giovedì 21 novembre 2013

I privileggi dei Cappellani Militari, strano modo di predicare

Non c'è bisogno di essere in crisi per capire che 17 milioni di euro sono troppi per predicare il vangelo alle truppe militari.
Tanto ci costano i cappellani militari che, secondo una legge del 1961, la numero 512 del primo giugno '61, norma l'avanzamento e il trattamento economico del personale che assiste spiritualmente le forze armate italiane.

Vergogna! Come si può quantificare la parola di Gesù che predicava tutt'altro in base ai gradi militari?
Eppure questo accordo c'è stato con la benedizione del vaticano che vede andare in pensione, una ricca pensione, il cappellano militare a 62 anni. E sono necessari appena 15 anni di servizio!, per avere erogato un assegno pensionistico simile ai militari di alto rango.

Cioè, con parole povere, il cappellano militare addetto: un prete che entra a dire messa e confessare i militari in una caserma ha diritto al grado di tenente. Poi, sale di grado e diventa cappellano militare capo: capitano! Fino a conquistare i gradi di maggiore alle porte della pensione.

Ma l'assurdo non sono tanto i gradi e la relativa norma che disciplina il lato economico.
Quello che non và giù è che ci volevano le jene, con una loro pungente incursione, a svelarne i meccanismi.
Mai prima delle jene nessun politico impegnato nella ricerca di correttivi necessari per tamponare la crisi che stiamo vivendo e neanche qualche alto prelato graduato ha pensato minimamente di suggerire cristianamente questa assurdità evangelica.

Tanto per la cronaca, Papa Francesco recentemente:
mons. marcianò e papa francesco

“ha donato alle Forze Armate Italiane la nuova guida spirituale, nominando Ordinario Militare per l’Italia il calabrese Santo Marcianò, Arcivescovo della Arcidiocesi di Rossano-Cariati (CS), che succede a Mons. Vincenzo Pelvi. Mons. Marcianò, 53 anni, di Reggio Calabria, dottore in economia e commercio, giornalista pubblicista, è stato eletto Vescovo da Papa Benedetto XVI a soli 46anni, divenendo il più giovane vescovo d’Italia ed attualmente è il più giovane Arcivescovo italiano. Ha conseguito il Baccellierato in Teologia all’Università Lateranense ed è autore di numerosi libri. L’Ordinariato Militare, regolato dalla costituzione apostolica “Spirituali militum curae” di Giovanni Paolo II, è equiparo a diocesi, con competenza su tutte le “anime” che hanno “status” militare, sui loro familiari e sul personale civile della Difesa. Ma è anche un Ufficio di Stato, tanto che la nomina ad Ordinario Militare da parte del Papa deve essere recepita dai Ministri della Difesa e dell’Interno e dal Presidente del Consiglio, poiché il Vescovo eletto viene nominato Generale di Corpo d’Armata e deve quindi giurare formalmente innanzi al Presidente della Repubblica.”

... forse Papa Francesco non è a conoscenza degli accordi istituzionali tra Italia e Vaticano, della ricchezza economica cui va incontro un prelato caricato da simili investiture e quindi difendere se stesso e la Parola di Dio.

Adesso che è stato messo a conoscenza dell'assurdità in termini speriamo che non prenda la scorciatoia della beneficenza per pacificare le coscienze e mantenere simili privilegi non contemplati dal Vangelo

mercoledì 20 novembre 2013

L'acqua ha buona memoria. Noi no!

Catanzaro. Il territorio è flagellato e mostra ferite profonde dopo neanche 24 ore di pioggia forte. E anche se qualcuno urla :”governo ladro” perché non è stata fatta una manutenzione adeguata, non dobbiamo dimenticare di elencare le nostre colpe.
Anzitutto dobbiamo ricordare come la nostra scellerata cementificazione selvaggia, il disboscamento e peggio l'incuria dei corsi d'acqua, la sporcizia che buttiamo nei pressi delle fiumare e gli arbusti che crescono dentro i letti dei torrenti.

nei pressi del centro commerciale "le fornaci"
Ho fatto un giro e ho visto colline trasformate dall'acqua piovana. Colline di fango brulle solcate come se una mano enorme avesse passato sopra un grande gigantesco pettine.

Fango. Fango dappertutto! E strade dall'asfalto sollevato o inghiottito. Voragini.
Macchine parcheggiate in strade che si sono trasformate in budelli senza uscite. Macchine pigiate, insaccate, accatastate.

L'acqua ha buona memoria! Dicevano i vecchi. Conosce la sua strada e se qualcuno gliela “sequestra” arbitrariamente se la ripiglia.

Grazie al cielo, il clima, che ci è, tutto sommato, “amico”, il maltempo è durato poco e i danni sono circoscritti e limitate alle cose. Qui non ci sono state perdite di vite umane com'è successo in Sardegna e in altre località.

Qualcuno ha detto che questo è il momento del fare e non dell'analisi. Ma se la razionalità, in tempi non sospetti, è offuscata dall'ingordigia, dalla smania del possesso anche a discapito dell'ambiente, se non ora quando?

Ci si augura che anche noi, come l'acqua, facendo tesoro dell'accaduto, manteniamo buona memoria.

ps: per chi non conosce Catanzaro è utile dire che viale Isonzo costeggia la fiumarella, un fiumiciattolo a carattere torrentizio. Il muro in cemento ai margini della strada ha creato una diga a causa dell'ostruzione degli sfiati pluviali. 

martedì 19 novembre 2013

Maltempo su Catanzaro, emergenza viabilità

Anche su Catanzaro è arrivato il maltempo.
È stata una notte di pioggia torrenziale e come di consueto le periferie sono state sferzate dal vento e inondate di acqua e detriti.

Viale Isonzo è bloccato. I pochi temerari a bordo di suv sono costretti a miti consigli dal fango e dai detriti trasportati dall'acqua sulla strada che unisce i quartieri Corvo e Pistoia ai centri di Santa Maria e Lido. Impossibile entrare a Catanzaro città.

Dal suono delle sirene che si sentono nell'aria si desume che i vigili del fuoco stiano attuando diversi interventi.

Da qualche ora le nuvole si sono diradate e il sole torna a splendere rilucendo sui detriti che l'acqua ha trasportato a valle. e sui nuovi varchi aperti a dispetto dell'insipienza di chi ha costruito ostacoli senza prevedere i pericoli per l'uomo derivanti dalla sovrumana forza degli elementi naturali.



lunedì 18 novembre 2013

Politici Fuori dalle regole e dalla realtà

Enrico Letta dice che siamo in ripresa e che il 2014 è un anno importante per la ripresa.

Unimpresa rielabora i dati Istat e dice che ci sono (siamo) più di “9 milioni, 286mila in più (il 3,2%) rispetto al 2012 rientrano nel bacino delle persone economicamente "deboli"”.

Le cifre quantificano disoccupati e le ampie fasce di lavoratori in condizioni precarie, anche loro in crisi.
Poi, sempre secondo lo studio di Unimpresa ai 3,07 milioni di persone disoccupate, bisogna sommare i contratti di lavoro a tempo determinato, sia quelli part time (643mila persone) e quelli a orario pieno (1,63 milioni).

Vanno poi considerati i lavoratori autonomi part time (832mila), i collaboratori (430mila) e i contratti a tempo indeterminato part time (2,56 milioni). Questo gruppo di persone occupate - ma con prospettive incerte circa la stabilità dell'impiego o con retribuzioni contenute - ammonta a 6,1 milioni di unità. Il totale del'area di disagio sociale, calcolata dal Centro studi Unimpresa, comprende 9,17 milioni di persone nel secondo trimestre 2013.

Perché un'associazione di imprese analizza il fenomeno dell'occupazione meglio del governo come se fosse dalla parte del lavoratore?

Non è un'anomalia! L'impresa fa il suo mestiere e sa bene che se non ci sono soldi nelle tasche degli italiani non ce ne sono neanche nelle loro perché chi non ha soldi non spende!

E gl'inciuciati del secolo che dicono? Dicono che tutto va bene! Mah, forse per loro. Specie per quanti assediano il Parlamento, non vanno mai a discutere e interessarsi dei problemi del Paese perché impegnati a curare i propri interessi o perché ignoranti.

Chi è fuori dalle regole e dalla conoscenza è fuori dalla realtà dei cittadini e del Paese.

domenica 17 novembre 2013

PdL, quanto ci costerà la scissione?

Considerato che ormai si ragiona in termini economici e che tutto è rapportato ai soldi ci si chiede quanto ci costerà la scissione del PdL? E quanto aumenterà l'aggravio di spesa pubblica che noi cittadini dovremo sopportare per mantenere la voce “costo della politica”?

Già “fratelli d'italia”, ricordiamo, il partito di Giorgia Meloni e Ignazio La Russa, i due transfughi più noti che si sono staccati dal pdl, forma un gruppo alla Camera con 9 deputati alla modica cifra di 400 mila euro in più.

Col PdL in frantumi quanti gruppi e gruppetti dovremo foraggiare?

Almeno due! La rinascita di forza italia e quella che rimane fedele ad Alfano e ai “governativi”. per quanto riguarda il centro destra.

Ma c'è anche la spaccatura in scelta civica di Monti, con Casini, Stefania Giannini e chi si ispira al Ppe. E ci sono le vecchie conoscenze dei siparietti televisivi che liberano c@zz@te a non finire.

Insomma, stanno allestendo un'altra pessima stagione teatrale. Peccato che il biglietto sarà pesantemente imposto a noi spettatori, (incolpevoli?)...

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