sabato 31 marzo 2012

Catanzaro, quale futuro?

Abramo Sergio per il centrodestra; Carpino Antonio per il partito dei comunisti italiani; Celi Giuseppe per il polo di centro; Scalzo Salvatore per il centrosinistra. Questi gli ospiti di un programma televisivo regionale.
Grande assente la Politica! Ma a questa assenza ci siamo ormai assuefatti da tempo.

Quattro giocatori e un banditore libero che grida parole di fuoco contro i venditori irregolari costretti a vendere autentiche firme false per pochi euro sul lungomare di Catanzaro Lido. Gente che se riesce a mettere insieme pranzo e cena è grasso che cola! Poveri Cristi arrivati da noi dopo avere superato chissà quali e quanti sacrifici. È chiaro, per rispondere alle urla del conduttore-venditore di cucine e quant'altro (nulla da eccepire, è così che si finanzia il programma), che nessuno vuole essere schiavizzato e lavorare per 2€ all'ora come i cinesi; anzi si dovrebbe imporre agli ospiti stranieri che lavorano in Italia l'adozione delle tutele e dei diritti dei lavoratori come sancito dalle leggi dello Stato esistenti e non viceversa, come a volte documentano le inchieste giornalistiche.

Ritornando ai 4 giocatori seduti nello studio televisivo catanzarese la sensazione è di trovarsi difronte a persone poco colte e forse anche motivate politicamente, salvo qualche lieve sfumatura che non fa la differenza. Lo si è visto dalle risposte date ai telespettatori intervenuti telefonicamente. A questo punto che dire? Speriamo che i tecnici del governo Monti siano così lungimiranti da scrivere chiaramente che città depresse al pari di Catanzaro paghino l'aliquota minima di tasse varie IMU e quant'altro, altrimenti saremo costretti noi a dover prendere il posto degli extracomunitari ma non sul lungomare di Lido bensì in qualche angolo di strada di una qualche città straniera, vista la propensione al rialzo di chi governa gli enti locali.

ps: al momento compaiono come per incanto dei cassonetti colmi di spazzatura lungo una bretella periferica della città... e fino a quando i sacchetti rimangono all'interno ancora si può accettare prima del caldo estivo...
nuovo deposito dei cassonetti?

venerdì 30 marzo 2012

volantini BR all'asta per 17mila €



Ironia della sorte: il prodotto delle BR diventa oggetto storico con annesso valore economico per la “società malata” che i teorici del movimento sorto negli anni di piombo volevano guarire sovvertendola con la violenza e la lotta armata ove necessario.
A distanza di anni nell'opinione pubblica rimane il ricordo di una violenza incomprensibile vigliacca e per certi aspetti gratuita pianta dagli orfani e dalle vedove dei “nemici del popolo proletario”.

Ragionando per assurdo e ammettendo la validità terapeutica della violenza, visti i risultati ottenuti che si condensano nel vuoto assoluto di democrazia e emancipazione del proletariato, si può desumere che in Italia ci sarebbe stato un regime militarizzato con annessi e connessi.
D'altronde, gettando uno sguardo nei Paesi governati con la forza ideologica che non ammette confronti anche qui in Italia, America permettendo, se le BR avessero inasprito la violenza e avessero vinto col loro farneticante piano ideologico cosa sarebbe potuto accadere? Davvero qualcuno è così cieco da ipotizzare un orizzonte sereno per le classi povere quando spesso la tirannia maggiore è del povero sul povero?

La violenza delle idee è differente dalla forza delle idee, dalla determinazione che il pensiero evoluto, opposto alla violenza di qualsiasi tipo, contamina pacificamente la società.

Per concludere, il dato storico degli anni di piombo si condensa nei 17mila € con i quali Dell'Utri si è aggiudicato i volantini delle br che hanno solo saputo mietere vittime e sancire la sconfitta della ragione.

Il valore economico (che si potrebbe, parafrasando il buon Karl, definire plus, in barba a quanti credono al valore intrinseco che ogni essere vivente porta in sé fin dalla nascita, ovvero la vita!) carico di dolore per i morti degli anni di piombo ricorda una triste pagina di storia che volentieri avremmo fatto a meno di rammentare.



mercoledì 28 marzo 2012

Governo Monti, dignità ritrovata e welfare

Non so chi e quanti approfittino dei drammi altrui per curare interessi personali e non si capisce neanche perché si debba dare tutta questa importanza ai mercati fino al punto di far dipendere l'esistenza altrui al vil denaro, di fatto le pene dei nuovi poveri dipendono proprio dai mercati finanziari, dai crediti e dai debiti.

Il governo dei prof. Ha ridato dignità al Paese ha aggiustato qualcosa nei conti pubblici e ridotto il debito come si è sempre fatto: aumentando le tasse a tutti dimenticando ancora una volta che non tutti hanno gli stessi redditi. I poveri si trovano a fare i conti alla pompa della benzina e per effetto del rincaro dei carburanti e l'aumento dell'iva se li trascina nei supermercati e nelle bollette del gas della luce e in tutte le spese che deve affrontare. Mentre i ricchi continuano a fare il pieno nei yacht e nelle auto lussuose di grossa cilindrata con indifferenza.

Lo so è difficile governare e ristabilire equità all'Italia in poco tempo ma quante persone dovranno ancora morire per i debiti accumulati per necessità? Quanti lavoratori dovranno essere esodati?

È vero! È stato chiesto al prof. Monti di salvare l'Italia. È stato chiamato al capezzale del moribondo per tentare di rianimarlo e Lui, prima che la ferita infetti tutto il corpo, amputa l'arto necrotico. Ma si è fatta un'anamnesi corredata di ricerche e terapie diversificate per tentare di salvare l'arto prima di amputarlo?
Caro Prof. Monti, oltre che il rispetto degli Stati che finora ci hanno deriso, auspico di poter gioire presto per la recuperata garanzia di protezione sociale, specialmente per i ceti deboli.
Non è notizia degna di un Paese civile come il nostro quella appresa stamane dai giornali e cioè che un muratore di 58 anni si dà fuoco davanti l'ufficio dell'entrate Equitalia di Bologna, si presume a causa di qualche “cartella pazza”.

Certo fa piacere e riaccende il patriottismo vedere il Presidente degli Stati Uniti d'America Obama fermarsi e salutare affabilmente il nostro Presidente del Consiglio prof. Mario Monti. Ora che la stima è stata recuperata si deve pensare a ridare fiducia ai cittadini meno abbienti ridistribuendo i carichi fiscali con equità.

martedì 27 marzo 2012

pesce d'aprile a Emilio Fede?


Mancano ancora 4 giorni al fatidico “pesce d'aprile” e già i giornalisti iniziano ad attaccare il foglio con lo scherzo dietro le spalle del povero Emilio Fede.
Cosa non si fa per vendere qualche copia in più! Ma loro, giornalisti e editori, si purgano in salute e usano il condizionale fino ad uscire con la smentita dei fatti.
Ma davvero qualcuno è così ingenuo d'aver creduto a una balla simile? Quando è risaputo che volendo davvero esportare denaro dall'Italia è semplicissimo e non c'è nessun bisogno di esporsi così come è stata descritta la burla ai danni del buon Emilio! Per dovere di cronaca si deve dire che tutti, indistintamente, ci hanno inzuppato il pane, dal Corriere della Sera al Sole 24 ore, dal Tempo al Resto del Carlino, senza parlare poi del can can che la bufala ha scatenato sul web.
... ma quando mai si è sentito dire che una banca svizzera rifiuta i soldi?


lunedì 26 marzo 2012

l'art.18 è un bluff?


"L'articolo 18 dello Statuto dei lavoratori non difende il potere operaio, ma il potere sindacale" dice senza mezzi termini Franco Piperno ad un giornalista dell'agenzia Adnkronos interessato alla sua partecipazione nel film "Fiabeschi torna a casa" del regista calabrese Max Mazzotta girato in Calabria, nel cosentino, che lo vede nei panni di un prete. "La battaglia dei sindacati non va confusa con una reale difesa degli operai, perché è in realtà una battaglia in difesa del potere delle burocrazie sindacali". In altre parole, "se i licenziati ingiustamente tornano in fabbrica va bene per il sindacato, ma non è in sé un miglioramento del potere operaio e quindi della vita quotidiana in fabbrica".
"Il numero degli operai che ricorre per il reintegro - osserva conversando con il giornalista Adnkronos - è esiguo e si tratta per la maggior parte di operai sindacalizzati. L'esiguità, quindi, dipende sia dal fatto che lo Statuto si applica alle grandi imprese (e l'Italia è fatta soprattutto di piccole), sia dal fatto che le vertenze davanti al giudice per reintegro sono in sé poche, circa 30 in un anno". Ecco perché secondo il professore Piperno "la difesa del potere del sindacato non coincide necessariamente con la difesa della condizione operaia. Affermare il contrario è da ipocriti e lo dimostra la diminuzione, in tutti questi anni, del potere operaio che si traduce in ritmi di lavoro e norme di tutela". Insomma "il sindacato, difendendo l'articolo 18, difende se stesso". 

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