venerdì 13 novembre 2020

Ciao doc Bat. Angelo in camice bianco

Devastante come un fulmine improvviso che squarcia l'anima!

La notizia fa cadere in profonda costernazione chiunque abbia conosciuto il dott.Annibale Battaglia. Per quanti lo hanno conosciuto nelle vesti di medico di base è davvero un dramma la sua morte.


Il doc. Annibale è stato un compagno fidato dei pazienti. Un uomo attento. Sempre presente. Noncurante del tempo che trascorreva nell'ascoltare le patologie, lui, dava importanza alla persona e ai problemi extrasanitari di ognuno.

Lascia un vuoto enorme!


Quando ad essere colpito dalla pandemia e rimanerne vittima è il faro di riferimento la notizia assume un peso enorme. Non è più una semplice constatazione del problema pandemico; non più fatalità. Allora punti il dito contro i soggetti che hanno depredato e ridotto al minimo le possibilità di salvare il salvabile.


Hanno, al pari delle organizzazioni che hanno venduto i territori alle aziende di smaltimento dei rifiuti tossici, avvelenato la collettività.

Lo sdegno è immenso! Se è vero che le morti non sono imputabili al covid19 ma alla carenza di presidi medici e di specialisti degni di tale appellativo.


Calabria, la sanità, il buco e lo Stato

Ha ragione Spirlì.

In Calabria non c'è la necessità di qualcuno che scavi pozzi e nemmeno di missionari... ma, secondo me, di una squadra tecnica che sappia andare a fondo nel pozzo scavato negli anni commissariati, scovare le frodi includendo anche i benefit dei commissari che non hanno raggiunto gli obiettivi.

Chiamare un personaggio come Gino Strada impegnato nelle azioni umanitarie in territori dove arrivare indenni e con la pancia piena a sera è un'azione semplicistica quanto speculare.

Se è vero che l'enorme buco, come dicono i ben informati, è stato creato dalle gestioni allegre che si sono succedute non c'è altro da fare che prendere in mano il bandolo della matassa e gestire a livello centrale il tutto.

È lo Stato centrale che deve aggiustare i bilanci. È a ben vedere i mezzi non mancano.

Basta quindi rotolarsi in questioni di lana caprina. Basta fare nomi meritevoli per il loro impegno sociale. Basta nomi altisonanti di esimi professionisti impegnati altrove.

Necessita mettere assieme una squadra di tecnici! Personale che lavori fuori dalla regione ma con i canali ben connessi in quelle che sono state le indagini fin qui riscontrati dalla guardia di finanza e le strutture statali che hanno seguito la spinosa vicenda della sanità calabrese. E, se si vuole risolvere definitivamente il penoso problema:

Eliminare l'enorme gravoso serpentone di incarichi in regione


giovedì 12 novembre 2020

tra populismo e libertà

L'inesorabilità temporale livella la materia ma non lo spirito.


Il buon agire rimane a monito dei sopravvissuti e il pensiero retto segna la strada giusta da perseguire.


Nel corso di pochi decenni molte cose sono cambiate.

Le ideologie sono state rovesciate dalla falsa democrazia del giochino dato in mano a chiunque.

Un tablet, computer o il più popolare dei telefonini se manovrato secondo logiche personalistiche non è più una semplice appendice democratica ma può diventare una pistola fumante. Un'arma micidiale che annienta socialmente chi è preso di mira e chiunque potrebbe essere vittima o carnefice delle falsità liberate in rete.

Mi chiedo, ma è superfluo, quanti usano o perdono tempo sui social per confronti seri?

Facebook,(cito questa piazza social virtuale perché è la più popolare tra le piattaforme) potrebbe essere uno strumento altamente propedeutico per la crescita collettiva se solo si censurassero i cazzari del web. Cosa impossibile, per loro è fonte di sostentamento!

Ecco che a fronteggiare la valanga di cazzari si schierano gli spiriti liberi emancipati da faziosità e partigianerie. E parteggiano per il bene comune!


Biden dice con semplici parole che vuole ripristinare l'uguaglianza e dare sostegno ai meno abbienti. Ridà energie al sogno americano. Come non essere d'accordo?


Il tempo livella la materia.

E forse, me lo auspico,rovescia le false certezze del passato madri dell'odierno deleterio populismo sorto da una presunta libertà impregnata di grondante ignoranza.

L'egoismo e il culto della persona ben si nutrono nel mare magnum delle effimere esigenze personalistiche.

Concetti lontani dal sentire sincero che muovevano gli uomini e le donne impegnati per combattere le schiavitù fisiche e mentali che affliggevano lavoratori, braccianti e salariati.

La Calabria, ma possiamo dire una buona parte di mondo “liberale”, gode dell'ausilio poco luminoso dei detrattori che usano i social per depistare le persone deboli. E gettare fango sulle persone perbene

False notizie e arroganti proclami fanno presa su una buona fetta di smanettoni volutamente ignoranti. Sì! Volutamente ignorano i drammi dei propri simili e pur di continuare a gozzovigliare arraffando nel forziere sociale che dovrebbe assistere tutti e alleviare le sofferenze dei meno fortunati inondano di stronzate le piazze virtuali.

Le parole hanno un peso! Guai a liberarle, lasciarle andare come se non potessero sortire a nulla.

Stamane mentre buttavo giù queste considerazioni ho letto un messaggio:

un caro e vecchio amico ha finito il suo tempo terreno.

Serafino lo ricordo bene!

Ricordo il suo fare pacato. Sereno e misurato. Ha speso la sua vita per l'emancipazione dei deboli. Era un Sindacalista che militava e teneva alta l'ideologia socialista.

Un uomo elegante nel pensiero. Rispettoso e umano. Per lui i bisogni dei singoli diventavano problemi di tutti. Credeva in quello che si proponeva. Tenace e combattivo. Insomma un uomo d'altri tempi, diremmo oggi vista la deriva populista e qualunquista alla quale approdano gli pseudo capipopolo che, malgrado noi, governano la caducità del pensiero contemporaneo imperante.

mercoledì 11 novembre 2020

cinghiali in città

Caccia al cinghiale. (non col fucile).


Selvaggina grossa in città. Ieri sera intorno alle 20 e trenta si è fatto rivedere. Nel cortile/parcheggio tra macchine e bidoni della differenziata il nostro amico si è sfamato. Non ha usato troppo le buone maniere, d'altronde è cugino del maiale.


ph Maria Riccelli 

Quel cugino dal quale traiamo saporite provviste e che in alcune zone della Calabria ne hanno fatto prodotti di eccellenza.

La 'Ndujia di Spilinga e dintorni, capicolli pepati e dolci, salumi essiccati, guanciale, pancetta e prosciutti affumicati oggi sono leccornie mentre un tempo garantivano la sopravvivenza delle famiglie povere che, nonostante gli affanni riuscivano ad allevare il maiale e coltivare la terra.


Oggi gli allevamenti intensivi stanno producendo effetti collaterali all'ambiente devastando clima, qualità dell'aria, delle colture e, consequenzialmente, la vita.


Non è più una esigenza primaria nella catena alimentare ma un enorme giro d'affari.


E se pensassimo di regimentare il fenomeno seriamente per trarne un sostentamento intelligente?

Le possibilità intellettive e tecniche non mancano.


lunedì 9 novembre 2020

Calabria, terra di nessuno

Non ero io, dice il generale.


Dopo lo scivolone l'ex commissario della sanità calabrese sale sulle montagne russe de la 7 .


La sceneggiata inizia. È un dramma! Che si legge tutto nella persona di un vecchio generale che ha perso l'ultima battaglia.


La corte investigativa d'accusa è al completo:


Giletti, il conduttore scaltro, tenta di estirpare notizie da scoop.

Myrta Merlino, col suo fare confidenziale non è da meno.

Telese nelle vesti del pm arcigno chiede lumi e lancia accuse.

L'immancabile Alessandro Cecchi Paone sponsorizza un libro scritto a 4 mani col vice ministro alla sanità Sileri.


E poi il nostro Polimeni furibondo. Inappropriatamente sopra le righe come difensore dei calabresi. Ovviamente non a nome mio. Anche perché non ricordo di avergli dato mandato di rappresentanza.


Se non fosse per la gravità dei fatti che cadono completamente sulle spalle dei calabresi lo spettacolo mediatico di quarto ordine potrebbe essere un ottimo soggetto per uno psico-dramma mal congegnato e consumato.

Si lascia intendere che si è vittime delle zone d'ombra che nascondono orchi e potenti ma finissimi yeti che alimentano le bramosie a prescindere. Poteri occulti non esplicitamente citati si infilano nelle teste dei videoti avidi di retroscena macchiati di sangue e malaffare.

Un malaffare imperante che governa e soggioga la Calabria da sempre. La cortina di fumo tende a offuscare i ricordi, le scelte “politiche” adottate nel tempo. I tagli imposti dal governo centrale per il rientro di bilancio regionale ma anche le spese pazze fatte male da improbabili manager messi nei posti chiave dalla politica.


Da calabrese mi sento offeso! M'indigna il teatrino mediatico messo su da giornalisti d'assalto e da personaggi che trovano momenti di gloria facendo le pulci ai drammi personali e collettivi. Insinuando, lasciando intendere. Alzando la voce in maniera inappropriata e volgare.

Non entro nel merito della vicenda! Neanche per la nomina del nuovo commissario Zuccatelli.

Resto però fermamente convinto che un uomo navigato e forgiato nel servizio dalla legalità del suo mandato meglio avrebbe fatto se avesse declinato l'invito di Giletti o chi per lui. Presentarsi in trasmissioni trash come quella andata in onda ieri sera a la7 non è stata una scelta felice.

Sono ben altri i canali democratici a disposizione dei servitori dello Stato.

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