sabato 5 marzo 2022

Putin il bullo che terrorizza il mondo civile e le democrazie

 

Zelensky vs Putin.


Stiamo assistendo alla guerra, anzi alle guerre impensabili del nuovo millennio.

La prima e la più terribile è quella che fa esplodere bombe e distrugge il lavoro del popolo ucraino, abbatte edifici, semina morti lasciando sulle strade di transito l'odore acre delle polveri da sparo insieme al sudore di quanti fuggono terrorizzati. E poi c'è la ferma determinazione di chi non accetta l'invasione. C'è chi combatte a mani nude lanciando bottiglie incendiarie. C'è chi presta il suo aiuto ai fuggiaschi. Chi cura i bambini e le donne.

C'è, insomma, dietro la brutalità del bullo Vladimir, una moltitudine di persone che nonostante l'assurda azione violenta ordinata e imposta da un despota fuori dal tempo propende per la pace anche in Russia.

In Russia vige il regime della disinformazione. E i canali dell'informazione nazionali ripetono ciò che Putin e il suo entourage vogliono che sia detto.

Strategie a parte la vecchia signora con la sua lunga falce a mietuto vittime innocenti e chissà ancora quante altre ne annienterà.

La violenza non ha mai ragione!

Anche quella verbale o per immagini.

Zelensky dal canto suo, da ottimo comunicatore usa i mass-media per arginare un nemico immenso. Prepotentemente immenso e determinato. Ma può questa sua strategia durare a lungo? Sarà il nuovo, contemporaneo Golia che abbatte il gigante?

A ragion di logica se esplode un incendio e non intervengono i pompieri con le dovute misure per spegnerlo, il fuoco arderà fino a quando le fiamme trovano di che alimentarsi.

Può, la borsa, i mercati, l'alta finanza influire o bloccare del tutto il frastuono mediatico di questa assurda guerra e sospendere la violenza delle armi?

E l'economia affaristica dell'industria bellica da che parte sta?

E noi occidentali che viviamo da lontano i riflessi dei drammi delle persone sconvolte dal tragico evento?

Noi siamo solidali! Ma da lontano.

Guardiamo i prezzi energetici lievitare. E speriamo in cuor nostro che non vi siano altri veti o embarghi contro e dai territori in guerra.

I carburanti oggi sono a quota 2€ e c'è la possibilità del rincaro delle bollette del gas e della luce. Ma sono rischi da mettere in conto. Stringere i denti e porgere tutta la solidarietà ai bisognosi. Dare col cuore quanto possibile non solo in ristori materiali ma infondere fermamente e convintamente energie positive che dimostrino nei fatti empatia. Non è solo condanna sociale l'azione economica che il mondo democratico esercita nei confronti dei despoti. È amore risoluto. Fermezza!, contro tutto ciò ch'è morte.

E che la ragione vinca sulla brutale anacronistica realtà dei violenti.

martedì 1 marzo 2022

Fuck Putin, una nuova etichetta per la libertà

 


La violenza da qualunque parte si genera o è generata fa sempre e comunque male. I suoi effetti si diffondono anche laddove esistono schermi e barriere alzate per l'autodifesa nazionale.

La guerra coinvolge tutti! Non solo i luoghi interessati e fatti oggetto e teatro di battaglie.

La lotta per la sopravvivenza, ovvero le strategie adottate per sfuggire ai soprusi o molto più banalmente nelle normali relazioni di ogni giorno fanno parte della dote genetica degli organismi viventi.

In natura vige la legge del più forte ma la ragione differenzia la brutalità bestiale primordiale dell'essere. Cioè, il pensiero si fa evoluzione e stimola il progresso per il bene sociale e spinge la specie umana a migliorarsi.

Insomma: questo uomo che dovrebbe governare la vita è invece il fautore della distruzione e si fa morte!

Nessuno, se non solo nei racconti horror e fantascientifici, avrebbe creduto possibile un attacco armato, quantomeno viste le prerogative storiche e le potenzialità di distruzione delle armi in possesso delle grandi potenze.

Oggi le guerre sono di altra natura. Che fanno comunque vittime. Affamano. Soggiogano. E condizionano il mondo intero.

Le guerre sono strumenti dell'uomo debole di pensiero! Lecite? No! Decisamente no! Ma comunque esistono. Sono generate da alcuni fattori elementari che alla base hanno una forte componente individualistica permeata di egoismo.

La bramosia di dominio, l'onnipotenza edonistica genera mostri. 

Putin è uno di questi?

Di sicuro la sua politica non fa una bella impressione visto quanto sta accadendo in Ucraina. Non è una questione di eleganza. Né tantomeno una bella pagina politica

Questa guerra è vista, letta e documentata in diretta in tutto il mondo per quello che è!, e nulla, neppure i tentativi di depistaggio delle fake news riescono a sublimarne gli effetti invasivi del dittatore di turno.

I social media hanno trovato nuovo interesse. Documentano le volontà di assediati e invasori.

Enfatizzano prese di posizioni. e si schierano.

Retorica a parte, il popolo ucraino sta reagendo con decisione allo strapotere di Putin.

Le immagini fanno vedere in tv e sui social come i cittadini contrastano l'invasione.

Azioni semplici come la costruzione artigianale di bombe molotov. Bottiglie incendiare che non spaventano i giganti blindati inviati da Putin per assediare mortificare l'Ucraina ma che possono fare malissimo all'ego espansionista del despota e dei suoi oligarchi fiancheggiatori.

Fuck Putin! Con questa etichetta una fabbrica di birra contribuisce alla resistenza. Converte in armi le risorse industriali e, anziché birra, riempie con benzina le bottiglie e le dà al popolo. Sarà la nuova etichetta per la libertà? di sicuro le parole neppure se scurrili servono in uno scontro. è la forza, la determinazione delle intenzioni in campo che determinano e sovvertono i propositi

Il mondo intero guarda terrorizzato a questo impensabile teatro di guerra in cui le parole sembrano inutili.

La non violenza, la preghiera, il digiuno suggerito da Francesco non sembra dare nell'immediato alcun conforto né sortire a effetti positivi. 

60 km di blindati sono in marcia verso Kiew dove c'è già paura e morte mentre i mandanti stanno al sicuro e imprecano, forse, quando apprendono della rivolta degli hacker. L'attacco hacker non è contro il popolo russo ma alla dissennatezza degli oligarchi guerrafondai.

giovedì 24 febbraio 2022

Ucraina, il prezzo da pagare

 

Per molti di noi le notizie che giungono dall'est probabilmente assumono valenze secondarie rispetto alle esigenze primarie connesse alle difficoltà indotte dalla crisi pandemica e economica degli ultimi anni.


Ieri è mancata la luce per quasi l'intera giornata. E le conseguenze sono state, per le famiglie interessate al black out, paradossali.

Per noi abituati alle comodità della domotica restare senza energia elettrica per diverse ore ha comportato qualche sacrificio: fare le scale a piedi, evitare di aprire i frigoriferi, limitare l'accesso a internet e non potere usare i telefoni fissi è stata una penitenza!

E poi basta una guerra per mostrare le disparità sociali tra le nazioni.

Dalle immagini piovute dal fronte ucraino la miseria in cui versa la popolazione è tangibile. È un ritorno al passato! A quando anche da noi mancava ogni sorta di emancipazione tecnologica figlia dei saperi che ha portato benessere e aperture mentali.

La povertà è di per sé un oltraggio!

L'ignoranza in cui è costretta una fetta di popolazione contamina e turba le coscienze di quanti vivono di riflesso le oscenità dei potentati economici che mascherano le loro miserie morali dietro alle bandiere ideologiche.

La guerra non ha ragione mai!

Chi impone il proprio ego con le armi è un mostro.

Mostri privi di scrupoli che non conoscono la fame e i patimenti sofferti da quanti stentano ad alzarsi al mattino e le difficoltà che affrontano per arrivare a sera.

Nessuno può sentirsi in dovere di assalire l'altro per nessuna ragione al mondo!

L'arroganza di Putin deve essere fermata immediatamente per evitare che la sua propaganda terroristica faccia breccia e si radifichi nelle teste dei deboli.

Seguiamo l'esortazione di papa Francesco:

facciamo dell'amore l'arma di fede universale!

Mercoledì 2 marzo

Una giornata di digiuno e preghiera per contrastare la follia omicida alimentata dalla bramosia di despoti e potenti che avvelenano la società in ogni angolo della terra.

Putin e la fredda possessiva follia materialista mascherata di nazionalismi

 


lunedì 7 febbraio 2022

Mani forgiate dall'amore della terra

 


Nicchi nicchi nacchi mammà tua t'accatta i vacchi papà tua a masseria ricca ricca a figghja mia.

Nella vasta aia attorno alla casa la vecchia donna culla la bambina mentre canticchia una nenia dal sapore antico.

Il capiente cesto intrecciato con vimini e canne è appeso ad un grosso ramo di gelso. Fissata saldamente con corde di ginestra, la spartana culla, soggetta al dondolio ritmato dalla donna è abbraccio sicuro per sonni tranquilli. Nicchi nicchi nacchi … continua a canticchiare l'anziana nonnina che nel frattempo sgrana fagioli.

Il casolare di campagna accoglie una famiglia di stampo patriarcale. Tutt'attorno è un fiorire di natura ben tenuta e coltivata da sapienti mani. La cultura contadina è amore per la terra e le piantagioni disseminate nella campagna circostante testimoniano il lavoro delle generazioni che lì hanno vissuto e tratto sostentamento.

Qualche gallina razzola. Ispeziona col becco il terreno. Cattura qualcosa e se ne ciba.

Il cane, un meticcio peloso, dormicchia ai piedi del gelso. Un belato arriva debole alle orecchie della donna. Bianchina, la capretta che fornisce il latte alla piccola e al resto della famiglia, è al pascolo oltre la collina. Conosce la strada di casa Bianchina e sa quando è l'ora per rientrare.


Sui fornelli della cucina economica in una pentola con acqua le patate finiscono di cuocere. Una giovane sposa entra dalla porta che dà sul cortile. Ha una cesta sulla testa. S'inchina. La solleva di poco e poggia la cesta su un tavolo. Srotola il canovaccio che aveva sistemato a mo' di ciambella sul capo per trasportare la cesta. Lo adagia su una spalla e getta nella ciotola in terracotta le verdure appena colte.

È quasi mezzodì. Al suono del rintocco delle campane tutti smettono il lavoro nei campi e nelle botteghe. Le donne un po' prima. Loro vanno a casa per preparare il pranzo. Una zuppa di fagioli con verdure. Insalata di patate... . Roba nostrana, coltivata con le proprie mani. Mani rugose. Dure. Callose e forti forgiate negli anni dall'esperienza contadina che le hanno rese preziose e impagabili.

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