giovedì 30 gennaio 2020

Catanzaro Linea metropolitana


Non ci sono più i pensionati di una volta a sovrintendere i lavori pubblici.

In Cina imponenti opere si realizzano in poche settimane. Da noi in Italia e nello specifico in Calabria, a Catanzaro, si parla da tempo della nuova linea della metropolitana di superficie.

Anni!

Cantieri aperti da anni. Transenne al vento e pochi lavoratori impegnati nel ripristino delle opere pubbliche.
La viabilità è in crisi. Gli utenti sono in crisi nella città del vento. Eppure, nonostante il nulla sociale, gli uffici pubblici che davano sostentamenti a famiglie di impiegati e negozianti non ci sono più”, Catanzaro è intasato dalle macchine, trovare parcheggi liberi è un terno al lotto!

Usare la vecchia calabrolucana è un'avventura!

Orari che non si rispettano. Stazioni fatiscenti e pericolose prive di videosorvaglianza e isolate in mezzo alla natura selvaggia delle periferie.
Degrado e paura si vive ai margini della città del vento. E mentre si aspetta ci si guarda attorno con circospezione, cercando con lo sguardo qualche sagoma rassicurante di vecchio pensionato

Perché faccio arte?

Le testimonianze che costellano la storia dell'arte denunciano spesso scontri tra chi fa arte e chi detiene il potere mercantile della stessa.

(ph Valentina Iannino, 2020)

Gli artisti innovativi, impegnati seriamente in percorsi analitici che assommano oltre al dato tecnico e cromatico l'alfabeto strutturale delle opere, lasciano trasparire la possente azione del loro essere donne e uomini che vivono il tempo.

Le rotture accademiche o di mercato sono dinamiche involontarie, a volte, ma spesso nascono dalle personalità attente a quanto accade nella società, nelle azioni, nell'anima!

Decorazione, design, e quanto suscita reazioni epidermiche, che non a caso, lasciano il tempo che trovano, nelle coscienze per essere sostituite con altre nell'immediatezza, sono lontane dall'essere Arte.

Decorazione e design, se pur discipline apprezzabili nel contesto della comunicazione di base creativa, possono essere sì dei prodotti d'élite commerciale ma, per loro natura, lontani dal pensiero catartico riflessivo insito nella creazione artistica.

Personalmente quando gioco con la materia non pongo limiti alla libertà creativa. Assemblo. Coloro. Lacero. Ricompongo e quando la superficie suggerisce ulteriori inserzioni cromatiche e o segniche le aggiungo.

Il pathos finale determina il lavoro sorretto dal lavorìo interiore stratificato nella mente dagli accadimenti vissuti e dalle notizie accumulate dai restanti sensi. Quando la visione d'insieme gratifica la mia sensibilità il lavoro è ultimato!

Mercato. Vendite. Esposizioni altisonanti. Organizzazioni di eventi mediatici dedicati al culto della personalità non sono contemplate nella mia operazione d'artista e uomo. Vivo le contraddizioni del tempo e le trasformo poeticamente! Questo è!

mercoledì 29 gennaio 2020

Tra ieri e oggi, appunti del pensiero positivo

Quando si dice la storia.


Il ricordo e lo studio della civiltà e quindi la cultura determinata dai saperi predominanti generano mostri o persone salvifiche.

Dipende da come s'intende indirizzare il “libero arbitrio”.

Alcuni passaggi sono inevitabili. Nelle scuole come nella vita, buoni e cattivi maestri affiancano e guidano tratti importanti delle giovani menti ansiose di apprendere e impossessarsi delle cose terrene ma anche quelle più squisitamente “astratte” come potrebbero sembrare la filosofia e il libero pensiero non necessariamente ancorato a dottrine o elucubrazioni che si avvalgono della “scienza” dei maestri à penser antichi e moderni.

Il cammino dell'umanità è costellato di storie e pensieri divenuti dottrine.
Alcune dottrine sono assurte a scienza, manipolate, si direbbe geneticamente, per adescare adepti bisognosi di essere branco, altre sono rimaste inalterate nel tempo e fungono da fari collettivi per il pensiero positivo svincolato dalla materia.

Marx, Hegel, Bakunin ma anche scrittori definiti meno “impegnati”, più leggeri per quanto attiene ai concetti altisonanti del pensiero, che hanno segnato i tempi con scritti pregni di umanità; tensioni emotive molto terrene e che in alcune narrazioni sembra quasi di sentirne l'odore, il pathos delle anime e dei luoghi narrate nelle pagine vergini d'inchiostro.

No! non vuole essere un rimpianto o un elogio nostalgico a quanto è scritto e testimoniato negli annali.
L'analisi nasce dalla considerazione ultima che sta avvenendo nella società globale contemporanea.

Una realtà che impone dazi e prebende alla cultura dell'attesa creativa. Segna e sottomette il piacere dell'attesa in quanto tale.

Quel piacere fatto di sfumature infinite, da attese disattese, costellato dal dubbio. Sorretto dalla empatia che rende possibile ogni finale di cronaca.

Empatia possibilista che giustifica o accetta se pur criticamente anche i festeggiamenti impropri di vittorie plausibili agli occhi dei più.

La storia degli uomini è scritta dagli uomini per gli uomini!

E ciò che vale in un dato momento storico può essere deleterio in un altro momento.
L'eroe o l'antieroe sono personaggi che ancora oggi stentano a lasciare il passo alla non belligeranza. A piegarsi laicamente al pensiero disarmante ma vincente della logica non violenta; dell'accoglienza inclusiva, dell'ascolto e del superamento “insieme”, con l'altro di tutto ciò che angoscia.

Gesù, Maometto, Mao, Gandhi, Barabba, e persino Giuda il traditore, hanno un filo conduttore comune che li unisce concettualmente secondo una visione laica del loro essere stati attori principali se pur in diversi momenti storici dai nostri: amano l'amore terreno ma lasciano intravvedere nelle loro debolezze spiragli del divino attraverso pensieri e azioni che sembrano immutabili.

Il pensiero dominante in politica è, invece, in continua evoluzione.

Gli schieramenti, non più partiti nel senso storico del termine in quanto non si rifanno al pensiero socialista o marxisita, leninista o maoista, o a quello cristiano-democratico che ha visto una formazione legata ai principi della chiesa sorto nel '42 in cui ha militato e fatto la storia De Gasperi, Andreotti, Moro, e neanche al partito repubblicano di La Malfa o di altri partigiani provenienti dal partito d'azione. Non ci sono più, in sintesi, antifascisti o fascisti, sinistra o destra come conosciuti fin ora. E tramandati dalla storia.

Oggi sorgono movimenti spontanei.

Le sardine, ultimi in ordine di tempo, sembrano essere persone di tutte le età che scendono in piazza per arginare l'avanzata dei barbari del pensiero positivo.

Sardine che nuotano insieme ognuno col proprio bagaglio culturale accomunate dalla volontà di non soccombere alle urla cattive e ignoranti.
Dicono basta alla globalizzazione e all'amplificazione delle paure. Si schierano contro gli stupidi e servili venditori di gadget, dicono no alla cattiva politica che fa notizia e invade i social.

Tentano, e in Emilia Romagna ci sono riusciti, a scardinare demagogie, egoismi e merda mediatica postata con selfie e arroganti frasi disgreganti, suscitando, col loro sorriso disarmante, reazioni contrari che non demonizzano ma includono e propongono solidarietà e coesione.

Sbaglio?

Perché in Calabria non è stato possibile percorrere una strada simile? L'analisi la lascio a chi, per esperienza o cultura e, si fregia del titolo di “intellettuale”, è classe dirigente.

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