Idealità e identità emancipatrice dove siete finite?
Se a distanza di anni siamo qui a
leccarci le ferite vuol dire che molte cose sono andate storte. Molti
concetti non erano sbagliati e molti uomini e donne che si sono
alternati alla guida dei partiti storici dell'arco costituzionale non
hanno saputo padroneggiare i flussi degli eventi storici. Siamo stati
semplicemente travolti dalle stesse teorie che si volevano sovvertire
o quantomeno modificare per favorire gli ultimi, gli sfruttati e artefici del “plusvalore” marxista.
In una parola non si è saputo dare
risposte concrete alle esigenze prettamente materiali e men che meno
a quelle più squisitamente politiche di quanti guardavamo alla
politica in quegli anni pieni di fermento con, forse, eccessiva
ingenuità?
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-ph Franco Carlino- |
Gli errori ci sono stati, non v'è
dubbio! Altrimenti non ci troveremmo in questo limbo mentale chiamato
“populismo”. E non avrebbero trovato spazi e seguaci i
saltimbanchi della politica sempre pronti a dire e offrire
sdegnosamente le soluzioni imputando ad altri i mali da loro stessi
amplificati.
Personaggi che della politica hanno
saputo tirare a sé gli espedienti utili a implementare gli interessi
personalistici. Uomini e donne che hanno detto tutto e il contrario
di tutto pur di cavalcare il malcontento generale e costruire il proprio impero.
E privi della passione che rendeva
unici i movimenti spontanei di quegli anni storici hanno lisciato il
pelo agli scontenti. Hanno contrabbandato falsità per verità, e lo stanno facendo ancora.
I signori del terrore giocano sulle paure. Strumentalizzano gli eventi. E quanto è contrario e inutile per la realizzazione del bene comune più dannoso è e più lo enfatizzano.
L'opinione pubblica indipendente con un pensiero positivo e costruttivo è, per questi soggetti, un nemico da cui difendersi, da sottomettere e combattere per
mantenere la propria quota di benessere conquistata sulle macerie mentali e fisiche di quanti dipendono da forme di sostentamento controllato e servile.
il caporalato mentale, la sudditanza emotiva e intellettuale miete vittime inimmaginabili in tutte le latitudini.
Prima gli italiani! gridano col rosario in mano e i santini appesi alle pareti. La loro protervia cancella la storia del nostro Paese. Offusca le menti e fa dimenticare quando a partire eravamo noi.
I migranti non sono il male assoluto!
È cresciuto a dismisura
l'egocentrismo; la possessività esasperata dalle paure fa sì che “ quello ch'è mio è mio!”. L'appartenenza esasperata a una
fazione, al territorio e al nazionalismo stupido arma le braccia e produce violenza. Da ciò la morte
dei concetti elementari di empatia e solidarietà coltivati un tempo ed anche il triste epilogo della deriva dei valori.
È miseramente naufragata la volontà
di costruire una società culturalmente evoluta. È mancato il senso
comune dell'appartenenza. Non l'appartenenza elitaria. E neppure
quella oscurantista cercatrice di consensi facili tra i diseredati o
peggio quella tra le cosiddette caste.
E' naufragata l'idea emancipatrice!, che animava i movimenti studenteschi e operai degli anni sessanta e settanta.
La dialettica del confronto e la
volontà di costruire una società migliore è sfumata proprio a
causa di quelle persone che hanno governato gli eventi fino ad ora, attenti più a curare il proprio orticello che alla crescita sociale a prescindere dagli schieramenti.
Inutile cercare capri espiatori. L'autoanalisi è semplice! E se
intendiamo davvero superare questo enorme ostacolo, citando le parole
del presidente Sergio Mattarella, dobbiamo vestire i panni di
costruttori, tutti.