mercoledì 28 febbraio 2018

Se i robot sostituiscono i lavoratori

Dal 4°Stato allo stato di fatto


I laser assumono un ruolo crescente nell'automazione della manifattura odierna.

Levi Strauss sceglie i laser e li sostituisce ai lavoratori.
Per produrre jeans il colosso userà dei robot.


L'obiettivo, secondo quanto riporta il Financial Times - è quello di ridurre gli sprechi e i costi accorciando il processo di design e di manifattura che appare troppo lento per rispondere ai rapidi cambi nella moda.
Questo e' il futuro della manifattura dei jeans', secondo Chip Bergh, amministratore delegato di Levi Strauss.
Negli ultimi anni la società si e' trovata a fronteggiare una crescente concorrenza e una forte pressione sui margini e l'introduzione dei robot velocizza e rende più agile la produzione.
I laser possono compiere un la finitura di un paio di jeans in 90 secondi rispetto ai 6-8 minuti di un lavoratore in carne e ossa. Levi Strauss ha chiuso il 2017 con un utile in calo del 3% a 281 milioni di dollari, su ricavi per 4,9 miliardi di dollari.
Quindi, in estrema sintesi, al posto degli operai che si sono occupati fino ad ora delle finiture del prodotto, l'industria mette i robot!
I robot, salvo casi estremi, non si fermano, non hanno necessità corporee, non fanno break coffee non fumano non si ammalano non devono pagare il mutuo perché non hanno famiglia... e sì!, il lavoro rende liberi ma proprio liberi

mercoledì 21 febbraio 2018

EU Trucchi e inganni ai danni dell'Italia

Il grande vecchio ci riprova. Esce allo scoperto e loda Gentiloni.


Gentiloni, a dire il vero, mantiene il profilo basso. Vuole far credere che è lui il “moderato” che fa stare sereni gli imprenditori e la povera gente.
Agli anziani over 75 con un reddito basso Gentiloni abbuona il canone rai e lo urla ai quattro venti. Perché Lui dice di essere vicino ai bisogni della gente e che si deve creare lavoro, dare fiducia e fare rinascere la fiducia nei giovani per restare in Europa da leader e non da ruota di scorta.

Purtroppo l'europa che sognavamo è lontana! Questa Europa è dei furbi. È, per alcuni, un luogo ampio e franco, adatto per delocalizzare le aziende nei territori poveri che offrono mano d'opera a basso costo e concedono alle aziende bonus fiscali che in altri Paesi non sono pensabili.
La guerra tra poveri è stata forse sancita per decreto dai governanti col cuore di lupi che vestono pelli d'agnello?

La vicenda 'EMBRACO' non è e non sarà l'ultima “rapina” ai danni dei lavoratori e delle famiglie italiane. Cal center, golden lady, fiat, metalmeccanica, miniere, distribuzione etc etc sono le tappe del declino dei lavoratori italiani.
Tutti siamo vittime dei soprusi non sempre imputabili agli altri e se i guerrieri che ora sono impegnati nelle battaglie dentro e fuori i partiti non cambieranno mentalità e le regole comunitarie, restare in EU è impossibile! (purtroppo) I malcontenti sono reali e le necessità impellenti. Facile prestare il fianco e rischiare la deriva populista enfatizzata dai trascinatori.

Cari Gentiloni e Napolitano non servono le pacche sulle spalle e le parole pacate. Non sono commestibili!
Il profilo basso non è più credibile per quanti hanno fame di lavoro e non possono pagare le bollette, mandare i figli a scuola e men che meno dare loro i soldi per la pizza almeno una volta tanto.

domenica 18 febbraio 2018

Servizio e politica

Ne avevano fatto un punto di forza.

Restituire parte del compenso dovuto agli eletti nelle varie assisi e creare un fondo di solidarietà per le imprese è stato davvero una mossa forte. Con questa azione i 5 stelle volevano differenziarsi dagli altri politici e dare un segnale agli italiani sfiduciati. Volevano dire che non tutti siamo uguali e che ci sono persone “buone e cattive”. Insomma intendevano decontaminare la politica. E nei loro sogni, come in quelli della maggior arte degli italiani, la solidarietà doveva essere alla base delle azioni e del lavoro dei pentastellati. Ma i sogni all'alba spariscono e si sono svegliati, nonostante i buoni propositi, di avere a che fare con una cattiva educazione del fare e dell'essere cresciuti in una società quasi priva di valori.
Anche nel movimento dei cinque stelle la gramigna ha infestato il buon grano. E gli antagonisti ne approfittano: “vedete siamo tutti uguali. Tutti siamo contaminati e condizionati dai soldi e dal potere. Come possono guidare una nazione se non conoscono l'animo dei loro compagni di viaggio?”.

La battaglia si fa cruenta. Non conta se la maggior parte degli eletti hanno versato, come da statuto, e con i loro soldi hanno aiutato tanti piccoli e medi imprenditori.
Adesso conta a chi la spara più grossa. A chi promette la luna e l'estate tutto l'anno.

Dispiace. Dispiace per i giovani che hanno creduto possibile realizzare un sogno. Dispiace per i vecchi che hanno creduto fosse possibile il potere alla fantasia. Dispiace perché, su questa terra, con questa cultura dura a modificare, non vedremo, almeno per adesso, quel mondo nuovo che agognavamo da giovani.
Non lo vedremo fino a quando gli stessi che hanno guidato le sorti della società odierna non prenderanno consapevolezza e al posto delle parole metteranno le esigenze reali delle persone.
Inutile, fino a quel momento, parlare di questo o quel partito, di questo o quel programma elettorale.
Inutile invocare il diritto al voto e incitare alla partecipazione elettorale se alla base manca la cultura della comprensione dell'altro: ama il tuo prossimo come te stesso. … ma in questo clima terreno imbastardito di materialità grossolana, sotto molti aspetti, l'amore per l'altro, la solidarietà sono coniugati sintomi di debolezza o, nella migliore delle considerazioni, assenza di realismo confinante con la cazzonagine... ed esisti solo se fai due calcoli e ti attieni al famigerato diritto romano del do ut des anche quando dovresti “servire”. Perché, ricordiamolo: la politica è servizio! (dovrebbe)

domenica 11 febbraio 2018

Sulla pelle degli altri

Oh guarda chi c'è!
Ritorna. Più di qualcuno ritorna dimostrando affabilità. E riproponendo come se fosse la prima volta impegno e fedeltà alle sacrosante questioni del lavoro e della famiglia. Alla cultura!
Pacche sulle spalle. Qualche rimprovero bonario per l'assenza involontaria all'immancabile passeggiata in piazza. “Ma che vuoi. Siamo troppo impegnati. Comunque ci si sente su wazapp o feisbuk. A paroposito l'hai letto quel msgino? Mi raccomando. Ci tengo! Ma teniamoci in contatto dai... dopo le elezioni sono a tua disposizione”.


La guerra all'ultimo voto è iniziata da un pezzo. Donne e uomini impegnati a mantenere il potere politico si rifanno vivi. Promettono il mondo.
C'è chi invoca uguaglianza e diritti. Chi mette in primo piano la persona e il diritto alla vita; chi invece vuole e ritiene giusto incoraggiare i mercati invogliando a scommettere sull'Italia. Parole che antepongono per lo più la ricchezza dei mercati ai valori umani. E giù tutti a dire la propria ricetta salvifica: fuori gli immigrati, senza però conoscere i drammi che queste persone sopportano dai caporali e dai datori di lavoro: un euro a cassetta ed è grasso che cola se a fine giornata sono riusciti a guadagnare 20€. senza contare che la loro giornata si quantifica in 13/14 ore di lavoro nei campi a raccogliere agrumi, pomodori e quant'altro.

E c'è anche il nodo inps da sciogliere. I gradini della Fornero. Le pensioni d'oro intoccabili. Le baby pensioni degli statali, cioè gente che è in pensione da oltre trent'anni e che forse fanno un doppio lavoro a discapito di tanti che il lavoro stentano a trovarlo.
Insomma è un ginepraio difficile da districare ma che tutti i concorrenti al parlamento e al senato tirano fuori dal cilindro e sbavano.

Ma è di questo che abbiamo bisogno?

venerdì 9 febbraio 2018

Trippa al sugo di pomodoro

Oggi trippa. Da una vecchia ricetta contadina.


Una antica ricetta tramandata da madre a figlia oralmente impone pochi ma imprescindibili regole.

La prima, che è quella che dà gusto alla pietanza, impone di sciogliere del grasso e fare rosolare uno spicchio di aglio nel tegame prima di aggiungere la trippa ben pulita, lavata e bollita.
La seconda consiste nell'aggiungere l'acqua della bollitura insieme al sugo di pomodoro e qualche cucchiaio di concentrato di pomodoro. Ma vediamo insieme la scaletta così da non sbagliare.

Procediamo per gradi.
Ecco cosa serve per una pietanza:

trippa, qb alla bisogna;
sale q.b.
aglio;
origano;
passata di pomodoro;
peperoncino piccante;
un po' di grasso.

Una volta che abbiamo tutti gli ingredienti iniziamo col fare bollire l'acqua. Aggiungiamo la trippa lasciandola bollire per cinque minuti. Manteniamo l'acqua che ci servirà in seguito.
Facciamo bollire a parte il grasso e poi passiamolo al passatutto.
Tagliamo a striscioline la trippa.
Trasferiamo in una pentola capiente il grasso; aggiungiamo qualche spicchio d'aglio e lasciamolo andare. Appena dorato l'aglio, versiamo la trippa e aggiungiamo il passato di pomodoro insieme a due cucchiai di concentrato. Aggiungiamo l'acqua della bollitura e lasciamo cuocere lentamente per qualche ora a fuoco lento.

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