venerdì 29 dicembre 2017

2018 la storia si ripete

Speranza, utopia e realtà.


Siamo agli sgoccioli. Ancora poche ore e entriamo nel 2018. E come al solito gli auguri accompagnati dai buoni propositi si sprecano.

Le camere sono state sciolte dal presidente Mattarella e il 4 marzo impegna gli elettori all'assunzione di responsabilità civile per determinare il nuovo governo all'Italia.

Intanto, nel mio piccolo, contribuisco a far girare l'economia mantenendo attiva ed efficiente la mia vecchia fiat. Il nuovo anno sancirà scadenze che non potrò assolutamente eludere o ignorare.

E grazie alle teorie di Calenda, riguardanti il rinnovamento del vecchio parco macchine che punta a fare pagare di più del dovuto i possessori di automobili vecchie in modo da spingerli a liberarsene e acquistare il nuovo a beneficio delle industrie automobilistiche così da mantenere, catene di montaggio, robot, operai e affini, quindi auto ecologiche di ultima generazione pensate per salvaguardare l'ambiente, dovrò pagare di più!

Aumenterà la polizza assicurativa e il contributo al servizio sanitario nazionale incluso nell'assicurazione. Il carburante. La manutenzione. La revisione. Il bollo!

Comunque, brindiamo! Fiduciosi, brindiamo al nuovo anno e ai buoni sentimenti.

ps. aumenteranno anche le bollette della luce e del gas.

martedì 26 dicembre 2017

Felice anno

Anche i laici sognano a Natale.



Ho ricevuto auguri di ogni tipo. Messaggi vocali e scritti. Video e chat. E persino gli auguri musicali, in voce, e che splendida voce!, di Pavarotti e friends insieme ad una sequela infinita di fantasiosi film-maker.

Feliz Navidad! Felice anno di prosperità … felice anno di felicità... buon natale a tutta la gente dal profondo del mio cuor.

La notte di natale siamo tutti più buoni o quantomeno siamo animati dalle buone intenzioni, peccato che al sorgere del nuovo giorno siamo concentrati su ben altre intenzioni. Tutte improntate sull'ego. L'altro, anche il fratello più prossimo viene messo in secondo piano. La parentesi aperta nella notte buonista si chiude! I sogni si conservano nel cassetto in compagnia dei regali riciclati non per colpa della crisi. La realtà impone cautela!

Felice anno …

sabato 16 dicembre 2017

Sala d'attesa

 Aspettando la visita.

Prima o poi capita a tutti.

Essere costretti su una sedia in una sala d'attesa per ragioni di salute. Aspettare che qualcuno chiami  ed entrare doloranti ma fiduciosi di porre fine alla causa del malessere. Capita a chiunque, prima o poi.

Capita anche di dovere condividere gli spazi con altri pazienti e con i familiari dei pazienti. Bambini compresi.

In questo variegato mondo di doloranti membra, almeno una volta si stava in rigoroso silenzio o al massimo si parlava a voce bassa per non disturbare il lavoro dei sanitari e anche per evitare ulteriori disagi agli ammalati in attesa. Adesso non è così!

I costumi e l'educazione sono cambiati:
Cellulari che lanciano allarmanti note. Persone che gridano al telefono. Bambini che giocano rumorosamente coi tablet. Gente che interroga internet e suggerisce analisi strumentali e terapie mediche specifiche per il malanno del congiunto in attesa.

Un mercato! Sembra di essere in un mercato della frutta dove chiunque si sente autorizzato a imporre la propria mercanzia e non in un luogo adibito a scienza sanitaria.

“ Il clisma opaco. Ecco mamma. Questo devi fare”. Dice perentoria la figlia mostrando il cellulare all'anziana donna. “Questo ti sblocca. Rompe il tappo di cacca...”. “Che ne so! Risponde la signora mamma. Sono otto giorni che non vado al bagno. Mi hanno fatto i clisteri e niente. Solo un'acqua gialla. ...”.

Dall'altro angolo del corridoio il bambino in braccio al padre parla con lo schermo. Con quello che vede nello schermo! “Pensi di fregarmi ah! Brutto minions. Ma non mi freghi. Tieni prendi questo e questo...”.

Intanto la sala continua a riempirsi di pazienti. Arrivano i parenti della signora costipata e ognuno dice la sua soluzione certa e sicura, personale o suggerita da qualche illuminato conoscente. Qualcuno si sposta. Va in perlustrazione negli altri reparti con la speranza di incontrare e coinvolgere parenti e conoscenti impiegati all'interno dell'asp per risolvere velocemente e bene il problema intestinale della signora che non caga da diversi giorni.

Che gabbia di matti.  

giovedì 14 dicembre 2017

Empatia e saperi: tecniche della visione

Arte per passione

 Ricerca. Sulle tracce dell'uomo. Empatia e saperi della visione.

Serve ancora raccontare storie attraverso le immagini come si faceva prima dell'avvento e l'uso dei nuovi media?
Narrare per immagini pittoriche storie nonostante l'alfabetizzazione e l'acquisizione dei saperi evoluti da parte di un larghissimo strato sociale?


domenica 10 dicembre 2017

Don Gallo, gli insegnamenti

Andrea Gallo. Il prete di strada.


Ogni volta che lo vedo e ascolto le sue parole è come fare il pieno di speranza, il web è pieno!, le sue parole rimangono vive come la sua figura di prete di strada che parla alle persone e si fa comprendere.
Non parla del paradiso in termini astratti ma, con parole semplici, invita i giovani ad alzare la testa e difendere la democrazia. La libertà! Che lui difese e conquistò insieme ai partigiani quando aveva appena 17 anni e mezzo.

Era un prete sui generis. Un uomo come pochi! Che sapeva parlare e si faceva amare dagli ultimi. Quelli che solitamente sono messi ai margini proprio dalle persone che dovrebbero tutelare la dignità delle donne e degli uomini.

Con l'esempio e la parola, don Gallo, ricucì in parte lo strappo tra gli abbandonati e la società. Ed è guardando alla sua azione e a quanto era forte il fermento sociale negli anni '60, 70 e 80, che quanto accade oggi sembra avere vanificato ogni conquista sociale e culturale.

Secondo don Gallo, il prete di strada, siamo in una crisi di sistema, ed io concordo.

Viviamo nell'era delle A.
A come apparire. A come avere. A come accumulare...

diceva di essere figlio spirituale di don Bosco, dopo avere incontrato Dio a vent'anni attraverso un altro salesiano. Diventato presbitero è venuto per servire... “io propongo, non impongo” diceva.

Uno può anche porsi l’impegno della bontà, ma se non ha l’obiettivo del bene comune sarà buono solo con se stesso o al massimo con i propri familiari e vicini. Bisogna far crescere e maturare il senso civile della collettività e dell’utilità comune. Non basta la bontà. Diceva il don.

E “Il potere sa che se tiene l’oppresso e il povero nell’ignoranza avrà gioco facile”.

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