sabato 31 ottobre 2015

Ricette calabresi. Due in una all'ortofrutta

RICETTE 'E 'NA VOTA: PAST'E FINOCCHJ, CICORIA SOFFRITTA.


cime di finocchio

cicoria


Vitaliano che fai, mi lasci quei pennacchi? Signo' se volete ve li tolgo ma i cimiceddhi li lasciamo apposta per chi vuole fare pasta e finocchi! Pasta e finocchi?
E come si fa pasta e finocchi?
È semplice! Tagliate le cime e le scaldate nell'acqua bollente. Una volta cotte le insaporite con acciughe o quello che volete voi.
Va be' lasciali và che provo a fare pasta e finocchi. Magari chiamo mamma e mi faccio dire la ricetta. Lei sì che è brava in cucina.

La ragazza è della generazione “pappine preconfezionate e dalla frutta che cresce nelle cassette esposte sul banco dell'ortofrutta”. Sembra dire un'anziana signora che la guarda meravigliata e che si sente in dovere di darle qualche suggerimento su come prodigarsi in cucina “come si faceva una volta”.

Figliola!, non ci vuole un diploma o essere scheffi della televisione per fare pasta e finocchi. Anzi mò li trovi al negozio. Na vota dovevamo andare in campagna, sulle “timpe” a racchioglierli teneri teneri e se non c'erano finocchi raccogliavamo cicorie. Altroché! Ai tempi miei era un'altra cosa e pe' i cìcori sì ca nci vò fhatica e amma i sai fhara! Prima meh gugghji amm'i lavi boni boni e ppoi, na vota cotti, i suffriji cu piparedduhu e agghju nte na 'nticchjia e ogghiu d'oliva.
Ma chi nda sapiti vui giuvani... và beddha và … a curpa è a nostra, de' nui genitori ca vi criscimma 'nta vambacìa...

cicoria al piatto, soffritta

mercoledì 21 ottobre 2015

Canone rai. Renzi, un genio!

Renzi è di destra o di sinistra? E il pd?
Giorgio Gaber, buon'anima, avrebbe risposto: cos'è destra e cos'è sinistra?

courtesy M. Iannino "STAR"


Renzi, secondo me, è una volpe democristiana, degno erede di Andreotti.
Matteo Renzi è riuscito, aiutato dai poteri forti che governano l'Italia, a scalare le antiche “botteghe oscure” ed a fare ciò che il pd non avrebbe potuto fare perché imprigionato dagli schematismi.
In poche parole Matteo Renzi ha battuto i furbetti di piccola taglia.

Renzi, Con la tassa rai in bolletta enel ha superato in fantasia e praticità chiunque e gabbato i piccolissimi evasori che destinavano, forse, il corrispettivo canone rai a spese più concrete per la famiglia o per sé stessi.

La sua furba strategia di dare con una mano e con l'altra riprende i bonus propagandati sapientemente, vedi gli 80€, con gli interessi, adesso è più chiara che mai. Certo se usasse la stessa fantasia per recuperare le risorse occultate dai grandi evasori, ma questo è un capitolo.

Rimanendo in tema, i dibattiti si moltiplicano. Chi urla e chi ammicca. Però, analizzando bene e nel dettaglio, con una semplice mossa Matteo Renzi ha abolito le spese di spedizione e gestione dell'urar, l'ente preposto all'invio e recupero canone demandando il compito all'enel e poi, laddove qualcuno dichiarasse di non possedere apparecchi tv e non avere neanche la connessione wifi per connettersi al web, ecco subentrare l'odiata equitalia per i relativi riscontri.
E questa è la chicca! Chi, non possiede una scheda telefonica con i giga per viaggiare in internet?
Insomma, un piccolo capolavoro che tappa la bocca alle associazioni dei consumatori e a quanti si appellano alla costituzione.
Concludendo: per fottere i furbetti italioti c'è voluto un furbo fiorentino con la sua band. :-)

venerdì 16 ottobre 2015

Un nativo con la fionda

Rumori di rami secchi spezzati e la voce di un bambino che parla al nonno: sì nonno questa è buona.
Dai spezza il ramo che viene una bella fionda. Ti aiuto io a farla. Andiamo in cantina e la facciamo… Sì Lorenzo mi aiuti tu a farla però devi fare molta attenzione alle schegge. Prima la devo levigare e poi agganciamo l’elastico.
fionda artigianale

mercoledì 14 ottobre 2015

Welfare addio!

C'era una volta la tutela della salute Pubblica.


C’era una volta la sanità pubblica che si prendeva cura della salute dei cittadini, tutti i cittadini senza distinzione di razza religione o credo politico! E c’erano delle malattie ritenute a rischio che erano esenti da ticket e quando comparivano dei campanelli d’allarme quali il sangue nelle feci o forti dolori al petto avevano la precedenza sulle altre patologie anche in pronto soccorso.
E poi venne l’austerità che si mangiò il buon senso e il rispetto delle persone. Da Monti in poi non ci furono altro che tagli. Tagli alla sanità e alla scuola. Tagli alle pensioni, sì ma a quelle piccole perché quelle d’oro dei manager e dei politici non sono state toccate per cavilli legati a tutele particolari che però non tutelano i deboli.
estratto dal portale medico
della colonscopia

Tornando al diritto alla salute che non c’è più, chiunque ha un reddito o possiede un autoveicolo deve obbligatoriamente pagare la tassa al servizio sanitario. E ancora non basta. Non è sufficiente per coprire le spese e risanare i fondi pubblici destinati alla sanità. Ci impongono di pagare il ticket! Un ticket che varia a seconda della patologia.
Facendo una veloce ricerca su internet  la malattia che accomuna molte persone risulta essere quella relativa ai disturbi del colon, fino a qualche anno addietro esentata da ticket che oggi, a seconda di quello che occorre fare per diagnosticarla, il paziente deve preventivare una spesa variabile che va dai 150 ai 500 euro.
Con la crisi che c’è … 

domenica 11 ottobre 2015

Passione politica e ...

Quattro moschettieri, tre uomini e una donna, pentastellati, rispondono alle incalzanti domande del mastino di rai tre. In mezz’ora chiariscono alcuni interrogativi posti da Lucia Annunziata e fanno luce sul sistema adottato fino ad oggi nel campidoglio.
Viene fuori il solito gioco di potere dei partiti e dei loro affiliati. Altro che questione morale teorizzata da Enrico Berlinguer. C’è moltissimo da lavorare sulle regole e sulla gestione politica del sociale.

A Roma come in altre città italiane le clientele politiche si autoalimentano e, di volta in volta, gli attori cambiano ruoli a seconda della forza che sono riuscite a quantificare attraverso i comitati elettorali e, in base agli scambi di favori (do ut des,) si possono trovare da una o dall’altra parte del tavolo a trattare affari.
Sarà per questo che il dottor Marino si trova imbrigliato in un guazzabuglio fatto di piccole cosucce che lo inducono a dimettersi?
Cioè, mi spiego meglio: non ha saputo o avuto la forza di rompere col passato e ha continuato a fare cose  che hanno consentito, comunque, di tenere in piedi un sistema spregevole  composto da figli e figliastri?
(questa, mi è sembrato di capire, l’accusa politica avanzata dai consiglieri comunali dell’opposizione capitolina a Marino, al pd e a chi lo ha preceduto).
Intanto, stando alle notizie diramate anche dalla Annunziata, circa trentamila cittadini romani hanno sottoscritto una richiesta al sindaco di non dimettersi, di ripensarci perché a lui, a Ignazio Marino ridarebbero il voto ancora.
Conclusione. Viene fuori il marcio di una classe politica fatta di espedienti con tutte le debolezze di noi italiani e qualcosa di più quando siamo al potere se non fermamente convinti e supportati da alti ideali forgiati nella cultura della cosa pubblica e del rispetto assoluto dell’altro che vive in difficoltà rispetto a noi.

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