martedì 3 novembre 2020

Cultura inclusiva é scambio reciproco

A voler essere buoni davanti ad una immagine del genere si potrebbe pensare ad un maldestro tentativo di cambio ruote. Però visto quanto sta accadendo in queste ore nel quartiere propendo a pensare che si tratti di altro.



Un altro modello di vita di gente misera che per risolvere i propri personalissimi problemi deturpa il bene altrui, le piccole necessità e quanto è stato messo su con fatica e sacrifici dai legittimi proprietari dei beni depredati o sottratti con l'inganno.

Ieri sera è scomparsa una utilitaria dal parcheggio sotto casa. Una vecchia macchina ma che ancora serviva allo scopo dei proprietari.


Inutile tirare fuori i soliti argomenti “inclusivi” e socializzanti. È una questione culturale. È la propensione all'educazione del rispetto nei confronti degli altri che manca in questi soggetti inclini alla devastazione mirata che sfocia nel furto pur di alleviare la propria misera esistenza.


Manca la sensibilità di base! Sono soggetti che applicano alla lettera gli elementari principi della loro miserevole sopravvivenza. Personaggi che sfruttano il malessere sociale.

Rubano per una dose. Rubano per comprare il telefono di ultima generazione. Rubano! (d'altronde le vetrine devastate e saccheggiate dalle frange violente che si infiltrano nelle manifestazioni pacifiche di dissenso nei confronti del governo sono la testimonianza di un malessere circoscrivibile e oggetto di studi neuropsichiatrici)


E non venite a parlarmi di gente che ha fame e che lo fa per i figli perché non è questa la realtà dei fatti.


Perché ci sono le organizzazioni onlus che raccolgono i beni di prima necessità e li distribuiscono ai bisognosi. Le organizzazioni no profit distribuiscono derrate alimentari e vestiti! Ma la richiesta che fanno i poveri camuffati sono ben diverse.


Sono le stesse di quella famiglia che ha preso possesso del territorio cittadino e campa di accattonaggio:

la mamma, una giovane signora in forze, sta coi figlioletti piccoli davanti alla coop e il figlio più grande ha preso impiego fisso davanti la porta del panificio.

A loro favore c'è da dire che sono educati e poco invasivi. Curati nell'aspetto, coi capelli tagliati e qualche giocattolo in mano.


Non chiedono pane o pasta. Chiedono soldi!

lunedì 2 novembre 2020

ciao Gigi


Quando va via un personaggio pubblico, un uomo di spettacolo come Gigi Proietti, è come se andasse via una parte di te. E ne senti la mancanza peggio che se fosse un congiunto perché con lui hai vissuto i momenti più belli della vita.

Gigi Proietti era un mattatore. Un uomo di spettacolo. Un Artista poliedrico.


Dal bianco e nero al colore, Gigi ci ha fatto ridere e pensare, ci ha fato gioire, ci ha tenuto compagnia e magari è riuscito anche a raddrizzare le amarezze quotidiane e, perché no, dimenticare anche qualche brutta interrogazione a scuola, qualche dissapore amoroso connaturato alle prime esperienze giovanili.

E oggi che è andato via anche una parte della nostra vita insieme alla sua arte è messa in cantina con le vecchie televisioni. Quelle televisioni massicce costruite con legno in teak sintetico e tubi catodici, con le valvole, i condensatori e le resistenze ingombranti che si accendevano a rilento e nello spegnersi facevano l'occhiolino luminescente. Ricordi che continuano ad accendersi e illuminare molte coscienze cresciute insieme alla tv generalista che teneva in buon conto i tempi del dopoguerra con programmi del tipo “non è mai troppo tardi”, gli anni 60, 70 ancora orfani di scolarizzazioni.




Abbiamo archiviato una pagina di storia di costume italiano di spettacolo e tv. Ma non la memoria.


Ciao Gigi.

domenica 1 novembre 2020

dad? Ha ragione Azzolina

Silenzio! Facciamo silenzio e ascoltiamo il passato. Ricordiamo le scelte di chi ha governato e di chi è stato all'opposizione ed ha consentito i tagli alla viabilità nazionale i tagli alla sanità le privatizzazioni e la vendita dei beni demaniali.


La situazione emergenziale del momento non è figlia del covid19.


La chiusura delle attività che possono incrementare i contagi e l'isolamento interpersonale è un'esigenza dettata dalle scelte assassine imposte nel passato dalle classi dirigenti.

Scelte operate dalla politica in funzione dell'economia nazionale che guardava alla ricchezza privata supportata dalle lobby che bivaccavano e condizionavano il transatlantico.


Ora siamo in un cul de sac. E per salvare il salvabile è necessario chiudere le porte di casa. Lavorare da remoto e studiare da remoto. Sempreché si ha la disponibilità economica per risiedere in una casa super connessa.

Una casa servita da banda ultra veloce in cui ogni componente familiare ha a disposizione un terminale idoneo alla videoconferenza.

Purtroppo non tutti hanno queste possibilità e anche se ormai quasi tutte le società di telefonia offrono per 10€ un pacchetto tutto compreso tra giga, telefonate e messaggini di certo non si può seguire una lezione su uno schermo di pochissimi centimetri quadrati.

Ho avuto modo di osservare la didattica a distanza in quest'ultima chiusura delle scuole cittadine a causa del contagio covid e posso assicurare che è stata un'esperienza devastante:

segnale a intermittenza, immagini e parole in sintonia con l'imminente illuminazione dell'albero di Natale e bambini che andavano in paranoia, altri annoiati che decidevano di spegnere la connessione. Link fantasmi e connessioni inesistenti affidate a personale che non è preparato per la didattica a distanza.


Ha ragione la Azzolina!


Le lezioni devono essere svolte in presenza! Lezioni frontali e contatto umano se pur distanziato e con le dovute precauzioni ma in aula!


E che questa emergenza rimanga impressa nella mente di tutti. Che sia maestra per le presenti e future decisioni quando si intende imporre , anzi, anteporre il profitto economico dei singoli e della nazione al benessere sociale.

sabato 31 ottobre 2020

nel caos del web tra spid pin password e diavolerie varie

Capisco che la prudenza non è mai troppa e che nel clima in cui viviamo fatto di furti d'identità e di frodi generali è bene essere prudenti ma così è troppo!

Tra pin, password e spid con annessi nomi utente e concessioni varie per firme digitali la vita sta diventando un gran casino.

E sì perché non bastava la carta d'identità digitale coi suoi puk e pin (che ancora non ho capito a che cazzo servono) visto che poi devi comunque fare la trafila per avere un identificativo da usare per le certificazioni on line.

Strumenti che servono al giorno d'oggi, ma... per esempio:

Come cazzo fa un vecchio rincoglionito ricordare la password e il nome utente per accedere nel portale inps e controllare la sua pensione?

perché dico questo? perché è successo anche a me!

E pensare che c'ero riuscito. Solo che non ho fatto in tempo ad inquadrare il codice quad core e il telefono si è intasato di sms da trascrivere. Non facevo in tempo a scriverne uno che arrivava l'altro perché nel frattempo erano trascorsi i secondi di validità necessari all'autenticazione dell'utente. E allora riprova. Rifai tutta la procedura fino a che i nervi non saltano e sei tentato di sbattere il telefono al muro. Ma ti trattieni. Costa! E i pochi soldi della pensione non ti consentono di scaricare lo stress indotto dalla nuova forma tecnocrate sull'oggetto del contendere che sia telefono o computer.



Ma cari burocrati, legislatori, garanti della privacy un sistema più semplice no vero?

giovedì 29 ottobre 2020

Catanzaro, prevenzione e tutela del territorio

Pioviggina. A dispetto delle previsioni meteo le nuvole si addensano all'orizzonte e qualche goccia cade. Osservando bene il cielo non dovrebbe durare molto. Ma si sa le tempeste a ciel sereno sono le peggiori. In un attimo le piogge devastano raccolti gonfiano torrenti e inondano le cementificazioni selvagge.


La continua ossessiva lista della spesa cui gli amministratori sono chiamati a osservare spesso provoca incurie per mancanza di fondi.


I pochi soldi in bilancio dei comuni non bastano mai anche se i contribuenti pagano salatissime bollette comunali che nel loro insieme dissanguano le famiglie.

In ogni bolletta, gas, luce, tari, acqua, imu ci sono accise e ammennicoli varie che gonfiano il dovuto reale che vanno a implementare le casse comunali e regionali, nonché statali. Persino nella tassa di proprietà delle automobili c'è una quota destinata al servizio sanitario nazionale ma la parte più cospicua va nelle casse regionali.


Nel valzer delle tasse i legislatori hanno pensato a ogni minimo problema sociale e i cittadini siamo tenuti a osservare se vogliamo concorrere secondo le nostre possibilità al bene comune.


Già il bene comune...


se usciamo dai centri urbani sembra che tutti i sindaci siano ossessionati dallo stesso problema: il bilancio delle casse comunali, e per questo lasciano alla provvidenza le urbanizzazioni primarie, quindi le manutenzioni del suolo e la regimentazione delle acque.

 

"torrente fiumarella, catanzaro, corvo"

Inondazioni, cataclismi improvvisi visto quanto accaduto e accade sotto questo cielo possono colpire in qualsiasi momento e a qualsiasi latitudine. Che facciamo aspettiamo ancora caro sindaco Abramo e cari assessore regionale al territorio e presidenti delle bonifiche tutte?

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