sabato 16 aprile 2022

Tra guerre e proponimenti di pace

 

-courtesy arc.Iannino- opere recenti-

La grande ferita.

L'opulento sistema economico e finanziario è in debito con le realtà depresse del pianeta.

Le Popolazioni sfruttate e rese schiave dai pochi detentori delle ricchezze naturali soffrono abusi storici difficili da sanare non perché impossibili ma perché relegati nelle stanze dell'apatia generale che sa commuoversi solo se punzecchiata da onde emotive effimere ma caldeggiate di continuo.

Il divario tra le popolazioni, culturale e economico, è un dato di fatto innegabile difficile da abbattere o, nelle migliori aspettative, mitigare. Le povertà, ben visibili perché reali, continuano ad esserci. Sempre presenti ma nascoste e in un certo qual modo giustificate dal muro di gomma dei sistemi totalizzanti attraverso la comunicazione ammiccante o facinorosa ma sempre di parte.

Le guerre per il predominio su quanto più è possibile non ha regole. Ogni mezzo è consentito per raggiungere gli obiettivi prefissati.

L'annichilimento delle masse non necessariamente si manifesta col fragore delle armi. Vi è un metodo molto più efficace e subdolo: la comunicazione! Che, coniugata nelle diverse forme, assurge a strategia psicologica lobotomizzante.

L'ego è combustibile perenne per la vorace caldaia di quanti, volutamente poveri,

privi di pensiero analitico, si schierano dalla parte dei vincenti con non-chalance lasciando perciò nell'inferno terreno dell'indifferenza i bisognosi che sopravvivono ai margini dei bagliori opulenti delle società consumistiche.

Persone che potrebbero vivere con più decenza i loro giorni persino cibandosi degli scarti e curandosi con gli avanzi superflui generati dal sistema industriale imposto dai consumi veloci al quale ci siamo adeguati o arresi mollemente.

lunedì 11 aprile 2022

I signori della guerra

Pace?

Davvero si sta cercando la pace!

I messaggi che arrivano dai diversi fronti evidenziano ben altro. Non c'è dialogo tra le parti interessate al superamento delle beghe che, anzi, si sono incancrenite nel cuore dell'Europa.

Gli attori principali schierati nel conflitto hanno dimostrato farraginosità e malanimo estremi.

E continuano a brandire armi tattiche che non si limitano a quelle offensive assemblate nelle fabbriche.

Le strategie delle notizie vere o presunte fanno il paio con l'emotività dei voyeur in poltrona.

La guerra mediatica è la più subdola!, condotta scientemente da chi ha enorme dimestichezza con le tecniche dell'informazione, seguita con metodi impacciati dalla controparte, la schermaglia corre veloce sui media. Giornalisti e giornalai, opinionisti dell'ultima ora blaterano credo assurdi e patriarchi che invitano alla guerra amplificano drammi vissuti dietro pareti ovattate.

Visioni agghiaccianti. Solidarietà pilotate e forse poco sentite. Atteggiamenti anomali che servono solo ad alimentare il conflitto.

Armi. Armi. Armi! Queste le richieste dei dirigenti ucraini all'Europa e a quanti appoggiano tali schemi mentali.

Inviare armi e addestratori nei conflitti non è, e i fatti lo hanno sempre dimostrato, la via per la pace.

Le armi che ormai sono il risultato tecnologico sofisticato di ultima generazione vengono testate con gli interessi nei territori contaminati dall'oscurantismo. La belligeranza tra soggetti politici e potentati economici, a prescindere dalla volontà dei comuni esseri viventi che assumono il ruolo di vittime sacrificali, è puro egoismo calcolato al riparo dalle ambagi dei disastri emotivi e materiali scaraventati indiscriminatamente nell'ambiente.

I siti fatti bersaglio della meschina e assurda azione catastrofica figlia della cecità del potere vivono la morte per brevissimi drammatici attimi.

La cultura muore sommersa dal morbo oscurantista scaturito dai meccanismi asettici di un sistema sociale imperniato sull'effimero mentre noi osserviamo dal buco della serratura convinti di esserne al riparo...


courtesy arc. Iannino. coll. priv. "voyeur" 

domenica 3 aprile 2022

La morte distrugge, rigenera e rinsalda. Ciao nènè

 Accade oggi, nel 36° giorno di guerra un Ucraina 

Ho visto in tv le immagini della guerra che Putin il tiranno sta conducendo in Ucraina. Scene devastanti: fosse comuni. Civili massacrati. Donne e uomini coi segni della tortura sul corpo e con le mani legate dietro la schiena gettati senza alcun riguardo in una fossa comune scavata dai militari russi nei boschi.

È un massacro! Il macellaio non conosce pietà! Ha persino la benedizione del suo patriarca.

I pensieri si affollano. Vorrei non avere mai visto queste scene. Scenari anacronistici divenuti quasi una conseguenza logica dei deliri di un despota che nega le barbarie agli ignari russi tenuti all'oscuro e plagiati da un'operazione di disinformazione di regime. I cronisti non assoggettati alla volontà degli oligarchi e persino la popolazione dissenziente è arrestata e messa nelle condizioni di non nuocere.

La grande z bianca vergata sui blindati russi è un'enorme burla! Perché non vanno a fare un'esercitazione in Ucraina ma a demolire vite e civiltà.

Esprimo il mio dissenso come posso e con le opportunità semantiche a me care: la pittura!

Raramente adopero il nero ma questa volta è d'obbligo! Grida e evidenzia la barbarie di una cerchia di potere che sta al riparo dai campi bellici e infligge morte.

Il telefono mi distoglie dai gesti catartici che attuo quasi inconsciamente ma con le immagini appena viste ben salde nella testa, è solo alla fine che osservo e analizzo il risultato per dare le pennellate conclusive.

Poggio il pennello. Pulisco le mani e:

Ciao come stai? - m'interroga una voce ben nota- Bene, sto lavorando, non so se hai visto la tv ma quelle scene mi hanno turbato, sono state crudeli e violenti, assurde di una violenza gratuita...

Sì le ho viste e non so come faccia a dormire la notte. Ti ho chiamato … non so se hai saputo... un altro amico a intrapreso l'ultimo viaggio, ho visto il manifesto... Gaetano Cartaginese, Nènè è morto. … -attimi di silenzio-. Cazzo... è da un po' che non ci vediamo. L'ho sentito qualche mese addietro e ci siamo lasciati con la promessa reciproca di vederci... .

Nènè che cazzo di nome è? Sembra il nome di una donna e invece ti presenti tu che non sei il massimo della beltà. Gli dissi sorridendo. Sei bello tu!!! mi rispose. E dopo una energica stretta di mano ci siamo messi a parlare di arte. Erano i primi anni settanta.

E anche se geograficamente vicini di casa iniziammo a frequentarci tramite un altro caro amico, Angelo De Siena, entrambi del rione stadio. Ricordo che insieme avevano ideato un concorso di pittura: “il pennello nascosto”, con l'intento di fare uscire allo scoperto quanti si dilettavano a dipingere per far sì che l'hobby diventasse qualcosa di più. E vi riuscirono!

Neènè aveva un vocione rauco. Gioviale. E sorridendo mi spiegò l'origine semantica del suo “nikname” direbbero oggi i ragazzi.

Nènè è il diminutivo di Gatenènè, così mi chiamavano da piccolo a casa e in seguito ho scelto di usarlo come pseudonimo per firmare i quadri.

Un altro caro amico è andato via. Serenamente! Questo mi piace pensare. Un uomo. Un padre. Un nonno attento e amorevole ch'è andato via attorniato dall'amore dei suoi cari e dalla moltitudine di pensieri positivi dei tanti amici e conoscenti.

Ciao nènè

martedì 29 marzo 2022

Ripudiare la guerra è un imperativo, sempre!

 

Pretendere che siano rispettati i propri interessi e perciò mettere in campo sistemi di distruzione e morte a discapito anche di persone inermi e prive di colpe individuali è un crimine! Non si discute!!! ma Baiden (Biden per i poliglotta sofisticati) ha mancato di tatto diplomatico nel dire che Putin è da “eliminare” dalla scena politica sovietica e mondiale.

Se dessimo ragione al vecchio zio d'america allora dovremmo pretendere che anche chi affama e schiavizza una parte di mondo perché avido e attento solo ai propri interessi economici e commerciali dovrebbe essere inibito. 


La vita si dà e si toglie con estrema disinvoltura nel mondo globalizzato e settato sull'ego. Basta sapere veicolare le notizie e farsi trasportare dall'onda emotiva dai social per essere visto come un benefattore o un despota.

I fatti evidenziano, se pur nel lungo termine, che non sempre ciò che brilla è oro e benessere per i popoli.

La vita, suggerisce la natura, è cosa semplice ma delicata! E l'embrione prima di essere forma di vita definita è una sorta di magma che aspetta di essere fecondata. E perché ciò avvenga si deve rispettare un protocollo ben definito dalla natura e dall'uomo.

Distruggere ciò che la donna ha procreato insieme all'uomo è un atto CRIMINALE!

La morte violenta non ha ragione mai d'essere sperimentata in nessuna parte del mondo specialmente quando sopraggiunge a seguito di una decisione dispotica ordinata da chi sta comodamente al riparo.

Altri focolai continuano ad ardere in terre più o meno lontane da noi...

venerdì 25 marzo 2022

PEACE

 

La sacralità della vita è messa in un angolo e annullata dalle logiche di potere.

È sempre una ristrettissima cerchia che decide le strategie più vantaggiose. E il vantaggio di pochi non sempre gioca a favore del bene comune. Anzi non lo è mai!

Con sgomento siamo gli spettatori dell'orrenda azione di guerra in Ucraina. Lì c'è la distruzione materiale di tutto quanto è consuetudine quotidiana.

Da un lato le bombe e la violenza distruttrice delle armi e dall'altra vi è la violenza mediatica che trasforma in retorica il dolore causato dalla persecuzione manichea di chi comanda.

Che fare?

Ce lo chiediamo in tanti. Mentre si intensificano le richieste di aiuti umanitari e belliche. Anche nei punti di smercio alimentare si chiede l'obolo per i bambini ucraini.

Intanto gli sciacalli ridono si strofinano le mani pregustando l'affare della ricostruzione come già avvenuto nei campi di battaglia delle guerre precedenti e non solo. È avvenuto anche per la ricostruzione dei luoghi devastati dagli eventi sismici.

Eppure ancora ci schieriamo trascinati dall'emotività. D'altronde come non farlo?

Si può rimanere insensibili davanti a tanto dolore?

La disinformazione è una ulteriore arma usata da entrambe le parti in gioco. Sì un gioco simile a quello che molti si misurano coi video game ma con la straziante differenza che lì i campi di battaglia e la distruzione è reale come sono reali i sacrifici connessi all'abbandono forzato dei morti.

Un mese e qualche giorno, più quelli serviti alle diplomazie e ai servizi segreti per pianificare strategie d'attacco e difese.


Mi chiedo: a chi serve tutto ciò. A chi giova?

Per quanto tempo la filiera delle armi produrrà macchine di morte.

Ecco, il tempo intercorso dall'inizio della lite e si è passati dalla parole ai fatti è un'eternità, un buco nero che ha inghiottito e sotterrato ragioni e materia fatta di corpi di persone innocenti mandate al macello. Nessuna ragione, nessuno nessuno!, può arrogarsi il diritto di aprire macellerie umane e stare a guardare comodamente dietro un monitor posizionato al sicuro tra le mura solide di un bunker.

Che fare? Oltre a parlare, pregare e sperare. Oltre a sparare con armi d'offesa e annullare vite umane, togliere speranze e oscurare le menti anche quelle lontane dai campi di guerra?

Qualcuno ha detto che una società più giusta e equa può nascere abolendo l'ignoranza e condividendo la gestione pubblica delle ricchezze a favore della collettività.

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