martedì 24 dicembre 2019

Auguri!

Per Vasco, il mio cane, oggi è un giorno come un altro.

Sveglia alle 6. Passeggiata lunga. Rientro a casa. Bocconcino. Feste per il bocconcino (una bella fetta di pandoro senza zucchero). E pennichella al sole.

I messaggi d’auguri si sprecano. Tra copia e incolla e tentativi non sempre andati a buon fine i social fanno la loro parte in quella ch’è diventata la giostra dell’effimero duplice, forse è più indicato dire “molteplice e insondabile” aspetto degli animi.
Eppure gli auguri tendono tutti al bene. Nessuno che dice apertamente quello che sente davvero. Sorrisi di circostanza. Inviti forzati come se qualcuno puntasse armi di distruzione di massa.

Gli unici a ridere soddisfatti sono i commercianti nuovi dell’e-commerce ma anche quelli storici che per le occasioni illuminano le vetrine ed espongono merci da acchiappo.
Regali.
Regali inutili come gli affanni delle vecchie donne di Calabria in cucina avvolte in nuvole odorose a sfornare “crespelle”. Pulire pesce. Soffriggere carne di maiale per il soffritto.
Tavole imbandite che si trasformano in schiaffi di questi tempi. Brindisi a speranze che saranno disattese come sempre. E in questo clima la politica imbastisce strategie. Finge di litigare. Fa accordi sottobanco. Cambia strategie. Risvolta bandiere pur di mantenere anche un esile legame col potere.

Ecco il clima del ss Natale. Comunquemente auguroni ai buoni! E siccome io mi sento buono (è natale): Auguroni a tutti, belli, brutti, buoni e cattivi

mercoledì 18 dicembre 2019

Provocazioni culturali clima banane e ambiente

Le provocazioni mentali non sempre sortiscono le reazioni desiderate da chi “provoca”.


Le reazioni sono correlate alla cultura e alla sensibilità di chi osserva e recepisce l’azione, l’atto provocatorio inibisce annichilisce o esalta e invoglia al dialogo.

Sarcasmo, derisione, superficialità oppure profonda considerazione per il gesto ostentato con sagacia?

Le reazioni più comuni che si sono succedute sui media alla satirica quanto astuta azione di mercato che ha “valutato” e imposto il prezzo altissimo di 12milaeuro alla banana di Cattelan scocciata sulla parete di una galleria hanno dimostrato per lo più pochezza di pensiero riflessivo.
Cosa inversa, suffragata da ammiccamenti e sorrisini, invece, alla “patatina” di Rocco. Anche se entrambi sono simboli del machismo, la prima, la banana, ha infranto il muro della superficialità ed è andata a sbattere contro le comune e elementari ottusità per il valore dato ad un prodotto della natura facilmente reperibile tra i banchi dei mercati ortofrutticoli.
… E se tra non molto tempo sarebbe un’impresa ardua trovare il frutto esotico ma anche il comunissimo tubero a buon mercato?

sabato 14 dicembre 2019

Semantica e Etica politica nelle azioni di governo

“Terremoto al comune di Catanzaro”.


Interpretazione semantica a parte, il titolo giornalistico, promotore involontario dell’evacuazione scolastica di alcuni istituti cittadini, pone seri interrogativi sul modo di fare e intendere la cosa pubblica da parte di certa politica accattona e strumentale ai bisogni non dei cittadini ma dei “gestori” del più alto strumento democratico del vivere comune.

La fretta, la superficiale interpretazione, l’indolenza con cui ci si relaziona spesso coi pensieri e i sentimenti altrui, la predisposizione all’ascolto con addosso maschere di circostanza sono elementi strutturali del tempo. Oggi a battere e determinare la velocità delle azioni e dei pensieri generanti il più delle volte le incomprensioni interpersonali c’è lo strumento informatico del web.

Tablet, telefonini, personal computer e tv trash sono i nuovi strumenti di connessione col mondo esterno.
La dipendenza è totale. Connettersi è l’imperativo categorico. Non poterlo fare è origine del panico. E poi la velocità impone spostamenti rapidissimi da una chat all’altra. Fake news, ovvero notizie false volute o farlocche dettate dall’ignoranza o malafede. Notizie tendenti a screditare potenziali concorrenti.
Certamente fa pensare, tornando a quanto accade nel consiglio comunale catanzarese, anche se d’impulso, alla superficialità d’approccio dei giovani consiglieri che avrebbero voluto cambiare il mondo. Giovani, che secondo gli inquirenti, si sono adeguati al modello in atto che consente di “arrotondare” le entrate personali attraverso finte sedute e relativi tatticismi per favorire “grandi elettori”.

Tutto ciò lascia l’amaro in bocca. Anche laddove l’indagine risultasse per alcuni ininfluente perché il fatto non sussiste rimane la macchia, l’onta di non avere tenuto fede all’impegno preso con gli elettori nel vigilare sulla corretta azione della cosa pubblica.

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