri 5 minuti di celebrità. Cerchiamo, quindi, l'appoggio del personaggio influente, dell'amico/a che si è fatto strada e che non dà niente gratis ma che, ovviamente, non lo lascia trapelare e sulle piattaforme sociali pontifica astratte teorie, si straccia le vesti e urla contro il sistema del mercato dell'arte.

L'estate è una parentesi dalla pelle rovente. Gli eventi sembrano moltiplicarsi ancor più dei pani e dei pesci coi quali nostro Signore sfamò la folla.

E in certi casi, finita la dad e guadagnata la pensione, il mondano messia scende, si degna di scendere dalla metropoli del nord nella sua terra d'origine: la Calabria!, non senza quella falsa modestia con la quale si è fatto un intero guardaroba da fine intellettuale tutto fumo e niente arrosto. Da pensionato rivendica azioni giovanili d'avanguardia e vorrebbe riprenderne il bandolo. Perché il resto è merda! Ignoranza! D'altronde, per sua ammissione, lui non vorrebbe ma ritorna per ritrovarsi con pochi amici e organizzare un salottino culturale in qualche borgo montano. Sì per lui è un sacrificio lasciare la colta Milano.

Ma poi dico perché questa scienza infusa è andata via?

Ah già dimentico sempre che la Calabria non concede scorciatoie e non ha un palco d'onore con i fari sempre accesi sui primi attori e che spesso premia i mediocri … chissà forse è la volta buona anche per i transfughi di ritorno che possono sfoggiare con accento nordico un excursus da ipnopedia.

mercoledì 21 luglio 2021

Calabria, anche la destra si frantuma

COSA NON SI FA PER UNA POLTRONA:

La discesa in campo di Wanda.

Anche il centro destra che si presentava compatto ha le sue beghe da gestire. 

Occhiuto deve vedersela con Wanda Ferro nelle prossime elezioni regionali calabresi.

Dalle notizie diramate si comprende ( per lo meno io capisco) che la decisione della leader di fratelli d'italia Georgia Meloni nasce dal malcontento sulla spartizione delle cosiddette poltrone di potere che vanno dalle nomine rai quindi nazionali fino ad arrivare alle locali regionali. 

E se Berlusconi non rispetta una spartizione equa che dia potere agli alleati perché attenersi al patto politico di candidare uniti un uomo che è espressione del cavaliere? Questo dice in sintesi Georgia che tira dalle scuderie la cavalla Wanda e la mette in pista.

È solo una gara di muscoli lubrificati da ideologie o c'è ben altro?

Sembrerebbe di sì!

E le frasi che vertono sull'amore per la politica sull'attaccamento alla propria terra e alle opportunità perse per i corregionali in attesa della persona tutta d'un pezzo che li tiri fuori dai bisogni viste le ricchezze della Calabria e il rilancio dell'impresa turistica nonché la cultura ela valorizzazione dei siti storici l'agricoltura le potenzialità e la figa pardon la fuga dei giovani e di quanti ancora possono permettersi di andare via?

Parole. Parole vuote che i signorotti della gestione pubblica riempiono di significati nel momento che più aggrada a loro.

Non è quindi una questione politica alta la scelta della Meloni di posizionare ai nastri di partenza Wanda Ferro ma un ricatto che fa traballare la candidatura di Roberto Occhiuto.

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