giovedì 9 maggio 2019

Catanzaro Milano A.R.

In volo con Alitalia.


Ho volato e percorso l'Italia da sud a nord e viceversa in un solo giorno. Arrivi e partenze in perfetto orario.
A parte l'alzataccia del mattino e le distanze da coprire in macchina da e per l'aeroporto di Lamezia Terme per il resto tutto è filato liscio come l'olio.

L'atterraggio a Linate è stato soffice. Un plauso al comandante che ha fatto planare il velivolo come una piuma sulla pista.
Nessuna turbolenza in volo.
Le nuvole sotto di noi infondevano sicurezza; simili ad un soffice enorme batuffolo bianco dalle velature celesti dividevano lo spazio aereo.
Spenti i contatti multimediali lassù si è fuori dalle teorie partigiane e dalle beghe strumentali delle diverse fazioni nazionali e transnazionali.

Nuove distanze ci avvicineranno, cantava Degregori.
Spenti i canali mediatici e dimenticando per un po' il telefono in modalità “volo” ci si può perdere nell'infinito e fantasticare o, molto meglio, stare spenti. Lasciare che lo sguardo vaghi sopra e sotto la cortina impalpabile dell'aria fino a quando la voce del pilota comunica qualcosa in merito alla rotta e all'atterraggio.  
Il ritorno alla realtà è brusco: riporta allo stato cosciente e alla necessità che ha imposto di prendere un volo da e per Milano.

Dall'Africa all'Europa

Molti nodi sono al pettine e nessuno sembra possa essere sciolto.

Dall'Africa giungono notizie allarmanti. I profughi che tentano di scappare dalle guerre e dalla fame sono trattenuti in campi di detenzione simili ai lager della seconda guerra mondiale.

Già. La seconda guerra mondiale! Quell'evento drammaticissimo che fece pensare ad una Europa Unita. Le menti illuminate che lavorarono alla costituzione dell'unione degli stati europei pensarono ad una sorta di alleanza che potesse tenere lontani gli oltranzismi nazionalisti e le guerre che ne derivano dagli scontri ideologici ed economici dei governi offuscati dalla miope convinzione che debba innanzitutto essere preservato il benessere nazionale a scapito della solidarietà tra i popoli.

Infatti, per la ricostruzione nel dopoguerra di opere e cervelli, i Padri fondatori della Costituente che scrissero, appunto, la nostra costituzione, ch'è fondamenta di democrazia e rispetto per tutti, contempla e promulga una serie di articoli in merito alla solidarietà e all'accoglienza ad iniziare dalla tutela delle minoranze linguistiche presenti sul territorio.

"un sogno chiamato Europa" ©


Ed è grazie alla potenzialità dei principi espressi che si è tenuta, anche con difficoltà, la barra dritta e abbiamo goduto anni di pace.
I problemi non sono mancati in questi 74 anni. Anche la costituzione dell'unione è stata sofferta. È vero!, qualche rappresentante di governo degli stati membri ha saputo “raccogliere” meglio e gestire i fondi dell'UE. Qualcun altro ostenta disprezzo e noncuranza nei confronti delle classi meno abbienti.
Ma possono queste pastoie inibire le nostre coscienze e indurci a chiudere porti e democrazia?
No! contro la democrazie e l'accoglienza solidale che ispirò le menti illuminate e spendersi per il federalismo degli stati europei? Tra cui, Altiero Spinelli? Dobbiamo impegnare la parte migliore di noi stessi. Dobbiamo pensare a quanti soffrono per le ingiustizie sociali; per le guerre imposte dai despoti; per la miseria culturale che governa le menti dei capipololo e delle pecore al seguito.

Sì! ora più che mai è necessaria l'Unione tra i popoli. Quindi è necessario l'impegno costante perché l'Europa Unita funzioni davvero non solo per quanto concerne i mercati ma, principalmente, per una solidarietà fattiva.
Per fare questo non servono gli oltranzisti, i nazionalisti o i super eroi in generale. Basta semplicemente un minimo di comprensione e di laica lucidità.

Solo così si possono sconfiggere i dissidi e le guerre fratricida. E contribuire alla nascita di una Europa solidale che possa porgere una mano disinteressatamente agli stati membri e non solo. Che sia anche d'aiuto concreto all'Africa e al resto del mondo.
In due parole: etica e globalità, non per necessità ma per scelta ponderata.

sabato 27 aprile 2019

Cavalli in città

Quattro cavalli. Uno bianco. Uno marrone e due pezzati che sembrano giovani stalloni pascolano tra gli ulivi. Il più piccolo è irrequieto. Vuole dominare gli altri puledri. Scalcia e mordicchia sul collo uno in particolare ma sta ben lontano dallo stallone bianco.


I cavalli pascolano nella campagna vicino casa da qualche settimana accuditi da un uomo dall'accento straniero che mi chiede qualcosa da mangiare.
Al momento non ho nulla da offrirgli ma mi riprometto di portargli qualcosa appena possibile. È inusuale la visione dei cavalli al pascolo in prossimità delle case. E qualcuno storce il naso. Ai bambini, però, piace la visione agreste con nitriti e sbuffi. Finalmente osservano dal vivo degli animali al brado.

Stamane il puledro dominante, fuori dal pascolo, per strada, è catturato da due uomini che lo imbrigliano e lo trascinano nel trasportino parcheggiato oltre il recinto. Con ritrosia Pirata (questo il nome che gli ha assegnato una bimba) si adegua ai comandi. La pedana di legno rimbomba sotto il peso dei suoi zoccoli. Non è facile farlo salire nel camion adibito al trasporto animali. Appena dentro serrano la capezza alla sponda del camion.
Pirata si ribella. Nitrisce. Pesta gli zoccoli. La sua disperazione rumorosa è tangibile. Anche lontano si avverte la ribellione per la sofferenza del distacco forzato dai suoi simili.

Gli altri tre, smettono di brucare l'erba e si avvicinano alla staccionata che divide il pascolo dalla strada in cui è parcheggiato il camion.
La pedana si alza. E, coperta da un telo, mostra l'immagine di splendidi purosangue al galoppo. Purosangue che corrono nel vento, liberi. Mentre il piccolo Pirata lancia strazianti nitriti prigioniero nel cassone del camion in movimento.

venerdì 26 aprile 2019

Chi ruba il presente?

Il verbo “creare” ha un significato e un peso specifico e deve essere profferito con cognizione di causa ma forse “creare” in politichese assume connotati differenti. Forse si riferisce a qualcosa di fattibile e ritrattabile nell'immediato altrimenti come può un leader di partito farselo stampare con superficialità sui manifesti pubblicitari pur sapendo che non può mantenere simili promesse?

Creare significa realizzare qualcosa che prima non esisteva.

il leader cavalca i sogni

“Creiamo lavoro, non odio” così c'è scritto affianco ad un faccione sorridente.

Allora c'è da chiedere: se è così semplice “creare” lavoro perché non è stato fatto prima? quando c'erano i potenziali presupposti  giacché, insieme ai compagni di partito, governavano il Paese?

Ma le frasi enfatizzanti sono, forse per parità di “pochezza mentale?”, stampigliate in tutti i manifesti dei concorrenti alla bagarre politica con estrema leggerezza.

C'è chi si fa scrivere “vota con la testa”, “vota chi vale” mentre nel recente passato c'era chi voleva aprire il parlamento come una scatoletta e mostrava fiero l'apriscatole.

Negli anni le assurdità si sono alternate. E in quanto a promesse inverosimili hanno fatto a gara a chi le sparava più grosse:
Da un milione di posti di lavoro promessi in campagna elettorale siamo finiti a subire la delocalizzazione imposta dai predatori e mai fermata dalla politica.

Si potrebbe continuare all'infinito nella hit-parade della cazzate dei politici che si sono alternati fino ad oggi nel governo dell'Italia. Ma non cambierebbe nulla rispetto all'esito finale.

È per questo che non si sogna più?

ci siamo lasciati rubare i sogni...

mercoledì 24 aprile 2019

Ricostruzioni

Quel 25 aprile di settantaquattro anni fa.


È commovente sapere che c'è gente pronta a percorrere centinaia di km per vedersi riconoscere i sacrifici fatti da giovanissimi anche e principalmente per onorare e ricordare quanti non sono sopravvissuti alla seconda guerra mondiale e alle leggi razziste volute dal regime fascista guidato e plagiato dalle teorie mussoliniane.

È assurdo vedere in tv dei giovani che inneggiano a Mussolini e alle tante barbarie provocate dai suoi seguaci.

Non ho vissuto quel tragico periodo storico e per questo ringrazio la provvidenza. Ma sono vicino e mi compenetro con quanti hanno patito la fame e le angherie in quel periodo buio.

I racconti degli anziani, fin da quando ero piccolo, li sento addosso ed è come se li avessi vissuti tutti. Gli stenti, la fame, l'assenza della ragione critica mettevano chiunque, pur di sopravvivere, in condizione di subalternità al potere del regime.
Alcuni hanno reagito. Hanno imbracciato le armi per aprire la strada al futuro democratico di cui oggi godiamo e non per imbracciare mitra e minacciare chi fugge dall'inferno africano.

quel 25 aprile del '45

Il 25 aprile del '45 è stato il giorno del nuovo rinascimento italiano. L'inizio della ricostruzione materiale e morale dell'Italia.
Non è retorica! Tutt'altro. E qualcuno dovrebbe dissetarsi alla fonte dell'esperienza, ricercare la verità dalla memoria e dalle parole di quanti hanno vissuto quegli anni tragici. Anni bui non solo per gli ebrei, gli zingari, gli omosessuali ma anche per gli italiani costretti a dare l'obolo ai cattivi servitori della Patria. Quegli italiani costretti a donare collane, catenine e monili preziosi per sostenere le missioni espansionistiche assurde dettate dalla mente guerrafondaia del duce, vivono nelle nostre menti in compagnia dei contadini vessati e derubati dalle milizie nere.

Ma forse i giovani che hanno inneggiato al camerata mussolini o che hanno oltraggiato i luoghi intrisi di sangue dei partigiani e delle persone comuni sopraffatte dalla forza delle squadracce fasciste questi fatti non li conoscono.

Ecco, per questo e per altre vicende ancora è bene commemorare in questo 25 aprile tutti i martiri che si sono immolati per dare a noi la possibilità di dire, fare e inneggiare cazzate che rasentano il vilipendio e cozzano persino con i principi istituzionali della Repubblica Italia.

Perché ricordare aiuta a comprendere e non ricadere negli stessi tragici errori.

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