martedì 25 gennaio 2011

spazio Artisti in Calabria, Rotella, Marziano, Toraldo, Celi, Mamone

aore12
Giovanni Marziano, olio su tela, (1978)
Massimiliano
Rivoluzione industriale, rivoluzione culturale, anni di plastica, società dell’usa e getta. Sono termini coniati per definire i vari fermenti sociali e culturali esplosi nei mitici anni sessanta.

Anni importanti per la crescita culturale mondiale.

In America come in Europa si vive un clima effervescente, si passa dalla fase preistorica industriale del ferro all'impiego dei derivati del petrolio, alla plastica; e grazie alla ricerca, in poco tempo, gli utensili di nuova generazione invadono i mercati, le case e infine le strade; ed è proprio dalle strade che inizia la trasformazione dell’oggetto.

Da oggetto alienato che ha concluso la sua funzione vitale, diventa, per mano dell’artista, un’altra cosa.
Diventa linguaggio; testimonianza di un’epoca.

È l’evoluzione del pensiero duchampiano; il ready made; l’oggetto ritrovato che sviscerato dalla sua funzione originale si fa linguaggio altro.
La provocazione di Duchamp contamina il fotografo e artista Man Ray e il resto della cultura visiva degli anni 60.
Anche Andrew Warhola, meglio conosciuto come Andy Warhol si lascia contaminare dai fermenti innovativi di quegli anni e sfrutta al massimo le potenzialità pubblicitarie. Infatti riprodusse, anzi fece riprodurre gli oggetti fotografati o disegnati in serie, e li immise sul mercato dell’arte.

Le serigrafie di Warhol sono diventate un cult. Per alcuni sono opere d’arte degne di nota mentre per altri no! Comunque si voglia intendere, è da convenire che Andy Warhol ha avuto quell’attimo d’illuminazione Zen, come diceva Mimmo Rotella, che lo ha spinto oltre il comune senso della visione settoriale parcellizzata.
Insomma, Warhol si trova nella condizione storica di poter proporre multipli a basso costo e a chiunque.
D'altronde è da sciocchi stare a lisciare la tela per giorni quando basta un clic ben azzeccato; l’importante è l’idea; il linguaggio poetico che l’artista evoca col suo gesto e trasmette. Anche la pittura, intesa come lavoro artigiano è preistoria! Perché non avvalersi delle nuove tecnologie?
 Indubbiamente, il bel dipinto rimane l’unico mezzo per dimostrare valenza pittorica, ma nulla di più!, se non vi è dentro l’anima di chi lo ha realizzato!

Anche Mimmo Rotella, coi suoi decollage, è stato bistrattato e offeso. I detrattori non hanno capito la genialità dei linguaggi metropolitani. Cosa che invece Mimmo Rotella ha saputo raccogliere e donare all’arte.

Gli anni sessanta sono stati anni importanti per la crescita culturale e sociale; hanno dato spunti a scienziati, tecnici, industrie, lavoratori, artigiani e artisti in generale.
Le innovazioni, contaminando i percorsi di pensiero, determinano nuovi lemmi nei linguaggi creativi; da ciò si evince la consequenziale fioritura formale dei lessici figurali ed è altrettanto ovvio che chiunque li adoperi ne tragga beneficio; per cui, anche la figurazione intesa in senso strettamente tradizionale trova possibilità esplicative differenti. Viene da sé che il pittore della domenica non rimane tale in eterno e neanche il neofita; se ama davvero l’arte e la reputa volano di crescita collettiva si spinge al di là del fattore puramente formale pittorico, approfondisce studi e ricerche per migliorare pensiero e linguaggio.

Negli anni 70 sono visibili i risultati dei fermenti esplosi nel decennio precedente.

Consumismo e pubblicità la fanno da padroni. Inutile elencare gli artisti che a vario titolo hanno adoperato materiali pubblicitari per esprimersi e smuovere le coscienze. Molti di questi prodotti ora si trovano nei musei o fanno bella mostra nelle esposizioni private, altri li hanno staccati dalla parete e riposti in cantina.

Anche se, i linguaggi innovativi, in certi casi, hanno creato nuovi geni o mostri giacché Sacro e Profano è stato mescolato per tesaurizzare anche i prodotti effimeri, è indubbia la valenza semantica apportata dall'osservazione creativa dei Maestri.

Gli anni settanta sono importanti per chiunque, anche per me!
Sono gli anni della frequentazione culturale e artistica; gli anni dell’impegno sociale anche attraverso la pittura. Incontri e scontri dialettici con gli amici pittori e poeti che sfociano nella costituzione di un centro culturale nel ’77.
Alcuni di quegli amici non ci sono più, altri continuano nel lavoro artistico. La loro presenza, comunque, rimane viva.

Ho già parlato, in post precedenti, di Enzo Toraldo, Aniceto Mamone, Pino Celi. Adesso aggiungo Giovanni Marziano.

Di Giovanni Marziano c’è in casa una presenza costante: la tela col ragazzo in maschera realizzato nel suo vecchio studio di via arcivescovado, nel centro storico di Catanzaro.
Ricordo Giovanni in uno dei rari momenti di pausa. Si discuteva di tutto e si scherzava. Gli chiesi un dipinto. Lui mise una tela sul cavalletto, fece sedere Massimiliano, mio figlio, e iniziò a lavorare. Dopo qualche ora mi diede la tela e mi disse: ecco è Massimiliano tra qualche anno.

In effetti il ragazzo raffigurato aveva qualche anno anagrafico in più; ma lui, Giovanni, da artista attento, seppe ravvisare i tratti che col tempo si sarebbero, e si sono, palesati in un Massimiliano grandicello.

Ovviamente nessuno è rimasto ancorato all'esperienza iniziale. Io faccio ricerca e studio i linguaggi visivi e tutto ciò che stimola la creatività attraverso il gioco. Giovanni ha sempre voluto cimentarsi nella figurazione e oggi produce un linguaggio che ha radici profonde, che per certi aspetti può trovare assonanze nella poetica di Warhol e ben oltre; una figurazione precisa, reale più della realtà stessa, che potrebbe essere, a mio avviso erroneamente, inserita nel filone dell'iperrealismo, perché non credo che questa sia la giusta collocazione, anzi risulterebbe riduttivo giacché nasce e si sviluppa attraverso i nuovi media asserviti, però, alla creatività soggettivizzata di Giovanni Marziano. Insomma, siamo agli sviluppi estremi di teorie e pratiche di artisti come Man Rey, che rivisitati concettualmente oltre che tecnicamente assurgono a "concetti visivi" unici e vanno a coprire quella parte di figurazione narrante, ancora cara nella finzione visiva, e ricercata dai più.

lunedì 24 gennaio 2011

nasce la fondazione calabresi nel mondo

L’Ansa, oggi lancia una notizia che sembra positiva e forse lo è per rilanciare il buon nome della Calabria e valorizzare i calabresi nel mondo.

D’acchito, ciò che lascia perplessi sono le incessanti nascite di associazioni e fondazioni costituite a vario titolo dentro e fuori i confini regionali ai cui vertici sono, solitamente, designate persone note della politica e dell’editoria, dell’industria e del mondo del lavoro ma che fino ad oggi ben poco hanno fatto per il rilancio d’immagine della nostra regione.

Nel porgere i migliori auguri di buon lavoro alla nascente fondazione, auspichiamo che l’incontro di oggi a palazzo Alemanni tra il presidente Scopelliti e i membri della fondazione sia foriero di nuovi corsi di pensiero positivo mirato a riscattare i calabresi.


Così la notizia:
''Quello che presentiamo oggi è uno strumento che avrà un ruolo di primo piano nella valorizzazione del rapporto tra la Calabria e i tanti calabresi che vivono e operano fuori dai confini della regione''. L’ha detto il presidente della Regione Calabria, Giuseppe Scopelliti presentando a Catanzaro la Fondazione Calabresi nel mondo.

La Fondazione è presieduta dall'on. Pino Galati. Il CDA è composto da: Pippo Marra, direttore e presidente AdnKronos, dall'imprenditrice Pina Amarelli, Beniamino Quintieri ex presidente dell'Ice e Francesco Zoccali, direttore generale dipartimento presidenza della regione.

conoscere la Calabria


©archivio M:Iannino
il terzo guerriero (bozzetto)
Mettiamoci comodi. Immaginiamo di essere seduti davanti al camino, d'inverno. Fuori il buio avvolge la campagna, gli alti e robusti castagni sonnecchiano sfiorati dal vento fresco. Il pastore, vigile, con l'orecchio teso, pronto a prevenire l'assalto del lupo e scacciarlo con colpi caricati a sale, osserva il cielo stellato. pensa al lavoro impellente, alla mungitura e alla lavorazione del latte; al luogo dove portare la mandria al pascolo, mentre la moglie prega e rivolge la mente a Dio e ai suoi servi che ha voluto mandare nei luoghi sperduti della Calabria per alleviare ferite ataviche.

Come quando si è piccoli, con parole semplici ma cariche di affetto, raccontiamo episodi di cultura contadina, misticismo, folklore, cultura contemporanea, paesi.

Parliamo di persone che sono rimaste in Calabria, per scelta o necessità, comunque, convinte che serva l'improcrastinabile impegno di ciascuno di noi per risolvere problemi atavici legati alla durezza dei luoghi.

Parliamo  di noi calabresi e no, del rapporto col resto del mondo se vogliamo davvero contribuire alla crescita e contrastare quanti vogliono affossare la nostra bella terra sfruttando il giogo dell'ignoranza amplificato dai "sentito dire" arricchendo i loro discorsi con la delazione e i luoghi comuni, bandendo, però, piagnucolii e autocommiserazioni, per porgere e evidenziare con determinazione le positività presenti sul territorio regionale.

Parliamo, insomma, di quanto accade d'avanti a noi. Osserviamo i fatti a ore 12 e li esponiamo con estrema onestà intellettuale per testimoniare quanto di buono è stato fatto e pungolare per quanto ancora si può fare.

Parliamo di:
©archivio M.Iannino
"tempi" mario iannino
Cucina mediterranea e sapori di Calabria.  
Calabria mistica ,attraverso l'esempio di Natuzza Evolo e fratel Cosimo Fragomeni.
conosciamo Percorsi culturali, luoghi, paesi e artisti.
nonché Costumi e società. dalla Magna Graecia ai bretti, fino ai giorni nostri.

se questi sono uomini...

È ormai risaputo: l’Italia detiene il primato della classe politica più ballerina che possa esserci al mondo. E se negli altri stati basta una gaffe o una semplice scappatella per dimettersi da poltrone di potere qui da noi è l’opposto. Più punti si raccolgono con azioni riprovevoli e maggiore è la stabilità governativa.
Nulla di nuovo, quindi!
La cosa strana è che pare si siano stracciati alcuni articoli fondamentali della Carta Costituzionale e ancora si assiste ai balletti di palazzo: si deve dimettere, ha calpestato l’art. 54; no dimetti tu! No no lui no! È il più amato dagli italiani. Il popolo lo vuole, lo dicono i sondaggi! Nel transatlantico di pasoliniana memoria i balletti continuano a suon di valzer, appassionati tanghi e sberleffi che entrano dalle finestre semichiuse mentre l’ultima scialuppa di salvataggio affonda tra i mari tumultuosi delle disparità sociali col beneplacito delle opposizioni che per mascherare l’inettitudine fanno finta di litigare o impedire flebilmente il perpetrarsi dell’agonia berlusconiana.

domenica 23 gennaio 2011

Questione morale, da Stefania Craxi a Totò Cuffaro

È davvero deprimente una politica così! Sviluppata e asservita per magnificare gli uomini di potere. Quegli uomini o donne che avrebbero dovuto curare gli interessi della collettività ma hanno ritenuto opportuno curare i propri interessi piegando ai propri voleri o a quello dei partiti la dialettica politica in atto nelle democrazie.
Noi cittadini assistiamo a molteplici gesti di arroganza eseguiti da chi dovrebbe lavorare per migliorare i rapporti e la cultura dei cittadini e delle istituzioni.

A parte la bagarre politica incentrata tutta sui poteri del premier e della sua impunibilità per procedimenti che non hanno niente a che vedere col suo mandato ma che sono legati a espedienti di basso livello e che non voglio neanche accennare giacché riempiono le pagine di tutti i giornali nazionali e stranieri e fanno perdere la faccia a tutti gli italiani, l’ultima imposizione forzata da parte di una rappresentante della Repubblica Italiana consiste nella cerimonia della piazza di Lissone al padre defunto: Bettino Craxi.

C’è da chiedersi: a chi serve imporre o dedicare il nome di una strada a una persona che non raccoglie i consensi degli abitanti della zona e del paese?
Cittadini che hanno subito ribattezzato la piazza in onore di Sandro Pertini, indimenticabile uomo politico del partito socialista italiano, partigiano e Presidente degli italiani..

Non si meraviglino, questi signori se i cittadini si allontanano dalla politica e ritengono di non dovere concedere loro fiducia!

Altro avvenimento toccante, di tutt’altra natura, è risultato l’episodio odierno dell’ex governatore della Sicilia Cuffaro; il quale, sentita la condanna dei giudici si è consegnato nelle mani della giustizia dopo avere atteso, raccolto in preghiera insieme alla famiglia, il verdetto, confidando e affidandosi alla Madonna senza inveire contro i giudici o la magistratura ma dichiarandosi fiducioso.

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