martedì 28 gennaio 2020

Sindrome della politica spicciola

Intrattenimento politico e talk show mediatico.


Tra citofonisti e videomaker inizia lo spettacolo.

C'è chi citofona nei condomini popolari non per risolvere problemi o tendere mani per dare sollievo e dimostrare vicinanza ma per esporre il lato migliore di sé a favore di telecamere e chi dice di farsi installare microfoni e telecamere di sorveglianza dappertutto! In macchina e in ufficio per essere monitorata 24h su 24.

Se questa è la strategia dei dirigenti cresciuti nelle “officine della politica” degli ultimi vent'anni non c'è da stare allegri.
O forse sì! Lo spettacolo è assicurato:

il grande fratello entra nella casa di calabresi!?

Davvero la neo presidente della Calabria farà questo?

Non è di sensazionalismi che l'Italia necessita. C'è bisogno di buoni governanti e classi dirigenti preparati e attenti all'ascolto dei bisogni della gente.

Intrattenimento politico e talk show mediatico.

Tra citofonisti e videomaker inizia lo spettacolo.

C'è chi citofona nei condomini popolari non per risolvere problemi o tendere mani per dare sollievo e dimostrare vicinanza ma per esporre il lato migliore di sé a favore di telecamere e chi dice di farsi installare microfoni e telecamere di sorveglianza dappertutto! In macchina e in ufficio per essere monitorata 24h su 24.

Se questa è la strategia dei dirigenti cresciuti nelle “officine della politica” degli ultimi vent'anni non c'è da stare allegri.
O forse sì! Lo spettacolo è assicurato:

il grande fratello entra nella casa di calabresi!?

Davvero la neo presidente della Calabria farà questo?

Non è di sensazionalismi che l'Italia necessita. C'è bisogno di buoni governanti e classi dirigenti preparati e attenti all'ascolto dei bisogni della gente.

lunedì 27 gennaio 2020

Regionali Calabria il giorno dopo

Vince Jole Santelli


Preferisco pensare che la svolta a destra e, quindi, la vittoria della Santelli sia dipesa dall'astensionismo in Calabria, dalla disaffezione alla cattiva politica e non alla (come dice una testata locale) vittoria della borghesia mafiosa per... mancanza di avversari.

Beh, la mancanza degli avversari pare che se la siano voluta a sinistra.
Inutile pettinare le bambole adesso!

Il pd latita.
Prima durante e dopo la gestione Oliverio che ha visto un uomo ballare da solo il partito dem., algoritmo ininfluente, abbandona tutto e tutti salvo poi andare a traino insieme ai tonni di Callipo e essere inscatolato al naturale senza neanche una goccia di evo.

E se in Emilia Romagna le sardine smuovono le acque torbide dell'antipolitica in Calabria la questione è molto difficile da redimere. Forse Zingaretti ne è pienamente consapevole e forte della consapevolezza lascia i panni galleggiare nel mare calmo dell'indifferenza dei disillusi.

Indifferenza accresciuta dalla sordità dei dirigenti che fin qui si sono avvicendati alla guida della regione nonostante la fame rumoreggiante di quel sessanta per cento che non vota più da tempo.

La destra si organizza.

Nel poco tempo lasciato dalla decisione di Oliverio il centro destra tra battutine e obiettivi mirati riesce a chiamare a raccolta il popolo sostenitore.
Sorridono le piazze all'apprezzamento maschilista del cavaliere nei confronti della Santelli che vince facile.

I cinquestelle calano di brutto!

Tansi ottiene un buon risultato.
Lo scarso 50% che va a votare non può essere esito di analisi soggettivamente esaustive. Il dato non è sufficiente per comprendere appieno gli umori dei calabresi.
Si devono sondare le problematiche reali del popolo. La sua incultura. I bisogni. Lo scacco subito, permanente e pervasivo dei dominanti. L'apatia di quanti faticano a pagare le utenze domestiche che fa dire: “tanto non cambia niente”.

Gratteri. Unica vera novità e speranza di cambiamento in Calabria. Ma lui è un magistrato. Non può fare politica altrimenti farebbe la fine dei vari Di Pietro & C.
Nicola Gratteri deve far fede al suo servizio e indagare.
Indagare affinché i disillusi, gli ultimi, quanti si sentono privi di affinità elettive con la cultura della legalità, delegittimati dalle malelingue e gettati nel calderone qualunquistico della quotidianità effimera che ha sede nell'esposizione mediatica dei social trovino in Lui un punto di riferimento per ripartire. Giacché la politica ha perso il suo ruolo...

venerdì 24 gennaio 2020

Regionali Calabria 2020

Le mani sul territorio e sulla società tutta ci sono da tempo.


In Calabria come in tutta Italia i big della politica, non tutti ringraziando Iddio, fanno in modo di accaparrare voti per le rispettive emanazioni delle coalizioni in campo nelle regionali di Calabria e Emilia.

In Calabria i candidati alla presidenza, come si sa, sono 4: Jole Santelli per il centro destra, Pippo Callipo per il centro sinistra, Franco Aiello per il m5s e Carlo Tansi da indipendente.

Nonostante il terremoto registrato dai sismografi degli inquirenti, amplificato dai mass-media, che vede sotto inchiesta 29 consiglieri su 32, alla luce delle dimissioni di Bosco e Fiorita, la cordata di destra capitanata da Tallini annuncia con fragore le dimissioni dei consiglieri della sua corrente.

Annuncia, appunto! Perché ancora niente è accaduto. Non una formalizzazione degli atti in questione enfatizzati a muso duro dal Tallini.

Il sindaco Abramo dal canto suo attende che si compiano le formalità. E non è detto che ci sia lo scioglimento. La partita è ancora tutta da giocare.

Strategicamente sarebbe un errore dare in pasto notizie e malumori alla vigilia delle elezioni regionali. Meglio le battutine piccanti del cavaliere: “questa donna la conosco da oltre 20anni e non me l'ha mai data”.
Sì, meglio riderci sopra... . Sdrammatizzare. Gettare acqua sul fuoco per lenire le ferite ancora aperte da oltre vent'anni dai vari governi che si sono succeduti.

Le mani sulla Calabria le hanno messe tutti!



E, Oggi come sempre tutti a promettono qualcosa. Lavoro. Sanità. Turismo. Agricoltura... di scuola e cultura poche parole sono state spese. Forse perché la cultura apre le menti e scardina le catene del servilismo? Fa pensare? E fa sì che anche gli ultimi possano alzare lo sguardo verso la luce e pretendere rispetto? Onestà intellettuale!

giovedì 23 gennaio 2020

Flussi e riflussi storici

Arte del vivere.




 

Benedetti social!
Ci sanno depistare bene! Basta che qualcuno (un Influencer che ha molti followers o che sta a rimorchio di qualche partito, carro o altro), posti qualcosa di pruriginoso il gioco è fatto!

E noi, come dei tori nell’arena, abbassiamo la testa, indignati o incazzati è indifferente, partiamo alla carica verso il drappo agitato dai toreri delle piattaforme.

L’adrenalina sale alle stelle.
Le battute diventano una gara di simpatiche elucubrazioni.
Sì le distrazioni di massa funzionano. Funzionano e fanno dimenticare le malefatte più deleterie.
Dimentichiamo i soldi pubblici rubati e impegnati all’estero in gioielli e oro.
Dimentichiamo le assenze dalle riunioni delle commissioni parlamentari indette per migliorare le condizioni dei cittadini.
Dimentichiamo le promesse fatte, giurate e santificate col rosario in mano.
Dimentichiamo i muri mentali e fisici eretti per creare lager, isolare i deboli, bisognosi e sporchi che fuggono dalla morte.
Dimentichiamo i sacrifici dei nostri genitori, emigrati a loro volta, fuggiaschi per necessità in direzione “speranze” carichi solo di tanta buona volontà e forza nelle braccia e nelle teste.

Teste caparbie! Noi calabresi, che quando vogliamo abbiamo la memoria lunga.
Ricordiamo i sacrifici, le fatiche, le pene subite che abbiamo dovuto ingoiare per necessità. E siamo anche permalosi…
Permalosi? Certo!
Permalosi a tal punto da ritenere un’offesa gravissima il tu confidenziale, se chi si rivolge alla nostra persona ci dà del “tu” in virtù della nostra giovane età… senza conoscerci dalle elementari o dall’asilo.
Parodiando il geniale Totò, il principe della satira italiana, ci verrebbe da dire “lei non sa chi sono io!”.

C’è una certa forma mentis distorta dal super ego anche coi vecchi amici o conoscenti, se nel frattempo abbiamo fatto carriera, ci siamo laureati o conquistato un posticino al sole che solo Iddio sa di quanti e quali sacrifici è costellata la strada del “successo”.
Dottore, avvocato, professore, maestro, direttore… il più quotato e elargito con abbondanza di salamelecchi è il titolo di dottore, d’altronde non costa nulla prendere per il qulo chi si sente superiore.

Ebbene, suppongo che questi calabresi di nuova generazione non conoscano gli usi e i costumi dei nonni. Non sanno che il “tu” è sinonimo di affetto intriso di stima profonda. Amore che non necessita di anteporre un titolo al nome. È come un bacio affettuoso o d’amore dato con la mano. Una carezza verbale. Un’intima frase rivolta alle nuove generazioni che si son fatte strada grazie ai sacrifici dei genitori e della collettività che ha lavorato per migliorare la società.

Repetita iuvant?

Il 25 aprile del 2009 ho scritto il post che segue e l'ho pubblicato su questo blog:
(lo ripropongo con la speranza che possa essere d'aiuto e creare nuovi, se pur elementari, modelli si civiltà)...

Inquinamento da propaganda elettorale.

Si ricomincia!

Imbarazzanti 3x6 campeggiano nelle aree metropolitane. Il mondo della politica si schiera. Due grandi gruppi gestiscono il paese Italia. Uno espone uomini e concetti magniloquenti, l’altro schiera e suggerisce, anzi più che suggerire fa vedere esplicitamente un gruppo di persone che caccia fuori dal manifesto i problemi che attanagliano la maggior parte degli italiani. Più forti noi, più tutelato tuu? hanno proprio una bella faccia tosta! io mi sento preso in giro. Sono mortificato per come si sono messe le cose in Italia e nel mondo. La classe politica tutta ha avuto la delega alla gestione della collettività con annessi e connessi e come è andata a finire?

Che hanno fatto? Chi è stato gestire e governare? A controllare? Uno dà la colpa all’altro. Le accuse si sprecano e intanto le famiglie stentano ad arrivare a fine mese, senza contare i precari i disoccupati i cassintegrati i quarantenni che sono stati gettati fuori dalle realtà produttive…
Difatti, la classe politica tutta, ha ignorato i problemi delle “minoranze etniche”. Con un colpo di spugna sono state eliminate le conquiste civili che davano voce e peso ai lavoratori dipendenti e buttato a mare i problemi dei tanti per tutelare i privilegi di pochi. 

È vero! anche se il disagio sociale che vivono i giovani, gli emarginati, i portatori di handicap non sono poi tanto pochi; sono pur sempre problemi che lo stato di diritto deve tutelare e risolvere, altrimenti che tipo di civiltà è la nostra?
Non ha tutelato le famiglie, i piccoli risparmiatori. Insomma le persone semplici; i lavoratori dipendenti che sono la moltitudine dei cittadini italiani. Ora, come nelle campagne elettorali precedenti, la storia si ripete: tutti i personaggi politici vogliono riparare alle storture economiche, sociali e persino affettive.

Ma insomma! chi le ha provocate? Non per cercare un colpevole e metterlo al rogo ma per capire, e mi ripeto, qual è stato il compito istituzionale dei signori eletti dal popolo sovrano?
Difatti la pluralità democratica non esiste! E il popolo sovrano è annichilito dall’enormità anomala di parole fumose date in pasto al popolino per stordirlo.

La Carta Costituzionale è stata modificata nella propaganda mediatica. E il cosiddetto popolo, tirato in ballo nei dibattiti, oggi più che mai si sente inerme.

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