venerdì 10 ottobre 2014

Spezzatino di stocco alla calabrese

Quando si dice spezzatino, morzello o morzeddhu, non lo si può immaginare privo di pitta.
La pitta è una ciambella di pane composto da farina doppio zero, lievito acqua e sale. È l'imbottitura più appropriata per una calda e piccante porzione di morzeddhu calabrese.

spezzatino in pitta

Le tradizioni alimentari variano nella regione da paese a paese e da provincia a provincia. Ad esempio, conosco due modi differenti di cuocere il baccalà, uno l'ho descritto nella ricetta che trovi cliccando su questo link, l'altro si differenzia di poco ma quel tanto che basta per sprigionare sapori e odori diversi. Ecco come procedere:

mettere a bagno il baccalà o lo stocco essiccato e cambiare l'acqua ogni giorno per tre, quattro giorni.
Quando è bello morbido e spugnato eliminare la pelle e le lische. Tagliarlo a pezzettini e preparare il sugo nel quale sarà versato nel seguente modo:

mettere inuna pentola capiente olio, cipolla, sale, un peperoncino piccante, due foglie di alloro. Lasciare appassire la cipolla e aggiungere mezzo litro di salsa di pomodori. Consumare un po' e aggiungere un litro e mezzo di acqua. Versare il pesce a tocchettini e lasciare cuocere.

giovedì 9 ottobre 2014

Morzello di baccalà al sugo di pomodoro

Parliamo di economia domestica e creatività in cucina. Parliamo di baccalà o stocco, un tempo piatto povero per eccellenza, in salsa di pomodoro, oggi sfizioso spuntino completo che sostituisce pranzo o cena. Ovvero, vi spiego come fa mia mamma il:

MORZELLO DI BACCALA'.



Tempo di preparazione mezz'ora circa.

Cosa serve?

1/2kg di baccalà; due litri di salsa di pomodoro alla calabrese; mezza cipolla rossa dolce; un peperoncino piccante; un po di origano; olio e sale q.b.

Procedimento:

lessare il baccalà tagliato a pezzettoni. Una volta cotto eliminare la pelle e le lische. Ridurlo a tocchetti piccoli.
Nel frattempo preparare in una pentola il sugo di pomodori insaporito con mezza cipolla, origano, olio e sale. Versare dentro il baccalà sminuzzato e lasciare cuocere per circa dieci minuti.

Si apprezza in pitta. La stessa ciambella di grano tenero usata per il morzello di bovino, il tipico piatto catanzarese.

sabato 4 ottobre 2014

Evocazioni ancestrali negli scatti di Rosanna Papaianni

GLI ULIVI DEL BOSCO FATATO DI ROSANNA PAPAIANNI


In nubibus. Non c'è niente di nebuloso o che rimane in sospeso negli scatti di Rosanna Papaianni. È tutto ben definito! Nonostante le molteplici visioni originate in chi guarda le atmosfere che generano le creature catturate dalla fotocamera in determinati giochi di luce.


Gli scatti evidenziano figure ancestrali occultate agli sguardi distratti dalla quotidianità dell'apparire piuttosto che dell'essere. Ma non sfuggono alla sensibilità creativa di Rosanna.

Rosanna Papaianni entra nel bosco degli ulivi secolari delle campagne cirotane. Osserva le origini e documenta le ambagi.

Draghi. Crocefissi. Figure mummificate. Figure mitologiche. La circondano benevoli e si lasciano catturare docilmente. Posano per lei!

È come trovarsi a guardare le nuvole mosse dal vento. Un vento lieve che suggerisce visioni oniriche proiettate nella corteccia cerebrale del tempo dai maestosi ulivi dai quali provengono.

Figure fiabesche sembrano svegliarsi e svegliare l'atmosfera ovattata per riaffondare le radici nella storia della magna graecia. Ulivi che hanno visto e vissuto. Lottato!, contro le intemperie della natura e la pratica volontà dell'uomo. Tronchi sopravvissuti al fuoco e alla siccità, ai tagli delle potature e a quelli inferti dalla violenza del vento, al peso della pioggia e della neve. Alberi maestosi lasciano intravedere attraverso le pazienti sofferenze, figurazioni ancestrali e moderne Trasfigurazioni! 

venerdì 3 ottobre 2014

Il Morzello, storia e ingredienti della cucina povera catanzarese

Di necessità virtù.

Quando si ha fame e non ci sono troppe possibilità per colmarla ogni cosa commestibile è ben accetta. Ed è così che nasce il piatto tipico della cucina povera catanzarese: il morzello!

Secondo la tradizione orale pare che durante uno dei tanti periodi di carestia che solitamente tocca i ceti poveri e indifesi, quando, per capirci, la carne era presente solo ed esclusivamente sulle tavole dei benestanti, un inserviente che lavava le vasche al macello si vide ripagare il lavoro con delle interiora di vacche appena macellate.

Il pover'uomo portò le interiora sporche e sanguinolenti alla moglie e le disse di recuperare qualcosa. La donna che doveva badare ad una prole numerosa non fece una piega. Svuotò la trippa al fiume e la grattò ben bene fino a farla diventare bianca. La mise nel secchio con del limone. Aggiunse milza e polmone ben lavati. Riempì una brocca d'acqua e fece ritorno a casa. Accese il fuoco. Poggiò sul treppiede in mezzo al focolare un calderone capiente e mise la trippa a bollire insieme agli altri ingredienti.
L'odore lievemente acre si sparse per casa ma fu subito coperto dalla cipolla che soffriggeva nella padella sulla cucina economica, lì affianco.

I figli erano fuori, in strada a giocare per non sentire il freddo dell'inverno.

La donna rimestava di tanto in tanto per valutare la cottura delle interiora nel calderone. Quando ritenne che la trippa, il cento pelli, il polmone e la milza avessero raggiunto la giusta consistenza buttò dentro anche il fegato, poi, prese due canovacci di canapone, afferrò il calderone per i manici laterali e lo tolse dal fuco. Aspettò che si stemperassero e tagliò il tutto a pezzettini.

Mise l'acqua della bollitura in un recipiente destinato al maiale. Sciacquò il calderone e lo riposizionò sul fornellone. Aggiunse del concentrato di pomodoro e un mestolo di grasso di maiale. Una manciata di origano. Qualche foglia di alloro, due o tre spicchi d'aglio e due peperoncini piccanti. Non appena il grasso iniziò a soffriggere versò dentro le interiora tagliuzzate. Aggiunse dell'acqua e aspettò. Dopo circa due ore di gorgoglii il profumo invogliava chiunque passasse dal vicoletto a fermarsi e chiedere cosa stesse cuocendo e la signora rispondeva serafica: “nenta, maritumma portau nu pocu e fragagghii e i stajiu facendi cu nu pocu e sarsa comu i vermituri, armenu ppe' oja mangiamu! (mio marito ha portato delle interiora e li sto cuocendo al sugo come le lumache, almeno per oggi mangiamo!).

Questa è la narrazione, la storia orale di come una casalinga s'inventò il morzello (morzeddhu) a Catanzaro adoperando parti poco nobili dei bovini che sarebbero andati perduti, gettati nella discarica o dati come cibo agli animali e che, invece, grazie alla creatività e alle esigenze congetturali, oggi è il piatto forte della cucina catanzarese. che, messo in pitta o nel piatto, accompagnato da un buon vino rosso, corposo, è ben accetto in qualsiasi ora del giorno. a pranzo come a cena o, come usavano gli operai fino a qualche decennio addietro, come spuntino di metà mattinata.

mercoledì 1 ottobre 2014

Spaghetti, broccoli e peperoncino

Un primo piatto veloce veloce e saporitissimo a (quasi) costo zero?



PASTA CON BROCCOLI E PEPERONCINO.

Ingredienti per 4 persone:

pasta (possibilmente spaghetti o bavette) q.b.
un cespo di broccoli
una testa d'aglio
un peperoncino piccante
sale e olio.

Cuocere la pasta in abbondante acqua bollente.
Pulire e lavare i broccoletti divisi in piccoli cespi.
Adagiare tre spicchi d'aglio in una pentola insieme al peperoncino. Condire con due cucchiai d'olio extravergine d'oliva. Aggiungere i broccoletti. Coprire la pentola e lasciare cuocere a fuoco moderato per circa 10 minuti. Agitare la pentola senza sollevare il coperchio in modo che si cuocia il tutto col vapore prodotto dagli ingredienti.

Sgocciolare la pasta cotta. Versarla in una padella capiente e mantecare insieme ai broccoletti cotti.

Impiattate e buon appetito!

Post suggerito

Un salto in Calabria

  La scogliera di Cassiodoro è situata tra i comuni di Stalettì e Montauro, nel golfo di Squillace. L’affaccio sul mare è spettacolare! ...

divulghiamo bellezza!

a ore 12 ... ...at 12 o'clock ... post in progress, analisi e opinioni a confronto