la follia oscurantista semina morte. La Società civile risponde: non riuscirà mai a uccidere il pensiero positivo dei giovani schierati contro il malaffare.
Quando qualcuno dichiara la pericolosità del pensiero e bandisce
la libertà d'espressione attua la dittatura.
Le dichiarazioni posso essere esplicite o sottaciute; rafforzate
da intimidazioni o soppressioni.
La morte della democrazia non limita, però, le facoltà
intellettive. E se pur costretti, per mera sopravvivenza, alla
prudenza, i liberi pensatori coltivano e diffondono, coi mezzi a loro
congeniali, proposte e soluzioni, forse infantili, sotto certi
aspetti, ma efficaci.
Le avanguardie artistiche, nate con la contestazione
“impressionista” francese, rompono col passato, adottano e
indicano nuove forme espressive in continua evoluzione, spesso in
contrapposizione con il consolidato asettico fenomeno museale. Ma la
contestazione artistica, che muove contro la società utilitaristica
e mercantile, nel momento in cui è assimilata e quindi accettata,
diventa essa stessa mercato, nonostante l'intenzionalità, da parte
dell'artista, di rendere l'opera invendibile, appunto per sottrarre
l'oggetto tesaurizzante ad una economia famelica e offrirlo alla
collettività come punto di partenza per ulteriori incontri
intellettivi.
L'azione artistica di molti creativi contemporanei rifiuta o
reinventa i canoni del fare arte.
L'artigianalità sublime o decorativa studiata e accettata nel
passato sembra non stare al passo coi tempi e le sensibilità
dell'uomo contemporaneo.
Ma, la provocazione culturale non sempre si trasforma in sfida,
ricerca dell'originalità, a volte è scadente, se non dannosa
allorché intacca e deturpa le testimonianze storiche dei nostri avi.
In certe manifestazioni “culturali” si ha la sensazione che
l'avanguardia porti alle estreme conseguenze i caratteri della
modernità del pensiero e del gesto creativo. Mette in dubbio la
sacralità storica. Crea connubi concettualmente improbabili tra
antico, vecchio e nuovo.
Di contro, la medesima azione, progettata e contestualizzata in
scenari differenti o affiancata al reperto storico salvaguardandone
struttura e peculiarità temporali del manufatto, sprigiona la sua
vera essenza di “Azione concettuale riformatrice”.
E mentre si tenta di volare alto per alleviare le piccole e grandi
meschinità del cattivo pensiero che sovrasta e condiziona la
materia,
atroci notizie di cronaca giungono da scenari geograficamente prossimi.
A Brindisi nel giorno in cui è attesa la carovana antimafia per
ricordare la strage di Capaci nel ventennale della morte del giudice
Falcone una bomba rudimentale fa stragi di innocenti. Morta una studentessa di sedici anni e feriti altri sette ragazze per lo scoppio di due bombole di gas
messe tra il muro e il cassonetto della spazzatura adiacente la scuola professionale intitolata alla memoria di “Francesca Laura
Morvillo Falcone” moglie del magistrato e vittima anche lei della mafia nella strage di Capaci.
Ragazzi, studenti inermi, ignare vittime sacrificali della follia
di qualche assurdo pretesto pseudo politico-mafioso riconducibile ad affari sporchi che vedono nella figura del Giudice antimafia Giovanni Falcone e nei suoi
insegnamenti i nemici più temuti.