domenica 29 agosto 2021

Sal Nistico junior, giovane talento jazz

A 18 anni si è giovani ma con i compagni di serata, uno stupendo trio composto da Claudio Colasazza al pianoforte, suo maestro da sempre, Amedeo Ariano alla batteria e Francesco Puglisi al contrabasso, Sal Nisticò ha dato il meglio di sé e fatto vivere a quanti erano presenti a Soverato e Cardinale un’intensa e suggestiva notte di musica dal vivo nel ricordo del sassofonista Sal Nistico, onorandone memoria e talento italo-americano.

Sal Nisticò jr

ha mostrato capacità ed estro di straordinaria portata. I suoi assoli, tra cui un bellissimo e delicato Lucean le stelle in omaggio a tutte le donne e soprattutto alle vittime della violenza e all’allucinante tragedia che stanno vivendo le donne afghane in questi giorni, hanno incantato e suggestionato una platea di appassionati che hanno avuto modo di assistere ai concerti diSoverato e Cardinale.

Le travolgenti “improvvisazioni” di Amedeo Ariano, alla batteria, costruiscono musicalità eccezionali che solo un grande maestro riesce a produrre.

Amedeo Ariano, premiato a Sanremo nel 2005 con Nike Nicolai e Stefano di Battista, durante una jam session, notato dal grande Chick Corea (originario di Albi, nel Catanzarese) pare gli avrebbe proposto la produzione di un disco.

Ariano ricorda con commozione e rimpianto gli incontri col grande Chick, e proprio a Chick Corea il quartetto ha dedicato la chiusura delle serate con una memorabile esecuzione di Fiesta, una delle ultime composizioni del grande pianista statunitense, leggenda del jazz.

L'omaggio al “gigante” del sax Sal Nistico è alla terza edizione, lo scorso anno, causa covid l’evento era stato annullato. Nel programma un repertorio di grandissimo livello con brani di Thelonious Monk, Miles Davis, Bud Powell, Reshwin, e altri, eseguiti con estrema bravura dal quartetto.

Claudio Colasazza, pianista che ha suonato con tutti i grandi del jazz e del pop, maestro di Sal Nistico junior, Francesco Puglisi e Amedeo Ariano si sono detti onorati di poter celebrare con la loro musica la festa del gigante del sax: Sal Nistico nella sua terra.

Una festa promossa dalla Sal Nistico Jazz Association, presieduta dal prof. Giuseppe Nisticò originario di Cardinale. Anch'egli costretto ad emigrare per proseguire gli studi inseguendo la sua passione scientifica fino ad essere uno dei punti fermi della ricerca ed essere stato affianco alla scienziata nobel Rita Levi-Montalcini.

La storia della Calabria è contrassegnata da nomi di talento costretti, purtroppo, a emigrare. Ma ci sono anche i calabresi di terza generazione che ritornano attratti dal richiamo della terra e dagli affetti d'origine.

Salvatore Nisticò è tra questi!

E oltre al cognome in comune col grande tenor sassofonista jazz internazionale Sal Nistico, celebrato in tutto il mondo, il suo albero genealogico ha radici nelle Serre della Calabria: anche suo nonno Salvatore era nativo di Cardinale.

Nel dna di Sal Nistico senior c’era un innato talento musicale, lo stesso rivelato da Salvatore Nisticò jr 

lunedì 23 agosto 2021

Nel ricordo di mamma Natuzza

Oggi, 23 agosto, Natuzza Evolo avrebbe compiuto gli anni. La sua presenza è annidata nei cuori di quanti l'abbiamo conosciuta e la sua immagine rimane indelebile.

Non so quanti credono nelle doti carismatiche della nostra cara mamma spirituale Natuzza, senza nulla togliere, anzi ha aggiunto, alle rispettive mamme che ci hanno generato e allevato, e neppure ho l'intenzione di fare opera di proselitismo. La mia intenzione consiste nel ricordarla! Semplicemente ricordare il suo sorriso accogliente e la sua dolcezza.

La sua voce tremula. La sua umiltà. I suoi consigli che nei momenti difficili ci hanno supportato.




Qualcuno si è recato a Paravati per curiosità e qualcun altro perché spinto dagli affanni quotidiani. Ci si è recati spinti, anzi oppressi da problemi di salute personali o di qualche familiare. Figli, madri, padri, fratelli.

Si andava lì per necessità! Egoisticamente per necessità!

Necessità di un conforto. carichi d'angoscia e si ritornava a casa più leggeri. Proprio come dopo avere parlato e confessato le proprie pene alla propria madre. E le madri sono Amore infinito: perdonano e risollevano sempre i figli.

Lei era tutto questo!

“E quando non puoi venire mandami l'Angelo...” diceva. E io Le mandavo l'Angelo. Spesso; tutte le sere per lenire l'amarezza del momento e quanto gravava sul mio essere l'andamento del giorno appena trascorso.

Offrilo al Signore. Diceva. Offri a Gesù le calunnie, i torti subiti, le incomprensioni, il peso materiale e psichico, tutto ciò che dà affanno e angustia il tuo cuore.

E io facevo così. Le sofferenze le lasciavo a Lei. Natuzza, per me era come una lavatrice. Mettevo i panni sporchi e lei li rendeva bianchi, lindi e puri. E me li ridava sempre con un sorriso. Fino all'ultimo istante di vita terrena si è data. Ha sofferto in silenzio per il bene e l'amore di tutti.

Mamma Natuzza

So di non averti persa. Ancora oggi, in questo preciso istante dialogo con te. Continuo a dialogare con te e con mia madre naturale e, so, mi piace pensare che siete insieme e pregate per il bene mondo intero. Per quanti muoiono a causa della cattiveria umana. Per gli abusati. E per gli aguzzini, i crudi di cuore che antepongono la ricchezza materiale a quella spirituale. A quanti sono vittime e anche, forse principalmente, per i carnefici affinché rivedano le loro convinzioni...

giovedì 19 agosto 2021

Sanità calabrese un paradosso da salvare

Italiani, Calabresi! E quanti versano in condizioni di disagio.

e.p.c:

Cari: Spirlì, presidente regione Calabria ff, commissario alla sanità e assessori tutti:

Per capire quanto possa bruciare il fuoco lo si deve toccare a mani nude.

La sanità in Calabria è qualcosa di assurdo!

Allucinante! È come entrare nell'inferno delle probabilità dei naufraghi di arrivare in un porto sicuro sotto la pioggia di fuoco della guardia costiera comandata a disperdere gli indesiderati ospiti.

Eppure i migranti ci provano e nonostante i pericoli che sanno di dovere affrontare salgono sulle carrette del mare. Tentano e sfidano la sorte.

Non è un paradosso! È una roulette russa anche per quanti nati in Italia e precisamente in Calabria sono costretti a ricorrere alle cure mediche specialistiche e tra burocrazie e cattiva gestione della sanità pubblica diventa un miracolo se non ci lasciano la pelle!

Gli ostacoli da superare tra uffici e visite specialistiche sono insormontabili per chi vive di pensione!

Una misera pensione da 400€ al mese, e ha, oltre alla necessità di cure mediche salvavita, anche l'esigenza degli ausili pensati e elargiti dalle strutture preposte affinché l'ammalato possa vivere dignitosamente lo stato di degenza post ricovero.

Tra tamponi covid da fare a proprie spese prima di accedere alle cure chemioterapiche, la chemio stessa e ipotetici pannoloni per gli incontinenti, se non si dispone di un conto-corrente ben fornito e qualche conoscente si può tranquillamente morire o, bene che vada, farsi i bisogni addosso vista la burocrazie e le tantissime pastoie del servizio pubblico nazionale che dovrebbe snellire le pratiche.

Un esempio?

Dopo la visita specialistica, designata e imposta dai dirigenti per avere diritto alla fornitura,

Lo specialista prescrive 120 pannoloni al mese e 30 traverse salvaletto? L'ASP dispensa metà pannoloni e zero traverse. Sì proprio così! (l'addetto dice che queste sono le direttive: 2 pannoloni al giorno e 0 traverse).

Chiedo:

Allora perché, tu burocrate preposto al servizio, hai preteso le visite e i certificati specialistici, l'invalidità, l'auto dichiarazione a corredo della richiesta per un trattamento previsto dal servizio sanitario pubblico nazionale istituito per tutelare la dignità dell'ammalato?

Cari assessori alla sanità della regione Calabria e cari politici, burocrati tutti che succede? Non ci sono soldi per i poveri?

A dire il vero anche chi ha qualche risparmio non può permettersi d'ammalarsi:

se per una emergenza qualsiasi le strutture private chiedono 300€ per il professionista e il resto dall'ammontare rimane incognito, così, sulla fiducia perché prima della visita non si conoscono i piani da attuare, serenamente meglio intraprendere il viale del tramonto in piena e consapevole dignità! Non per i soldi! Sia ben chiaro! Semplicemente perché Ippocrate è desueto.

mercoledì 18 agosto 2021

Mario Loprete, pittore iperrealista

Avere l'affetto di un animale da compagnia significa anche saperlo alimentare, prendersene cura, essere, in una parola, pronti ad accudirlo e rispettarlo.

Ho avuto la compagnia di Vasco, un labrador monellissimo, ecco, per rendere chiaro il concetto di “monellissimo” e comprenderci con tutti e nello specifico con chi ha visto il film: io & marley, basta ripensare alle esuberanze del cane in questione e alle vicissitudini dei padroni per avere subito contezza della vivacità dell'amico a quattro zampe che mi ha fatto compagnia per 14 anni.

Durante le nostre passeggiate abbiamo socializzato e fatto nuove amicizie di animali e umani a seguito. Tra questi abbiamo incrociato Jack e la sua famiglia d'adozione: Mario Loprete e il figlio Franceso.

Mario mi chiede se dipingo. Lui è nuovo del quartiere.

Scambiamo considerazioni sulla poetica dell'arte e sulle varie forme espressive. Lui predilige la figurazione. Sfoglia la galleria del suo telefonino e mostra delle immagini apprezzabili dal punto di vista formale.

Riproduce una realtà visionaria e accosta l'immagine pittorica alla rappresentazione fotografica minuziosa, maniacale e al filone della pittura iper-realista. Nell'ultimo incontro, ahimè senza il mio Vasco ormai da qualche mese, mentre accarezzo Jack mi confida della sua imminente mostra e della presentazione critica, regalo di Francesco, il figlio che, come tutti noi ha sofferto delle restrizioni causate dalla pandemia da covid-sars19 :


Jack, Mario e Francesco Loprete

"Molta mestizia e sofferenza sono state suscitate da questo periodo di quarantena. Un’esperienza tragica e traumatica insieme, sotto innumerevoli punti di vista. Ma, quasi paradossalmente, in un frangente in cui, per necessità, noi tutti siamo stati costretti ad isolarci totalmente nella clausura delle nostre dimore, tali sentimenti negativi ci hanno accomunato, portandoci ad omologare diversi comportamenti e attività. Questa particolare serie rende omaggio ad uno dei principali elementi di svago che sono stati disponibili in questa nostra solitudine universale, capace di far dimenticare, seppur brevemente, gli assilli e la tensione della quotidianità. Attraverso le celebri figure dei B-Boys, molto care al pensiero dell’artista tanto da essere il filo conduttore dell’intera composizione, e un vivido rosso, che fa emergere una passione altresì dissimulata nell’animo, Mario Loprete immortala, con la sua innovativa e caratteristica alternativa materica basata sul cemento, Madama Musica.

La scelta di utilizzare solamente il rosso non è casuale .il primo colore dell'arcobaleno ,è il primo colore percepito dai bambini, è il primo a cui tutti i popoli hanno dato un nome, è il colore del cuore e dell'amore, del dinamismo e della vitalità, della passione e della sensualità, dell'autorità e della fierezza, della forza e della sicurezza, della fiducia nelle proprie forze e capacità.

Nell'arte paleocristiana si dipingevano di rosso gli arcangeli e i serafini, ed è questa la ragione primaria della scelta di Mario Loprete di utilizzare il rosso per rappresentare i soggetti, in modo che acquisissero un’aurea divina necessaria per accompagnarci durante questo terribile periodo storico.

I soggetti da soli non avrebbero avuto la giusta forza se non fossero stati rappresentati come graffiti su una base di cemento, elemento predominante nel progetto artistico di Mario Loprete".



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Recensione critica di Francesco Loprete

sabato 14 agosto 2021

Sergio Rubino, Pediatra per passione

Ieri Gino Strada, oggi Sergio Rubino.

Persone splendide che hanno fatto del loro mestiere una fede e un modello di vita.

Gino Strada lo conosciamo per la sua storia di medico impegnato in prima linea nei territori martoriati dalle guerre e per le cure che elargiva gratuitamente con Emergency.

Prima gli ammalati! Questo il motto di entrambi i medici.

Mai stanchi e sempre disponibili!

Sergio Rubino è stato il pediatra dei miei figli e dei miei nipoti. Un caro amico Sempre a disposizione e col sorriso sulle labbra anche in piena notte. E all'occorrenza anche sulla spiaggia pur di fugare le ansie dei genitori alle prese con l'eritema solare o qualche fungo.

Empatia contagiosa e immediata!

Sergio sapeva accattivarsi la fiducia di genitori e figli; sussurrava parole scherzose ai piccoli pazienti. Giocava con loro e dopo averli messo a loro agio iniziava la visita accurata. Girava e auscultava i piccoli corpicini con sapienza e maestria da giocoliere: me lo fai vedere il lillichino? E il cuoricino? Me lo fai sentire? ...

Ultimata l'esplorazione, mentre l'assistente di studio rivestiva i piccoli, lui, sommessamente, quasi sussurrando minimizzava i timori di noi genitori.

Il dialogo, con noi genitori alle prime armi, era confidenziale e oltre alle cure mediche mirate per lenire il malessere del momento suggeriva anche antichi rimedi casalinghi in cui la madre, signora Dora, copriva il ruolo della saggezza, era la nursery ispiratrice nonché valente pittrice.

I dipinti della Signora Dora tappezzavano lo studio di via Acri prima e viale Pio X dopo, ambienti accoglienti da subito divenuti familiari nel corso dei decenni. 

Tra poesie, ritratti e dipinti che attestavano affetto e stima nei confronti del pediatra, l'acquario e la parete verde, la musica soffusa e la qualità dell'aria aspettavamo fiduciosi in un ambiente sereno, certi della soluzione del caso dopo il tuo intervento.

Ciao Sergio. Grazie per la tua immensa e squisita disponibilità. e per avermi onorato della tua amicizia.






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