Pagine

sabato 7 marzo 2015

Eroica quotidianità al femminile

Donne coraggiose


La vita è una ruota, diceva mia madre.
La vita, appunto, coi suoi alti e bassi impone scelte immediate. Scelte, a volte dolorose ma necessarie per sopravvivere.

Con la morte nel cuore, mia madre si trovava ad un bivio, doveva decidere se accettare una nuova proposta di matrimonio oppure darsi da fare. Mettersi in gioco. Indossare i pantaloni per amore dei figli e trovare un lavoro. Uno qualsiasi purché onesto e dignitoso.
Lei riteneva inopportuno risposarsi. “Sono ancora feconda, -diceva argomentando il suo diniego in famiglia e al pretendente- e poi, che ne so che tipo di persona mi metto in casa! E se dovesse maltrattare i miei figli? no. Ho promesso a Vincenzo che sarebbe stato il primo e l'ultimo e così è!
Era consapevole degli ostacoli che avrebbe dovuto superare ma non si scoraggiò. Lei, una donna sola, ancora giovane, in un mondo di uomini avrebbe dovuto lottare e lo fece!


Decise, con la morte nel cuore, di mettere i figli piccoli in collegio e invitò i grandi a trovare un lavoro dopo avere fatto maritare la prima nata, Vincenzina alla quale diede in dote la casa. Si usava così al paese. La donna portava in dote la casa e la biancheria e l'uomo i terreni, se ne possedeva, e la forza lavoro, ossia le braccia e il mestiere.

Il primogenito Antonio partì per la Svizzera mentre i piccoli eravamo stati collocati in collegio.

Io fui l'ultimo ad entrare in collegio. Il momento della separazione fu straziante. L'istitutrice faticava a tenermi. Mi divincolai e corsi dietro alla macchina che portava via mamma. Arrivai stremato davanti all'enorme cancello in stile barocco e lì dovetti necessariamente fermarmi: era sbarrato e la macchina ben lontana.

Gli anni passarono. Descriverli nei particolari diventerebbe un'operazione superflua. Saltiamo, quindi i vari percorsi scolastici intrapresi da me, mio fratello Carlo e dalle mie sorelle Lucia, Ornella e Caterina per catapultare la storia negli anni sessanta, all'incirca attorno alla metà degli anni della ripresa economica.

La ruota della fortuna riprese a girare per il verso giusto. Il boom economico fece presagire tranquillità economica e il raggiungimento dei traguardi personali sognati non solo da noi ma da tutti gli italiani. Tutti, ma proprio tutti avevamo la possibilità di sperare in un futuro migliore.


Dedico a mia madre, donna di grande amore e coraggio, e a tutte le donne queste mie righe per ricordare a me stesso e a chi legge che senza l'altra metà del cielo non saremmo ciò che siamo: entità, propagazioni d'amore.

vai all'inizio della narrazione  

(ogni riferimento a persone o fatti realmente accaduti è puramente casuale)