Donne coraggiose
La vita è una ruota, diceva mia madre.
La vita, appunto, coi suoi alti e bassi
impone scelte immediate. Scelte, a volte dolorose ma necessarie per
sopravvivere.
Con la morte nel cuore, mia madre si
trovava ad un bivio, doveva decidere se accettare una nuova proposta
di matrimonio oppure darsi da fare. Mettersi in gioco. Indossare i
pantaloni per amore dei figli e trovare un lavoro. Uno qualsiasi
purché onesto e dignitoso.
Lei riteneva inopportuno risposarsi.
“Sono ancora feconda, -diceva argomentando il suo diniego in
famiglia e al pretendente- e poi, che ne so che tipo di persona mi
metto in casa! E se dovesse maltrattare i miei figli? no. Ho promesso
a Vincenzo che sarebbe stato il primo e l'ultimo e così è!
Era consapevole degli ostacoli che
avrebbe dovuto superare ma non si scoraggiò. Lei, una donna sola,
ancora giovane, in un mondo di uomini avrebbe dovuto lottare e lo
fece!
Decise, con la morte nel cuore, di
mettere i figli piccoli in collegio e invitò i grandi a trovare un
lavoro dopo avere fatto maritare la prima nata, Vincenzina alla quale
diede in dote la casa. Si usava così al paese. La donna portava in
dote la casa e la biancheria e l'uomo i terreni, se ne possedeva, e
la forza lavoro, ossia le braccia e il mestiere.
Il primogenito Antonio partì per la
Svizzera mentre i piccoli eravamo stati collocati in collegio.
Io fui l'ultimo ad entrare in collegio.
Il momento della separazione fu straziante. L'istitutrice faticava a
tenermi. Mi divincolai e corsi dietro alla macchina che portava via
mamma. Arrivai stremato davanti all'enorme cancello in stile barocco
e lì dovetti necessariamente fermarmi: era sbarrato e la macchina
ben lontana.
Gli anni passarono. Descriverli nei
particolari diventerebbe un'operazione superflua. Saltiamo, quindi i
vari percorsi scolastici intrapresi da me, mio fratello Carlo e dalle
mie sorelle Lucia, Ornella e Caterina per catapultare la storia negli anni
sessanta, all'incirca attorno alla metà degli anni della ripresa
economica.
La ruota della fortuna riprese a girare
per il verso giusto. Il boom economico fece presagire tranquillità
economica e il raggiungimento dei traguardi personali sognati non solo da noi ma da tutti gli
italiani. Tutti, ma proprio tutti avevamo la possibilità di sperare
in un futuro migliore.
Dedico a mia madre, donna di grande
amore e coraggio, e a tutte le donne queste mie righe per ricordare a
me stesso e a chi legge che senza l'altra metà del cielo non saremmo
ciò che siamo: entità, propagazioni d'amore.
vai all'inizio della narrazione
(ogni riferimento a persone o fatti realmente accaduti è puramente casuale)
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