mercoledì 4 dicembre 2013

Lega: il verde non è sempre il colore della speranza

Quando la realtà supera la fantasia.
testuggine "verde padano"

Essere indagati o presi di mira ed esposti al pubblico ludibrio per l'attaccamento ad un colore, in questo caso il “verde padano” con sfumature kiwi, è davvero da manuale.

L'assurdo in questione consiste nella spesa che risulta davvero irrisoria: appena 40 €. e per comprare cosa? Un boxer!
Comprare un boxer verde kiwi non è reato se il politico in questione lo acquista con i soldi propri, d'altronde con quanto guadagna, ma fare la cresta sui rimborsi ai partiti è davvero da... no no è solo distrazione... come definirla sennò? Lo so sembra satira pura ma non mi sto inventando nulla.

Secondo quanto riportato da “Repubblica”:

“Continua a riservare sorprese lo scandalo sui rimborsi pubblici delle spese dei consiglieri regionali piemontesi. L'ultima riguarda il presidente della Regione, Roberto Cota, che nel 2011 ha speso 40 euro per comprare, mentre era in missione a Boston, un paio di boxer in tinta-Lega (accontentandosi però della sfumatura "kiwi", poiché il verde padano non era a scaffale) nello store "Vineyard Vines"”.

La lega, visto quanto è scaturito dalle indagini, ha mostrato la faccia peggiore dei politici furbi arraffoni e scaltri: tesori nascosti all'estero, diamanti, lauree comprate, arredamenti, elargizioni per interventi sanitari, ristrutturazioni edilizie. Ma come abbiamo abbondantemente constatato anche gli altri partiti non sono esenti. Sono tutti sotto indagine dalle forze dell'ordine.

E, non contenti dei lauti “contributi volontari” dei fiancheggiatori oculati, ancora c'è chi giustifica la validità dei finanziamenti pubblici ai partiti.  

martedì 3 dicembre 2013

Casa e demanio beni intoccabili


IMU Sì, NO, FORSE...

Non si smentiscono neanche questi dirigenti. Quando si tratta di trovare soldi sanno dove mettere le mani. Persino la Camusso ha esternato dall'alto della sua prosopopea fintamente saggia l'arrogante pensata di rimettere la tassa sulla casa senza tener conto dei debiti fatti con le banche per comprarla o costruirla o per quanti hanno pensato di lasciare il bene casa ai figli.

Governanti e dirigenti sindacali, nonché politici & associati, trovano le scorciatoie più semplici e indolore per le loro stanche membra. Svegli e dinamici quando si tratta d'infilare emendamenti nelle proposte di leggi che migliorano la loro stabilità economica e sociale o delle loro cerchie di amici e parenti.

È vero! Molti italiani siamo diseducati. Cerchiamo sempre di arraffare qualcosa che ci torna comodo fottendocene cristianamente del prossimo, (cristianamente perché sempre pronti a batterci il petto davanti alle immagini dei santi).

Ma l'esempio da dove viene? (si dice che il pesce puzza dalla testa, sarà così?)

Nel nostro modello di vita sociale manca la cultura della solidarietà sbandierata nei salottini televisivi, urlata nelle piazze o sussurrata nelle case di culto.

Le lacune culturali sono da ascrivere totalmente e pesantemente alla classe dirigente che non ha saputo o voluto scientemente provvedere all'evoluzione dei cittadini.

Non è tartassando chi già paga le tasse dovute allo Stato sui beni di prima necessità come la casa costruita col sudore della fronte ma, l'esempio, il buon esempio che vorremmo finalmente vedere nei fatti consiste nel taglio alle spese superflue che foraggiano i carrozzoni della politica, le fondazioni inutili, gli uffici inutili piuttosto che la vendita ai privati delle spiagge o dei beni del demanio che saremmo tutti noi:

mi saprebbero dire i cervelloni che hanno osato pensare di dismettere e vendere i beni dello Stato cosa succederà quando tra qualche tempo ci troveremo di nuovo nelle necessità economiche allarmanti del debito pubblico peggiore di quello attuale?

Una proposta semplice?
Dirigenti, governanti, politici, associazioni serie, impegnatevi, impegniamoci ad essere onesti con noi stessi e andiamo a scovare i furbi, solo così si dà slancio e speranza.

Non lasciamo a nessuno la libertà d'interferire nei nostri modelli sociali. Neanche al

commissario Ue agli Affari Economici,Olli Rehn, che in un'intervista a "La Repubblica" avverte che sul "deficit, l'Italia e' in linea, anche se di poco, con il criterio del 3%.
Quel 3% che ci ha condotti silenziosamente a morire pur di risanare beni illusori.

Il pil reale delle famiglie si chiama casa pane figli studio e cultura!




lunedì 2 dicembre 2013

Catanzaro, altra voragine su viale Isonzo

All'uscita di via Magenta, su viale Isonzo, un altro pezzo di strada circoscritto dalle transenne evidenzia una
nuova voragine causata dalla pioggia delle ultime ore.

L'asfalto è crollato. Risucchiato e polverizzato dall'acqua e poi vomitato nella fiumarella.
È strano: le fondamenta del muro che costeggia il torrente sono ben salde. Manca solo qualche metro cubo di terra.

Il buco provocato dall'acqua è largo e profondo. Per rendere l'idea, ad occhio e croce, un camper ci entra comodamente e resta ancora dello spazio.

L'acqua ha tracciato il suo percorso naturale verso il mare. Ha scavato laddove l'uomo ha lavorato. Fatto marciapiedi e creato impianti per l'illuminazione pubblica.

Se dipendesse da me l'asseconderei. Farei costruire forti pareti nel perimetro della buca, visto che lo sfiato per l'acqua piovana è sufficientemente capiente, e coprirei a livello strada con una grata in metallo opportunamente costruita per sopportare il transito dei veicoli pesanti. ... ma questo è compito dei tecnici!

pro Europa Unita, Kiev 500mila in piazza, vale la pena?

Europa, chi vuole uscire e chi lotta per entrare.



I repentini mutamenti (climatici, di pensiero, politici, economici etc etc) ci traumatizzano, ci fanno incazzare ma non ci inducono a cambiare rotta.
Per quanto riguarda la parte politico economica unitaria si era detto che formare un'Europa Unita sarebbe stato un bene per tutti gli Stati membri. Ricordo, si faceva l'esempio delle materie prime: latte, pane, agroalimentari, insomma. Secondo i Caronte dell'EU i prodotti di prima necessità ma anche i prodotti industriali sarebbero stati calmierati dalla politica della moneta unica.

Purtroppo, e con enormi disaggi, abbiamo riscontrato il contrario. Come se non bastasse, la legnata finale è arrivata dalla liberalizzazione dei vincoli industriali. Gli im-prenditori sono scappati dall'Italia e dagli Stati che avevano raggiunto un ottimo grado tecnologico e le maestranze buoni contratti salariali per delocalizzare le fabbriche nei Paesi in via di sviluppo che danno loro sgravi fiscali e mano d'opera da fame.

In Italia abbiamo avuto il governo tecnico dei prof. Che tecnicamente ha tagliato e fatto macelleria sociale pur di risanare i bilanci.
I prof Hanno ammazzato di tasse i cittadini per risanare banche e assicurazioni. Hanno eliminato i “privilegi” dei dipendenti ma mantenuto quelli dei dirigenti. Hanno lasciato nella disperazione più nera gli esodati, i pensionati comuni ma non l'élite, i pochi dipendenti della funzione pubblica e, cosa inaudita che rasenta l'assassinio, tolto la speranza ai giovani.

Però, nonostante tutte le questioni aperte che ci troviamo ad affrontare qualcuno è disposto a lottare per entrare a far parte dell'Europa Unita.

500mila in piazza a Kiew per manifestare contro il dietro front di Yanukovich, presidente ucraino.

Viktor Yanukovich ci ha rubato il nostro sogno! Ha gridato in piazza Vitalij Klitschko, campione di boxe, che, alla guida dei filo europei appoggia i ragazzi ucraini malmenati dalla forza dell'ordine ucraina nei giorni scorsi.

È comprensibile! Vista la storia passata e recente del popolo ucraino. Per loro significa scrollarsi da dosso la Russia. Il dispotismo degli appariti di Stato. Ma come abbiamo avuto modo di vivere sulla nostra pelle, con un'Europa così concepita, il cambiamento non è dei migliori.

domenica 1 dicembre 2013

Confettura di mele nataline

C'è una qualità di mela invernale dal gusto un po' aspro. È una meletta piccola dalla forma oblunga. Generalmente, qui da noi in Calabria, la chiamiamo “natalina”, forse perché un tempo, quando ancora i prodotti della terra erano a km0, faceva la sua comparsa sulle tavole dei nostri antenati nel periodo del Santo Natale.
Era da tanto tempo che non l'assaggiavo ed ora eccola lì: dai ripiani dell'ambulante del mercato rionale nella cucina di casa mia.

Guardandola, proprio come nel racconto proustiano, ritorna alla mente il profumo intenso e il sapore indimenticabile della confettura che la nonna riusciva a fare. Con movenze misurate riusciva a trasformare le polpe delle mele in deliziosa confettura.

Considerando che non tutti gradiscono il sapore aspro decido di sperimentare la vecchia ricetta della nonna. Tiro fuori il quaderno delle ricette ed eccola, scritta in bella scrittura dalla nonna stessa:

Ingredienti:

2 kg di mele nataline
1 kg di zucchero semolato
1 limone e un pizzico di cannella.

Sbucciare le mele e tagliarle a pezzettini. Porli un una terrina; versare il succo del limone spremuto e mescolare per evitare che le mele anneriscano.
Versare nel bollitore, unire lo zucchero, mescolare e portare a ebollizione a fuoco lento.
Raggiunta la consistenza voluta, si pone nei vasetti che si è avuto cura di bollire precedentemente così da renderli asettici. Tappare bene e posizionarli col tappo in basso così da creare il sottovuoto.

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