mercoledì 13 ottobre 2021

Il sapere come volano di crescita collettiva

 A volte si fraintende il vero senso delle cose, di quanto si dice in maniera critica e  ciò che si analizza con intenzione propositiva con lo sguardo volto al futuro e alla crescita culturale collettiva.

Ecco, per esempio, in questi giorni si sta girando un film in Catanzaro. Le riprese sono per adesso incentrate sui quartieri periferici situati a sud della città. L'evento non passa inosservato e, ovviamente, desta interesse e spinge i cittadini al dialogo.

Il tema portante del racconto ruota attorno al sogno di un ragazzo che vuole fare il calciatore e la storia è ambientata negli anni novanta.

Sono trascorsi 31 anni dall'anno dei mondiali di calcio. Il sogno, con molte probabilità, non si è avverato per ovvi e svariati motivi. Ma i sogni, si sa, svaniscono se non hanno basi solide.

L'uomo è il frutto dalla bellezza dei propri sogni.

È proprio in virtù di questo assunto che è importante edificare il futuro individuale su salde basi.

Alcuni destini sono fari illuminanti dai bagliori fulgidi che si riflettono e accrescono il benessere collettivo dell'intera società mondiale. È il caso dei grandi maestri di vita, degli scienziati. Uomini e donne che ragionano, studiano e sondano i misteri che governano gli alti interessi degli esseri viventi.

Persone che impegnano gran parte delle loro energie per realizzare “assilli” personalissimi ma con implicazioni che, se realizzati, sono tesori umanitari. Scoperte prive di copyright. Servigi donati gratuitamente e con immenso amore alla collettività. Strumenti amorevolmente eversivi che, potremmo dire, sfociano nel terzo paradiso suggerito dal visionario Michelangelo Pistoletto.

La Bellezza dell'arte è tutto ciò che mira e induce alla crescita interiore di ognuno.

I sogni collettivi fanno evolvere dalla brutalità materialista dell'io per sfociare nel noi.

Con ciò non s'intende eliminare l'unicità dei singoli. Tarpare i sogni. No!

I sogni sono il carburante dell'ego. Sta alla singola persona decidere dove e come indirizzarlo. Con cosa caricarlo. Quali e quanti propositi bardare la fantasia per raggiungere i fini prefissati. E una volta raggiunti, si spera, come il sogno possa incidere sul benessere collettivo.





martedì 12 ottobre 2021

Catanzaro. Ciak si gira L'altra via

 


Gente vestita per lo più di nero anima questa mattina via Brigata nel quartiere corvo. Ragazzi e ragazze indaffarati a scaricare dai furgoni carrelli, cavi, treppiedi, macchine da ripresa e altra roba chiaramente utilizzata nelle lavorazioni di film.

Chiedo: che fate? Giriamo un film! Un film? Sì! E su cosa è ambientato? Sul sogno di un ragazzo di diventare un calciatore!

Tutto qui?! E che cazzo! Possibile che si mobilita tanto interesse e denaro per raccontare il sogno di un ragazzo che vuole sfondare nel calcio? E perché non raccontare di un ragazzo che vuole studiare? Che so un ragazzo o una ragazza che sogna di fare l'infermiere, l'assistente sociale, il ricercatore e magari si ritrova a fare tutta un'altra attività oppure dopo avere studiato tantissimo è costretto a emigrare?

Mi allontano obbiettivamente contrariato da quello che da lì a poco sarà trasformato in un set cinematografico e m'imbatto in un ragazzo, pure lui vestito di nero, con gli occhi chiari e i capelli riccioluti. Dall'accento intuisco che dovrebbe essere un membro del cast. Gli chiedo delucidazioni e lui con garbo me li da.

Chiedo a bruciapelo come mai un film ambientato negli anni '90, anno dei mondiali e come mai il tema trito e ritrito del ragazzo che sogna di sfondare e trovare la gloria nel pallone.

Non v'è dubbio: il tema è trainante e coinvolge tantissimi ragazzi e genitori che sognano il riscatto sociale. D'altronde nelle periferie degradate lo sport rimane forse l'unico mezzo (dopo la schedina e i biglietti della lotteria) per rifarsi una vita. 

Ma a guardare la vita dei campioni al microscopio viene a galla la fatica fisica e l'innata genialità dei fantasisti che macinano soldi e diventano un brand a loro volta. Passione e sudore. Fattori, questi, che sono alla base di qualsiasi attività se si vuole sfondare e elevarsi dalla quotidianità in tutti i settori della realtà fatta per lo più di stenti e rinunce; di vere passioni che toccano ambiti diversi.

L'ascensore sociale è precluso a quanti non possono studiare ed essere seguiti da docenti di alto livello senza sborsare tesoretti risparmiati faticosamente dalle famiglie. E si sa nelle periferie e anche in centro città non tutti possono permettersi di mandare i figli a studiare in America o a Londra. Quindi ecco che sognare ad occhi aperti di sfondare tirando calci al pallone diventa facile. È un sogno che tutti possono fare. Non costa nulla sognare!

Faccio una ricerca veloce su internet. C'è tutto. Le intenzioni di chi ha scritto e prodotto il film. le aspettative politiche e il rimbalzo sociale dell'operazione.

Chi vuole saperne di più può fare la stessa cosa. 

E se da una parte il film ha lo scopo di narrare una storia di un ragazzo ambientata negli anni novanta magnificando anche il territorio catanzarese rimane comunque il fatto che avrebbero potuto pensare a qualcosa di più alto. Qualcosa del tipo come valorizzare quanti impiegano il tempo in attività definite “intellettuali” e pilotare il merito degli sforzi, che sono tanti, di giovani costretti a prestare la loro opera in realtà non adeguatamente remunerate e, anche per questo misero aspetto, gratificanti. Appunto, un'altra via che sfocia nella quotidianità, fatta di impegno e lavoro in relazione con la ben nota frase dell'Alfieri "volli sempre volli..." che, purtroppo, non esalta le professionalità e i meriti della vita reale, non onirica.

L'altra via! E' simile alla chimera virtuale. Una realtà confinata nel mondo delle favole che comunemente facciamo in età adolescenziale, quando disconosciamo il valore e il vero senso della vita.

Personalmente avrei preferito un'altra via per pubblicizzare, narrare, sviluppare, mettere in campo i sogni. Anche quelli di chi ama il calcio e lo sport. Perché, non necessariamente, per realizzarsi, il sogno individuale, si deve essere !primi”.

lunedì 11 ottobre 2021

Una storia, tante storie

 Niente è per sempre.

No lo disse scrollando la testa dapprima lievemente e poi energicamente. No disse la donna davanti alle case aperte sul tavolo sistemate a forma di croce celtica. Per lei i tarocchi non avevano segreti anzi le mostravano spiragli sinceri di vita; flash se pur velocissimi ma inoppugnabili indirizzavano la sua mente e illuminavano percorsi suggerendo persino le probabilità che aveva l'interrogante per superare gli ipotetici ostacoli. 

La decisione finale appartiene, per la legge del libero arbitrio, esclusivamente a chi interroga l'oracolo. Concluse la sensitiva.

Era giunta da poco nel quartiere ma la fama di sensitiva e cartomante impeccabilmente divinatoria la precedette.

In quel momento davanti a lei c'era seduta una mamma e le chiedeva una divinazione uno sguardo oltre il velo del futuro non per lei personalmente ma per l'unico figlio che aveva in casa.

La veggente scosse la testa e con gli occhi sulle carte ripeté: noo non è una buona unione meglio farebbe se lasciasse immediatamente non è una donna adatta a lui... ssofferenze... vedo tanta sofferenza in questa unione. Sarà un estraneo in casa sua. Andrà errando in cerca di amore... Basta basta così. Vede il matto dice questo: cammino inconcludente. Viaggio. Estraneo in casa propria... basta basta così. Conclude raccogliendo le carte.

Ma ma sembra una cara ragazza timida premurosa. Balbetta con un fil di voce l'interrogante. Non può essere che le carte sbaglino?

No signora le carte non mentono e io raccolgo i segnali e vedo chiaramente. Suo figlio avrà un'unione travagliata. Non adesso ma in seguito.


Quindi non si lasceranno?

Questo dipende da lui! Il futuro è la conseguenza delle scelte che ognuno fa.

Dipende tutto dipende dalla cultura e dalla volontà personale, sono questi i fattori principi della svolta che si vuole prendere quando siamo davanti a un bivio importante e comunque niente è per sempre in amore e nella società, niente è per sempre


domenica 10 ottobre 2021

Roma, green pass contromano

 

Fàmosi a capì... cerchiamo di capire qualcosa.



Le notizie che arrivano dai media sono sconvolgenti! E le immagini non sono da meno. Moltissimi si sono ritrovati in piazza a Roma per dissentire sulle norme varate dal governo in merito al passaporto verde, il green pass”, e all'uso dello stesso per ritornare a vivere gli spazi fino ad ora inibiti all'affollamento.

Per scongiurare il propagarsi del virus si è ricorso ad uno stato censorio dei grandi eventi di massa e rivisto le mappe lavorative, l'accesso nei luoghi di lavoro è stato sostituito con il telelavoro ossia il lavoro a distanza svolto da casa e sono stati vietati oltre agli assembramenti scialarecci anche le visite ai musei e agli eventi culturali.

Da quasi 2 anni i settori del turismo e della cultura ( concerti, fiere, mostre, proiezioni di film, palestre, centri di ristoro, bar, ristoranti, alberghi etc.) soffrono l'isolamento programmato dai governi di mezzo mondo. E noi cittadini, dopo i primi auto-convincimenti del ce la faremo, i canti e le strimpellate dai balconi, i giochi da un condominio all'altro, ci siamo trovati spiazzati dalla mancata soluzione dei problemi.

Ci siamo visti imporre e quindi subito una vaccinazione sperimentale e immediatamente dopo il documento del liberi tutti i vaccinati a condizione che …

Comunque, anche se a malincuore, la maggior parte si è adeguata alle decisioni dei ministri e degli scienziati che formano la squadra d'emergenza anti-covid.

Purtroppo ben poco è cambiato. Nonostante le restrizioni i contagi e le varianti virali continuano ad esserci. L'economia, ma questo dato sarebbe il danno peggiore, continua a soffrire e fare soffrire specialmente i liberi professionisti che operano nella distribuzione e a contatto col pubblico.

In mezzo al caos si pongono le facce di mer(en)da.

I viscidi. Tutti quelli che cinicamente fanno affari e commerciano lucrando sulla pelle della società civile.

Non mancano i delinquenti avvezzi, e non è una novità!

Lasciano basiti i commenti di certa carta stampata che fanno eco e amplificano i conati di certa gente che ha fatto pochissimo nonostante il ruolo pubblico ricoperto in questo lasso di tempo pandemico.

Fanno incazzare, la reazione è immediata in quanti hanno un minimo di discernimento, gli atteggiamenti e le parole che alimentano la violenza fine a sé stessa. E fa esplodere la rabbia covata nei giorni claustrofobici dei divieti in tafferugli irrazionali.

Gli infiltrati nella manifestazione contro i green pass a Roma hanno mostrato una bestialità inaudita. Non è rilevante parlare o imputare colpe agli schieramenti politici che hanno preso parte alla manifestazione. Si può dissentire spontaneamente senza essere per forza di destra o di sinistra. Ma chiedere la testa di un ministro per i fatti accaduti in Roma è pura demagogia ricoperta da una montagna di merda che fa presa solo sugli stupidi faziosi. Se poi i capi banda che hanno spinto e incendiato gli animi sono anche portatori di voti di una certa fazione il quadro si commenta da solo.

Piuttosto che chiedere la testa della ministro Lamorgese nascondetevi!

Fate una seria autocritica e ragionate sulla vostra irresistibile ascesa. Meditate sull'odio seminato. Sulle accuse urlate e sparse abbondantemente contro il nemico. E sul clima cospirativo da voi creato in un momento delicato com'è l'attuale momento vissuto quasi stoicamente dai comuni cittadini.

Vergognatevi!

sabato 9 ottobre 2021

Blog accattivante se vestito di nero e dai contenuti seri

 Lieve disquisizione sul “nero”.

A prescindere dalle implicazioni psicologiche di certa pubblicazione, non sempre condivisibili ma di questo ne parleremo semmai in un altro post, adesso voglio soffermarmi e attrarre l'attenzione sulle implicazioni sensoriali visive. Cioè sugli aspetti cromatici del colore nero, delle sue peculiarità dai toni forti, decisi, quindi sull'eleganza e sui molteplici connubi con le nuance della scala cromatica dei colori adoperati nelle cosiddette belle arti, nella moda e nei nuovi media. Vale a dire giocare con i colori complementari nella “costruzione” dei blog.




La pagina nera, tipo lavagna, è una superficie ottimale che suggerisce e invita a giocare con i colori complementari che, accostati in maniera “scientificamente” audace, migliora l'aspetto e coinvolge nell'esplorazione del sito web quanti passano e spulciano nel tentativo di risolvere un determinato quesito o semplicemente sospinti dalla curiosità.





Ovviamente più il blog e la pagina sono accattivanti e più la navigazione è stimolante nella ricerca specifica di un dato tema sia esso sociale, politico, antropologico o di semplice svago.

Il nero della pagina coniuga benissimo un carattere di scrittura bianca, celeste chiaro, verde nelle diverse tonalità a seconda se si intende esaltare, porre in primo o secondo piano un pulsante o un link. Il rosso, che per i milanisti è una fede, nei riferimenti e nelle costruzioni degli spazi, per i blogger è attrazione visiva. È come fare l'occhiolino. È suggerimento.



In sartoria è senz'altro visto come sinonimo di eleganza dalla gente altolocata e colta. Basti pensare allo smoking, ai tailleur, anche se l'alta moda, per questioni di mercato, per fare spettacolo e stupire con creazioni esagerate tende a esaltare il proprio brand e cimentarsi nelle creazioni manifatturiere con tessuti-nontessuti dai colori sgargianti specie nelle ultime produzioni.

L'eleganza intramontabile del nero.




Erroneamente il colore nero è associato a eventi luttuosi e in alcune etnie persino al malocchio.

Il dato certo, incontrovertibile e sociologico, consiste nella praticità dei vestiti confezionati con tessuti scuri:

Il nero assorbe e non esalta le macchie di sporco. Questo i contadini e le classi meno ambienti costretti a umili lavori lo avevano interiorizzato per necessità.

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