sabato 18 giugno 2022

L'insostenibile esistenza degli ingenui nel mondo delle sopraffazioni

 


Per fare conoscere le notizie al grande pubblico fino a qualche decennio addietro c'era una figura che adempieva alla missione: lo strillone! s'incaricava di andare per le strade della città e urlare a squarcia gola la notizia più pruriginosa della giornata e invitava a comprare il giornale per leggere i particolari.


Altra figura analoga era quella del “vanderi”." 'U Vanderi" aveva una mission più terra terra. S'incaricava di aggiornare le massaie sui prodotti che avrebbero trovato sui banchi del mercato oppure divulgava qualche annuncio istituzionale emanato dal municipio.


Erano forme di comunicazione arcaiche ma efficaci. Arrivavano diritto al punto! E morivano lì!

Oggi, nell'era dei turbamenti emotivi e delle masturbazioni mentali infinite, la comunicazione, le notizie sembrano no avere mai fine. I colpi di scena sono studiati e sciorinati scientificamente. Concatenati e a volte cuciti senza palesare un filo logico che abbia attinenza con l'origine a causa dei giri pindarici che nel frattempo hanno accompagnato i salotti televisivi e le immancabili svolte sulle piattaforme web tutto contengono tranne il nocciolo della questione iniziale.

La cronaca che insanguina l'est europeo è su questa strada.

Le fazioni partigiane tifano per motivi volgarissimi facendo pressione sulle paure collettive. I temi trattati sono, come giusto che sia, l'invasione e quindi l'arroganza di uno Stato forte su uno meno forte dal punto di vista bellico ma ricco di giacimenti minerari vocato anche all'agricoltura e non a casa definito il granaio d'Europa.

Russia vs Ucraina. Una guerra senza vincitori, comunque finisca! È la tragedia di questa epoca che cammina nell'etere e divulga falsità ideologiche appigliandosi a temi ignorati da quanti non riescono ad arrivare a sera serenamente. È calpestata la dignità degli uomini da entrambe le parti.

Belve assassine gli invasori. Belve assassine chi va in tv, chiede, invia, promette armi, bombarda inermi, rapisce, affama!

E in mezzo alla giostra mediatica gli strilloni, i "vanderi" pagati a un tot a parole per divulgare mezze notizie, mezze verità per dare in pasto agli ingenui un nemico su cui scaricare rabbie individuali e paure.

Non c'è spazio per gli "ingenui" nel mondo vocato alle sopraffazioni mentali e fisiche assurto a metodo esistenziale dall'arroganza del potere malato.


giovedì 9 giugno 2022

Mario Martino, U Stampatura, poeta catanzarisa

 


In certi agglomerati l'appartenenza è determinante, quasi una situazione identitaria esistenziale non geografica ma dell'anima. Essere, appartenere e radicarsi in un ambiente ben definito e strutturato dà sicurezza specie quando si è ragazzi. E lui, Mario, orgogliosamente si dichiarava “do stadiu”.

Carnagione chiara. Occhi chiari e sempre un bel sorriso sulle labbra che gli illuminava il volto.

Ci incontravamo spesso. D'altronde il rione stadio era piccolo e i punti d'incontro obbligati facevano sì che la vita sociale diventasse familiare.

In questo clima è cresciuta la sua e la nostra sensibilità.

“... e picculu, tantu cchi eru beddhu mi pigghiaru pèh a pubbricità da Plasmon!”. “daveru u dicu daveru!” “ma sì nu vavusu Marie'” “on mi cridi tu giuru subba u bena e mammita” queste le schermagli nel bar “Biafora” tra il suono delle campanelle dei flipper e qualche 45 giri a palla del juke box.

Tre anni. Solo tre anni la differenza di età tra noi. E a quel tempo erano molti. Nonostante ciò c'era una buona intesa. Ma tre anni di differenza proiettavano nell'età adulta e nel mondo del lavoro dei grandi gli adolescenti. Apprendisti meccanici, carrozzieri, imbianchini, elettricisti questi gli sbocchi di molti ragazzi dello stadio ma lui intraprese la strada dello stampatore.

“Cchi fai?” “fazzu 'u stampatura!”. Rispondeva con orgoglio. “U stampatura? E cchi è?” “U tipografu...”.

Come spesso accade ci fu un enorme iato. Le strade si divisero e la vita ci portò su altri lidi. Ma mai venne meno la verve poetica intrisa di catanzaresità in Mario Martino. Pubblicò molti scritti in vernacolo sempre suggeriti e sorretti dall'amore e la bellezza per la terra d'origine.

Ci incontrammo molto tempo dopo in qualche manifestazione d'interesse comune.

Nonostante l'età e qualche capello in meno lo spirito focoso rimaneva uguale e gli si leggeva apertamente, s'alimentava di denuncia propositiva, bellezza e potente volontà di purezza.

In uno degli incontri parlammo e declamò una poesia in dialetto catanzarese “U nnammuratu” e, con un colpo teatrale, seppe stravolgere il pathos crescente. trasformò le aspettative pindariche degli astanti catturati dalla sua verve in una fragorosa risata. Grande Mario!

descrivere l'uomo è difficile. Possiamo forse avvicinarci alla sua anima attraverso la passione del suo fare: la predisposizione dell'anima che si fa stile di vita e trasforma la bellezza poetica in lavoro.

lunedì 6 giugno 2022

103 giorni, la fame è servita

 

103 giorni!

Sono trascorsi dall'inizio dell'assedio russo, anzi, è più corretto dire, dell'incursione ordinata da Putin alle sue milizie per sopraffare uno Stato sovrano confinante con la Russia.

I mezzi di comunicazione di massa ci aggiornano continuamente sulle brutture della guerra in Ucraina.

Minuto per minuto le immagini catastrofiche inondano i devices di tutto il mondo democratico e per democratico intendo i Paesi emancipati dalle autarchie dispotiche.

Macerie. Rovine fisiche e psicologiche elargite con faciloneria annichiliscono cittadini ignari e incolpevoli. E pensare che tutto ebbe inizio sotto il segno di una Z che per i soldatini russi significava “esercitazione militare” e non assedio, offensiva, abuso su un popolo sovrano.

Poi le notizie si son fatte più dettagliate: violenze di ogni genere sulle persone inermi: stupri, devastazioni, saccheggi...

Adesso si parla di pirateria! Di saccheggi del grano ucraino venduto a basso prezzo dai russi nei paesi depressi. Come dire: vedete siamo brava gente! Regaliamo a prezzi stracciati il grano ai paesi poveri. Intanto fonti certe testimoniano le ruberie ordinate dallo staff russo nonché il blocco delle navi ucraine dai porti del Donbas assediate.

Il grano ucraino è controllato da Putin!, che minaccia anche l'occidente e quanti continueranno a inviare armi di autodifesa alla resistenza ucraina.

Altro tasto dolente: l'invio di armi all'Ucraina a chi fa bene?

Si potrebbe optare per altre soluzioni per arrivare ad un cessate il fuoco immediato?

Siamo, sono arrivati al 103° giorno di guerra. E a pagarne le conseguenze peggiori sono sempre gli ultimi i più deboli.

Così non va bene!

La pace non deve essere armata militarmente!

La pace è una questione mentale. Una certezza conviviale che sfocia in serena amicizia


sabato 28 maggio 2022

Messaggi dal cielo

 

Figure ancestrali visibili ai bambini e alle anime pure sovrastano la corteccia materiale della fisicità.




Bagliori inaspettati plasmano impalpabili visioni; evocano sensazioni sopite.

Buongiorno! Alla vita.

Figure familiari prendono forme, ammantano negatività e pensieri consci.

Sprazzi di luce tagliente danzano, s'inchinano al nuovo giorno.

Buongiorno giorno...

in groppa al destriero con ali dispiegate

il pensiero vola sulle bellezze del Creato.

giovedì 28 aprile 2022

Catanzaro, da mò al 12 giugno

 

"torre cavallara, cz sud"

Catanzaro. In attesa del 12 giugno, data che vedrà in tarda ora l'insediamento del nuovo organigramma politico a palazzo de nobili, si scaldano i motori. Si intrecciano accordi. Non si disdegnano neppure i tanto vituperati saltimbanchi della politica pur di raggiungere e indossare la fascia tricolore.

Abbiamo il sindaco “giardiniere” che vuole fare di Catanzaro una città giardino. Con tutti ma senza inciuci. Salvo poi vedere, spulciando tra i candidati, una sorta di restyling, ché la composizione dei salvatori della patria non si discosta molto dalla formazione precedente.

Insomma:

Si tocca il polso della politichicchia. E, nostro malgrado, ascoltiamo i rispettivi punti di vista che purtroppo rimangono invariati. Siamo testimoni in/colpevoli? Cittadini apatici, assuefatti e ormai succubi della cattiva gestione amministrativa e sociale? L'ignavia sembra padroneggiare il gregge.

D'altronde la realtà delle periferie, la qualità della vita, i servizi obsoleti, salvo qualche leggero cenno di miglioramento apprezzabile in centro città e nella marina ( se però ignoriamo che Catanzaro è tutta un divieto generalizzato quasi priva di parcheggi liberi...) emotivamente speranzosi, ci si lascia andare a aspettative corredate da promesse mai mantenute, chissà perché, sempre imputabili a quelli del campo avverso e alle giunte precedenti.

La realtà oggettiva attuale fotografa una gestione della cosa pubblica scadente. Un fare della politica ch'è conseguenza limitante e limitativa di azioni paragonabili alla lista delle lavandaie attanagliate dalle esigenze immediate, quotidiane e, che per il modo di fare condizionato, scade in deprimenti accuse, omissioni e incoerenze politiche imperdonabili come se chi si è seduto nel consiglio comunale non avesse strumenti democratici per contestare e ovviare a errori o sviste della maggioranza. Come se l'opposizione fosse prigioniera di chissà qualche potenza oscura e perciò impossibilitata nell'emendare proposte e fare espletare bene il mandato elettorale anche a quanti distratti dai problemi immediati sottovalutava il futuro. Perché la politica, quella sana, guarda lontano, in divenire; il resto, l'immediato è un esercizio di normale amministrazione.

Personalmente, mi aspetto, dalla politica, che faccia propria la questione sociale delle realtà periferiche nei fatti, che sia sensibile ai bisogni di tutti ,attenta sì all'immediato ma che sappia programmare principalmente la serenità, l'armonia tra il centro e le periferie fisiche e culturali esistenti in città.

... non sempre le minacce e i nemici arrivano dal mare, si allevano anche serpi in seno. 

Pemmò aspettamu.

  Guardamu; e mentre osserviamo l'evoluzione delle forze politiche scese in campo, i veti imposti dalle segreterie attendiamo le mosse degli altri schieramenti pronti a scendere in campo sperando in un estremo atto di nobiltà di pensiero della Politica seria. E non cavalli di Troia


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