mercoledì 15 dicembre 2021

Lotta di classe e narrazione artistica

Bozzetti giovanili.

In una cartella nascosta, tra altri faldoni allineati in uno dei ripiani dello studio, stamane, ho rinvenuto dei cimeli di archeologia grafica risalenti, appunto, all'età dei, quasi, primi amori e convincimenti politici sbocciati tra i banchi di scuola e fortificati nell'ambiente di lavoro.

Erano gli anni delle lotte ideologiche. L'età in cui si crede nella bontà dei propri convincimenti e nel lavoro di proselitismo che invade ogni settore. Anche la pittura ne era contaminata. Le raffigurazioni, per certa critica, doveva essere descrittiva, narrante di lotte per l'emancipazione dalla schiavitù del lavoro alienante etc etc.

-"lotta di classe" archivio M. Iannino-

Chi non ha voluto, almeno per un attimo, pensato e sperato di cambiare il mondo? Impegnarsi per dare voce ai deboli e lavorare per costruire una società più giusta?

Oggi, davanti all'implosione dei valori sociali, (vedi lavoratori cococo, socialmente utili, rider e tutti gli sfruttati in genere che pur di campare accettano di tutto) quanti abbiamo pensato di “cambiare il mondo” dovremmo soffermarci seriamente sul fallimento di quelle che sono state le linee guida del mancato cambiamento e, più che noi, quanti hanno partecipato ai giochi di "governo e di potere" recitare un profondissimo mea culpa. Fare ammenda degli errori incontestabili e provare a iniziare il rinnovamento da noi stessi.

Cambiare noi stessi: 

Lasciando la libertà di sbagliare affinché dall'errore individuale nasca l'emancipazione collettiva desiderata.



domenica 12 dicembre 2021

Nuove povertà, ataviche esigenze

 

Arriva trafelato, si guarda attorno e si dirige verso gli scaffali del pane. È un po' nervoso l'uomo. Indossa un giubbotto nero, cappello con visiera. Occhiali. Mascherina come d'ordinanza. Anche Catanzaro ha l'obbligo d'indossare gli ausili profilattici contro il covid.

Statura media. Non grasso, anzi. L'uomo tasta il pane mentre si guarda attorno con circospezione. Fa degli strani gesti. Poi lascia la posizione senza nulla in mano e si avvicina al bancone degli affettati. Guarda fugacemente attorno, quasi con sguardo assente e con la mente altrove, senza prendere il numero elimina code e va via.

La cerniera della tasca sinistra del giubbotto è chiusa; gonfia e con tracce di farina attorno desta sospetti.

L'uomo, visibilmente nervoso, esce dal negozio senza comprare nulla. Più in là, fermo all'angolo della strada, abbassa la cerniera della tasca, tira fuori un panino, lo odora e con lo sguardo rivolto al cielo dà un morso.

"coll. privata, archivio M.Iannino"


sabato 11 dicembre 2021

Povertà

 

Manca l'acqua!

È domenica ma il supermercato vicino casa è ancora aperto. Cinque minuti e sono lì. Tra gli espositori una donna di mezza età osserva la merce esposta. Legge le indicazioni. Confronta il peso e mette nel carrello quella che costa di meno.

Il carrello della donna è semivuoto: biscotti per la prima colazione, direbbe qualcuno, anche perché c'è un bric di latte da litro tra le poche mercanzie che non si vedono tra gli spot in tv e nemmeno tra i consueti costosi spazi pubblicitari dei mass-media. Una bottiglia in plastica verde contenente detersivo multiuso. Una confezione di pasta e qualche merendina.

Il discount è semivuoto. Non c'è fila alle casse. La signora mette la spesa sul nastro. Il commesso passa il codice dei prodotti sullo schermo e: sono 7€ e50 signora. Lei porge la carta prepagata ma il sistema non l'accatta: transazione fallita! Signora non ricorda il pin? Chiede il commesso. vuole riprovare?

La carta non ha credito.

E mò come faccio? Mi serve sta roba! … non ho soldi con me … senta posso lasciare qui la spesa? Arrivo un attimo a casa e torno subito, tanto abito qua vicino. Sì signora non si preoccupi. Intanto la poggi lì. Lascio il suo scontrino in sospeso altrimenti mi blocca la cassa.

Ha mani ruvide e unghie rotte la signora; mani screpolate messe a dura prova dall'inflessibile lavoro domestico! Non un filo di trucco sul volto emaciato.

È una donna che si dà da fare. Una donna che forse sbriga anche qualche lavoretto in nero per potere arrotondare il tanto criticato “reddito di cittadinanza”. Una donna che forse va a fare servizi domestici o che lava le scale per 5€ l'ora.

mercoledì 8 dicembre 2021

L'Immacolata, appuntamento caro nella comunità di una volta

 

Dogmi a parte l'Immacolata per noi che siamo cresciuti secondo gli insegnamenti Cristiani è la festa che precede il santo Natale ed è il giorno in cui si fa l'albero in quasi tutte le case. Alcune famiglie preferiscono il presepe per ricordare e festeggiare la nascita del Salvatore. Altre addobbano l'albero e il presepe insieme.

Per noi bambini dell'altro ieri l'Immacolata non solo era il preludio di caldi giorni spensierati che vedeva parenti e amici attorno ai tavoli delle cucine e dei soggiorni immersi negli inconfondibili odori del Natale ma era principalmente la parte più attesa dell'anno.

Erano tempi in cui i desideri, semplici ma pressanti, prendevano forma. E sapevamo inventare favole. Costruire giochi effimeri che avevano brevi vite.

Storie d'avventura a bordo di navi di carta. ( e chi la vedeva all'epoca la carta, un foglio di giornale... materiale ritenuto sacro che gli si dava un valore aggiunto anche quando era inservibile per gli scopi iniziali.).

"Sogni- assemblaggio- coll. priv. M. Iannino"

Ecco. Giusto il tempo di godere delle fantasie trasformiste messe in campo dalla nostra fantasia:

Non aspettavamo regali hi-tech ( computer e telefonini non esistevano neppure nelle fantasie più fervide e rivoluzionarie e neanche le calcolatrici erano in cima ai nostri desideri ). speravamo in un buon cappotto, una giacca, un maglione, un pantalone di lana e un paio di scarpe nuove giacché quelle consunte passate di mano dai fratelli più grandi erano inservibili.

Guardavamo all'essenziale! Nelle stanze familiari, sotto la luce rossastra delle lampadine a incandescenza, immersi nell'odore di fritto tra le zeppole e all'agrodolce dei mandarini aspettavamo regali che sapevamo per certo sarebbero arrivati in relazione alle finanze familiari.

C'era ancora una realtà a misura d'uomo.


venerdì 3 dicembre 2021

P.A., Poste e telecomunicazioni, i disagi dei cittadini senza app.

 

L'imprevisto.


Sai, quando pensi di ponderare bene il tempo, le variabili incognite cariche di sorprese, gli imprevisti, anche le più improbabili e credi di poterle evitare perché, a differenza degli altri, ritieni di avere giocato d'anticipo sugli eventi e poi rimani fregato da un qualcosa privo di peso?

Ebbene, a me è successo oggi!

Va bene che non padroneggio al 100% le nuove tecnologie mass-mediatiche. In altre parole non ho tanta dimestichezza con le app. cosa che mi fa un certo effetto nell'osservare i bambini ancora non scolarizzate ma sicuri e padroni dei device.

Ecco, dicevo, oggi mi sono sorbito 3 ore di attesa nella sede delle poste italiane di Catanzaro lido per non avere prenotato con l'app il pagamento di un banale conto corrente.

A mia discolpa posso dire che non lo sapevo! E che anche provandoci davanti all'ufficio postale non ci sono risuscito. Va be', mi sono detto: faccio la fila! Non sapendo che le prenotazioni con l'app avessero la precedenza sono rimasto lì a osservare i terminali per ben 3 ore!

I terminali, solo due con relativi operatori, notificavano codici generati in automatico dal sistema informatico in uso nell'ufficio postale di lido. Inutile sono stati i chiarimenti! I dipendenti, con garbo, ripetevano che loro non c'entravano nulla e non potevano eseguire latre operazioni se non quelle imposte dal sistema.

Ma dico, un tempo esisteva il ministero dell poste e delle comunicazioni ed era un servizio sociale! Adesso non più!

In barba alla moltitudine delle persone anziane o non !nativi digitali!” costrette a chiedere i servizi di prima necessità agli sportelli come il pagamento delle pensioni o il pagamento di un bollettino postale emanato dall'ente elettrico o del gas, ritirare una raccomandata o un pacco e che appena appena sanno digitare un numero telefonico.

Siamo nella barbarie più assoluta!

La gentilezza associata al servizio sono prassi bandite dall'azione degli impiegati costretti alla dittatura random dei computer che gestiscono il sistema di uno dei servizi pubblici più utili e dal quale dipendono molte necessità dei cittadini.

Ministro Brunetta niente da aggiustare nel sistema?

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