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sabato 4 luglio 2020

500 sogno impossibile

Siamo lontani anni luce dall'epoca del boom economico; dalle utilitarie delle case automobilistiche che si contendevano il mercato a colpi di innovazioni meccaniche, stilistiche e omaggi all'acquirente. Tappetini inclusi ma senza vernice metallizzata, cerchi in lega. Negli anni dell'industrializzazione il climatizzatore ancora non esisteva nell'offerta delle automobili.


Una 500 costava poco. Relativamente poco. Persino i redditi bassi potevano sognare di essere alla guida di una spartana renault, una citroen, una fiat!, quindi  una diana, una bianchina o una cinquecento.

Insomma con 7/8 salari mensili o stipendi dal valore di 80milalire si poteva comprare una cinquecento dal valore di 500/600 mila lire.

Il prodotto industriale tirava e attraeva. Quasi tutti potevano appropriarsene anche facendo ricorso alle cambiali firmate all'atto della stipula del contratto di compravendita della macchina.

Parlare oggi dell'acquisto di una macchina è un miraggio.

I Prezzi sono proibitivi fin dall'acquisto (per una 500 elettrica ultima generazione si parla di 34/36mila€) e poi c'è da includere la spesa per la manutenzione, assicurazione e tassa di circolazione ridefinita tassa di proprietà annuale.

No! non ci sono più le condizioni fiorenti di un tempo.
Il mercato delle automobili è morente. Tra disoccupazione e prezzi alle stelle se si vuole , mantenere in vita questo settore si devono trovare nuove strategie di politica sociale e industriale.

Rivedere tasse e abolire i paradisi fiscali all'interno dell'Europa.
Ovviamente è impossibile mantenere gli stessi standard occupazionali in vigore fino a qualche decennio addietro.
È anche improprio chiedere aiuti di Stato pur sapendo di non potere mantenere le promesse e gli impegni presi con le parti.

Quindi?

Il discorso è lungo. Ma si potrebbe pensare di includere le utilitarie spartane nel famoso paniere alla stregua delle necessità primarie dei cittadini e elargire incentivi congrui.
Calmierare i costi anche delle assicurazioni. Abolire la tassa di proprietà. Imporre ai manutentori, meccanici e attività affini, una sacrosanta fattura parlante fedele al lavoro svolto con tanto di prezzo imposto per mano d'opera e pezzi di ricambio.

mercoledì 28 febbraio 2018

Se i robot sostituiscono i lavoratori

Dal 4°Stato allo stato di fatto


I laser assumono un ruolo crescente nell'automazione della manifattura odierna.

Levi Strauss sceglie i laser e li sostituisce ai lavoratori.
Per produrre jeans il colosso userà dei robot.


L'obiettivo, secondo quanto riporta il Financial Times - è quello di ridurre gli sprechi e i costi accorciando il processo di design e di manifattura che appare troppo lento per rispondere ai rapidi cambi nella moda.
Questo e' il futuro della manifattura dei jeans', secondo Chip Bergh, amministratore delegato di Levi Strauss.
Negli ultimi anni la società si e' trovata a fronteggiare una crescente concorrenza e una forte pressione sui margini e l'introduzione dei robot velocizza e rende più agile la produzione.
I laser possono compiere un la finitura di un paio di jeans in 90 secondi rispetto ai 6-8 minuti di un lavoratore in carne e ossa. Levi Strauss ha chiuso il 2017 con un utile in calo del 3% a 281 milioni di dollari, su ricavi per 4,9 miliardi di dollari.
Quindi, in estrema sintesi, al posto degli operai che si sono occupati fino ad ora delle finiture del prodotto, l'industria mette i robot!
I robot, salvo casi estremi, non si fermano, non hanno necessità corporee, non fanno break coffee non fumano non si ammalano non devono pagare il mutuo perché non hanno famiglia... e sì!, il lavoro rende liberi ma proprio liberi

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