giovedì 27 dicembre 2012

Salire o Scendere in campo? CAMBIARE!

aore12
matita grassa, bozzetto preparatorio per "Violenze"
 courtesy Mario Iannino
È sconcertante il numero dei bisognosi che ha pranzato alle mense dei poveri organizzate dalle comunità in varie città d'Italia. Sant'Egidio dà numeri impressionanti tra vecchi bisognosi e nuove povertà inflitte dal sistema economico che rende, appunto, poveri anche chi un lavoro o una pensioncina ce l'ha ma non riesce ad arrivare neanche alla seconda settimana del mese.

Nel sentire le parole d'amore espresse in questi giorni dai vari esponenti politici e ecclesiali che ruotano attorno a queste comunità caritatevoli è naturale chiedere:
oltre a fornire un pasto caldo e a volte qualche ricovero nei giorni eccessivamente freddi cos'altro avete fatto per eliminare completamente questa piaga sociale?

Domanda che avrà una miriade di risposte edulcorate con una enorme e sapiente retorica per niente convincente salvo dimostrarsi essere un enorme bacino di voti (anche i poveri votano! E più sono bisognosi, deboli e incolti e meglio è per qualcuno).
È una provocazione? Ebbene sì!
Dimostrate con i fatti, visto che siamo in piena campagna elettorale, la volontà di cambiare passo. Pensate e realizzate (voi politici e dirigenti vari) piani sociali volti all'evoluzione delle coscienze e all'autoaffermazione dei singoli. Impegnate fondi per ampliare le menti attraverso lo studio la ricerca la cultura e l'arte!, elementi, questi, contenenti origini e vita dei popoli.
Non servono nuovi Messia ma una cooperazione reale tra mondi e culture diverse.
Basta con le crociate che si appropriano di simboli e vessilli per mascherare basse pulsioni originate dall'egoismo.

mercoledì 26 dicembre 2012

Monti sale in campo, spicca il volo su twitter

i primi twitt di Monti

il professore "sale in campo" tra Natale e Santo Stefano. Non tra il bue e l'asinello in una mangiatoia ma sull'albero di twitter lancia i primi vagiti.

Quasi come a voler simboleggiare qualcosa (che sia la nascita del Salvatore?) un'oretta prima della mezzanotte di ieri, 25 dicembre 2012, il prof Mario Monti è salito sul ramo alto dell'albero celeste (dove hanno già preso posto i grandi della terra, quali Barak Obama e recentemente il Papa) e ha lanciato il suo twitt:

«Insieme abbiamo salvato l'Italia dal disastro. Ora va rinnovata la politica. Lamentarsi non serve, spendersi sì. Saliamo in politica».

È un caso, oppure un atto premeditato il cinguettio del professore?

Il fatto che lui dichiari la volontà, dopo innumerevoli titubanze
(fino a d ora non si è mai lasciato sfuggire una affermazione certa ma tutto lasciava intendere la sua decisione specie dopo la benedizione del capo della cei mons. Bagnasco) nelle immediate ore consacrate al rito più caro al mondo cristiano, qualche dubbio lo genera. E questo comporta una fugace considerazione:

senza nulla togliere al lavoro di maquillage fatto dal prof che ha saputo ridare smalto all'Italia, ingenerato fiducia nei mercati e nella politica internazionale, c'è da capire (visto che le sue azioni sono state condizionate dalle lobby che lui dice di voler “ridimensionare” ma che non ha fatto) se la voglia logorroica di comunicare che sta dimostrando adesso sia tesa al dialogo per amore del bene comune oppure una strategia politica per raccogliere consensi. L'interrogativo nasce dalla ritrosia dimostrata da Monti nei confronti della comunicazione ai cittadini, salvo le conferenze stampa ufficiali, che fino all'altro ieri ha tenuto e imposto ai suoi ministri.
Un discorso a parte si dovrebbe fare per le esternazioni del suo portavoce Polillo e per le leggi della Fornero che piuttosto di promuovere sviluppo lavoro e tutela hanno stralciato conquiste sociali inalienabili. Di fatto alcuni provvedimenti hanno cancellato diritti acquisiti dai ceti meno abbienti e consolidato le strategie di certa classe im-prenditoriale.

ps.
"@SenatoreMonti", sta forse a significare che non si dimette dalla carica di senatore e fa il "capo" tutelato su un'area di moderati che comunque fino ad ora non ha saputo governare l'Italia?

lunedì 24 dicembre 2012

agenda Monti, le ambizioni del prof.

25 pagine di buone intenzioni compongono l'agenda Monti online, visibile nel web sul sito www.agenda-monti.it.

È un'analisi pacata, ben strutturata quella che il prof. Mario Monti fa e propone per uscire dalla crisi attuale e traghettare l'Italia priva di populisti e populismi in una nuova Europa costruita su misura, integrata e solidale.

Proposte d'intenti difficile da non condividere. Anzi sono sempre state al centro delle attenzioni di quanti amano la Politica alta e nobile. Ma, si riscontra una lacuna comune, fin'ora, a tutti i partiti che hanno predicato l'attuazione del welfare nello Stato senza individuare, però, l'origine delle risorse da investire per migliorare società, cultura, lavoro, e riforme sociali sottolineate nell'agenda in questione.
In sintesi, mi spiacerebbe se anche Mario Monti avesse somatizzato dichiarazioni d'intenti che rasentano il tanto vituperato “populismo”.
Inutile, per il momento, accennare alle questioni, apprezzabilissime, trattate nell'agenda: sono l'elenco delle cose che si dovrebbero fare nei primi cento giorni di un ipotetico governo a conduzione Monti, se si formerà un polo d'ispirazione montiana che lo chiamerà a guidarlo una volta raggiunto il favore delle urne.

domenica 23 dicembre 2012

Monti ne ha per tutti, specie per Berlusconi

aore12
Mario Monti alla conferenza di fine anno

È tempo di bilanci.

Il presidente tecnico Mario Monti li fa nella sala polifunzionale del consiglio dei ministri. Lui sul palco insieme al presidente dell'ordine dei giornalisti che fa da apripista e, nel ringraziarlo per la legge sull'equo compenso messa in atto da qualche mese ma ancora non pubblicata nella gazzetta ufficiale, punta l'accento sulla libertà d'espressione con chiari riferimenti al caso Sallusti.
Il rituale è simile a quello che si fa dopo ogni impresa, come potrebbe essere un viaggio organizzato, un piano di studi o, nello specifico, l'impegno per transitare strategie politiche oltre gli ostacoli eretti dal qualunquismo personalistico di comitati d'affari.

Monti si dice soddisfatto del suo lavoro e quello dei suoi ministri. Fa il punto sulla maggioranza anomala che ha appoggiato il suo governo e cita Bersani, Casini e Alfano evidenziandone pregi e difetti condizionati dalle ideologie di destra e sinistra ma tira fuori Casini in quanto moderato di centro (anche se Monti disdegna l'appellativo di moderato se rivolto a lui).
Meno tenero è con Berlusconi che, pur ringraziandolo per averlo indicato nel 94 commissario europeo per il mercato interno, oggi non riesce a seguirlo nel suo filo illogico (causata da demenza senile o strategia politica?).
È spedito e convinto nella sua analisi il Professor Monti. Un po' meno convinto nelle risposte circa una sua probabile candidatura a premier nelle imminenti elezioni. Tituba parecchio e pesa a lungo le risposte fino a quando non è messo alle strette e dice chiaramente che lui si metterebbe alla testa di una coalizione forte e convinta della sua agenda. Ma chissà se dopo tutti i tagli e le tasse imposte e pagate dai soliti noti una coalizione che porta il nome o l'agenda Monti riuscirebbe a piazzarsi bene nella competizione elettorale. Comunque gli italiani non sono sciocchi e non si faranno incantare dal suono delle sirene che cantano in falsetto e annunciano l'abolizione dell'imu o l'assunzione di un milione di giovani e che sarà festa tutto l'anno... o forse sì?

Monti: missione compiuta, Presidente!

Missione compiuta Presidente! Così conclude Mario Monti la sua relazione davanti ai Ministri e ai rappresentati del giornalismo nazionale e internazionale. Ovviamente il Presidente in questione è Giorgio Napolitano.

Monti, a tratti, si lascia andare a simpatici motti di spirito e nel complesso bacchetta la mentalità che muove la politica nostrana.

Obbiettivamente la sua relazione non fa una piega. È convincente! E dimostra la sua piena onestà intellettuale anche se alcune azioni del governo, da lui retto, inserite nell'attuale sistema produttivo italiano lasciano dubbi non ideologici ma concreti e tangibili nelle aziende e in special modo nelle famiglie.
Nei suoi numerosi passaggi il professore non nasconde l'esistenza delle spinte lobbistiche in sede parlamentare. E se proprio si vuole trovare o imputare ad ogni costo un punto polemico, senz'altro, il pdl lo trova nella chiara riflessione su Berlusconi e il suo modello mentale di rapportarsi con gli elettori, i giornali e la politica. Sarà spulcioso, ma è la verità! Magari gli altri esponenti politici avessero la sua altezza morale e lucentezza intellettuale volta all'idea di Stato.

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