martedì 8 agosto 2017

da Soverato a Torre di Ruggiero

La Calabria è bella! Ha un territorio e un clima invidiabili e che dire dei calabresi? Gente accogliente che fa dell'ospitalità cultura d'accoglienza.
La sua geografia si presta a repentini escursioni: mare e monti sono a portata di mano. Si può passare dal caldo della marina al piacevole fresco dei monti in una manciata di minuti. Basta conoscere le strade (giacché la segnaletica, a volte, lascia molto a desiderare)!
 

La trasversale delle serre collega agevolmente la costa e quindi il mare jonio del soveratese ai boschi di castagni e pini delle preserre. Conifere e macchia mediterranea vegetano tra i comuni di Torre di Ruggiero, Chiaravalle fino a Serra San Bruno e Mongiana col suo parco ben curato dal corpo forestale in cui vivono in libertà anche numerosi animali selvatici. E poi sull'Aspromonte, guardando a sud in direzione Reggio Calabria, sembra di poter toccare Scilla e la costa degli dei. E ancora la Sila, a nord nel catanzarese che si estende nel cosentino.

Ma rimaniamo sul versante delle serre calabresi. Su a nord di Soverato, fatti pochi chilometri e, lasciata la vecchia sede della strada provinciale, imboccata la statale 713, il nuovo tratto della trasversale delle serre, l'aria inizia ad essere più fresca. Il cambiamento climatico si avverte subito dopo Gagliato e risulta piacevole.

Qualche km ancora ed ecco Torre di Ruggiero, immersa nei castagni. Aria e acqua fresca leggerissime sono un toccasana per il corpo accaldato. Fatta una puntatina al Santuario Mariano dedicato alla Madonna delle Grazie si prosegue verso l'entroterra.
La segnaletica verticale indica una serie di attività dedite all'agriturimo che spesso prendono il nome del territorio in cui sorgono oppure dalle peculiarità autoctone: “cretarossa”, “torello” “limini”, “la vitusa” e vi si accede dalle bretella della ss182; a nord est di Torre.

Castagni, nocciole, amarene, pere, pesche e allevamenti di bestiame riportano la mente indietro nel tempo di qualche decennio a quando ancora le attività contadine erano fonte primaria del sostentamento. Poi il grande esodo spopolò paesi e campagne. Molti andarono in cerca di fortuna al nord, Francia, Germania, Svizzera.

Non v'è dubbio alcuno. La Calabria è bella! È una meta da raggiungere e da vivere!, consigliata per quanti amano la tranquillità, il ritorno alla natura e andare alla scoperta di antichi sapori e mestieri. Le attività commerciali recenti come gli agriturismo e i b&b sono sovente gestiti da persone del posto che hanno fatto la gavetta all'estero. Migranti di ritorno, costretti dalla crisi ad inventarsi di che vivere ritornando alla terra e ai suoi prodotti. Gente di Calabria assai gentile. Educata dai mestieri svolti all'estero e che adesso mettono al servizio degli ospiti forti delle lingue apprese durante i lunghi e difficili anni vissuti in Germania o altrove.



La Calabria è una terra meravigliosa tutta da scoprire.

lunedì 7 agosto 2017

Passione musica

Sal Mistico, giovane promessa del jazz.


L'altra sera, a Soverato, nella splendida marina con sullo sfondo le acque limpide e cristalline del mar jonio, Salvatore Nisticò ha suonato davanti ad una platea attenta. Appassionati e rapiti dalla sua musica, probabilmente increduli, gli ospiti si lasciavano cullare dalle note emanate dal pianoforte. Le mani di Sal accarezzavano i tasti che, docili, effondevano armonie.

Salvatore è figlio di un illustre calabrese. Un emigrato colto. Uno scienziato che, oltre ad insegnare all'Università di Roma, dirige l'ebri, centro di ricerca “Rita Levi-Montalcini Institute”. Ma non è del prof. Giuseppe Nisticò che intendo parlare.
Questo spazio è dedicato alla passione del giovane Salvatore, seguito dal maestro Claudio Colasazza fin da quando aveva cinque anni. È passato del tempo da suo primo cd. Una registrazione sostenuta dalla esperta guida del maestro Claudio e dal piglio gioiso del piccolo Sal Nistico.
Appunto, “piccolo” anagraficamente da non confondere col noto jazzista italo-americano di origini calabresi Sal  Nistico.

Salvatore Nisticò oggi ha compiuto sedici anni. Ancora giovane per “gareggiare” col suo omonimo e reggerne il confronto. È cosciente del peso che dovrebbe sopportare.
16 anni. Selezionato per il corso estivo della Berklee University di Boston tenutosi a Perugia nell'ambito di Umbria jazz. Salvatore vuole e pretende un suo spazio. Uno spazio vergine per confrontarsi anche coi jazzisti che hanno suonato col più noto Sal Nisitco e che lui ha conosciuto nelle rassegne.
Decide, quindi di apportare una leggerissima modifica al suo cognome. Trasforma, anteponendo una M, e il suo nome d'arte, adesso, è Sal Mistico. In ossequio al suo essere riflessivo, attento e appassionato della musica.

Ho ascoltato il suo ultimo cd, registrato insieme al suo maestro Claude Colasaz dal vivo. L'ho ascoltato attentamente, con gli occhi chiusi. Mi ha portato in una dimensione eterea. Giocosa e solenne nello stesso tempo. Non una disarmonia o tentennamento. Non si è lasciato intimorire dalle prestigiose presenze fra cui Esmeralda di Belgio e sir Salvador Moncada, marito della principessa Esmeralda.

Sal ha eseguito l'introduzione e il tema principale il cui ritmo è scivolato gradualmente nelle sapienti mani del maestro Colasaz; insieme hanno estasiato il pubblico dell'Hassler Hotel con le improvvisazioni vibranti dal lirismo accattivante.

14 brani che vanno da “Round Midnight” di Thelonioues Monk a “Willow Weep for me”, passando per “oblivision” di Astor Piazzolla, “Caruso”, di Dalla, “I loves you porgy” di George Gershwin”, “goodfather”, di Nino Rota... “l'immensità” di Don Backi, qualche brano della Tosca dell'intramontabile Puccini.
Insomma, un cd da ascoltare in religioso silenzio.

mercoledì 2 agosto 2017

Mileto, battuta d'arresto per l'Opera Cuore Immacolato di Maria?

La decisione del vescovo di Vibo-Mileto monsignor Renzo ha portato sconcerto in molti devoti che vedevano in Natuzza la mamma amorevole che intercedeva col Divino e portava conforto ai tantissimi sofferenti che si rivolgevano a lei.

Nel disegno divino pare ci fosse anche la realizzazione di una grande e accogliente chiesa. Opera chiesta espressamente dalla Madonna.

Le donazioni, arrivate copiose alla fondazione con lo scopo di realizzare il “sogno” e la volontà della Madonna, hanno caratterizzato diverse menti che, creativamente e in assoluta buona fede, si sono prodigate affinché l'opera si realizzasse nel più breve tempo possibile.

Adesso il decreto di revoca sottoscritto da mons. Luigi Renzo revoca, in ossequio al codice di diritto canonico, l'approvazione dello statuto della fondazione con conseguenze “coercitive” nei confronti della stessa. Niente attività pubbliche di religione e culto. Niente offerte. Nessuna messa e men che meno è consentita la conservazione del sacramento nella casa per gli anziani “P. Colloca”.

Insomma, sembra una presa di posizione dura, difficile da comprendere. Ma teniamo a mente le parole e l'insegnamento di Mamma Natuzza:

Da viva, il suo umile fare, infondeva serenità e voglia di ricercare l'Assoluto con la preghiera e la concentrazione mistica.

Vedeva gli spiriti dei defunti. Parlava con i morti.

Gli spiriti dei defunti le apparivano con le sembianze terrene e comunicavano dall'aldilà rimembrando episodi accaduti nella vita terrena per confermare la veridicità della loro esistenza.

Per i suoi carismi fu internata. E lei, sempre obbediente e con estrema umiltà, lasciò fare. Si sottomise alla Chiesa. Credeva fermamente nel ruolo sacro assegnato al clero. Invitò alla preghiera. Suggerì cenacoli di preghiera che si moltiplicarono nel tempo e si diffusero in tutto il mondo grazie alle parole dei “miracolati” e dei devoti che la conobbero.

Natuzza era tutto questo. Non possessività o bramosie terrene. Era madre di famiglia e prima di dedicarsi ai problemi delle moltitudini che andavano a bussare alla sua porta rassettava casa, preparava la colazione, cucinava, stirava e accudiva figli e marito.

Riunitevi nei cenacoli e pregate. Diceva. Pregate affinché il bene abbia il sopravvento e vinca sul male. La Chiesa è Madre e Le si deve obbedienza.

lunedì 31 luglio 2017

Auto, Fari come nuovi in 5"

FAI DA TE.

Come far tornare nuovi i vecchi fari ingialliti.


Tempi duri per chi non ha la possibilità di cambiare l'auto. E allora è necessario mantenere efficiente la vecchia: revisioni e manutenzioni sono obbligatori per legge perché c'è da prevenire incidenti a sé e agli altri utenti della strada. Quindi è giusto fare attenzione alla meccanica, ai freni, al motore e agli indicatori visivi: frecce, stop e fari. Questi ultimi, specie se sono di plastica, tendono, col passare del tempo, ad ingiallire e, ovviamente, la patina giallastra che ricopre i fari limita la diffusione ottimale del fascio luminoso.

Non è una questione di “vista, non c'è bisogno di recarsi dall'oculista: è solo una semplice questione di ordinaria manutenzione.

Fino ad ora chiunque avessi interrogato sulla materia suggeriva di sostituire i fari o darci sotto con olio di gomito e lucidarli con della pasta abrasiva, la stessa che usano i carrozzieri, con un complicato passaggio di carta vetrata, ripetuti lavaggi e panni morbidi.
Ho ragionato sul problema proprio mentre stavo facendo un altro piccolo intervento di manutenzione. Adoperavo un prodotto antiossidante che solitamente si usa per sbloccare bulloni e scrostare la ruggine. Insomma un prodotto multifunzione reperibile nei negozi fai da te.
Perché no? Mi dico. Provare non costa nulla. Detto fatto!
Una spruzzatina leggera in un angolo del faro. Una pronta passata di spugna, quella che abitualmente si usa per lavare i piatti, dal lato abrasivo e... voilà, risolto! I fari sono come nuovi! Ora ci vedo decisamente molto meglio.

sabato 8 luglio 2017

Passi di velluto

Quando la violenza prende il sopravvento e il male si accanisce sui deboli le. Etichette per definirne il genere sono inutili e a volte anche morbosamente dannose.
Il vouyerismo vince sempre. E, passato il primo attimo d'indignazione la curiosità lascia spazio all'indifferenza.
In pochi si chiedono come mai arrivano quotidianamente barconi sulle coste della Calabria. Tutti carichi di minorenni senza scarpe.
Camminano leggeri. Uno dopo l'altro. Passi di velluto che non lasciano tracce. Silenziosi. Gli infradito diventano un bene prezioso per alcuni, mentre altre, costrette sulla strada, indossano scarpe col tacco dodici e sembrano di volare leggere. eteree come farfalle verso un mondo sconosciuto governato e abitato da uomini lussuriosi. (esigenze di mercato) loro malgrado, obbligate...

I piedi sono costretti in posizioni inusuali, imprigionati, toccano terra con le dita. Adesso. Ma prima?

Forse non li possedevano? Sono così poveri e reietti che non hanno visto scarpe in vita loro? oppure glieli fanno togliere i mercanti di carne umana?
Quanto peserà un paio di scarpe anche consumato? che peso specifico vuoi che abbiano un paio di pantofole di corda?
Quel tanto che basta per imbarcare ancora qualche chilo di carne e ossa da scaricare oltre confine!

E poi, gli sturpi e le violenze. Abusi che non hanno nulla di umano tolta la follia che rimane una prerogativa dell'essere che sta in cima alla catena animale.
ph digit, courtesy archivio Iannino©

La violenza non ha confini, colore e neanche genere.
Uomo contro uomo. Donna. Bambini. Che non sempre scaturiscono per motivi ideologici.
La violenza sta sottocenere. Cova lentamente. E quando diventa una fiamma incontenibile brucia ogni cosa. Tutto ciò che rientra nel raggio del proprio stato vitale è potenzialmente in pericolo.

Femminicidio. È stato coniato questo termine per additare con disprezzo l'uomo, il compagno, che ha infierito fino ad ammazzare la donna amata prima e odiata dopo.
Le cronache narrano di amori finiti per uno dei due ma che l'altro non vuole accettare.
Una persona con la testa sulle spalle se ne farebbe una ragione ma … il cervello è come un velo di cipolla. E allora avanti con le manifestazioni di solidarietà e denuncia. Giù con i talk show.
Nell'era dell'apparire, non sorge il dubbio che queste operazioni, anzicché emancipare, mortifichino l'intelligenza di chi osserva dalla finestra, con occhi e orecchi condizionati dal racconto enfatizzato o no dai media, vittime e aguzzini?


Post suggerito

Un salto in Calabria

  La scogliera di Cassiodoro è situata tra i comuni di Stalettì e Montauro, nel golfo di Squillace. L’affaccio sul mare è spettacolare! ...

divulghiamo bellezza!

a ore 12 ... ...at 12 o'clock ... post in progress, analisi e opinioni a confronto