giovedì 31 ottobre 2013

Università: al punto giusto

1970. MANIFESTAZIONE REGIONALE

come eravamo: I Braccianti in Calabria, di Ledda e Veltri

Dicembre 1983; da appena un mese è uscito il libro di Quirino Ledda e Filippo Veltri:
©aore12blog

I braccianti in Calabria” è la testimonianza storica difficilmente fruibile sui media massificati ma circoscritti dagli interessi del capitalismo, dei latifondisti e dalle forze politiche avverse che, in quegli anni, detenevano il potere politico.

La raccolta, con prefazione del prof. Saverio Di Bella, copre uno spazio temporale che va dal 1970 al 1980 raccontati attraverso 140 scatti degli autori, immagini in bianco e nero di vita quotidiana e di lotta per i diritti sociali.

Quirino, all'epoca, ricopriva l'incarico di consigliere regionale del PCI in Calabria, con alle spalle un passato di segretario della federbraccianti cgil calabrese.

Filippo Veltri era un giovane giornalista, redattore dell'Unità. Ha scritto anche per il Giornale di Calabria e il quindicinale “questa Calabria”.

Entrambi appassionati di fotografia regalano scatti pieni di pathos di un mondo ormai, per i più, morto. Consigliatissimo, comunque, alle nuove generazioni ed a quanti hanno resettato la memoria e rimosso sofferenze e sogni dei calabresi contaminati da sano sciovinismo e un pizzico di enfatica demagogica certezza ugualitaria.

mercoledì 30 ottobre 2013

Recessione e microcriminalità vanno di pari passo

courtesy M.Iannino©
courtesy M.Iannino©
Catastrofisti, positivisti e speranzosi si fronteggiano in tv, in radio e sui giornali.
Ieri ho sentito, presumo un imprenditore, lamentarsi con il conduttore radiofonico per le notizie catastrofiste diramate dai mass media sulle aziende che chiudono e sul lavoro che manca ma non evidenziavano le migliaia di nuove aziende che nascono da un momento all'altro.

Anche il Governo è ottimista.

Per Letta a fine anno ci dovrebbero essere i primi segnali di crescita reale.

Intanto, stamane, ho raccolto, mio malgrado e con estremo disaggio la rabbia di un uomo di mezza età. Indossava la divisa di lavoro.

“Mi è arrivato il preavviso. A fine mese non ci sarà lavoro... Andrò a rubare! Non l'ho mai fatto e non so neanche come si fa ma imparo. Devo pagare le bollette. Dobbiamo mangiare a casa. Ho moglie e figli... Loro, i capizzuni, problemi non ne hanno. A loro i soldi arrivano”

caro Letta, vedi di fare presto e che sia vera la notizia della ripresa perché qua rischiamo una sommossa popolare. Uno sbranarsi a vicenda. Una guerra tra poveri (sono ricominciati i furti “vandalici” alle macchine. Scompaiono le ruote, i tergicristalli, la benzina).

martedì 29 ottobre 2013

12mila € dei contribuenti per intrattenimenti televisivi a Fazio e Vespa

In Italia c'è chi si abbuffa e chi muore di fame!


sfortunatamente non è un film
Sono incazzato nero. Non posso pensare che nel momento in cui la maggior parte degli italiani siamo chiamati, anzi ci è imposto con le leggi che hanno fatto Monti e compagni, a stringere la cinghia e assistere impotenti alla cancellazione delle conquiste sociali e, peggio ancora, culturali degli ultimi decenni, possa esistere una zona franca composta da uomini e donne che sguazzano nel lusso grazie agli stipendi o agli ingaggi nei posti pubblici come la RAI o nelle altre aziende in cui il peso della politica determina le scelte aziendali e le nomine.

Inutile che Fazio, Vespa e tutte le menti eccelse che, guarda caso fanno un lavoro non lavoro, non sudano nelle poche fabbriche rimaste e neanche in giro a vendere prodotti vari, dichiarino che il loro lavoro porta utili inimmaginabili alla RAI. Può darsi che sia vero. Non lo metto in dubbio. Ma essere remunerati con tremila euro escludendo le clausole varie che fanno lievitare il conteggio finale è davvero mortificante. È un insulto alla povertà. Uno sfregio alla dignità degli esseri umani! Dei lavoratori esodati, pensionati e dei rinviati a date da destinarsi dai "gradini" della Fornero e dai ministri che hanno messo mano alla riforma pensionistica.

Vespa e Fazio. Pagati dalla tv di Stato con 12milioni €

Dopo le polemiche su Fabio Fazio e Maurizio Crozza è il turno di Bruno Vespa.

©courtesy arch.Iannino
"lavoratori, -cit- con affetto"

È scritto su Repubblica: “il nemico degli sprechi Rai, il parlamentare che duella con Fazio per il suo compenso (in diretta tv) e che contesta l'approdo milionario di Crozza al servizio pubblico, Renato Brunetta del Pdl, non dimentica di mettere il naso in un altro contratto da record”; infatti, “in queste ore, la tv di Stato sta completando i bonifici in favore di Bruno Vespa per il suo contratto triennale come conduttore, consulente esperto, ideatore, autore di testi: cifre assurde per chi ha lavorato una vita e ha versato i contributi ma non può avere la pensione per colpa delle leggi degli ultimi governi.


Tra settembre 2010 e agosto 2013, il conduttore di Porta a Porta, si porta a casa sui 4 milioni e mezzo.

Ma non finisce qui! Sempre secondo quanto scritto su Repubblica “Il contratto prevede un primo extra per le puntate di Porta a Porta - tutte già in palinsesto - oltre la centesima. In tre stagioni tv, queste puntate ulteriori (pagate ognuna 12 mila euro) procurano a Vespa un surplus di 901 mila euro”. In più ci sono i compensi per gli "speciali" per un totale di 6 milioni 320 mila euro lordi nei tre anni.”

E Brunetta dice: “Vespa guadagna 6 milioni. Vespa è come Fazio, è inaccettabile. I milioni di Fazio sono come quelli di Vespa”. “Prima di tutto trasparenza poi giudichino gli italiani se quei milioni all'anno sono giustificati o no in tempi di crisi. Questo l'ho denunciato già anni fa prendendomi le ire di Vespa”.
Come dissentire, questa volta, da Brunetta?

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