venerdì 16 aprile 2021

I signori del covid

Trovarsi davanti a un bivio senza segnaletica, navigatore o una semplicissima bussola diventa difficile per chiunque sapere quale direzione prendere.

Orientarsi nel buio è difficilissimo per chi non ha l'esperienza e la tecnica dei ciechi.

I governi si sono travati davanti a una situazione analoga. Nessuno conosceva le caratteristiche del morbo che attacca l'organismo umano e gli toglie il respiro. E nei casi con regressi importanti dal punto di vista sanitario conduce alla morte per soffocamento.

Simile a una devastante broncopolmonite il virus covid-sars19 dopo un tempo lunghissimo in cui tutti, terrorizzati, abbiamo tentato di porre rimedio ancora domina le scene decisionali della politica e le ricerche degli scienziati.

I farmaci se pur con qualche effetto collaterale sembrano avere assolto in parte allo scopo.

In parte perché, stando alle cronache, non sono scudi definitivi contro il virus.




Il terrore è peggio del virus.

Le continue discussioni sui mezzi di comunicazione di massa fanno vedere una classe politica inadeguata e litigiosa. Giornalisti al seguito fanno la ruota attorno e enfatizzano le dichiarazioni insensate di chi vuole aprire e chi ancora invita alla cautela.

Cautela e speranza, però, fanno il paio con libertà! Una libertà consapevole della libertà altrui. Atteggiamento che, senza le dovute tutele scientifiche, non può imporre dubbiose panacee alle popolazioni.

In questo lasso di tempo le abbiamo escogitate e subite tutte! Chi si è isolato e chi sta in casa coi familiari in allerta e persino con la mascherina disinfettando continuamente ogni oggetto. Alcune categorie produttive hanno schermato il loro perimetro d'azione col plexiglas e termometro digitale all'ingresso e disinfettante a fiumi.

Che aggiungere sui presidi medici suggeriti? Mascherine, guanti, tute, calzari e i metri di sicurezza da mantenere tra le distanze interpersonali?

Adesso vogliono imporre anche la schedatura!

Come se le limitazioni alla libertà personale di ognuno non fosse già compromessa e condizionata dal terrorismo psicologico soffiato e urlato dappertutto.

Televisioni, telegiornali, trasmissioni politiche e d'intrattenimento hanno notizie e gossip sui numeri, sulle case farmaceutiche, sui decessi, contagiati e tamponati. Le nostre abitudini sono cambiate. Condizionati dalla pandemia siamo simili a morti che camminano. Morti viventi nell'attesa del miracolo.

L'esposizione mediatica dei politici che parlano al microfono mascherati sono patetici! Ma forse per loro è un atteggiamento educativo nei confronti dei sudditi. A quando un microchip sottopelle che monitora ogni spostamento?

Fantasie a parte. Bisogna agire con oculatezza senza carte verdi su cui apporre i nulla osta vaccinali, i tamponi, le quarantene, le convalescenze, perché siamo presenti sui server degli Stati e siamo monitorati in ogni spostamento.

Basta così!

giovedì 15 aprile 2021

Inno alla vita

Gettare il cuore oltre l'ostacolo. Mi hai rubato il cuore. Mi hai infranto il cuore. Ti ho donato il mio cuore.

Si potrebbe continuare ancora con le affermazioni poetiche per definire uno stato d'animo qual è quello in cui ci sottopone l'amore anche dopo che si è consumato. Finito o mutato, rimane sempre qualcosa. L'energia sprigionata muta aspetto ma non muore.




L'amore sacro e l'amore profano. Ma poi perché profano? È pur sempre una predisposizione dell'animo che allarga i confini e rende inclini alla felicità. Una felicità, va beh, effimera dalla durata di una manciata di tempo limitato; qualche giro di lancette e poi scema, si adagia sulla sabbia del già fatto, detto, vissuto. Insomma il più delle volte subentra la routine. L'importante che non subentri l'apatia a uccidere con l'indolenza quanto di bello c'è stato.

Nell'amore terreno quello verso i figli rimane immutato. Le attenzioni nei loro confronti si accentuano. Non è un rapporto morboso iperprotettivo. No! Sono attenzioni e stati d'animo cangianti, a seconda dei momenti.

Donare il cuore è...  condivisione del sacro fuoco degli amori

mercoledì 14 aprile 2021

596 anni e non li dimostra

Adesso sembra tutto possibile.

I mezzi di comunicazione di massa danno la possibilità di interagire con chiunque persino con i personaggi pubblici che fino a ieri erano inarrivabili e impossibile da conoscere figuriamoci poi poter fraternizzare.

La presunta amicizia che si ottiene sulle piattaforme sociali virtuali dà l'illusione di poter contare sugli stessi aspetti prodotti nella realtà. I legami reali sono ben diversi. Le relazioni interpersonali sono ben altro che un like, un cuoricino, uno smile.

Nella vita reale anche l'odore della pelle, il timbro della voce e le impercettibili movenze del corpo sono determinanti. Le affinità elettive iniziano dalle sensazioni “a pelle”. Se scatta il feeling tra le persone il legame si consolida attraverso gli interessi intellettivi che non significa amare la stessa musica o lettura. Anzi le divergenze fortificano il confronto e quindi la crescita delle parti. La sensibilità d'animo e la buona educazione, formazioni mentali confuse con la debolezza da alcuni nella vita reale, nelle piattaforme virtuali non sono doti apprezzate che fanno la differenza.


"ri-scritture. omaggio a Leonardo da Vinci. courtesy AssI"


“Mintati cu i megghjiu e pagacci i spisi ca nda guadagni” Mettiti, nel senso: frequenta chi è migliore, evoluto, colto e può trasmetterti qualcosa che valga la pena di apprendere per migliorare la tua formazione e la tua qualità di vita.


La saggezza antica non sbaglia mai!

Chi non ha mai sentito un'affermazione simile?

Lo dicono i nonni, i genitori e le persone cresciute coi valori concreti dettati dalla saggezza satura di atmosfere familiari. Dai contadini agli operai e studenti. Tra le famiglie del popolo, artigiani, borghesi, studiosi, personaggi della cultura! Da quanti, insomma, credono che la crescita sia conoscenza dei valori.

Valori umani votati al bene comune e alla conoscenza edificante portatrice di spiritualità che eleva.


15 aprile 1452: Sono trascorsi 569 anni dalla nascita di Leonardo da Vinci. E credo che la sua ricerca scientifica e artistica sia stata un dono per i posteri.

I miseri si soffermano sui “pruriti”, ricamano sulle attitudini maliziose e sul carattere dissimulatore degli eventi riportati dal cronista e dai detrattori, ma anche dalle merde possono nascere i fiori se modulati per arricchire l'humus 

lunedì 12 aprile 2021

leadership e carattere dei leader

La factory.


nella vecchia fattoria 🐓 

C'è sempre un leader di tutto rispetto in ogni branco.

Il leader non deve essere per forza bello alto e vigoroso. In alcune comunità, per esempio, è la femmina che detta le leggi e le priorità a cui ogni componente deve sottomettersi se vuole vivere lì, insieme agli altri e fare parte del branco.

Il carattere, cioè l'insieme psichico-intellettivo e la prontezza nel trovare soluzioni utili alla sopravvivenza determinano la personalità e quindi la supremazia che fanno dell'individuo comune il capo indiscusso del branco.

La determinazione con cui il leader riesce a mettere in atto le strategie per tutelare se stesso e il branco formano il carattere, il carisma che, associato alla forza fisica quando c'è non guasta, del condottiero.

Questi presupposti formano imperi abbastanza stabili fintantoché non arriva qualcuno più giovane e scaltro a squinternare l'ordine precostituito e spodestare i reggenti ff.

L'esigenza utilitaristica di ognuno fa sì che il muro eretto attorno la factory sia sempre forte abbastanza da resistere alle insidie provenienti dall'esterno.




Branco, gregge o popolo hanno prerogative univoche. E la necessità di certezze immediate che tuteli e preservi la specie è la caratteristica che li accomuna.

Nel cortile delle diverse specie comunitarie razzolano entità divergenti:

Galline, galli, papere, oche, capre, pulcini, formiche e anche bisce, farfalle, uccelli, asini, cavalli e ognuna delle specie ha un leader di riferimento.  

San Giovanni Battista nella cultura popolare

Messaggi e indirizzi educativi nelle intenzioni dei maestri di vita. Tra dipinti e narrazioni verbali e scritture creative.


"S. Giovanni Battista. pr. AssIannino"

Nella formazione educativa vi sono alcuni aspetti rilevanti:  dai quali non si può prescindere.

Il ricordo è alimentato dal rispetto della tradizione. Non v'è memoria senza la cultura di base fatta di ricorrenze e gesti antichi che si rinnovano insieme alle generazioni. Le funzioni religiose, popolari o pagane tengono vive le singole storie e la storia collettiva dei popoli.

Le famiglie in seno ai centri abitativi, dai piccoli centri rurali alle grandi metropoli, svolgono un ruolo importante in seno alla comunità e, gli usi e i costumi tramandati, fortificati nella routine, quotidianamente arricchiscono e formano; insomma, ciò che sembra banale non lo è.

Tramandare forme di civiltà tribali è altrettanto interessante quanto segnare sul diario nazionale gli eventi e commemorarli. Non tanto per quel senso identitario estremo che spesso genera stupide incomprensioni e lotte intestine che si protraggono all'infinito. Bensì per migliorare insieme. Donandosi l'un l'altro senza remore.

Tra i maestri di vita, una figura cara alle tradizioni, a livello planetario, venerata e espressione di mutuo soccorso è quella del San Giovanni Battista. Nel suo nome si consacra il Battesimo rinnovatore di Vita e se ne intrecciano di nuove. Nel Battesimo, genitori e padrini si impegnano a fare crescere in grazia e in salute i battezzati. Se ne fanno carico insieme.

“U San Giuanni è Sacru!”, il San Giovanni, inteso come legame umano, è sacro! Si sente affermare nelle diverse comunità. Alcune confraternite hanno preso la figura del santo che battezzò con l'acqua Gesù a modello e fatto assurgere a stile di vita. 

L'iconografia religiosa narra le opere fatte proprie e divulgate con l'esempio concreto e l'insegnamento dei Maestri di vita.

Il compito degli artisti che si sono cimentati nella narrazione commissionata dalle autorità ecclesiali è consistito nel tramandare visivamente alle popolazioni non alfabetizzate i saperi dei sacerdoti, degli studiosi e sapienti delle varie epoche.

Ecco, tramandare attraverso il linguaggio della figurazione i valori universali delle comunità e renderle identitarie consacrandone lo stile di vita non è un mero esercizio tecnico documentale didattico religioso. È fede per l'amore che tutto lega e rende possibile e dà senso all'esistenza di ognuno.

il San Giovanni di Leonardo, dipinto secondo i canoni classici della figurazione, è didascalico, avvolto tra luce e ombre punta il dito verso la Croce e Indica l'Agnello immolatosi per l'intera umanità. Gesù non ha fatto distinzioni di razza, colore della pelle, credo politico o religioso. Le sacre Scritture narrano di un Uomo che si è lasciato mettere in Croce da una folla inferocita e inebriata dalle fazioni avverse.

Il Suo Sacrificio è totalizzante! Inclusivo!

San Giovanni il Battista indica la Croce serenamente nel dipinto leonardesco. E sorride. Non suggerisce vendette.

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