giovedì 24 dicembre 2020

l'insostenibile leggerezza dell'essere tra presente e passato

È il caos!

Non bastano le disgrazie impreviste e devastanti che cambiano i destini degli uomini. E neppure i lutti naturali per farci rivedere gli atteggiamenti stupidi che mettiamo in campo per approcciare le giornate. Nella maggior parte dei casi ci comportiamo come se la vita non dovesse finire mai. Al momento ci sentiamo immortali. Accumuliamo beni per assicurare il presente e il futuro. Ci preoccupiamo del benessere fisico ma non facciamo il benché minimo sforzo per coltivare i valori veri e essenziali dello stare bene con gli altri. Il cosiddetto bene psicofisico collettivo è spesso dissociato dalle priorità individuali. E poi, basta un niente per gettarci nell'angoscia causata dall'incertezza e dalla caducità imposta dagli eventi. Basta un virus sviluppatosi naturalmente o in vitro, sfuggito di mano alla sapienza umana per rimettere in gioco ogni certezza.

Dalla notte dei tempi le pandemie e ogni altro evento sovrumano sfugge al nostro volere ma, quello che è peggio, schifosamente peggio del disastro causato dall'ineluttabile a cui non dobbiamo arrenderci, è la feccia immonda che, sfuggita alla morsa degli eventi ma non alla attenta analisi degli onesti, lucra peggio degli avvoltoi che si avventano sui poveri resti degli esseri umani sfiancati dall'attuale irrazionale momento storico.

I personaggi in questione infettano il buono che c'è in ognuno di noi insinuando dubbi e pregiudizi. Seminano falsità!

Il riferimento è a quelle persone che lucrano cinicamente sulle disgrazie altrui approfittando dell'ignoranza dei semplici e vendono fumo a caro prezzo.

Penso al mondo della politica come a quello della cultura in generale.

Mondi differenti ma correlati. Realtà affollate da molteplici personalità dalle convinzioni spesso contrapposte suffragate da futili analisi fuorvianti.

E il momento storico attuale è la sintesi perfetta della volubilità umana. Le contraddizioni si sprecano. Incoerenze che dimostriamo persino nei desideri più insignificanti l'insoddisfazione che ci domina ogni istante. E Salvatore, un ambulante perennemente brillo, disinibito dal vino, ne aveva fatto il suo cavallo di battaglia.

"Patate e cipolle".

Ricordo che anni addietro, Salvatore da Decollatura, girava per le vie della città col suo motocarro. La scelta non era tanta. Proponeva una o al massimo due varietà di mercanzia. Era un personaggio! Che ininterrottamente gridava: “patati, cipolle. Cipolle patati. Ahjiu i patati e voliti i cipuddhj, ahjiu i cipuddhj e voliti i patati”.

mercoledì 23 dicembre 2020

Convivenze

Seduta aspetta. Ormai è di casa e molti le portano qualche avanzo. Non è più timorosa. Ha vinto la sua natura schiva dopo avere capito di non correre alcun pericolo ed ora si lascia persino avvicinare. Anzi sembra avere capito che nessuno ha intenzioni cattive nei suoi confronti. E lei resta in attesa anche fino a tarda ora.

Stamane dopo una breve sosta tra le macchine del parcheggio si è incamminata verso la tana. Con agili balzi ha attraversato la strada e, dopo averci osservati, si è eclissata tra gli sterpi e l'erba alta oltre il canale in cemento che raccoglie le acque piovane.

È un po' meglio che essere invasi dai ratti.

La volpe ha un'eleganza inconfondibile. La sua coda è, per i cacciatori un cimelio da mostrare, mentre per animalisti, narratori e poeti è simbolo di grazia, astuzia e libertà.

Libertà da ogni fardello superfluo

La volpe non accumula. Cerca il giusto equilibrio tra causa ed effetto. Cerca cibo nella giusta misura, utile per il sostentamento suo e dei cuccioli

Ormai non si nasconde più. Da qualche tempo accetta i bocconcini e si lascia avvicinare. Esce dalla tana e si aggira nell'abitato in cerca di cibo per i cuccioli.

La volpe ha abbandonato la sua proverbiale diffidenza nei confronti degli esseri umani e si lascia fotografare. Guarda nell'obiettivo e mi fissa. Aspetta che scatti la foto. E poi continua nella sua ricerca. S'infila tra i cespugli e scompare.

Per oggi ha ottenuto quello che voleva. Qualcuno ha lasciato ai margini della strada qualcosa per lei e i piccoli. E gli scatti diventano un tramite di riconoscente complicità catturata e elargita

martedì 22 dicembre 2020

lettera d'amore

Asso, Mastrasso e Cacasotto. Ovvero l'esaltazione dell'io a buon prezzo spiegato ai bambini al tempo del covid-sars.2 in piena pandemia dei disvalori prendendo in prestito la ben nota narrazione di Bertoldo, Bertoldino e Cacasenno.

Chi si riconosce in Asso, Mastrosso, Cacasotto?

Tutti abbiamo un prezzo! Oppure un ruolo da svolgere. Diceva con convinzione il vecchio saggio. Non necessariamente il prezzo deve essere corrisposto in denari. Spesso è la vanagloria a fare la differenza. E sì! Nell'era delle comete fugaci ma splendenti di luce riflessa, se amplificata dai media o da una intitolazione pubblica è ancora meglio, l'Asso potrebbe essere la fonte dell'obolo messo in palio dal Mastrasso di turno.

Mastrasso, Il sacerdote officiante, appunto, dietro lauti compensi e privilegi materiali magnifica i prodotti dell'Asso. E fa sì che i suoi servigi siano venduti in moneta sonante su larga scala. Organizza mostre, millanta conoscenze importanti e strumentalizza le opportunità fortuite di incontri coi personaggi noti al grande pubblico.

L'imbonitore Mastrasso è un essere scaltro! Non importa se i compratori rimangono buggerati. Non è un suo problema. Il suo interesse consiste nell'avere credito tra il popolino virtuale dei social media e sfruttarne la notorietà. Sono sufficienti qualche centinaio di seguaci, “follower” li definiscono i più esperti in materia di web, che pendono dalle sue labbra e, servili, amplificano le stronzate pubblicate dal Mastrasso. I Cacasotto, appunto! Sono quella massa acefala che per disparati motivi e interessi effimeri si mettono a servizio del Mastrasso e dei suoi Asso sponsorizzati.

Tutto è cambiato! O forse no. La storia si ripete. Gli opportunisti cambiano abito.

Con l'avvento dei social, per 5” di notorietà sulle piazze virtuali si è disposti a vendere anche l'anima! Il corpo per molto meno, è già stato barattato.

Pseudo intellettuali, conoscitori, amanti, esperti di arte, politica, musica, cinema e adesso, vista l'attenzione sociale del momento che i media rivolgono alla pandemia, conoscitori empirici si ergono a opinionisti di scienze, ricercatori che non trovano neanche la toppa della porta di casa fanno il salto di qualità e si ergono a propagandisti scientifici e pilotano le masse. Diventano opinionisti. Impongono ricette contro la pandemia e chiunque la pensi diversamente sono additati come untori. Despoti di un non specifico sistema complottistico.

E poi, nell'emisfero opposto, c'è chi ha un peso specifico ben definito e vola alto. Non si cura dei venditori di fumo e neppure dei loro protetti.

Gli Esseri evoluti non intendono perdere tempo con scaramucce sterili. Lasciano campo libero alle mezze cartucce non per snobismo ma perché intendono spendere il proprio tempo per emancipare le coscienze, migliorare l'esistenza del pianeta e indirizzare la vita stessa degli uomini verso fini più nobili.


Ecco, vedi caro amico, cosa scrivo e ti dico in questi giorni di fine anno, l'anno che sta arrivando tra una manciata di fiati e sospiri passerà, io mi sto preparando e se me lo consenti, un suggerimento per ovviare a ciò che è effimero ce l'avrei: studia, documentati, medita. Medita sulla vera essenza dell'uomo e sul ruolo del pensiero positivo che governa in piccola parte anche gli stolti. Lascia la vanità del designer agli esteti beoti. Non lasciarti irretire dai magniloquenti.

Cerca quanti donano sé stessi gratuitamente, che gioiscono davanti a un sorriso e si appagano della quieta ricerca degli equilibri semantici che trovano pace nel bello assoluto del fare quotidiano.

Buona fine e buon inizio amico mio.

domenica 20 dicembre 2020

bio o ogm tra mutazioni genetiche dei virus e pandemie

Nonostante gli sforzi umani in natura la perfezione non esiste. Il perfettamente bello; il prodotto asettico è possibile solo nelle colture in laboratorio. Diffida delle coltivazioni opulente, belle e accattivanti perché, se è come qualcuno asserisce e cioè che l'occhio vuole la sua parte a tavola, le coltivazioni biologiche crescono e proliferano in compagnia della biodiversità. Nella catena alimentare ogni anello è concatenato armoniosamente a quello successivo.

Le colture dell'orto hanno necessità di essere concimate? Adopera lo stallatico e evita il più possibile il concime chimico perché, è vero che sviluppa e produce di più ma uccide anche gli insetti amici insieme alle larve nocive; altera l'ecosistema e brucia la terra.

Mio nonno diceva: se vedi una bella mela matura raccoglila. È macchiata? La dividi e se c'è il verme lo scarti e mangi la parte sana.

Gli ogiemme? No grazie. Le sperimentazioni sono corredate da incognite. Non sai mai dove finisce il confine tra bene e male e anche se sembra di avere raggiunto lo scopo produttivo non si conosce l'impatto sugli organismi viventi e la mutazione genetica.

A proposito di mutazione genetica:

è notizia recente che Boris Johnson ha dovuto chiudere completamente l'Inghilterra a causa della mutazione del virus covid19 che porta al 70% la contagiosità tra la popolazione. Altro che feste di Natale, economia, cenoni, vacanze, tavolate e quant'altro sembra essere per alcuni la fine del mondo.


L’Organizzazione mondiale della Sanità (Oms) ha fatto sapere di essere in “stretto contatto” con le autorità del Regno Unito dopo la scoperta di una nuova variante mutata del virus del Covid che avrebbe una trasmissibilità molto maggiore, quantificata al 70% in più. Ieri il primo ministro Boris Johnson in conferenza stampa lo ha reso pubblico.
In un tweet l’agenzia Onu scrive di star condividendo le informazioni scientifiche con Londra e di essere impegnata a fornire tutti gli aggiornamenti agli altri stati membri man mano che si apprendono le caratteristiche di questa variante del virus e delle sue implicazioni.

Insomma, da quando il virus ha fatto il salto animale/uomo i danni alle persone e all'intero ecosistema mondiale sembrano non dovere mai finire.

Che dite meditiamo? Riusciamo ancora ad attivare questa semplicissima facoltà?

Covid, dpcm e libertà

Libertà. Quanto scempio in tuo nome!

Eppure sarebbe un concetto molto semplice. Uno stato mentale che induce alla quiete e alla fratellanza universale. Invece la babele dei concetti personalistici sovverte ogni azione.

Andiamo al punto:

la pseudo libertà di certuni è, nei fatti, una coercizione che limita e a volte annulla quella degli altri. Ancora una volta l'esecutivo centrale del governo è costretto a varare delle regole per regimentare la dilagante diseducazione che diventa il principale veicolo della trasmissione del virus covid 19.

da quasi un anno ogni angolo della terra è sotto assedio della pandemia. E ancora, scientificamente, oltre alle fondamentali regole igieniche e al distanziamento, non si è trovata altra forma di contenimento per limitare e annullare i contagi.

È una questione di buon senso! Inutile tirare in ballo concetti altisonanti.

Quest'anno è andata così! E se pensiamo a quella parte enorme di popolazione mondiale che non vive nel lusso e non è avvezza al consumo smodato di beni voluttuari e non va in cerca dell'ultimo ritrovato tecnologico, beh, ogni cosa, ogni concetto strumentale non avrebbe motivo di esistere. 



Osserviamo la natura. Prendiamo lezioni da essa. Non cade il mondo se per una volta, finalmente!, consideriamo le festività natalizie per quello che sono: un momento di raccoglimento per meditare sul Sublime dono: la ragione!

Torniamo alla primordialità, alla radice dei concetti basilari del Creato. Pensiamo al diritto all'esistenza di ogni specie vivente.

Buona vita

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