sabato 12 maggio 2012

Milano, nasce un sogno, MACAO

I sogni dei giovani e l'entusiasmo fanno camminare il mondo! E se da una parte d'Italia arrivano notizie allarmanti per la continuità espositiva delle opere d'arte (il CAM di Casoria sta bruciando le opere che ha in custodia perchè non riceve fondi)da Milano soffia il vento propositivo di artisti che hanno deciso di cambiare volto ad una vecchia struttura di 30 piani abbandonata da anni: torre Galfa, un grattacielo vuoto da 15 anni, dal 2006 di proprietà dalla Fondiaria SAI di Ligresti e attualmente in fase di commissariamento.
Di chi è stata l'idea? Ufficialmente dei circa 200 giovani che sabato 5 maggio, guidate dal gruppo “lavoratori dell'arte” gli stessi del Teatro Valle di Roma, hanno scavalcato le recinzioni e srotolato dal trentesimo piano uno striscione suggestivo che ricorda “la fantasia al potere” della contestazione giovanile sessantottina.
"Si potrebbe anche pensare di volare".
Un'azione ingenua e una frase poetica affermano che si può ancora opporre la fantasia alla realtà, indipendentemente da quello che succederà dopo, qualsiasi sorte toccherà all'immobile e qualsiasi piega prenderà l'occupazione.

A distanza di quasi una settimana dall'occupazione nessuna reazione ufficiale dalla pubblica amministrazione (l'Assessore Boeri pare sia dalla parte degli occupanti; lo dice uno di loro e anche il sindaco Pisapia ha espresso parole a sostegno dalla sua pagina di FB) dalla proprietà e di conseguenza neanche dalla Digos che li lascia lì, a lavorare in tutta tranquillità.


"Era il momento giusto per entrare, ce lo hanno fatto sapere delle persone interne al Comune di Milano" racconta un ragazzo che all'ingresso si occupa di rispondere alle domande dei cittadini che passano ed entrano a curiosare per vedere cosa sta succedendo - ma qui le voci di corridoio girano e Macao smentisce l'accordo con il Comune: "sicuramente è un'occupazione pacifica, ma non agevolata".

Una occupazione pacifica che risolve una situazione di stallo, per cui un grattacielo (esempio di architettura modernista, terminato nel 1959, quando il quartiere doveva diventare il "Centro Direzionale" della "Capitale Morale") in disuso diventa centro aggregativo per le arti e la creatività.

Dario Fo, intervenuto all'assemblea cittadina di ieri, ha detto:"non me l'aspettavo di vedere tanta gente consapevole di fare qualcosa di straordinario, mi porta indietro di 45 anni". Come qualcuno ricorderà, Dario Fo, ai suoi tempi occupò la Palazzina Liberty per farne un'officina teatrale d'avanguardia.

Ma, se MACAO diventasse un sogno possibile, frutto di un disegno preciso che ricalca esperienze simili come vorremmo che fosse?
Certo, 30 piani sono contenitori imponenti in quanto a spazio fisico, ma quello che preme sapere di più è chi e cosa determinerà la “politica culturale” di MACAO qualora decollasse.
Sarà davvero un'isola felice per i creativi atipici non sponsorizzati dalle lobby
dalle industrie della moda? Ospiterà concerti, opere teatrali, studenti delle accademie o corsi di disegno per bambini, portatori di handicap, corsi di cucito, fashion show di designer indipendenti e quant'altro è frutto della creatività o sarà l'ennesima spartizione di certa politica che ha condizionato le scelte culturali nel nostro Paese?

 In bocca al lupo ragazzi!

TUTTA COLPA DEL DIGITALE TERRESTRE

Chi si accinge a fare qualcosa per la prima volta, può cadere in errore e sbagliare per inesperienza, mancata o errata programmazione preventiva e altri fattori che esulano dalla volontà dei neofiti. Le stesse motivazioni non possono essere applicate a chi sbaglia per negligenza o peggio per rabbia o vendetta. E a proposito di prima volta, in Calabria è arrivato il segnale digitale terrestre per le frequenze televisive e come era prevedibile le trasmissioni ne soffrono per tenuta di segnale e qualità delle immagini. Ieri sera, per esempio, l'assenza di segnale induce a fare zapping e quando finalmente il rumore si trasforma in segnale una faccia minacciosa grida: “vergognatevi come vi permettete ci avete sputtanati con le vostre interrogazioni venite qui a parlare vergognatevi vi dico io chi siete..!”. “ma ora andiamo in pubblicità perchè io non dipendo da nessuno né destra né sinistra a me sono le aziende che mi fanno mangiare vergognatevi vergognatevi pubblicità”

ma... chi è?? Wanna Marchi???? è tornata col suo staff , stregone compreso per fare le fatture a chi non paga, riempiree di paure ignoranti casalinghe e videoti incalliti?
No! è uno che dice di fare televisione da oltre venti anni che cita a sproposito Funari e scimmiotta la Wanna per infiammare gli animi e vendere il suo prodotto. Uno che si rifà all'articolo 21 della Costituzione che dice di dare spazio a chiunque chiami in trasmissione ma poi li sovrasta e fa sfumare la telefonata. Uno che chiama per nome e cognome il telespettatore ignaro che crede in lui e telefona per avere voce in trasmissione ma che censura non appena esce qualche nome di imprenditori che hanno, secondo le motivazioni di chi telefona, combinato qualcosa di poco gratificante.

 Ma come recita l'articolo 21 della Carta Costituzionale della Repubblica Italiana “...ognuno è libero di...”
Tutta colpa del digitale.
Meno male che c'è il telecomando!

venerdì 11 maggio 2012

Annarosa Macrì, libertà di pensiero e professionalità nemici in RAI

In Italia, la RAI è la televisione di Stato! Una televisione generalista che si mantiene con l'abbonamento obbligatorio dei cittadini in possesso di un televisore e con la pubblicità. Di conseguenza, chi paga il canone è in parte “proprietario” del servizio e come tale dovrebbe essere tenuto in considerazione da chi sovrintende ai vertici aziendali. Di fatto, i partiti governano la televisione di Stato. Le poltrone sono suddivise secondo la volontà dei partiti politici mentre il governo in carica ha la maggioranza. Un tempo si diceva: RAI 1 è democristiana; RAI 2 socialista; RAI 3 comunista. Ciononostante i servizi tematici, complessivamente sono stati in grado di offrire un discreto modello di saperi e contribuito nell'alfabetizzazione di quanti sopravvissuti a fame e guerra. Chi non ricorda “non è mai troppo tardi”, “Angelo Lombardi, l'amico degli animali”, “Rin Ti Tin” “Lassie” “La nonna del Corsaro Nero” “Canzonissima”... e l'eccessiva attenzione censoria di quanto andava trasmesso.
Oggi si è passato da un eccesso all'altro!
Il servizio pubblico che la RAI offre, in quanto televisione di Stato, non sempre tiene nella giusta considerazione la libertà e la pluralità di pensiero di lavoratori Rai e cittadini utenti.

Senza farla troppo lunga, ha ragione Santoro, nell'azienda serve professionalità non servilismo di minzoliniana memoria.
Urge un'informazione libera, non soggetta a censure partitiche o personali. Un'informazione onesta!
Ma pare che questo non paghi i partiti e gli uomini che li governano malamente. Allora si defenestra un buon giornalista perchè ha osato approfondire un'inchiesta spinosa; ha documentato un giro di connivenze e mal vessazioni, affari sporchi fiancheggiati dai politici o semplicemente la superficialità di questi ultimi nello gestire la cosa pubblica, lo sperpero del denaro pubblico fiancheggiati da dirigenti compiacenti o, peggio, servili per gioco forza perché nominati dalla politica.

Bene, dopo le ben note vicende sul canale nazionale RAI 1, anche la testata giornalistica della Calabria pare abbia il suo Minzolini! Il taglio è quello inviso alla democrazie e al rispetto degli utenti. Basta vederne uno per capire omissioni e vacuità delle notizie spesso prive di riscontro ma complete di strafalcioni.
Forse è per questo motivo che non si vogliono concedere diversivi leciti come collaborare con quotidiani stampati che, per il solo fatto di scrivere un articolo, possano distogliere le giornaliste brave come Annarosa Macrì dal loro impegno principale di dipendenti RAI?

Chi è Annarosa Macrì?

Annarosa Macrì è una giornalista seria tutta di un pezzo. Professionista di valore, persona di cultura raffinata, scelta da Enzo Biagi (che sia proprio questo il suo peccato?) per le sue indimenticabili trasmissioni - vere e proprie lezioni di giornalismo - lei ha anche il dono di una straordinaria scrittura, limpida nella costruzione, densa nei contenuti e coinvolgente nel coraggio. Troppo brava e libera per essere tollerata in un mondo di nani e ballerine. Ebbene, poco dopo un cambio al vertice dell'informazione televisiva regionale, per caso coincidente con un cambio di quadro politico in Calabria, quattordici mesi fa parte un provvedimento disciplinare che obbliga Annarosa Macrì a sospendere la sua collaborazione con il Quotidiano di Calabria. Collaborazione che non interferiva affatto con la sua attività alla Rai tant'è vero che dopo qualche mese il provvedimento fu archiviato.

Dieci mesi fa lei chiese l'autorizzazione alla direzione della Rai di poter riprendere la collaborazione. Pochi giorni fa la lapidaria comunicazione: «Il Direttore Generale, con lettera riservata indirizzata al Direttore di Testata e ricevuta questo pomeriggio, ha riscontrato negativamente la richiesta di autorizzazione alla collaborazione con il "Quotidiano della Calabria"». Nessuna motivazione, un no secco, contrattualmente ineccepibile. Infatti, il contratto di lavoro giornalistico (articolo 8) lascia piena libertà al direttore, d'accordo con l'editore, di non rilasciare autorizzazioni a collaborazioni quando l'assunzione preveda la prestazione d'opera esclusiva. Naturalmente è raro che l'autorizzazione sia negata. Soprattutto di una grande azienda pubblica dal carattere ecumenico come la Rai.
Ma questa volta è andata così!

quanto è credibile la nascente giunta Abramo?

Dal punto di vista formale, una volta riscontrata la validità del sindaco e definita la questione dei resti,con l'acquisizione dei dati relativi alle tre sezioni “incriminate” del quartiere Lido, l'ultimo seggio in dubbio viene assegnato alla lista "Catanzaro con Abramo".

Questi i probabili futuri inquilini dell'aula rossa:
5 consiglieri di "Catanzaro da Vivere";
4 del Pdl; 3 per la lista Scopelliti;
3 per la lista "Catanzaro con Abramo";
2 "Per Catanzaro";
2 per la AdC di Pionati;
Per l'opposizione:
Salvatore Scalzo,
3 consiglieri del Pd;
2 di "Svolta democratica";
1 Partito socialista ed Ecologisti; uno al Bene in Comune; uno a Primavera a Catanzaro; uno a Sel; e 1 all'Italia dei Valori.

Il consiglio comunale, quindi, dovrebbe essere composto da:
Sinibaldo Esposito (Catanzaro da Vivere);
Marco Polimeni (Catanzaro da Vivere);
Filippo Mancuso (Catanzaro da Vivere);
Stefania Logiudice (Catanzaro da Vivere);
Francesco Galante (Catanzaro da Vivere);
Domenico Tallini (Pdl);
Sergio Costanzo (Pdl);
Ivan Cardamone (Pdl);
Antonio Corsi (Pdl);
Carlo Nisticò (Lista Scopelliti);
Mario Camerino (Lista Scopelliti);
Giulio Elia (Lista Scopelliti);
Franco Leone (Per Catanzaro);
Luigi Levato (Per Catanzaro);
Tommaso Brutto (Catanzaro con Abramo)
Eugenio Riccio (Catanzaro con Abramo);
Agostino Caroleo (Catanzaro con Abramo);
Domenico Concolino (AdC);
Andrea Amendola (AdC);
Lorenzo Costa (Partito democratico)
Vincenzo Capellupo (Pd);
Franco Passafaro (Pd)
Manuel Laudadio (Svolta democratica)
Antonio Mercurio (Svolta democratica);
Roberto Guerriero (Partito socialista ed ecologisti);
Rosario Mancuso (Il bene in comune);
Mauro Notarangelo (Primavera a Catanzaro);
Antonio Giglio (Sel);
Danilo Sergi (IdV);
Roberto Rizza (Udc)
Salvatore Scalzo
Pino Celi.

Ma quanta fiducia ispira un consiglio comunale o meglio, una giunta comunale che si porta dietro la macchia dei voti comprati e altri brogli attuati per raggiungere il potere?

Abramo è sindaco, lunedì al lavoro

transumanza
Sacre Scritture a parte, è difficile vedere qualcuno immolarsi o pagare in contanti per “servire” gli altri membri della comunità. Eppure accade! Stando alle indagini della DIGOS e alle “voci di popolo” che circolano in Catanzaro pare che due candidati consiglieri di cui uno è risultato eletto nella lista “per Catanzaro”, che sostiene Sergio Abramo, abbiano pagato un voto da 50 a 100€.

Quella che sembrava una panzana simile alle leggende metropolitane per le probabilità di riuscita vista la segretezza del voto è subito spiegata: il compratore di voti aspetta fuori dall'edificio che ospita i seggi e quando vede arrivare il “cliente” lo avvicina e gli consegna una scheda elettorale già compilata. L'elettore entra nel seggio, espleta il rito e una volta dentro la cabina, al riparo da occhi indiscreti conserva la scheda vergine e tira fuori quella già segnata. La imbuca nell'urna. Esce. Consegna la scheda elettorale vergine al “compratore” e intasca i soldi.

L'operazione del passamano giustifica lo stato delle schede che risultano inspiegabilmente sgualcite.
Spiegato l'arcano e con due candidati attenzionati dalla magistratura, la commissione elettorale chiamata a ricontare le schede ravvisa l'eleggibilità di Sergio Abramo a Primo Cittadino di Catanzaro che con 28.803 voti supera il 50,22% eludendo il ballottaggio.

A tre giorni dopo la chiusura dei seggi, la sera di giovedì 10 maggio, per 130 voti Abramo vince al primo turno ed è sindaco di Catanzaro per la terza volta.

La commissione presieduta dal magistrato Domenico Commodaro ha trasmesso i risultati all'ufficio comunale di competenza e lunedì prossimo, Sergio Abramo prederà possesso dell'ufficio in Palazzo De Nobili.
Buon lavoro! Sindaco Abramo!

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